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Inclusività: il maestro Tafuri e l’arte della pizza per tutti

La Cucina Italiana

Alcuni ragazzi, secondo lei, sono molto dotati.
«La precisione è una delle doti che noto di più in loro. È un aspetto che mi colpisce sempre, anche perché riescono a trasformare un deficit in un pregio. In cucina, in una pizzeria, in una panetteria, in una pasticceria, riuscire a garantire uguale standard, nel prodotto finito, è un pregio».

Si sente arricchito da questa esperienza?
«L’arricchimento, per me, è sicuramente umano. Lavorare con loro fa comprendere tante cose della vita, a cominciare dalla semplice constatazione della nostra fortuna. E c’è un altro aspetto che voglio sottolineare: ciò che per noi a volte può essere semplice, per loro è il frutto di un impegno notevole e rappresenta il raggiungimento di un grande obiettivo: fare 100 taralli è un traguardo significativo. Per me partecipare a tutto questo non nego che è emozionante».

Ci racconta un episodio che, durante il corso dello scorso anno, vi ha divertito?
«Un giorno, sapendo che avremmo preparato la pizza, un ragazzo, che si chiama Marco, si è portato il gorgonzola da casa, sua grande passione. Ma, durante il tempo trascorso insieme, se l’è mangiato quasi tutto. Così gliel’ho preso e nascosto, anche per evitare che si sentisse male. Ma alla fine ha vinto lui: ha trovato il nascondiglio e ha finito di gustarselo».

E un episodio che per lei è stato particolarmente significativo?
 «Un giorno vedo questo bambino che si sforza, si impegna, ma non vuole sporcarsi le mani e fa fatica anche ad arrivare comodamente al banco. Allora prendo uno sgabello di legno e lo metto sopra, in modo da farlo lavorare con tutti. Fatto questo, comincio ad osservare e vedo che tutti lo aiutano. Ecco, questa si chiama inclusione. Sono ragazzi straordinari, di grande sensibilità e capaci di mostrare e dare un affetto unico».

Pizza di pane raffermo: la ricetta veloce antispreco

Pizza di pane raffermo: la ricetta veloce antispreco

Il pane sulle tavole italiane non può mancare, e di solito abbonda. Ma è un peccato gettarlo, se avanza. E allora che farci con il pane raffermo? Una pizza. Sì, avete letto bene: il piatto più amato di sempre della cucina italiana, ma in questo caso a base di pane.

Ecco qui sotto la ricetta passo dopo passo, mentre scorrendo l’articolo, troverete altri suggerimenti per cucinare la vostra pizza di pane in modo ancora più gustoso.

Come fare la pizza di pane raffermo: la ricetta

Ingredienti

400 g di pane raffermo
250 ml di passata di pomodoro
200 g di mozzarella
100 ml d’acqua
origano secco qb 
qualche foglia di basilico
olio extravergine d’oliva qb
sale qb  

Procedimento

Tagliate a fettine il pane raffermo, mettetelo in una ciotola e aggiungeteci un po’ di acqua tiepida per farlo ammollare. Lasciatelo a riposo per circa dieci minuti e poi sminuzzatelo con le mani. Aggiungete due cucchiai d’olio extravergine d’oliva, aggiustate di sale e poi impastate il tutto con le mani. 

Ora prendete una teglia e rivestitela di carta forno, distribuendo poi il composto ottenuto sulla superficie, allargandolo bene con le mani. Ora infornate la base di pane in forno preriscaldato ventilato a 200°C per circa 10 minuti. 

Poi sfornatela e farcitela: per fare la classica margherita, cospargetela di passata di pomodoro, distribuite la mozzarella tagliata a fettine precedentemente sgocciolata e salate. Poi infornate nuovamente alla stessa temperatura per altri 5 minuti, facendo sciogliere la mozzarella. Sfornate e servite calda, cospargendola di origano o con qualche foglia di basilico fresco. 

Scorrete le immagini per scoprire altri consigli

TuttoPizza 2022: il trofeo, l’omaggio a Procida e i nuovi trend

TuttoPizza 2022: il trofeo, l'omaggio a Procida e i nuovi trend

La prima classificata al Trofeo TuttoPizza giunto alla quinta edizione è La Vita è Bella di Casal di Principe e Trentola Ducenta (nel casertano). All’annuncio la squadra, capitanata Antonio Della Volpe, non ha nascosto l’entusiasmo, tutto meritato. A TuttoPizza 2022 il secondo classificato è stato Ciro Magnetti, campione mondiale 2019 con la sua pizzeria a Melito, nel napoletano. Terzo Posto alla squadra New Pizza Tony di Campobasso, di cui ha fatto parte un oriundo molisano attualmente pizzaiolo in Svizzera: Claudio Vicanò.  La gara a squadre ha visto la partecipazione di pizzerie, associazioni e catene in franchising. Ogni squadra conta 5 partecipanti, cioè 4 pizzaioli ed 1 caposquadra presentatore, ha dovuto realizzare 2 pizze in 20-30 minuti al massimo. Tema? totale libertà. 

La pizza dedicata a Procida, Capitale della Cultura 2022

Altro momento clou della fiera appena conclusa alla Mostra d’Oltremare di Napoli, anche il ponte con Procida Capitale della Cultura 2022, un’iniziativa inserita nel contest creato dall’Associazione pizzaiuoli napoletani, “Un Pizzaiuolo per Procida”: nel corso della tre giorni è stata quindi presentata la pizza dedicata all’isola, naturalmente a base di limone, o meglio di succo emulsionato, polpa e zeste (la parte più esterna della scorza). L’evento, promosso dall’Apn (Associazione pizzaiuoli napoletani), non casuale visto che la località campana è conosciuta anche per i suoi numerosi alberi di limoni. Un vero e proprio tesoro che fa parte della tradizione isolana. L’agrume, la cui coltivazione a livello familiare è secolare, è utilizzato per la realizzazione di bevande e per aromatizzare ricette locali anche per la sua particolarità. La Pizza Procida è stato un evento “fuori concorso”, ma la ricetta sarà condivisa con i pizzaioli di tutto il mondo aderenti all’Apn. «Grazie al contest il pizzaiuolo napoletano, attraverso la sua arte già patrimonio Unesco, diventa anche portatore di cultura gastronomica procidana, e di quella flegrea, nel mondo», ha affermato Sergio Miccù, presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani. La missione vale ancora di più «se vista nell’ambito dei nuovi assetti geopolitici e nell’ottica dell’antiglobalizzazione e dell’autoproduzione che rappresentano non solo una forza identitaria ma anche economica».

I nuovi trend della pizza

Due sono le direzioni strategiche verso cui si sta orientando il mondo pizza. Secondo Raffaele Biglietto direttore della fiera TuttoPizza «le pizzerie piccole, a conduzione familiare, puntano sulla competitività del prezzo e sulla consegna a domicilio». Per loro il futuro è garantito dal delivery divenendo l’evoluzione del vecchio asporto. «Poi ci sono quelle che, grazie alla fama del loro marchio e con maggiori risorse finanziare, puntano a elevare il sistema di offerta e creano catene di pizzerie grazie all’organizzazione e all’utilizzo di metodi manageriali (attenzione al food cost, conservazione delle materie prime, formazione continua del personale)», ha aggiunto.

Il simposio PizzaUp

Tra i protagonisti in fiera anche il marchio Petra Molino Quaglia, che con la terza Anteprima napoletana di PizzaUp, il simposio tecnico sulla pizza italiana contemporanea, da oltre quindici anni analizza le tendenze del settore della ristorazione. Tra le novità individuate una maggiore varietà negli impasti, la scelta di farine diverse, la cura nella selezione degli ingredienti, la creatività nelle ricette e aumento dei prezzi al pubblico per pagare una qualità prima per lo più assente. Oggi anche nel mondo della pizza napoletana si fa strada la sua versione contemporanea, e si sono avverati i messaggi lanciati nelle due Anteprime napoletane di PizzaUp, organizzate dall’azienda di Vighizzolo d’Este (PD)  nel 2011 presso la Città del Gusto del Gambero Rosso a  Bagnoli e nel 2012 presso la Città della Scienza sempre a Bagnoli. Oggi l’obiettivo è quello di fare un ulteriore salto, facendo un passo indietro nel tempo per correggere gli errori che, prima della generazione di pizzaioli nata da PizzaUp, avevano decretato il declino di una parte importante della cucina italiana popolare.

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