Tag: ricetta torta mele

Torta di carote con topping di yogurt greco

Torta di carote con topping di yogurt greco

Come preparare una buonissima torta di carote e ricoprirla con un cremosissimo topping di yogurt greco

Una delle cose che ci piacciono di più della torta di carote è che è uno dei migliori modi per mangiare le carote. Sì, una delle verdure più fresche e dolci della primavera, capace di trasformare ogni dolce in un trionfo di croccantezza e gusto. La nostra stylist Beatrice Prada ha frullato le carote novelle nel mixer, trasformandole in una torta imperdibile.
Ecco la sua ricetta, fotografata da Giandomenico Frassi.

Torta di carote: la ricetta

Ingredienti per la torta

400 g carote novelle pulite

150 g zucchero di canna

125 g Farina 00

100 g farina di mandorle

1 cucchiaino di lievito

1 cucchiaino di bicarbonato

125 ml olio di semi di girasole

70 g yogurt

2 uova

Ingredienti per il topping 

250 g yogurt greco

50 g panna

50 g zucchero a velo

Procedimento:

Preriscaldare il forno a 180 gradi e foderare di carta da forno una teglia di 22 cm di diametro. Frullare finemente le carote nel mixer, versarle in una ciotola capiente, aggiungere le farine, il lievito, il bicarbonato, l’olio, lo zucchero, le uova, lo yogurt e mescolare molto molto bene, finché il composto non risulterà cremoso e omogeneo.

Versare il composto nella teglia e cuocere per circa 45/50 minuti, poi lasciare raffreddare. Per preparare la crema, montare la panna con lo zucchero e incorporare delicatamente lo yogurt.

Quando la torta sarà ben raffreddata ricoprirla di crema.

Coronavirus, i negozi e le attività che riaprono da oggi

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Coronavirus, i prodotti alimentari più acquistati dagli italiani
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La “fase due” non è ancora iniziata. Ma, da oggi, come prevede il decreto della Presidenza del Consiglio, riparte qualche attività e riapre qualche negozio. Le regole, però, non sono valide in tutta l’Italia: ci sono diverse eccezioni regionali.

I negozi

È prevista la riapertura di librerie, cartolibrerie e negozi di abbigliamento per neonati e bambini. Ma non dappertutto: in Piemonte la ripresa di queste attività non è permessa. In Lombardia non è concessa la riapertura di librerie e cartolerie: la vendita di libri, quaderni e pennarelli “è consentita esclusivamente negli ipermercati e nei supermercati”, e possono riaprire “con le consuete regole relative a igiene e distanziamento, i negozi per la vendita di articoli per neonati e bambini”, mentre è confermata, fino al 3 maggio, “la chiusura degli alberghi (con alcune eccezioni: gli hotel utilizzati per la degenza dei malati), degli studi professionali (che proseguono l’attività in smart working, salvo eccezioni per particolari scadenze) dei mercati all’aperto e di tutte le attività non essenziali”. Anche in Emilia-Romagna, nelle province Piacenza e Rimini, a Medicina e nella frazione di Ganzanigo, rimangono “sospese le attività di commercio al dettaglio di carta, cartone e articoli di cartoleria, di libri, di vestiti per bambini e neonati”. In Lazio è stata posticipata l’apertura delle librerie al 20 aprile per dare il tempo agli esercenti di poter organizzare le misure di sicurezza. Nemmeno in Campania riaprono librerie e cartolerie, e i negozi di abbigliamento per bimbi potranno rimanere in attività solo due mattine alla settimana, il martedì e il venerdì, dalle 8 alle 14. La produzione e la consegna del cibo da asporto rimangono bloccate.

Le attività produttive

Hanno il permesso di riprendere: l’uso delle aree forestali e la silvicoltura, la fabbricazione dei computer, la cura e la manutenzione del paesaggio, le opere idrauliche, il commercio all’ingrosso di carta e cartone. Alle aziende che non possono lavorare è consentita «la spedizione della merce in giacenza, l’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di vigilanza, attività conservative e di manutenzione, gestione dei pagamenti nonché attività di pulizia e sanificazione».

Le regole per chi riapre

I negozi e le aziende dovranno rispettare il distanziamento, provvedere alla pulizia due volte al giorno, all’aerazione naturale e al ricambio d’aria, rendere disponibili e accessibili i sistemi per la disinfezione delle mani accanto a tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento, garantire l’uso di mascherine negli ambienti chiusi e dove non si può garantire il distanziamento e l’uso dei guanti «usa e getta» nelle attività di vendita di alimenti e bevande. Nei locali fino a quaranta metri quadrati potrà accedere una persona alla volta, oltre a due operatori (al massimo), mentre in quelli di dimensioni superiori l’ingresso è regolamentato in base agli spazi disponibili, e, dove possibile, i percorsi di entrata e di uscita vengono differenziati.

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Abbiamo versato questo champagne in caraffa, ecco perché

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Come servire lo champagne Veuve Clicquot Demi-Sec omaggiando Madame Clicquot e quella passione per il dolce che non passa mai di moda

A cosa abbinare la colomba che abbiamo preparato con impasto tradizionale e pera candita?
Uno champagne ricco di aromi di frutti tropicali canditi con accenni di pane tostato e di brioche come Veuve Clicquot Demi-Sec. Una delle Cuvée più storiche più storiche della Maison che rende omaggio al gusto per il dolce del XIX secolo. 50 cru differenti che lo rendono perfetto per essere abbinato a crostate alle pere, charlotte di albicocche, crêpes Suzette e… alla nostra colomba. Qui sotto vi spieghiamo come farla. Nel paragrafo successivo, perché servirla con lo champagne in caraffa!

Come fare in casa la colomba con pera candita

Gli ingredienti: 350 g farina Manitoba, 130 g burro, 2 uova, 15 g lievito di birra fresco, 90 g latte fresco, 120 g zucchero, la scorza di un limone, la scorza di un’arancia, 1 baccello di vaniglia, 120 g di pera candita, 5 g sale

Per la glassa: 30 g di albumi, 50 g zucchero di canna, 80 g di mandorle più una manciata, 20 g farina di mais

Procedimento: Sciogliere in 30 g di latte tiepido il lievito e unirlo a 50 g di farina Manitoba. Impastare e far lievitare il panetto coperto da un foglio di pellicola nel forno caldo a 100° e poi spento, per un’ora, finché non sarà raddoppiato nel volume. Mettere altri 250 g di farina nella ciotola dell’impastatrice con montato il gancio a foglia, unire la scorza del limone e dell’arancia, i semi del baccello di vaniglia, lo zucchero, un uovo, la metà del burro fatto a pezzetti e iniziare a impastare. Cambiare la foglia con il gancio e unire anche il latte rimasto. Impastare e poi lasciare il panetto avvolto nella pellicola a lievitare per due ore. Trascorso questo tempo, rimettere l’impasto nella planetaria, unire la farina rimasta, il sale, il burro e l’uovo. Impastare e poi aggiungere la pera candita. Togliere la pasta dalla planetaria, porla su una spianatoia infarinata e poi dividerla in due parti. Dividere ulteriormente in due uno dei due panetti e sistemare tutto in uno stampo per colombe: il più grande sarà il corpo, i due più piccoli, le ali. Lasciar lievitare ancora per due ore, finché l’impasto non avrà raggiunto il bordo dello stampo. Ora preparate la glassa. Mescolare nella planetaria lo zucchero con gli albumi. Unire gli 80 g di mandorle precedentemente tritate e la farina di mais, stendere la glassa sopra la colomba lievitata, aiutandosi con una spatola. Completare decorando con le mandorle intere e infornare a 160° a forno statico, per 50-55 minuti. Una volta sfornata, lasciar asciugare la colomba sopra una grata, sino a che non si sarà raffreddata.

L’abbinamento con Veuve Clicquot Demi-Sec in caraffa

Ora che abbiamo trovato lo champagne perfetto per la nostra colomba con pere candite, non resta che servirla ben intiepidita con un Veuve Clicquot Demi-Sec fresco, meglio se portato alla temperatura ideale di 8°C. Fredda anche la caraffa che abbiamo tenuto in frigorifero per qualche ora, mentre la colomba era ancora nel forno. Ma perché la caraffa? Lo spirito vintage di questo champagne è nella sua essenza dolce data dal Meunier, equilibrata dalla struttura del Pinot Noir e dalla freschezza dello Chardonnay. Una dolcezza amata ai tempi di Madame Clicquot in cui si usava versare lo champagne in una caraffa, precedentemente refrigerata, qualche minuto prima di servirlo per permettere al vino di rivelare la rotondità del suo aroma e lo splendore dei suoi riflessi dorati.

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