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Pomodori sott’olio – Ricetta di Misya

Pomodori sott’olio - Ricetta di Misya

Lavate i pomodori, asciugateli, mondateli dai piccioli e tagliateli a fette da circa 1 cm, quindi disponeteli in un colino (poggiato su un recipiente per accogliere l’acqua di vegetazione), salateli con una manciata di sale e aggiungete sopra un piatto o altro che faccia da peso: lasciateli riposare così per un’oretta
Nel frattempo, se non l’avete già fatto, sterilizzate i vasetti (qui la guida per farlo al meglio).

Prendete una pentola capiente, riempitela 2/3 di acqua, aggiungete l’aceto e portate a bollore, quindi aggiungete i pomodori, coprite con coperchio, spegnete e lasciate a fuoco spento per 1 ora.
Scolateli e tamponateli con un panno pulito o con carta da cucina per asciugarli (se usate la carta attenzione che non si strappi e ne rimangano pezzi attaccati ai pomodori).

Una volta completamente asciutti, iniziate a invasarli, mettendoli nei barattoli a strati con gli aromi (origano, peperoncino, basilico, aglio e acciughe, tutto a pezzetti).
Alla fine riempite i vasetti con olio (i pomodori dovranno risultare completamente coperti), cercando di muoverlo un po’ per far uscire eventuale aria, quindi chiudete bene con un coperchio e sbollentate il barattolo chiuso per 30 minuti.

Lasciate raffreddare e aspettate almeno 4-5 giorni prima di assaggiare i vostri pomodori sott’olio.

Ricerche frequenti:

Dieta mediterranea, perché è la migliore per i bambini

La Cucina Italiana

L’obesità è uno dei fattori di rischio più importanti per la salute fin dai primi anni di vita. I dati più recenti suggeriscono che ben un terzo dei bambini italiani ha problemi di peso e da adulti potrebbero sviluppare malattie e disturbi. Seguire la dieta mediterranea a tavola è un’ottima strategia per aiutare i più piccoli a mangiare meglio. «Una delle cause più frequenti dei chili di troppo è il consumo eccessivo di cibi ultra-processati quali merendine, biscotti, patatine, snack in busta, ricchi di sodio, zuccheri e grassi che favoriscono l’aumento di peso e con il tempo la comparsa di disturbi come il diabete di tipo 2», dice la dietista Annamaria Acquaviva. La dieta mediterranea è uno stile di vita che permette di ridurne i consumi. «Una delle sue caratteristiche principali è la varietà dei cibi, che consente di portare in tavola fin dalla prima colazione menù e ricette dai colori, dai sapori e dalle proprietà differenti, che non annoiano il palato e allo stesso tempo garantiscono tutta una serie di nutrienti preziosi per la crescita e la salute», dice l’esperta, che qui spiega perché la dieta mediterranea è la migliore per i bambini.

Riduce la voglia di patatine e snack

Un grande vantaggio della dieta mediterranea è la presenza in ogni pasto della giornata di vegetali. «La verdura e la frutta sono alimenti fondamentali, il cui apporto giornaliero in adeguate porzioni ha effetti benefici sulla salute e contribuisce al controllo del peso», dice la dietista Annamaria Acquaviva. Le fibre di cui sono ricche infatti rallentano l’assorbimento di zuccheri e grassi, saziano e riducono la voglia di snack fuori orario. In più, i vegetali sono fonte di minerali fondamentali per l’organismo e antiossidanti dall’azione protettiva. Un altro vantaggio della dieta mediterranea è che con esclude nessun alimento. «Oltre ai vegetali, dà spazio a cereali, semi, olio di oliva, pesce, carne bianca, legumi, uova, latticini e prevede un consumo moderato di carni rosse e grassi animali, compresi i formaggi».

È per tutta la famiglia

La dieta mediterranea permette di portare a tavola menù e piatti equilibrati preparati con alimenti semplici e naturali utili per la salute di grandi e piccini.  «In uno studio scientifico denominato Batman, che ho realizzato grazie all’Istituto Oncologico Romagnolo qualche anno fa, sono stati individuati quali fossero, per le famiglie, le difficoltà che incontravano nel mettere in pratica uno stile di vita sano. I risultati hanno mostrato chiaramente come l’introduzione di un programma mirato all’educazione alimentare di tutta la famiglia, quindi rivolto sia ai genitori e ai nonni sia ai bambini e ai ragazzi fosse un aiuto concreto per mangiare meglio», spiega la dietista Annamaria Acquaviva. «A tavola è fondamentale l’esempio degli adulti. Non possiamo pretendere che i nostri bambini mangino le verdure se noi per primi non le mettiamo mai nel nostro piatto».

Come organizzare i pasti

«Per una colazione sana in stile mediterraneo si potrebbe scegliere in alternativa al latte, fonte di calcio, la ricotta da consumare insieme a una spremuta di frutta fresca o un infuso da abbinare a una porzione di carboidrati complessi come una fetta di pane, una torta fatta in casa oppure dei cereali tostati e della frutta di stagione, come fonte di fibre e zuccheri», dice la dietista Annamaria Acquaviva. «Per il pranzo e la cena invece sì a un’adeguata proporzione di cereali, compresa la pasta, alla verdura di stagione, alle proteine della carne e dei suoi derivati, dei legumi o del pesce e a un frutto del periodo. L’importante è variare gli alimenti, giocando anche con la stagionalità».

Un menù tipo in stile mediterraneo

Colazione: un infuso caldo alla ciliegia o alla menta, yogurt bianco con fiocchi d’avena, da arricchire con un cucchiaino di scaglie di cioccolato fondente oppure di cocco grattugiato, cannella e qualche pezzetto di banana.

Pranzo: spaghetti al pesto di broccoli e frittata con verdure di stagione.

Cena: pizzette di cavolfiori e polpette di pesce.

Spuntini: uno yogurt con l’aggiunta di pezzi di frutta di stagione fresca oppure un frutto di stagione, una fetta di pane all’olio extravergine d’oliva con erbe aromatiche oppure con pomodoro.

Storie di produzioni sostenibili | La Cucina Italiana

Storie di produzioni sostenibili | La Cucina Italiana

Oggi consumare carne necessita consapevolezza e molta attenzione. In Italia ci sono ancora tanti produttori che tutelano l’alta qualità preservando la sostenibilità. Tra questi, alcuni piccoli produttori portano avanti la loro storia e una filosofia produttiva (e di vita) che oggi va preservata. Un esempio è Gaia di Stefano dell’Azienda Agricola delle Vacche Erranti, che, insieme al marito Alex portano avanti una realtà a conduzione familiare, in provincia di Novara. Inizio a parlarle e noto che l’accento non è locale. Originaria della provincia di Viterbo, infatti, Gaia arriva nella zona Verbania come ingegnere per insegnare elettrotecnica alle superiori per poi innamorarsi di un nuovo mondo: quello degli animali.

Chi siete?

“Io, il mio compagno e le nostre tre bambine siamo l’Azienda Agricola familare Vacche Erranti. Partiamo da storie personali differenti, io sono un ingegnere, mentre Alex sin da quando è ragazzino è sempre stato innamorato degli animali. Di famiglia nessuno di noi è agricoltore. Quando abbiamo iniziato avevamo solo un gregge di pecore e qualche bovino. Nel tempo la situazione si è ribaltata: oggi abbiamo due pecore e una centinaia di bovini”.

La particolarità della vostra realtà?

“Abbiamo una gestione particolare dell’allevamento: non c’è una stalla e non abbiamo una base fissa. Quello che facciamo si chiama pascolo vagante: ciò significa che siamo transumanti. In questo modo gli animali si nutrono solamente di erba, senza alcuna integrazione di mangimi o foraggi insilati. In alcuni luoghi in Italia esiste ancora una transumanza orizzontale (ad esempio: in inverno dall’interno dell’Abruzzo si portano gli animali verso la costa per poi invertire il cammino in primavera). Nel Nord dell’Italia, invece, esiste una forma di transumanza chiamata verticale: di inverno sei in pianura, e invece d’estate si sale negli alpeggi. Per quanto riguarda noi durante il periodo autunnale le vacche si muovono dalle rive del fiume Toce in val d’Ossola fino quasi a sfiorare il fiume Po, per tornare poi indietro in primavera.
Questo metodo garantisce una vita sana e felice agli animali, e condizioni di vita più naturali possibili. La nostra è quindi una transumanza quotidiana: partiamo dall’alpeggio ad ottobre, scendiamo con la mandria di animali (più di 200 vacche) e giorno per giorno ci spostiamo. Alcuni giorni ci muoviamo poco (2km) altri 20/30 km per raggiungere pascoli più lontani. Per far capire quanto i nostri animali mangiano sano e naturale basti vedere che quando nevica qualche volta gli portiamo del fieno ma loro ci dormono sopra invece di mangiarlo”.

Cosa significa per te consumare carne sostenibile?

Consumarne meno, purtroppo negli ultimi anni si è riscontrato un eccessivo consumo di carne. Neanche noi, che siamo produttori, la mangiamo tutti i giorni, bisogna essere consapevoli di quale e quanta mangiarne”.

Come funziona la vostra vendita?

“Noi vendiamo quasi solo a clienti privati e a pochi ristoranti, facendo loro un pacchetto con un assortimento misto di tagli. Educhiamo quindi il consumatore a mangiarne tutti i tagli. Prima di tutto per una ragione pratica in quanto non macelliamo. Quindi ogni volta che sezioniamo un animale, va sezionato e venduto tutto, non possiamo permetterci di vendere solo alcuni tagli. Il secondo motivo è etico. Noi viviamo e siamo parte della nostra mandria, per cui l’animale che sacrifichiamo ha una una dignità nel complesso: dalle frattaglie al filetto è tutto parte di uno stesso animale che per noi noi ha lo stesso valore. Il nostro compito è anche quello di educare il cliente a non consumare solo la bistecca, ma anche il bollito, lo spezzatino, insomma tutte le parti che compongono l’animale”.

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