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Il tiramisù, una storia italiana, oggi anche a fumetti

La Cucina Italiana

La storia del tiramisù è ricca di aneddoti, personaggi, ricette ed evoluzioni, nonché di “lotte” per la rivendicazione della paternità. Un punto fermo, però, c’è, e risale al 1981, quando Giuseppe Maffioli, per la prima volta, con un atto notarile, codificò la ricetta di Loly Linguanotto, allora al ristorante le Beccherie di Treviso, e la pubblicò sulla rivista “Vin Veneto”.  
Ma chi era Maffioli? L’abbiamo chiesto a Elisa Carrer che, insieme con Mirko Sernagiotto, è responsabile dell’Archivio Maffioli: una imponente raccolta di documenti che raccontano la ricca e poliedrica attività del gastronomo (ma non solo) veneto. 

Chi era Giuseppe Maffioli? 

Maffioli era un gastronomo appassionato e un uomo di cultura, un grande cultore dell’italianità. 
E, come molti grandi personaggi, era molto lungimirante: inventò format che sono ancora oggi attualissimi, ed ebbe intuizioni che contribuirono realmente a portare la cucina italiana nel mondo.
L’Archivio testimonia questa sua attività ed è molto dettagliato anche perché, in tempi in cui non esistevano mail, né backup, lui scriveva ogni documento in duplice copia: una la inviava, l’altra la conservava per sé. 

Possiamo chiamarlo “papà del tiramisù”, quindi?

Sì, o più specificamente il papà certificatore del tiramisù. Certo questo dolce già era presente da anni nelle case del Veneto, e non solo, ma lui ebbe il merito di capire che una formula così semplice e così famigliare, che non richiedeva neanche l’utilizzo del fuoco se non per il caffè, avrebbe potuto conquistare il mondo. Per questo ne codificò la ricetta, ma addirittura ne suggerì anche le prime varianti, essendo certo che qualcuno avrebbe inventato variazioni. Aveva previsto, per esempio, l’aggiunta del Marsala, oggi molto popolare, e l’aggiunta di gocce di cioccolato oltre al cacao di copertura. 

Che importanza ha il tiramisù nelle attività organizzate dall’Archivio?

Centrale: lei consideri che tiramisù è una delle 5 parole più conosciute all’estero, perciò è normale che questo dolce sia un po’ un apripista per far conoscere anche altre eccellenze della gastronomia veneta, e italiana in generale. È il nostro argomento di punta, il tesoro più prezioso, spesso al centro delle nostre iniziative. 

Ci fa un esempio?

Per cercare di diffondere la cultura gastronomica anche a un pubblico più giovane abbiamo pubblicato un libro a fumetti: storie, ispirate alle ricerche condotte da Maffioli sulla gastronomia veneziana, padovana e trevisana. I personaggi, un po’ romanzati, si muovono tutti alla ricerca di un tesoro perduto, che è proprio il tiramisù, protagonista finale della decima avventura a fumetti. 

Kefir: il latte fermentato facile da preparare

La Cucina Italiana

Kefir: il nome non deve spaventarvi. A sentire pronunciare la parola kefir, infatti, si può essere indotti a pensare a un prodotto ricercatissimo, impossibile da trovare, se non in qualche lontana regione mediorientale. Ebbene, non è nulla di tutto ciò.

Il kefir altro non è che latte fermentato, ovvero una bevanda a base di latte, dalla consistenza cremosa simile allo yogurt e dal gusto leggermente acidulo. Questo prodotto del tutto naturale è di origine caucasica e la sua diffusione risale a migliaia di anni fa.

Si ottiene utilizzando il latte fresco e i fermenti o granuli di kefir, formati da un polisaccaride chiamato kefiran che ospita colonie di batteri in prevalenza mesofili e lieviti in associazione simbiotica. In pratica, la bevanda si ottiene proprio dalla fermentazione del latte.

Le proprietà del kefir

Il suo consumo è adatto a tutti e raccomandato per le sue innumerevoli proprietà benefiche. Il kefir, infatti, garantisce un ottimale apporto di fermenti (utilissimi per il buon funzionamento dell’intestino), calcio, magnesio, fosforo e zinco, vitamine del gruppo B e vitamina K. Alcuni amminoacidi come il triptofano, inoltre, agiscono sul sistema nervoso contribuendo a calmare gli stati di iperattività e di insonnia.

Il kefir aiuta la formazione di anticorpi ed è consigliato per chi vuole ripristinare la flora intestinale, ad esempio in caso di trattamento antibiotico. Può essere assunto dalle donne in gravidanza per il contenuto di acido folico. Infine, al contrario di quanto si possa pensare, il kefir è povero di lattosio. In ogni caso, gli allergici e gli intolleranti possono prepararlo sostituendo il latte vaccino con latte di soia, di riso o acqua zuccherata.

La ricetta casalinga del kefir

Il kefir può essere tranquillamente preparato in casa. La ricetta del kefir di latte richiede solo mezzo litro di latte vaccino (intero, scremato o parzialmente scremato) e 50 grammi di granuli di kefir di latte. Una volta che vi siete procurati questi ingredienti, riponete i granuli in un contenitore di vetro in cui verserete anche il latte. Coprite il barattolo e riponetelo in un luogo a temperatura ambiente, dove dovrà rimanere per 24 ore, il tempo necessario per la fermentazione dei granuli. Durante questo tempo si consiglia di mescolare almeno un paio di volte.

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