Cosa si mangia per il Primo Maggio, ovvero la Festa del Lavoro? Se si è fortunati con il clima, può essere un’ottima occasione per un picnic all’aria aperta o una grigliata in giardino. Altrimenti, focacce, torte salate e piatti sfiziosi potranno essere consumati in compagnia dei cari anche sul balcone o in salotto, l’importante è stare insieme!
Ricordiamo che la Festa dei Lavoratori è piuttosto recente, arriva in Italia nel 1891 e viene onorata ancora oggi con grande fervore e trasporto. La principale manifestazione dedicata al Primo Maggio si svolge a Roma in piazza San Giovanni con il Concertone, un grande concerto di diversi artisti italiani che suonano per tutti dal pomeriggio fino a notte inoltrata. Dal lato religioso, invece, si lega alla figura di San Giuseppe Lavoratore e ci sono regioni che custodiscono ancora oggi tradizioni antiche legate alla vita di campagna e all’arrivo della primavera.
Abbiamo pensato di darvi un piccolo assaggio regionale e poi di mettere insieme una selezione di ricette ispirate agli ingredienti di stagione e alle tradizioni regionali, per un saporito mix di passato, presente e futuro – perché la cucina italiana è vita, tutti i giorni.
Piatti tipici del Primo Maggio
Virtù Teramane / Abruzzo
Un piatto tradizionale dalla ricetta veramente complessa per via della lunga lista di ingredienti – dai legumi secchi alle verdure fresche, dalle spezie agli odori, dalla pasta all’uovo alla pasta secca fino alla cotenna di maiale. In pratica, una ricetta antispreco, in cui tutto quello che è in dispensa può andare bene – un grande classico della nostra cultura gastronomica, da sempre attenta agli sprechi. Come per ogni piatto della tradizione, ogni famiglia ha la sua ricetta. Noi vi proponiamo di leggere quella della nostra Giorgia Di Sabatino, tratta dal suo libro Semplicemente buono, che ce l’ha regalata per festeggiare insieme: Virtù teramane.
Su filindeu / Sardegna
Secondo la tradizione religiosa, i pellegrini raggiungono a piedi il Santuario di San Francesco di Lula in provincia di Nuoro nella notte del primo maggio. A rifocillare i fedeli si usava servire una minestra calda fatta di brodo di pecora e un un tipo di pasta molto speciale. Si chiama su filindeu, letteralmente i fili di Dio dal dialetto, e si tratta di una pasta di semola di grano duro e acqua tirata in fili sottilissimi e fatti essicare al sole.