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Mangiare il tartufo alla Fiera del Tartufo Bianco d’Alba: la guida per neofiti

Mangiare il tartufo alla Fiera del Tartufo Bianco d’Alba: la guida per neofiti

Il 2019 promette bene, il tartufo è tanto e (a buon mercato). Per comprarlo, mangiarlo e conoscerlo, entrate alla Alba Truffle Show. Fra un calice di vino e un piatto di tajarin al tartufo, spenderete poco e vi risparmierete le fregature

La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba attrae ogni anni in provincia di Cuneo decine di migliaia di persone, centinaia a dire il vero, che con auto e bus si riversano su e giù dalle colline delle Langhe. Gli appassionati hanno già prenotato hotel e ristoranti da mesi, e conoscono il proprio trifolau di fiducia per acquistare un prezioso tartufo da portare a casa. Tutti gli altri (come noi) arrivano un po’ sprovveduti, e rischiano di non tornare a casa soddisfatti da questa esperienza. Per chi fa una gita organizzata o chi si muove da solo, i consigli per orientarsi ad Alba e dintorni però sono i medesimi – incluso quello fondamentale: come mangiare e comprare il tartufo per cui si è venuti!

La Fiera: la soluzione POP

Alba è una piccola cittadina con un bel centro storico, che nei week-end d’autunno diventa trafficata di pedoni come l’ora di punta a Milano. La Fiera è diventata negli anni un insieme di eventi, concerti, laboratori didattici per bambini, rievocazioni storiche che va ben oltre il solo mercato del tartufo, ed è un calendario di iniziative che si svolgono in città e nei dintorni. La Fiera è quindi un evento diffuso ma la “Fiera” vera e propria è il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, una tensostruttura nel Cortile della Maddalena, in pieno centro.
Molte persone, sia in gruppo organizzati che da soli, arrivano ad Alba e girano smarriti, pensando di trovare bancarelle e tartufi ovunque… per assaporare il fascino della “Fiera” bisogna entrare al Mercato.

Il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba

All’interno del Mercato ci sono tante bancarelle di prodotti tipici, la vendita del tartufo direttamente dai trifolau, un banco di assaggio di vini locali e un “fast-food” alla piemontese. A fianco in una sala, lo spazio degli Show Cooking con i grandi chef, dove vengono organizzate lezioni di analisi sensoriale del tartufo e degustazioni guidate di vini. L’ingresso al Mercato costa 4,00€, 13.50€ con una degustazione vini inclusa. Il biglietto del Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba è incluso acquistando una Wine Tasting Experience (26€), Analisi Sensoriale del Tartufo (22€), Foodies Moments (36€), appuntamenti dedicati ai gourmet in cui scoprire le migliori combinazioni degli chef stellati con il Tartufo Bianco d’Alba..

Solo nei week-end

Il Mercato è aperto solo il sabato, la domenica e i festivi (ponti dei Morti e dell’Annunciazione inclusi). Il sabato fra le vie della città si aggiunge il caos del mercato settimanale (quello classico, con pigiami e pentole), quindi in settimana la città è molto più vivibile ma ha poco senso per chi vuole assaporare il fascino dell’iniziativa.

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Dove comprare

Al Mercato i trifulau che hanno trovato i tartufi nei boschi con il proprio cane, arrivano la mattina prima dell’apertura e i loro ritrovamenti vengono valutati da una commissione di giudici severissima, che scarta i tartufi non idonei ed “etichetta” quelli in vendita, mettendo al riparo da fregature. Oltre al pregiatissimo tartufo bianco, si trova anche tartufo nero e il cosiddetto tartufo nero estivo o scorzone: ce n’è per tutte le tasche. Durante la settimana, quando il Mercato è chiuso, ci si può rivolgere a seri negozi locali, come Tartuflanghe. Da evitare i banchetti sparsi per le vie, senza garanzie e con prezzi non molto diversi.

Mangiare e bere dentro il Mercato

All’interno del Mercato c’è uno spazio dedicato alla cucina e alla degustazione dei grandi vini di Langhe, Roero e Monferrato, dove si possono assaggiare piatti tipici e “grattare” ad un prezzo concorrenziale il Tartufo Bianco d’Alba. Qualche tavolo è allestito all’esterno, all’interno solo tavoli alti di appoggio. I prezzi sono davvero POP: salame cotto e crudo a 8,00 Euro, salame e Tuma e carne cruda a 9,00 Euro, tajarin al ragù o fonduta di formaggio a 9,50€, ravioli del plin a 10€. La grattata di vero Tartufo Bianco d’Alba da 10g costa 28€, da aggiungere ai piatti. Ottima combo, l’aperitivo al tartufo che include a persona : uovo, grattata di tartufo, vino e pane.

Quanto costa il tartufo bianco

Quest’anno i prezzi sono molto popolari, visto che di tartufo ce n’è in abbondanza, ma si paga comunque a peso, sia in fiera che al ristorante. Comprando un tartufo bianco da circa 40€ si può preparare un piatto di tajarin o un uovo al tegamino per 4 persone. Al ristorante, si paga circa 250€ all’etto, 28€ circa per una abbondante grattata di tartufo bianco da 10g, da sommare al prezzo del piatto scelto. In molti ristoranti indicano a fianco dei piatti classici, un sovrapprezzo “all inclusive” per il tartufo bianco o nero, in modo che nessuno si sorprenda al momento del conto. Dentro la fiera del Tartufo, la grattata da 10g costa 27€.

Diffidate dalle imitazioni

Il tartufo bianco viene grattato al tavolo con l’apposito tagliatartufi e solo a crudo. Se lo si paga a peso, viene pesato al tavolo con un bilancino e la quantità grattata viene mostrata al cliente, se invece lo si paga a piatto, si saprà già in partenza il prezzo finale.  Il tartufo nero o lo scorzone nero estivo arrivano tendenzialmente già nel piatto, a meno che non li si paghi al peso. Hanno prezzi decisamente inferiori di quello bianco d’Alba e un aroma e un sapore meno intenso, decisamente diverso.
Seppur sia un ottimo anno per il tartufo, è un prodotto di lusso e quindi se lo si trova a prezzi bassi (come 14€ per un piatto di tagliolini con bicchiere di vino incluso), sicuramente non è bianco ed è lecito dubitare della provenienza e della qualità. Se andate ad Alba, fate il viaggio, investite tempo e denaro, non privatevi dell’esperienza di mangiare del vero Tartufo Bianco d’Alba: è un piccolo lusso da 28€ che ci si può concedere.

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Come fare la cottura al cartoccio: cinque consigli

Come fare la cottura al cartoccio: cinque consigli

La cottura al cartoccio è una tecnica facile, veloce e sana. Ecco i consigli degli chef de La Scuola de La Cucina Italiana per realizzarla al meglio

La cottura al cartoccio è, fra le tecniche di cottura, quella più interessante: unisce in sé i vantaggi della cottura al vapore e quelli della cottura al forno vera e propria. Con il metodo del cartoccio, oltre a ridurre i tempi di cottura, è possibile preservare al massimo le sostanze nutritive contenute negli alimenti ed esaltare i sapori e i profumi delle pietanze da cuocere. Ecco i consigli tecnici degli chef de La Scuola de La Cucina Italiana, per preparare praticamente qualsiasi alimento in modo facile e veloce!

Uno

Prima di iniziare la cottura, bagna la carta da forno con un po’ d’acqua e poi strizzala bene, in modo da renderla più morbida e lavorabile.

Due

Alla tua ricetta puoi aggiungere condimenti a piacere, quali erbe aromatiche, aglio, cipolla e spezie. In alternativa puoi anche utilizzare una componente liquida, variabile a seconda della preparazione, come ad esempio un brodo, succo di limone o arancia. Addirittura puoi aggiungere alla tua preparazione una base alcolica, come il vino o un superalcolico.

Tre

Fai molta attenzione a chiudere perfettamente il cartoccio, per evitare sia la perdita del vapore che dei liquidi.

Quattro

È vero che al cartoccio si può cuocere qualsiasi ingrediente, come carne, pesce, verdure e persino i cereali. È però preferibile scegliere prodotti di dimensioni ridotte, affinché la cottura sia più rapida e risulti sopratutto omogenea.

Cinque

Per ottenere un cartoccio più resistente, che consenta di preservare al meglio tutte le proprietà nutritive degli ingredienti utilizzati, crea esternamente uno strato di stagnola oppure utilizza due fogli di carta da forno sovrapposti.

Involtino di pesce spada con battuto di olive nere e patata dolce americana

Ingredienti per 4 persone

500 g Pesce spada
200 g Pane grattuggiato
30 g Erbette aromatiche
30 g Pecorino romano
15 g Capperi
Olio d’oliva extravergine
Sale e pepe
400 g Patata americana lessate
80 g Olive taggiasche

Procedimento

Pulire il trancio di spada ed eliminare la pelle. Ricavare almeno 8 fette ampie e sottili: batterle leggermente. Tritare la polpa di spada rimasta. Tritare le erbe aromatiche e mescolarle con il pane, il pecorino, i capperi e la polpa di pesce. Salare e pepare. Farcire le fette di pesce, arrotolarle e fissare con uno stecchino. Pelare le patate, schiacciarle e condirle con olio, sale e pepe. Su un foglio di carta da forno, precedentemente ammollato e strizzato, formare uno sformatino, posizionare sopra il pesce. Terminare con un filo d’olio e le olive. Chiudere il cartoccio ed infornare a 180° per circa 10 minuti. Aprire il cartoccio e servire.

Vuoi scoprire altre preziose tecniche in cucina? Consulta qui il calendario di La Scuola de La Cucina Italiana: gli chef ti aspettano!

Testi di Giulia Ubaldi

Ricetta Spaghettino sciué sciué – La Cucina Italiana

  • 700 g pomodori datterini
  • 350 g spaghettini
  • 100 g pangrattato
  • 25 g finocchietto
  • 2 pz spicchi di aglio
  • olio extravergine di oliva
  • limone
  • sale
  • pepe

Per la ricetta dello spaghettino sciué sciué, portate a bollore una pentola di acqua e, intanto, tagliate i pomodorini a metà e rosolateli con 5-6 cucchiai di olio, 1 spicchio di aglio schiacciato, pepe e una presa di sale in una padella larga quanto la lunghezza degli spaghetti. Cuoceteli a fuoco vivo per 3-4 minuti, aggiungendo un mestolo di acqua calda e schiacciando qualche pomodorino. Tostate il pangrattato in un’altra padella con olio, sale e 1 spicchio di aglio schiacciato. Mescolatelo poi con il finocchietto tritato. Aggiungete gli spaghetti crudi nella padella dei pomodorini, unendo acqua calda, quanta ne basta per coprirli. Cuoceteli in 2-3 minuti, aggiungendo acqua, se serve, finché non saranno asciutti. Terminate con il pangrattato e scorza di limone grattugiata.

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