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La tumma di Pantelleria, prelibatezza isolana

La tumma di Pantelleria, prelibatezza isolana

La tumma di Pantelleria non è un formaggio tra i più conosciuti della Sicilia, come può esserlo il Ragusano Dop o il caciocavallo (Cosacavaddu) Ibleo. La túmma di Pantelleria (più corretto con l’accento acuto sulla “u”) è un formaggio a pasta molle senza sale con basso contenuto di grassi, confezionato a partire da latte vaccino, delicatamente profumato, ha sapore fresco, dolce e leggero. Per questo si presta a essere utilizzato in cucina abbinato a ingredienti più sapidi e ricchi. Come i capperi panteschi o un filo di olio extravergine d’oliva. Salato e stagionato, diventa il cosiddetto “formaggio di vacca”, il quale si può grattugiare dando vita anche a una gustosissima crema e ad altre prelibatezze.

Tradizione di lunga data

Ma partiamo dal principio. L’arte casearia è una delle virtù dell’Italia, non c’è dubbio alcuno. Provate a pensare una sola regione che non produca almeno un formaggio Dop, Igp, PAT, STG. Sono tutti semplicemente (e straordinariamente) “locali”, veri portavoce del territorio. Non da meno succede a Pantelleria che, nonostante sia un’isola, con il pesce ha poco a che spartire. Qui per tradizione non si pesca ma, nel corso di secoli e millenni, si alleva bestiame e si pratica l’agricoltura. Soprattutto della vite (vedi alla voce Zibibbo con cui si produce “il passito” del passiti). E seppure il terreno vulcanico, aspro e scosceso, occupato per lo più dalle viti di Zibibbo, dall’ulivo della locale cultivar Bincolilla e dalle piante di cappero Igp, non abbia consentito lo sviluppo di pascoli, la produzione di prodotti caseari è presente. Molto comune che le famiglie possiedano almeno un bovino o qualche capra, dal cui latte si ottengono i due prodotti tipici dell’isola: la Tumma pantesca e la ricotta. La produzione di tumma di Pantelleria è frutto di pratiche tradizionali, tramandate di padre in figlio, che sopravvivono integre tanto nelle case quanto nei pochissimi caseifici che riforniscono negozi e supermercati dell’isola. Trovarla qui è abbastanza facile, già sull’Isola con la “i” maiuscola, molto meno. Per cui il consiglio è di provarla in loco, anche perché non ha una lunga durata.

La tumma nel canestrello intrecciato a mano

Caratteristiche e produzione

Ottenuta da latte vaccino crudo appena munto, oppure lievemente riscaldato nel caso la mungitura sia stata fatta la sera precedente per la mattina seguente, la tumma è un formaggio fresco, appena incanestrato. Al latte crudo, con temperatura vicina a quella di mungitura, viene aggiunto il caglio liquido acquistato in farmacia e si attende l’affioramento della cagliata che avviene dopo una trentina di minuti. Dopo la coagulazione, si rompe la cagliata in pezzettini di dimensione medio-piccola per ottenere lo spurgo del siero. Raccolti con un mestolo, i pezzi della cagliata vengono versati in piccoli canestri di plastica bianca in cui prenderanno la classica “forma di ricotta”. Dopo un paio di rivoltamenti delle formaggelle all’interno dei canestri, la tumma è pronta per il consumo. Ma, attenzione, non dura tanto, perché è un prodotto fresco senza conservanti. Nel caso la si voglia conservare più a lungo, basta procedere con una prima salatura: in tal caso, non si parlerà più di tumma, ma di primo sale. Oppure con la successiva stagionatura del formaggio che dura 20 o 30 giorni e che potrà poi essere anche grattugiato.

Come mangiarla

La tumma si può mangiare così com’è oppure condita con sale, pepe e olio extravergine d’oliva; o aggiunta alla classica insalata pantesca con olive, capperi, pomodori e cipolle crude. Se vi procurate l’origano pantesco (a me che non piace l’origano, quello dell’isola ha davvero tutto un altro sapore) o i famigerati capperi (dimenticatevi i barattoli sotto aceto) è ancora più gustosa. Vista la poca sapidità si sposa brillantemente anche con acciughe e verdure sott’olio. Ma da provare assolutamente sono o i ravioli amari, con l’aggiunta di erbe aromatiche e menta o i ravioli dolci, con zucchero e cannella. Doverosamente fritti!.

Tutto sulle bacche di canemoro, prelibatezza dei paesi scandinavi

Tutto sulle bacche di canemoro, prelibatezza dei paesi scandinavi

Tutto sulle deliziose bacche arancioni di canemoro, tipiche dei paesi scandinavi e utilizzate per molte ricette tradizionali

Il frutto del canemoro è uno dei più popolari e più apprezzati nei paesi scandinavi, dove è protagonista di numerose ricette tradizionali. Queste tipiche bacche arancioni, soprannominate l’oro della montagna per i colori scintillanti e gioiosi, hanno in realtà un nome diverso a seconda dei paesi. Ad esempio in inglese sono conosciute come cloudberry.  Il frutto del canemoro può essere consumato fresco o, in forma di marmellata, può anche essere utilizzato per le preparazioni culinarie più disparate, dalle torte classiche, alle conserve, fino agli abbinamenti con cibi salati. Andiamo allora a scoprirne le caratteristiche e l’impiego nella cucina scandinava e finlandese.

Marmellata di canemoro.

Le bacche selvatiche del nord dal gusto unico

Seppur molto popolare nei paesi scandinavi, questo frutto è diffuso anche in altri paesi tra cui Russia, Polonia, Alaska e Canada. La pianta su cui cresce, il canemoro, è presente solo nella natura selvaggia e in quantità limitate, il che rende la raccolta impegnativa e, insieme al processo laborioso di pulitura, è il motivo per cui il prezzo è generalmente piuttosto elevato. Nonostante tutto, le caratteristiche di questo frutto selvatico lo rendono una vera specialità, che vale la pena di provare: non solo la consistenza è tenera e il suo sapore è delizioso, piacevolmente aspro e fruttato, ma possiede interessanti proprietà nutritive. Il frutto del canemoro, infatti, è ricco di antiossidanti e di vitamina C, addirittura quattro volte più delle arance. Nell’industria alimentare queste bacche vengono utilizzate per realizzare conserve, marmellate, gelatine, succhi, caramelle, yogurt, estratti aromatici da usare nei dolci o da aggiungere ai drink e perfino un liquore (il finlandese lakkalikööri).

Piatti scandinavi a base di bacche di canemoro

La dolcezza unita alla nota aspra rende questo frutto, in forma di marmellata, un perfetto ed elegante abbinamento a piatti salati, quali arrosti di anatra e di maiale o toast con i funghi. Un altro abbinamento salato, proprio dei periodi festivi, è quello con il formaggio leipäjuusto cotto, tipico della Finlandia settentrionale. Sempre in Finlandia i frutti di canemoro vengono utilizzati per diverse preparazioni di torte e dessert, tra cui la Cloudberry Cake (lakkakakku), ovvero un ciambellone ripieno di panna montata e marmellata di canemoro. Altro dolce classico in Finlandia, facile e davvero squisito, è fatto con pane al formaggio (juustoleipa) cotto al forno con una copertura di marmellata di bacche di canemoro e panna (opzionale); questo dessert può essere mangiato accompagnato da cracker o semplicemente con un cucchiaino. In Svezia la marmellata viene soprattutto utilizzata per guarnire gelati, di cui gli svedesi sono tra i più grandi consumatori, gli amatissimi soufflè, ma anche meringhe, waffle and pancake.

Waffle con marmellata di canemoro.

Foto: waffle con marmellata di canemoro_Mrs. Gemstone.jpg
Foto: canemoro svezia_Ristivain Pixabay.jpg
Foto: Marmellata di canemoro_Svezia_Ankara.jpg

Polpette di Baccalà

Le polpette di baccalà sono una vera e propria prelibatezza, vi consigliamo assolutamente di provare le nostre polpette di baccalà e vedrete che ne rimarrete estremamente soddisfatti!
La ricetta…

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