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Torta Ferrero Rocher – Ricetta di Misya

Torta Ferrero Rocher

Innanzitutto preparate il pan di Spagna al cacao: montate le uova con lo zucchero per almeno 10 minuti, dovranno triplicare di volume.
Unite in una ciotola cacao, maizena e farina setacciati e aggiungetene 1 cucchiaio per volta alle uova, continuando a montare.

Infine sciogliete il burro (in microonde o a bagnomaria), poi stemperatelo con un paio di cucchiai di impasto prima di aggiungerlo al composto (in questo modo avrà stessa temperatura e consistenza e non farà smontare l’impasto).
Versate la pastella nello stampo rivestito di carta forno e cuocete per circa 30 minuti in forno statico preriscaldato a 170°C (mi raccomando, fate sempre la prova stecchino prima di sfornare).
Sfornate e lasciate raffreddare completamente.

Iniziate la preparazione della crema Rocher di farcitura: montate la panna, ben fredda di frigo, con lo zucchero a velo.
A parte, mettete i wafer in un mixer e frullate fino ad ottenere un composto sabbioso, quindi uniteli alla granella di nocciole.

In un’altra ciotola, montate il mascarpone con la Nutella, quindi incorporate delicatamente prima il mix di wafer e nocciole e poi la panna montata, mescolando piano con un movimento dal basso verso l’alto.

Tagliate il PDS ormai freddo in 3 dischi orizzontali, disponete il primo strato sul piatto da portata, bagnatelo con latte e copritelo con 1/3 della crema Rocher.

Disponete il secondo disco sulla crema e procede nello stesso modo con latte e crema.
Completate con l’ultimo disco e utilizzate la crema rimasta per ricoprire l’intera torta (superficie superiore e anche laterale), cercando di livellare bene con una spatola.

Procedete quindi con la decorazione: sbriciolate grossolanamente i wafer e uniteli con la granella.
Usate il mix per ricoprire superficie e bordi della torta, facendo aderire il mix alla crema Rocher.
Completate con un po’ di Nutella e qualche Ferrero Rocher.

La torta Ferrero Rocher è pronta, non vi resta che servirla.

Ferrero usa nocciole (anche) turche. Ma…

Ferrero usa nocciole (anche) turche. Ma...

Ma il colosso di Alba lo fa perché il suo fabbisogno industriale supera l’intera produzione nazionale e perché se acquistasse tutte le nocciole italiane violerebbe le norme antitrust (e nessuna altra azienda ne avrebbe per fare dolci o altri prodotti a base di nocciole)

Niente più Nutella in casa Salvini. A un comizio a Ravenna, rispondendo a una fan che gli suggeriva di mangiare la crema firmata Ferrero, per vincere il freddo, il segretario della Lega ha replicato: «La Nutella no, sa che ho cambiato?». E ha aggiunto. «Perché ho scoperto che la Nutella usa nocciole turche e io preferisco aiutare le aziende che usano prodotti italiani, aiutare gli agricoltori italiani, perché ce n’è bisogno». Molto meglio, secondo Matteo Salvini, «mangiare pane, salame e due sardine».

Abbiamo chiesto una replica al gruppo di Alba, ma la Ferrero ha deciso di non commentare. Proprio come non lo aveva fatto quando ancora Salvini era innamorato della sua crema, e scriveva su Twitter di mangiare «Brioche alla #Nutella», perché «per rimediare agli errori del PD e aiutare gli Italiani c’è bisogno di tanta energia» (9 agosto 2018). O quando (1 dicembre 2018) si chiedeva: «A chi non piace la crêpe alla Nutella?». O, ancora, il 26 dicembre 2018, quando annunciava: «Il mio Santo Stefano comincia con pane e Nutella».

La Ferrero non ha commentato nemmeno pochi giorni fa, dopo che il segretario della Lega, sul suo nuovo profilo Tik Tok, ha pubblicato un video a tema Nutella Biscuits.

Come stanno le cose

Ha ragione Salvini, quando dice che il gruppo di Alba usa nocciole provenienti dalla Turchia. Ma non è un segreto: è scritto anche sul sito dell’azienda.

Una nocciola su tre, fra tutte quelle coltivate nel mondo, viene acquistata da Ferrero: il suo fabbisogno industriale eccede l’intera produzione italiana. Se si considerano le dimensioni del colosso dolciario (10,7 miliardi di fatturato e stabilimenti in tutto il mondo), risulta chiaro che neppure la totalità delle nocciole italiane basterebbe per preparare tutti i prodotti Ferrero che sono sul mercato. Il gruppo, in ogni caso, non potrebbe farlo perché violerebbe la legge antitrust (il complesso delle norme che regolamentano e limitano la concentrazione del potere economico per salvaguardare la libera concorrenza delle imprese nel mercato), oltre al fatto che nessun’altra azienda italiana potrebbe più preparare alcun prodotto a base di nocciole.

Cinque anni fa, il gruppo piemontese ha acquisito la Oltan, azienda leader nella coltivazione e nella commercializzazione di nocciole in Turchia (il principale produttore al mondo): è stata una scelta fatta per rafforzare la filiera e poter controllare direttamente la qualità.

Questo significa che Ferrero volta le spalle all’Italia? Sembra di no: il gruppo sta lavorando al Progetto Nocciola Italia per sviluppare il settore corilicolo italiano di qualità e creare maggiore redditività per il comparto agricolo. Intanto, visto che su questo emisfero la nocciola si raccoglie solo una volta all’anno (tra agosto e la fine di settembre), Ferrero sta avviando la coltivazione con aziende agricole del gruppo anche in zone nuove e potenzialmente produttive come il Cile, il Sudafrica e l’Australia: nell’emisfero meridionale le nocciole potranno essere raccolte tra febbraio e marzo e, in questo modo, lo stabilimento si garantirebbe l’approvvigionamento di frutti più freschi. Con buona pace di Salvini.

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