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Luca Argentero testimonial per Molino Casillo

Luca Argentero testimonial per Molino Casillo

L’azienda pugliese di farine alla conquista del grande pubblico con cinque nuove linee prodotto e una campagna di comunicazione dedicata a un consumatore più competente in fatto di impasti, che usa un prodotto diverso per pane, pizza, pasta e dolci

Per la gioia del pubblico femminile, Luca Argentero torna in tv, praticamente a tutte le ore, con un nuovo spot che lo vede impegnato a impastare, davanti a una spianatoia. Pasta, pane, pizza, Argentero prepara di tutto per la sua allegra famigliola dello schermo, a favore di telecamera, concludendo con il claim “Farine Molino Casillo, per ogni tuo desiderio… in cucina». Gli spot sono quelli della nuova linea di farine con cui l’azienda pugliese Molino Casillo si propone a un mercato più casalingo, ma allo stesso tempo più competente in fatto di impasti. Argentero è stato scelto come testimonial perché incarna l’ideale di attore bello, ma non modello, familiare (è anche di recente diventato papà) e amato dal grande pubblico.

Il cambio nome, i nuovi prodotti, la campagna pubblicitaria

Nuovi prodotti, pubblicità, nuovo packaging e quello che nel marketing si definisce rebranding: è tutto il corollario di un ampio piano di comunicazione con cui l’azienda pugliese sta attuando un’operazione di «riposizionamento d’immagine e di prodotto», come lo chiama Vito Maurogiovanni, direttore commerciale e strategie di Molino Casillo.
Si parte da quello che gli esperti di marketing definiscono rebranding, ovvero un cambio di nome, che dal più formale Gruppo Casillo diventa Molino Casillo, a ricordare il primo mulino da cui il capostipite della famiglia Vincenzo ha iniziato in quel di Corato, in provincia di Bari, nel lontano 1958, come ricorda Francesco Casillo, presidente e amministratore delegato del gruppo. La famiglia del grano italiano si è poi espansa, fino a diventare leader del settore, con 14 mulini in 9 regioni italiane.
Anche il cambio di packaging va in questa direzione, con le nuove confezioni dai colori pastello studiate per dare messaggi chiari e in carta certificata FSC, cioè proveniente da fonti forestali gestite responsabilmente, completamente riciclabile.

Cinque linee di farine

Sarà stato lo spirito cuciniero da lockdown, sarà stata l’ansia da lievito introvabile, ma è un fatto che i consumatori di oggi siano diventati più attenti alle farine che acquistano. È per questo che Molino Casillo ha deciso di presentare al grande pubblico cinque nuove linee prodotto da grano 100% italiano, fra semole di grano duro e farine di grano tenero.
Si comincia con Ad Hoc, che si suddividono in base al tipo di preparazione: pane, pizza, pasta, dolci. Fra le Essenziali di Molino Casillo si trovano la Tipo 1, la Tipo 2, la biologica e l’integrale, che soddisfano le esigenze dei panificatori e dei pizzaioli casalinghi più esigenti. La linea Prime Terre è dedicata alle regioni e sono provenienti da filiera controllata in collaborazione con gli agricoltori di Coldiretti: Campania, Toscana, Puglia le regioni rappresentate. Le Speciali sono farine e semole da grano e cereali di alta qualità, che si distinguono per il tipo di coltura e di macinazione: qui ci sono le monorigine come la Senatore Cappelli, c’è il Kamut e ci sono anche farine di riso, farro e ceci. Infine c’è la linea Semole d’autore, che sono dedicate in particolare ad alcune tipologie di preparazioni, come la semola per i panzerotti, quella rimacinate per le focacce, quella per le frolle, quella integrale per la pasta.

Coronavirus: coprifuoco in Lombardia: la rabbia dei ristoratori

Coronavirus: coprifuoco in Lombardia: la rabbia dei ristoratori

Da giovedì 22 ottobre parte lo stop alle attività e agli spostamenti dalle 23 alle 5 a causa del covid-19: quali sono le regole del nuovo coprifuoco? Intanto i ristoratori protestano a Milano

Dopo la proposta dei sindaci e l’approvazione dal ministro della Salute Roberto Speranza, è ufficiale che da giovedì 22 ottobre la Lombardia sarà soggetta a un vero e proprio coprifuoco per cercare di ridurre i contagi da coronavirus. Si parla di un divieto per tutte le attività e gli spostamenti dalle 23 alle 5 del mattino, nell’intera Lombardia, almeno fino al 13 novembre. Inoltre, è prevista la chiusura dei centri commerciali nel weekend. Ma ci saranno eccezioni?

Coprifuoco in Lombardia: ritorna l’autocertificazione

Molto probabilmente tutti coloro che lavorano in bar e ristoranti, come camerieri e cuochi, potrebbero comunque muoversi anche oltre le ore 23:00. Resta da capire fino a che ora i ristoranti saranno realmente aperti, per garantire che i clienti tornino a casa entro le 23.

Durante il coprifuoco si potrà circolare infatti solo per motivi di lavoro o comprovata urgenza. Torna quindi l’autocertificazione, in cui si dovranno specificare le motivazioni dello spostamento e il luogo di destinazione.

La protesta dei ristoratori

Intanto, in attesa dell’ordinanza che definirà per iscritto le nuove regole da seguire, i ristoratori di Milano scendono in piazza per richiedere misure di tutela adeguate.

«Abbiamo deciso ieri sera di manifestare, dopo la notizia della richiesta di un coprifuoco notturno. I ristoratori non cercano assistenzialismo, ma almeno una riduzione delle tasse, dei tributi locali e del costo del lavoro, che ci permetta di stare in piedi».

La protesta, davanti alla sede della Regione, è rivolta al presidente Fontana, spiega all’Adnkronos Alfredo Zini, ristoratore di Milano e presidente del Club Imprese Storiche di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza.

«Ci stanno chiedendo di continuare a lavorare con gli stessi costi, anzi addirittura più di prima, in quanto abbiamo dovuto e continuiamo ad acquistare prodotti e dispositivi per contrastare la diffusione del virus, per rispettare le norme che sono uscite in questi mesi, ma ad oggi abbiamo avuto una diminuzione degli incassi nella migliore delle ipotesi pari al 60% sull’anno precedente. I bar e i ristoranti hanno aiutato Paese, Regione e Comuni ad aumentare gli introiti nelle casse delle amministrazioni. Se lo Stato non interviene immediatamente, con gli adeguati strumenti, rischiamo di perdere uno dei patrimoni economici più importante del nostro Paese».

 

» Chiocciole sfogliate – Ricetta Chiocciole sfogliate di Misya

Misya.info

Innanzitutto versate la farina a fontana in una ciotola, mettete il lievito al centro, aggiungete anche uova, zucchero, burro a tocchetti (i 100 gr dell’impasto), vaniglia e latte e iniziate a impastare, quindi aggiungete anche il sale e continuate a lavorare.

Continuate a impastare fino ad ottenere un panetto omogeneo, quindi mettetelo in un posto caldo e al riparo da correnti d’aria e lasciate lievitare per almeno 2 ore o fino al raddoppio.

Riprendete il panetto, dividetelo in 9 parti uguali e stendetele tutte in sottili sfoglie circolari.
Sciogliete il burro restante (gli 80 gr destinati appunto alla sfogliatura) e sovrapponete le sfoglie di impasto, spennellando prima ogni disco con abbondante burro fuso.

Una volta sovrapposti tutti i dischi, stendete delicatamente con il mattarello a formare un rettangolo, quindi con un coltello a lama liscia ricavate 10 striscette dalla sfoglia rettangolare, tagliando nel senso del lato corto.
Arrotolate ogni striscetta per ottenere la forma a chiocciola.

Disponete le chioccioline su una teglia rivestita di carta forno e fate lievitare ancora per almeno 1 ora, quindi spennellate con 1 albume, spolverizzate con zucchero e cuocete per circa 25 minuti a 180°C in forno ventilato già caldo.

Le chiocciole sfogliate sono pronte: se riuscite, lasciatele almeno intiepidire prima di mangiarle.

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