Tag: luca montersino ricette

Tortellino bolognese prende il riconoscimento De.Co

Tortellino bolognese prende il riconoscimento De.Co

Grande cena di gala il 27 ottobre per la IX edizione del Festival del Tortellino a Bologna: qui tutte le informazioni per partecipare alla consacrazione dell’amata pasta ripiena

Nuova formula per la IX edizione del Festival del Tortellino a Bologna: dopo aver saltato il 2020 a causa della pandemia, si torna con le forchette in mano in una nuova edizione. Quest’anno si tratta di una cena di gala che vede il tortellino come protagonista assoluto. In collaborazione con il Comune di Bologna, l’Associazione tOur-tlen desidera rimettere il Tortellino al centro dell’attenzione della città rendendogli omaggio con un adeguato servizio al tavolo nella serata in cui gli verrà conferito il riconoscimento De.Co. (Denominazione Comunale). Il riconoscimento sottolinea il lavoro svolto, insieme alla precedente amministrazione, sulle linee guida per la produzione di un tortellino “di filiera” bolognese che mantiene gli ingredienti della ricetta depositata in Camera di Commercio e si adatta alle moderne esigenze di tracciabilità, sostenibilità ed etica. L’intento è pertanto quello di garantire il consumatore promuovendo una ricetta tipica negli ingredienti e nei procedimenti di confezionamento. Il riconoscimento De.Co. viene inoltre attribuito all’associazione Tour-tlen e al Festival del Tortellino per l’impegno preposto nella promozione di un piatto centrale nella tradizione bolognese: congratulazioni!

Cena di gala 27 ottobre

Per la grande serata del 27 ottobre, i partecipanti appassionati di tortellini potranno gustare un menù speciale:

Mignon di mortadella Felsineo Selezione Tourtlen / Pasquale Troiano – Cantina Bentivoglio

Tortellini tradizionali in brodo di manzo e gallina / Lucia Antonelli – Taverna del Cacciatore

Tortellino con ripieno di razza e acciughe mantecato con salsa di burro e tartufo e gel di cime di rapa / Francesco Carboni – Ristorante Acqua Pazza

Tortellino tradizionale, burro artigianale e tartufo nero, Parmigiano Reggiano, brodo di faraona e fieno e sfere di lambrusco / Vincenzo Vottero – VIVO Ristoarte

“Ricchi e poveri” Tortellino tradizionale in crema di fagioli, con pepe Timut e olio EVO / Carlo Alberto Borsarini – Ristorante La Lumira

La Bomba alla CremaDemis Aleotti – Bottega Aleotti

I posti saranno prenotabili al 392 3633049 e via mail all’indirizzo info.tourtlen@gmail.com a cui dovrà seguire il pagamento di euro 60,00 per persona effettuato sull’IBAN IT25F0707202405000000196843 intestato all’associazione Tourtlen, fino all’esaurimento dei 250 posti disponibili. Il Green Pass sarà obbligatorio e dovrà essere esibito all’ingresso, nel contempo saranno garantiti distanziamenti e sanificazioni come da norme igieniche per il contrasto del Covid-19.

Una cultura (italiana), tante culture!

Una cultura (italiana), tante culture!

Identità in movimento: la capacità di accogliere il diverso e di assimilare il nuovo è una condizione necessaria. La cultura gastronomica italiana verso il riconoscimento UNESCO

Le identità collettiveanche quelle legate al cibo – non sono inscritte nei geni di un popolo o nella storia arcaica delle sue origini, ma si costruiscono storicamente, nella dinamica quotidiana del colloquio fra uomini, esperienze, culture diverse. È in que- sto modo che le culture evolvono e si arricchiscono.

La cucina italiana, in tutte le sue varianti locali, deve molto alla cultura dei popoli che in età antica abitarono il paese (dai Fenici ai Greci, dai Celti allemolteplici genti italiche poi sottomesse alla potenza romana). Deve molto alle popolazioni germaniche che vi si insediarono nel Medioevo – una curiosità: è gotica la parola zuppa, che tuttora indica una modalità essenziale della cucina  contadina.  Deve molto agli Arabi, che nel giro di alcuni secoli diffusero spinaci e melanzane, nuove varietà di agrumi, la canna da zucchero con le tecniche per estrarlo, e il riso sconosciuto agli antichi, e la nuova abitudine di fabbricare pasta secca di formato lungo. Attestata la prima volta in Sicilia nel XII secolo, l’industria degli spaghetti trova qui la sua matrice storica, che andrà a definire un modello gastronomico tipicamente italiano. Più tardi sarà il continente americano a regalarci il mais, il pomodoro, la patata, il peperone e il peperoncino, la zucca di pasta arancione, gli zucchini (diventati italiani al punto che la nostra parola per indicarli, zucchini, appartiene oggi al lessico culinario del mondo intero).

La disponibilità ad accogliere il nuovo e il diverso appartiene a tutte le culture, ma quella italiana è stata accogliente quanto altre mai. E attenzione: ciò non significa snaturarsi. Al contrario, è la premessa di un continuo potenziale arricchimento. La polenta di mais è solo l’ultima versione, più gustosa e saporita, di una tradizione della polenta che risale al Medioevo (quando i contadini la facevano col miglio e altri grani minuti) e prima ancora all’antichità romana (quando la puls si preparava col farro).
E se i nostri gnocchi oggi sanno di patate, è per conferire maggiore dolcezza a una preparazione millenaria fatta impastando pane e farina. La storia procede per aggiustamenti progressivi, che includono le novità nella tradizione – come accadde alla polenta o agli gnocchi – e rielaborano i nuovi apporti facendone scaturire straordinarie novità. Pensiamo a un piatto icona della nostra cucina: gli spaghetti al pomodoro. L’italianità della pasta, o del pomodoro, o del peperoncino (o della pasta al sugo di pomodoro arricchito di peperoncino) è fuori discussione. Ma è anche fuori discussione che la pasta, il pomodoro, il peperoncino appartengano in origine a culture diverse. E che sia necessario scavare nel tempo e nello spazio per recuperare i frammenti di storie diverse che alla fine si incrociano per dare origine a storie e identità nuove. Sicché la ricerca delle proprie radici finisce spesso per scoprire l’altro che è in noi. Un altro che, attraverso complicati processi di osmosi e adattamento, in vari modi ha contribuito a farci diventare quello che siamo. In attesa di nuovi incontri, di altre trasformazioni.

Milano Wine Week 2021: guida agli eventi

Milano Wine Week 2021: guida agli eventi

Torna l’evento a Milano dedicato al mondo del vino dal 2 al 10 ottobre 2021: degustazioni, masterclass, conferenze e ovviamente tanti brindisi!

La Milano Wine Week inizierà la sera del 2 ottobre con il tradizionale brindisi con il Trentodoc, le bollicine di montagna trentine. Alle ore 19 si brinderà, oltre che nella storica sede di Palazzo Bovara, anche in tre tra i più suggestivi rooftop di Milano: VIU Rooftop di Hotel VIU Milan, da A’ Riccione Terrazza 12 del Brian & Berry e presso Terrazza Duomo 21.
L’inaugurazione sarà a ingresso libero con offerta in favore di Fondazione Humanitas per la Ricerca, previa registrazione.

Per accedere a quasi tutti gli appuntamenti è necessario registrarsi sul sito della Milano Wine Week.
L’accesso agli eventi sarà consentito esclusivamente con l’esibizione del Green Pass.

Per essere sempre aggiornati sul programma e prenotare le experience è consigliato anche scaricare l’app W.

Ecco tutti gli eventi aperti al pubblico:

I Wine talks con professionisti del settore, coordinati dalla wine educator Cristina Mercuri che avverranno i giorni 5, 6 e 8 ottobre a Palazzo Castiglioni in Corso Venezia 47, mentre il Shaping Wine Forum si terrà il 7 ottobre presso l’Auditorium Ferrero in Bocconi SDA, in via Roberto Sarfatti 25.

Sarà possibile, sempre su prenotazione, partecipare a degli esclusivi Wine tour fuori Milano.

Si potrà andare nella zona del Lugana, partendo comodamente con il servizio navetta organizzato da Milano, arrivando alla cantina Cà Maiol di Desenzano sul Garda, di proprietà del Gruppo Vinicolo Santa Margherita.
Durante il tour si visiteranno i vigneti, la nuova cantina, una piccola food experience dedicata agli ospiti, per poi concludere con una degustazione. Partecipare al tour è possibile tramite prenotazione, con un costo di 60 euro, con partenze da Palazzo Bovara il 2,3 e 10 ottobre.

Altra destinazione per i wine tour saranno le affascinanti cantine sotterranee della Guido Berlucchi a Borgonato di Corte Franca (BS) in cui ha sede l’azienda, che proprio quest’anno festeggia i 60 anni di storia.

Un’altra esperienza originale da vivere a Milano è quella della Wine Boat, l’imbarcazione elettrica e sostenibile sul naviglio, sulla quale sarà possibile prenotare, con un costo di 35 euro, una degustazione di 4 vini del Chianti.

In tutti gli infopoint, ovvero le postazioni gazebo all’esterno dei locali che aderiscono alla Milano Wine Week, tutti i pomeriggi dalle 14.30 alle 18.30, saranno possibili per il pubblico dei percorsi di avvicinamento al vino gratuiti.
Cosa significa? Che si potrà degustare un vino, con una breve degustazione guidata da un enologo.
Il vino previsto per la degustazione sarà sempre relativo al territorio che rappresenta il district.

Ecco i 10 wine district di Milano per la Wine Week:

Franciacorta in zona Brera/Garibaldi/Solferino
Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti DOCG in Sempione/Arco della Pace
Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG a Porta Nuova/Gae Aulenti
Consorzio Tutela Lugana DOC a Porta Romana
Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese in zona Eustachi/Plinio
Brunello in Galleria – Brunello di Montalcino in Galleria Vittorio Emanuele
Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella a Marghera/Sanzio
Consorzio Vino Chianti ai Navigli
Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo a Porta Venezia
In Liguria in zona Isola

Nei vari distretti sono state previste cene con i produttori nei ristoranti aderenti all’iniziativa. Per conoscere tutte le serate a tema visitate la pagina dedicata sul sito della Milano Wine Week.

Tra i vari eventi aperti al pubblico senza prenotazione segnaliamo:

Pasqua Vigneti e Cantine aprirà la settimana del vino milanese con una gigantesca opera immersiva che celebra la creatività, il talento e il vino italiano. Con la direzione creativa del collettivo artistico NONE e realizzata in collaborazione con BASE Milano, l’opera dal titolo “Falling Dreams” offrirà un’esperienza sospesa tra sogno e realtà. La mostra sarà aperta gratuitamente al pubblico dal 6 al 9 ottobre, dalle ore 18.00 alle ore 22.00.

Berlucchi, invece, tra le cantine simbolo dell’eccellenza della Franciacorta nel mondo celebrerà il suo 60esimo anniversario ripercorrendo la storia dell’azienda attraverso una mostra che animerà il centralissimo Corso Vittorio Emanuele.

Un’altra esperienza unica è la degustazione al buio all’Istituto dei ciechi di Milano, organizzata dalle donne del vino della Lombardia e il cui ricavato andrà all’Istituto. Una degustazione “speciale e diversa”, ad occhi chiusi, eccezionalmente guidata da Luca Boccoli, Maestro Sommelier Professionista.

E ora…non resta che brindare!

Proudly powered by WordPress