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» Biscotti Babbo Natale – Ricetta Biscotti Babbo Natale di Misya

Biscotti Babbo Natale

Lavorate a crema burro e zucchero in una ciotola. Aggiungete uovo e vaniglia e amalgamate, infine unite farina, lievito e sale e lavorate fino ad ottenere un panetto omogeneo.

Avvolgete il panetto di pasta frolla con la pellicola trasparente e fate riposare in frigo per almeno 30 minuti.

Riprendete la frolla e stendetela in una sfoglia di 3-4 mm sul piano di lavoro infarinato o ricoperto di carta forno, quindi ritagliate i biscotti con una formina tonda del diametro di circa 8 cm.

Adagiate man mano i biscotti su una teglia rivestita di carta forno e cuocete a 180°C in forno ventilato preriscaldato per 10-12 minuti o fino a che i bordi non saranno dorati. Una volta sfornati, lasciate raffreddare.

Preparate ora il frosting lavorando bene il mascarpone con lo zucchero a velo fino ad ottenere una crema.

Stendete la pasta di zucchero in una sfoglia sottile, quindi ricavate dei cerchietti con la stessa formina usata per creare i biscottini. Tagliate quindi ogni cerchio di pasta di zucchero a metà.

Ricoprite i biscotti con uno strato sottile di frosting al mascarpone per metà: usatelo per attaccare i cappellini di pasta di zucchero.
Create poi con il frosting al mascarpone, che avrete messo in una sac a poche con un beccuccio a stella piccolo, i decori del cappello e i ciuffetti di barba

Completate l decorazione aggiungendo 2 gocce di cioccolato per fare gli occhi (usate sempre un po’ di frosting per attaccarle) e una pallina di pasta di zucchero per il nasino.
I vostri biscotti Babbo Natale sono pronti: serviteli e stupite i vostri bimbi!


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Il celebre ristorante Noma potrebbe diventare vegetariano

Il celebre ristorante Noma potrebbe diventare vegetariano

La tecnica della fermentazione alla base della possibile svolta vegetariana e vegana del celebre ristorante stellato Noma

Il Noma di Copenaghen, ristorante stellato quattro volte eletto il migliore del mondo, da anni fa molto parlare di sé, attirando l’attenzione della stampa internazionale. Al centro dell’interesse mediatico la sua cucina nordica reinventata, le sue sperimentazioni d’autore, le liste d’attesa di mesi, ma anche i suoi continui cambiamenti, tra cui un periodo di chiusura nel 2016 e la rinascita nel 2018 in una nuova sede con il nome Noma 2.0 e un originale calendario culinario annuale distinto in tre stagioni.
Chi conosce il Noma, quindi, sa che le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
In occasione del recente tour promozionale per il libro-ricettario Foundations of Flavor: The Noma Guide to Fermentation sull’arte della fermentazione, lo chef René Redzepi ha infatti dichiarato che, in virtù degli eccellenti risultati che ha ottenuto con piatti a base vegetale utilizzando questa tecnica, non esclude che un domani il ristorante possa diventare vegetariano.

Meno proteine animali, più verdure fermentate

Da oltre un anno al Noma si è assistito a una notevole riduzione delle proteine animali servite. A influire su questa scelta la volontà da parte dello chef di dare più spazio alle proposte vegetali, proponendo ad esempio un menu interamente vegetariano nella stagione che è andata da maggio a settembre 2018. L’altro fattore determinante è la crescente importanza che la tecnica della fermentazione sta assumendo nella cucina del ristorante, tanto che quasi ogni portata delle circa venti che compongono i menu stagionali, presenta qualcosa di fermentato. Recentemente Redzepi ha appunto dichiarato che questa preparazione è ora l’elemento più importante nella cucina di Noma e che gli chef amano visitare le foreste danesi in cerca di cibo selvatico e in particolare di funghi, bacche e verdure stagionali da fermentare nel loro laboratorio. Come ribadito dallo chef nella sua recente pubblicazione, generalmente si associa questo processo alla semplice produzione di sottaceti in salamoia o di yogurt, mentre andrebbe considerato come «una pentola di coccio della natura», che utilizza i batteri al posto del calore; un processo antico di conservazione che migliora le caratteristiche nutrizionali degli alimenti e che merita di essere conosciuto o riscoperto.

Un possibile futuro vegetariano per il Noma

Redzepi, nel corso di un’intervista per il “Washington Post”, ha raccontato che la sua migliore ricetta a base di verdure fermentate, un tempo presente nel menu del Noma, consisteva in una foglia di cavolo grigliata appena spalmata con una salsa a base di piselli gialli spezzati (miso) e condita con olio al prezzemolo; un piatto apparentemente semplice, ma dal gusto sorprendente. Secondo lo chef la fermentazione delle verdure può essere la chiave per conferire loro un sapore speciale, quella caratterizzazione e quel gusto “carnoso” che spesso manca alla cucina vegetariana.
Redzepi vede infine la fermentazione come una possibile strada verso un cambiamento climatico, verso un tipo di alimentazione più naturale e sostenibile che possa indurre le persone a mangiare più verdure e ridurre gli impatti ambientali del consumo di carne.

Non resta che vedere cosa riserverà il futuro del Noma e se davvero vedrà la luce questa prospettiva di far virare il famoso ristorante verso un menu esclusivamente vegetariano e vegano.

Piatto di verdure con salsa fermentata al Noma.

 

Foto: Piatto vegetariano (Noma Studio Sarah Lou)
Foto: Piatto di verdure con salsa fermentata al Noma (Lou Stejskal Flikr)

Coppa Piacentina DOP in insalata di erbe fresche, pomodorini marinati e melone

Un’insalata fresca e nutriente, da gustare – non solo – in estate? Ecco la nostra proposta a base di Coppa Piacentina DOP!

In Italia, il territorio piacentino è storicamente una zona votata alla produzione di ottimi salumi: caratterizzato da un clima continentale umido con variazioni termiche non eccessive, che ha favorito sin dai tempi più antichi lo sviluppo di un’economia basata sulla pastorizia e sull’allevamento, soprattutto di suini.

Si narra che già all’inizio del XV secolo, i salumi piacentini fossero i preferiti dai negozianti di Milano e della Lombardia, che li denominavano “roba de Piasèinsa” per distinguerli da quelli provenienti da altre località della pianura padana.

Ed è quindi in questo territorio che nasce la pregiata Coppa Piacentina DOP, prodotta utilizzando i muscoli del collo del suino, insaporiti con una miscela di sale e spezie e poi massaggiati e avvolti nell’involucro di suino naturale, detto “pelle di sugna”. Infine, il prodotto viene fatto asciugare per un periodo di 10-15 giorni e stagionato per almeno 6 mesi.

Il suo gusto dolce e delicato (che si affina con il procedere della maturazione) e il suo colore rosso vivo si sposano alla perfezione con le fette di melone, con il gusto fresco dei pomodorini e della rucola in un’insalata veloce da preparare e tutta da provare.

Ingredienti

200 g Coppa Piacentina DOP
1 melone
100 g di pomodorini
100 g  rucola
Dragoncello
Melissa
Basilico
Menta piperita e romana
Liquirizia
Prezzemolo
Maggiorana
Timo
Timo al limone
Coriandolo
Assenzio

Procedimento

Ottenere da un melone 100 g di palline con uno scavino.
Sbollentare i pomodorini in acqua, pelarli e lasciarli marinare con olio, sale e pepe.
Unire la rucola con tutte le erbette, aggiungere i pomodorini marinati e la Coppa Piacentina DOP.
Condire a piacere con olio, sale e pepe, aceto balsamico e servire.

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