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Dolci di Pasqua calabresi | La Cucina Italiana

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Quando si avvicina la Pasqua, in ogni angolo di Italia, si preparano i dolci tradizionali. In Calabria i dolci pasquali hanno origini molto antiche, sono simbolo di rinascita e regalarli è considerato un gesto d’amore.

I dolci di Pasqua calabresi

I dolci di Pasqua calabresi si chiamano, a seconda della zona della regione dove ci si trova, cuzzupe, gute (a Reggio Calabria, più morbide e simili a delle brioches) o cudduraci. Si tratta di biscotti a forma di pesce, di cuore, di gallina o intrecciati, preparati qualche giorno prima della domenica di Pasqua.

Meglio con l’uovo?

Questi dolci dalle forme svariate hanno una decorazione particolare: uno o più uova con il guscio, che in forno diventeranno sode. L’uovo fa parte della ricetta tradizionale delle cuzzupe: in alcuni paesi della costa jonica calabrese questi dolci, in passato, rappresentavano l’amore di ogni donna per il proprio uomo. Si preparavano per regalarli al fidanzato il giorno di Pasqua e più grandi e numerose erano le uova, più era grande l’amore che si provava.

La ricetta delle cuzzupe

Per preparare le cuzzupe, montate due uova con 200 grammi di zucchero. Rendetele spumose, aromatizzando con una scorza di limone grattugiata e un po’ di vanillina; amalgamate bene e aggiungete un bicchiere di olio di oliva e un po’ di latte. Poi incorporate lentamente 500 grammi di farina setacciata, fate sciogliere dieci grammi di ammoniaca per dolci in un po’ di latte e unite al composto. L’impasto sarà perfetto quando non si attaccherà alle mani: suddividetelo allora in piccole forme e disponete i biscotti su una teglia; spennellateli con un rosso d’uovo e cospargeteli di mompariglia e zucchero, prima di infornare per 20 minuti a 180°C.

Gli ‘ncinetti, i biscotti con la glassa

In alcuni paesi calabresi, soprattutto in provincia di Vibo Valentia, per Pasqua si preparano anche gli ‘ncinetti, deliziosi biscotti ricoperti di glassa di zucchero. Per prepararli occorre un chilo di farina, disposta a fontana, a cui aggiungerere 200 grammi di zucchero e 200 di burro ammorbidito. Unite la buccia grattugiata di un limone, cinque uova e una bustina di lievito sciolta in due cucchiai di latte, realizzando un composto omogeneo. Preparate dei biscotti a forma di ciambelline, poi foderate una teglia con la carta da forno e adagiateli sopra. Gli ‘ncinetti vanno cotti per 15 minuti a 150 gradi, mentre per la glassa occorrono 500 grammi di zucchero, acqua e succo di limone.

Ristoranti e bar: il green pass non serve più?

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Il passo decisivo per segnare l’uscita dalla pandemia sarà quello del primo aprile: è questa la data individuata per l’inizio dell’eliminazione graduale del green pass, e coincide con la fine dello stato di emergenza e l’addio al sistema dei colori e alla struttura commissariale. 

Dunque, dall’1 aprile, per sedersi ai tavoli all’aperto di bar o ristoranti non sarà più necessario mostrare la certificazione verde. E, dal primo maggio, giorno della festa dei lavoratori, un altro passo avanti: per entrare nei ristoranti, anche al chiuso, non ci sarà più l’obbligo di mostrare il green pass rafforzato (quello che viene rilasciato solo ai vaccinati e ai guariti). La certificazione non servirà più nemmeno per prendere un caffè al bancone del bar o per andare in mensa. 

Per favorire il turismo, anche nelle strutture ricettive, dagli hotel ai relais, dall’1 aprile non servirà più il green pass rafforzato. Il documento non sarà più necessario nemmeno per l’accesso a musei, mostre e luoghi di cultura, anche se al chiuso. Via libera anche nei negozi che non vendono beni di prima necessità e in quelli per i servizi alla persona (parrucchieri, barbieri, estetisti). Fine dell’obbligo anche per entrare in uffici pubblici, in banca o alla posta.

Il primo aprile è anche il giorno in cui il green pass non servirà più per le feste e gli spettacoli all’aperto, per le cerimonie pubbliche, le sagre e le fiere.

L’obiettivo, sempre che l’andamento della curva epidemiologica rimanga sotto controllo e non imponga nuovi ripensamenti, visto anche l’aumento recente dei casì, è quello di arrivare gradualmente a un’estate da vivere pienamente, senza più restrizioni. «Credo che arriveremo a un momento in cui il green pass non sarà più richiesto, anche se è uno strumento che rimarrà disponibile, qualora ci fosse la necessità di affrontare una situazione difficile, e ci auguriamo questo non accada», ha spiegato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. «Però ritengo ragionevole pensare che a maggio o a fine maggio nel nostro paese il green pass potrà non essere richiesto: questo è l’obiettivo del governo».

Pasta d’arancia fatta in casa

Pasta d'arancia fatta in casa
Prima che finisca la stagione delle arance faccio scorta di bucce candite e di pasta d’arance o di limoni. Utilizzo molto la pasta di arance o limoni per la preparazione di biscotti, panbrioche e dolci vari.  Preparo anche un mix aromatico che tengo sempre pronto all’uso, unendo 1 cucchiaio di pasta di limone a 1 cucchiaio di pasta di arancia, i semi di una bacca di vaniglia o il mio aroma vaniglia e 20 g di miele di acacia.

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Per preparare la pasta potete seguire il metodo sotto riportato oppure potete preparare le bucce di arance candite  e poi frullarle per ottenere un composto come quello dello scatto.

Gli stessi metodi si utilizzano per preparare sia le bucce candite di limoni che la pasta.

Ingredienti

500 g di arance con buccia edibile

250 g di zucchero semolato

Procedimento

Lavare sotto acqua corrente le arance, eliminare le estremità e tagliarle a a metà e poi ogni metà in quarti.

In una casseruola versare lo zucchero e aggiungere i pezzi di arance, portare a leggera ebollizione e cuocere per circa 20 minuti o fino ad ottenere un composto pastoso. Raggiunta la consistenza (a me piace piuttosto denso), versare il composto ancora caldo nel frullatore e azionare le lame fino a quando si ottiene un composto omogeneo avendo cura ogni tanto di ripulire le pareti del boccale con una spatola in modo da frullare bene tutto.

Ottenuta la pasta versarla in un barattolo sterilizzato, chiudere e capovolgere fino a raffreddamento.

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