Tag: ricette dessert

» Baci di pandoro – Ricetta Baci di pandoro di Misya

Misya.info

Tagliate il pandoro a fette e tritatelo con un mixer.

Spostate il trito in una ciotola, aggiungete il formaggio e amalgamate.

Dividete il composto formando tante piccole palline lavorando l’impasto tra i palmi delle mani (fate sì che le palline siano in numero pari).
Appiattite leggermente un lato, passatele nel cocco, mettete un pochino di Nutella sul lato appiattito e incollate le palline a due a due.

Man mano che sono pronti, disponete i tartufini su un vassoio rivestito di carta forno, quindi lasciate riposare in frigorifero per almeno 15 minuti.

I baci di pandoro sono pronti, non vi resta che impiattarli e servirli.

» Biscotti pupazzo di neve

Misya.info

Innanzitutto preparate la pasta frolla (se usate la mia ricetta dovrebbe bastarvi mezza dose), coprite con pellicola trasparente e fate riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.

Riprendete il panetto e stendetelo sul piano di lavoro leggermente infarinato in una sfoglia di circa 1 centimetro.
Con un coppapasta da 7 cm ricavate i biscotti, disponeteli un po’ distanziati sulla teglia rivestita di carta forno e cuocete per circa 20 minuti in forno ventilato preriscaldato a 180°C.

Una volta ben cotti e dorati, sfornate i biscotti e fateli raffreddare.
Nel frattempo preparate la glassa reale mischiando albume, zucchero a velo e poche gocce di succo di limone.

A questo punto potete iniziare a decorare i vostri biscotti.
Versate un po’ di glassa su ogni biscotto (non deve essere troppo omogenea, perché serve a simulare la neve sciolta).
Aggiungete un marshmellow (pigiate un pochino per attaccarlo bene con la glassa al biscotto) che sarà la testa del pupazzo di neve, quindi aggiungete gli altri elementi del pupazzo: gocce di cioccolato per gli occhi, zuccherini arancioni per il naso, smarties per i bottoni, pezzetti di liquirizia per braccia e mani.
Fate rassodare a temperatura ambiente per circa 1 ora.

I biscotti pupazzo di neve sono pronti.

Ferrero usa nocciole (anche) turche. Ma…

Ferrero usa nocciole (anche) turche. Ma...

Ma il colosso di Alba lo fa perché il suo fabbisogno industriale supera l’intera produzione nazionale e perché se acquistasse tutte le nocciole italiane violerebbe le norme antitrust (e nessuna altra azienda ne avrebbe per fare dolci o altri prodotti a base di nocciole)

Niente più Nutella in casa Salvini. A un comizio a Ravenna, rispondendo a una fan che gli suggeriva di mangiare la crema firmata Ferrero, per vincere il freddo, il segretario della Lega ha replicato: «La Nutella no, sa che ho cambiato?». E ha aggiunto. «Perché ho scoperto che la Nutella usa nocciole turche e io preferisco aiutare le aziende che usano prodotti italiani, aiutare gli agricoltori italiani, perché ce n’è bisogno». Molto meglio, secondo Matteo Salvini, «mangiare pane, salame e due sardine».

Abbiamo chiesto una replica al gruppo di Alba, ma la Ferrero ha deciso di non commentare. Proprio come non lo aveva fatto quando ancora Salvini era innamorato della sua crema, e scriveva su Twitter di mangiare «Brioche alla #Nutella», perché «per rimediare agli errori del PD e aiutare gli Italiani c’è bisogno di tanta energia» (9 agosto 2018). O quando (1 dicembre 2018) si chiedeva: «A chi non piace la crêpe alla Nutella?». O, ancora, il 26 dicembre 2018, quando annunciava: «Il mio Santo Stefano comincia con pane e Nutella».

La Ferrero non ha commentato nemmeno pochi giorni fa, dopo che il segretario della Lega, sul suo nuovo profilo Tik Tok, ha pubblicato un video a tema Nutella Biscuits.

Come stanno le cose

Ha ragione Salvini, quando dice che il gruppo di Alba usa nocciole provenienti dalla Turchia. Ma non è un segreto: è scritto anche sul sito dell’azienda.

Una nocciola su tre, fra tutte quelle coltivate nel mondo, viene acquistata da Ferrero: il suo fabbisogno industriale eccede l’intera produzione italiana. Se si considerano le dimensioni del colosso dolciario (10,7 miliardi di fatturato e stabilimenti in tutto il mondo), risulta chiaro che neppure la totalità delle nocciole italiane basterebbe per preparare tutti i prodotti Ferrero che sono sul mercato. Il gruppo, in ogni caso, non potrebbe farlo perché violerebbe la legge antitrust (il complesso delle norme che regolamentano e limitano la concentrazione del potere economico per salvaguardare la libera concorrenza delle imprese nel mercato), oltre al fatto che nessun’altra azienda italiana potrebbe più preparare alcun prodotto a base di nocciole.

Cinque anni fa, il gruppo piemontese ha acquisito la Oltan, azienda leader nella coltivazione e nella commercializzazione di nocciole in Turchia (il principale produttore al mondo): è stata una scelta fatta per rafforzare la filiera e poter controllare direttamente la qualità.

Questo significa che Ferrero volta le spalle all’Italia? Sembra di no: il gruppo sta lavorando al Progetto Nocciola Italia per sviluppare il settore corilicolo italiano di qualità e creare maggiore redditività per il comparto agricolo. Intanto, visto che su questo emisfero la nocciola si raccoglie solo una volta all’anno (tra agosto e la fine di settembre), Ferrero sta avviando la coltivazione con aziende agricole del gruppo anche in zone nuove e potenzialmente produttive come il Cile, il Sudafrica e l’Australia: nell’emisfero meridionale le nocciole potranno essere raccolte tra febbraio e marzo e, in questo modo, lo stabilimento si garantirebbe l’approvvigionamento di frutti più freschi. Con buona pace di Salvini.

Proudly powered by WordPress