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I nuovi gelati Loacker #DaAssaggiare

La Cucina Italiana

Due storiche aziende si uniscono per realizzare il sogno dei più golosi. Sammontata e Loacker lanciano tre nuovi gelati che mettono insieme la qualità del gelato Sammontana e i classici wafer nati a Bolzano.     

Gelati Loacker: i nuovi gusti #DaAssaggiare

Iniziamo col Gelato Biscotto Napolitaner, farcito con cremoso gelato alla nocciola e al cacao. Le nocciole 100% italiane tostate in casa Loacker sono proprio le stesse della celebre crema Napolitaner.

Poi c’è il Gelato Biscotto Latte Alpino: questa volta i due biscotti custodiscono un delicato gelato alla panna fresca e al latte delle Alpi, per raccontare ancora meglio la purezza degli ingredienti utilizzati e delle montagne, da sempre simbolo degli iconici wafer.

Infine, la Tortina Loacker si trasforma in Tortina Gelato, due biscotti alla nocciola e al cioccolato ripieni di gelato con latte alpino, polvere di biscotti e variegatura alla nocciola e al cacao

I gelati Loacker saranno disponibili nei principali supermercati in un pratico multi-pack da 8 biscotti gelato in 4 pratiche confezioni. Il gelato biscotto Napolitaner è disponibile anche nei migliori bar Sammontana nell’astuccio da due biscotti.

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Tutto quello che c’è in un Loacker

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Cortina: al Ristorante Tivoli, il caffè si gusta nel piatto

La Cucina Italiana

Ho incontrato chef Graziano Prest in occasione della sua nomina a chef brand ambassador per Lavazza, un connubio di qualità e professionalità più che mai azzeccato. Sulla sua candida giacca da cuoco doppio petto c’è il suo nome ricamato in blu, il volto colorito dal sole montano, le mani di chi lavora con il cuore. Da qui, scopriamo insieme il sentimento per questa nuova avventura.

Chef Prest, come si è sentito ad essere stato scelto da Lavazza come brand ambassador?

«Una sensazione di grande orgoglio, ma sono anche consapevole di saper onorare questo incarico. Questa meravigliosa e impegnativa professione mi ha portato a partecipare a Casa Italia alle Olimpiadi nel 2018 a Pyeongchang, poi a Tokyo e infine a Pechino quest’anno. Da qui, sento forte questo orgoglio di voler “fare” il gusto italiano, l’eccellenza italiana, e anche sul caffè mi sento di poter portare avanti questo messaggio»

Com’è arrivata questa collaborazione di gusto e qualità?

«Quando ho iniziato il progetto Chalet Tofane insieme al mio socio, che è stato maître 12 anni al Tivoli, abbiamo pensato ad un taglio preciso basato su scelte di qualità. Abbiamo girato molto in zona Dolomiti, da Madonna di Campiglio alla Val Gardena e Val Badia, assaggiando e provando, constatando le varie collaborazioni delle realtà vicine. Abbiamo avuto diverse proposte, ma ci è piaciuto subito il ragionamento Lavazza nel progetto bio con Tierra. Abbiamo provato di persona,  perché ci teniamo a scegliere bene, ci mettiamo la faccia e vogliamo comunicare qualità e coerenza. Sono felice che, dopo tanti anni, abbiamo riportato a Cortina il marchio Lavazza con risultati eccellenti – un consumo più alto dello stimato con grande gradimento della clientela. 
Così poi ho cercato una miscela di grande qualità per il Tivoli, ed ecco la miscela Kafa Forest Coffee, un prodotto di altissima qualità. Ho avuto la fortuna di vistare Lavazza a Torino e ricevere una panoramica completa dei prodotti con tanto di formazione più specifica e completa. Ammiro molto quest’azienda che, pur essendo molto grande e con numeri importanti, è seriamente impegnata nel ricavare il massimo della qualità con rispetto per l’ambiente e le persone. Kafa Forest Coffee, destinato ad un selezionato numero di locali e chef, ha un risultato di completezza, di piacevolezza, di acidità finale, che lo porta a sposarsi bene in cucina».

Anna in Casa: ricette e non solo: Strudel

Anna in Casa: ricette e non solo: Strudel

Per qualche tempo ho vissuto con i miei nonni a Pontebba, in provincia di Udine. Di quei tempi ho dei ricordi bellissimi: le passeggiate con il nonno, le partite a carte con loro che “litigavano” per chi imbrogliava”, con nonna in cucina a preparare i miei piatti preferiti (le sue patate arrosto in padella erano le mie preferite). Proprio mentre sto scrivendo mi sono venute in mente le coccole di nonno quando, proprio da loro, mi sono ammalata di varicella; ho proprio una fotografia da qualche parte con me malata seduta sul divano con la coperta per tenermi calda.

Come ho scritto tante volte nonna era incredibile in cucina ed era brava a preparare tutto, senza eccezioni, qualsiasi cosa tu chiedessi da mangiare, lei la preparava, magari anche inventandosi la ricetta. Mi sembra di ricordare che anche nonna preparasse lo strudel ma non so che ricetta seguisse.

Io ho sempre utilizzato quella di mamma ma qualche tempo fa proprio lei mi ha dato un ritaglio di giornale di una sfoglia per strudel che lei aveva provato e di cui era rimasta soddisfatta. 

Ecco qui, la passo a voi, in ricordo di nonna e di mamma.

Ingredienti

per l’impasto

300 g di farina 00

120 ml circa di acqua a t.a.

3 cucchiai di olio d’oliva

30 g di torlo (1 tuorlo e mezzo)

per il ripieno

per il ripieno:

700 g circa di mele renetta

3 cucchiai di pangrattato

60 g di burro

40 g di uvetta 

40 g di pinoli

qualche cucchiaio di marmellata di albicocche 

scorza grattugiata di limone

80 g di zucchero 

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60 gr di burro per spennellare

Procedimento

Per preparare l’impasto, lavorare la farina con l’olio, il tuorlo e l’acqua un po’ alla volta, regolandosi su quanta aggiungerne in base a come si presenta l’impasto, che deve risultare uniforme e non molle, mia nonna lo sbatteva energicamente sul tavolo e così faceva anche mamma. Formare una palla e coprirla con una ciotola grande, in modo che non tocchi l’impasto. Lasciare riposare per circa 20 minuti. 

Nel frattempo ammollare l’uvetta, scolarle e asciugarle. Sbucciare le mele e tagliarle a fettine molto sottili. Abbrustolire leggermente il pangrattato in padella. 

Riprendere la pasta e stenderla delicatamente su un canovaccio infarinato, prima con il matterello e poi piano piano, con il dorso delle mani, tirandola senza romperla fino a renderla sottile.

Io faccio il test di quanto deve essere sottile, mettendo l’impasto su un canovaccio

fantasia per avere la prova trasparenza.

Farcire, lasciando libero un bordo di pasta tutto intorno, dapprima spennellandola con il burro fuso e cospargendola con il pangrattato. Fare qua e la con il cucchiaio dei mucchietti di marmellata . Aggiungere i pinoli, l’uvetta e cospargere con lo zucchero.

Scaldare il forno a 180°C.

Aiutandosi con il canovaccio, arrotolare lo strudel, chiuderlo ai lati cercando di non toccare mai la pasta ma utilizzare sempre il telo per lavorare e adagiarlo sulla teglia precedentemente foderata di carta forno.

Con la punta di un coltello praticare dei tagli lungo il dolce, in modo da consentire al vapore che si forma all’interno di fuoriuscire e non far rompere la sottile crosta che avvolge il ripieno.

Spennellare con un po’ di burro sciolto.

Cuocerlo per 50-60 minuti, deve risultare dorato in superficie.

Sfornarlo spennellarlo ancora caldo con il burro sciolto e adagiarlo su un piatto da portata, spolverizzarlo con zucchero a velo. 

Servirlo sia tiepido che freddo a seconda del vostro gusto magari accompagnato con un ciuffo di panna montata.

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