Tag: ricette cucina dolci

Stare a casa is the new uscire: il cocktail ce lo si fa in salotto

Stare a casa is the new uscire: il cocktail ce lo si fa in salotto

Godersi un cocktail senza uscire di casa: la nuova tendenza d’Oltreoceano in fatto di mixology si chiama House Bartending (ed è perfetta per l’estate). Ecco i consigli per provarci da soli, e la soluzione per un risultato assicurato: il bar catering

La tendenza dell’House Bartending è consolidata fra le celebrities hollywoodiane, tra cui Justin Timberlake e Oprah Winfrey. Proprio quest’ultima, infatti, come riporta il magazine online Coveteur, ha condiviso la ricetta di un drink preparato da lei, mentre la popstar, si legge su People, è stata omaggiata dal proprio mixologist personale Eddy Buckingham con un cocktail. L’arte creativa di preparare i cocktail si consuma sempre di più tra le mura domestiche anche in Italia, seguendo la tendenza a stelle e strisce dell’House Bartending. Più di un italiano su 2 (57%) desidera sperimentare in prima persona l’abilità di miscelare i diversi ingredienti; mentre uno su 3 (34%) vuole dosare da sé la quantità di alcol. Il 26%, infine, desidera privilegiare la scelta di ingredienti di prima qualità, come per esempio la frutta esotica. Lo dice uno studio condotto da Sanbittèr Aperitivo Cool Hunting, osservatorio sulle nuove tendenze in materia di drink e mixability, condotto con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio su oltre 150 fonti fra testate, magazine, portali, blog e community lifestyle internazionali e su un pool di oltre 50 bartender per sondare quali siano i consigli per organizzare un perfetto patry a casa propria.

Se ci vuoi provare tu, ecco i consigli

«Per la stagione estiva», commenta Giacomo Fiume barman del locale Albergo Diffuso di Monopoli e fondatore della pagina Instagram  @theworldofdistillery, «consiglierei dei drink semplici, freschi e veloci da realizzare. Attenzione, però, a non farsi mai mancare del ghiaccio: suggerisco quindi di prepararlo in grandi quantità e di raccoglierlo in contenitori di polistirolo da almeno 3 chili, dove può essere conservato a lungo senza il rischio che si sciolga. Quali decorazioni impiegare? Con la frutta fresca si va sempre sul sicuro: un agrume o il passion fruit, per esempio, si abbinano alla perfezione con un drink da sorseggiare all’aperitivo, mentre il lime è l’ideale per un mojito. La cosa fondamentale, comunque, è avere sempre a portata di mano un congelatore e un frigo per tenere frutta fresca e tutti gli ingredienti utili per la realizzazione del drink». Per stupire gli amici con un perfetto rooftop party in terrazza, i consigli di Giacomo Fiume sono di preferire soluzioni a basso contenuto alcolico, munirsi di bicchiere adatti, puntare sugli ingredienti più in voga come mezcal e tequila, e di non dimenticare la playlist giusta per creare l’atmosfera musicale.

Foto Daniele Mari

Bar Catering, il servizio per non fare esperimenti

Se stare a casa is the new uscire farsi un cocktail come si deve non così semplice. «L’idea è nata per proporre qualcosa di nuovo partendo dall’osservazione di una tendenza sempre più diffusa: le persone amano sempre di più ritrovarsi con amici in un ambiente familiare e tranquillo. Al contempo, però, non vogliono rinunciare a bere e mangiare bene come in un bar di alto livello ed essere liberi da qualsiasi pensiero organizzativo», spiega Mattia Pastori, mixologist di fama internazionale che, con la sua società di consulenza nonsolococktails e in collaborazione con la società di catering Drinkable, porta l’esperienza dell’aperitivo milanese tra le mura domestiche. «Portiamo a casa un servizio completo, altamente personalizzabile, con i migliori cocktail e finger food. E pensiamo noi a tutto, dall’angolo bar agli strumenti del mestiere, fino alle pulizie di fine serata. Un pacchetto chiavi in mano». La mission del nuovo servizio di drink catering è dare la libertà al cliente di vivere un’esperienza tale e quale a quella di un bar di tendenza, ma senza uscire dal proprio appartamento, con la possibilità di personalizzare il servizio in ogni dettaglio: dalla scelta del bancone ai cocktail, fino al lato food e all’allestimento. Si può quindi decidere di disegnare un set up dal mood tropical come in un Tiki Bar, optare per una serata più concettuale proponendo cocktail molecolari oppure preferire un’atmosfera vintage con protagonisti i grandi classici della mixology. Ma non solo, il servizio prevede anche la possibilità di personalizzare lo stesso cocktail creando ad esempio un drink ispirato alle passioni o caratteristiche del padrone di casa come il Negroni Nero, fatto con carbone vegetale e dedicato agli amanti del dress code total black, oppure un cocktail Impatto Zero realizzato utilizzando anche gli scarti degli ingredienti, come vogliono gli attuali trend in fatto di mixology, ispirato ad animi eco-friendly, sensibili alle tematiche ambientali. Insomma un servizio chiavi in mano e cucito su misura del cliente, che non avrà nessuna preoccupazione organizzativa, se non una semplice mission: divertirsi e intrattenere gli ospiti come se si trovasse al tavolo del suo locale preferito. A ghiaccio, shaker, corner bar, bottiglie e utilities varie ci penserà il bartender, che oltre alla drink list, proporrà anche un menu food di qualità con veri e propri stuzzichini d’autore firmati dai migliori indirizzi e chef della città.

» Zuppa di anguria e pomodoro

Misya.info

Sbucciate l’anguria, tagliatela a cubetti ed eliminate i semini.

Lavate il pomodoro e tagliatelo a pezzetti.

Unite in una ciotola anguria, pomodoro, sale, pepe e basilico e frullate.

La zuppa di anguria e pomodoro è pronta, condite con un goccio d’olio, decorate con un po’ di basilico fresco e servite.

Il miglior pain au chocolat di Parigi è italiano

Il miglior pain au chocolat di Parigi è italiano

Una pastry chef italiana nel quartiere della Notre Pâtisserie. E a Parigi la bontà è servita!

Che cosa succede quando una dottoressa in Legge di Bergamo finisce per aprire una pasticceria a Parigi proprio sotto la Torre Eiffel? Non poteva che preparare dolci giusti, corretti, più che legali, come il miglior pain au chocolat della città. Parola dei parigini.

Chi è Francesca Coppola Bottazzi

Francesca Coppola Bottazzi è nata a Napoli, cresciuta a Bergamo, ma non avrebbe mai pensato di trascorrere la sua vita Parigi. Inizia seguendo le orme familiari, con una laurea in Giurisprudenza e un debutto nella carriera notarile. Poi, nel 2011 capisce che non è la sua strada, prende coraggio e decide di ascoltare quella che era sempre stata una sua grande passione: la pasticceria.

La nascita di sua maestà Notre Pâtisserie

Inizia così con un corso di Pâtisserie a Parigi, convinta che ci sarebbe stata solo qualche mese. Invece, è proprio in questo periodo che trova le ragioni per aprire un’attività tutta sua, come aveva sempre sognato. Ma Francesca non sognava un posto qualunque: voleva una pasticceria che fosse una gioielleria, moderna, invitante, pulita, con dolci di eccelsa qualità a prezzi accessibili e con quel tocco familiare di accoglienza un po’ italiana. Oggi è esattamente così e tutti la chiamano: «L’italiana del quartiere della Notre Pâtisserie».

Un mix di Italia e Francia

A differenza di altre pâtisserie parigine, a rendere unica la Notre è la presenza anche di dolci italiani: sul bancone, infatti, esposti come se fossero davvero preziosi gioielli ci sono millefoglie, babà e tiramisù secondo la ricetta di casa di fianco a croissant, tarte e Paris Brest, così come nella parte salata pizze e croque-monsieur. E ovviamente non manca mai una gran baguette. Molta attenzione è data alla basi, fondamentali in pasticceria, come ben si denota dalle consistenze che ne derivano. E anche nella sua equipe di lavoro, suo grande punto di forza, le provenienze sono le più svariate: c’è una ragazza di Taiwan, un’altra portoghese, una francese, per una squadra tendenzialmente al femminile, anche se in realtà per lei l’importante è che siano giovani.

Il pain au chocolat perfetto

A toccare veramente l’apice è il suo pain au chocolat, uno dei più migliori in assoluto di Parigi a detta dei parigini stessi, per almeno cinque motivi:
1. la sfoglia leggera e friabile, da sciogliersi in bocca
2. la corretta quantità di cioccolato, presente ma non invadente
3. un cioccolato amaro al punto giusto
4. quel tocco di salato che contraddistingue il pain au chocolat perfetto
5. ti riempie di briciole perché un vero croissant ti sporca sempre un po’
Infatti, persino Carolina di Monaco l’ha particolarmente apprezzato, anche se a detta di Francesca, nulla vale come l’approvazione e la soddisfazione della sua famiglia: «Senza la quale non ce l’avrebbe mai fatta».

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