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La cacio e pepe di Sora Lella, l’autentica ricetta romanesca

La Cucina Italiana

E poi una sfilza di dolci, tra cui una buonissima torta ricotta e visciole, oltre a 8 gusti di gelato fatti rigorosamente in casa, come i maritozzi con la panna o il gelato, perché Renato è anche gelatiere. E la carbonara? “Sono sincero. È il piatto più richiesto in assoluto, ma 40 anni fa mia nonna non la preparava. La carbonara era una cosa che ti facevi a casa”. 

Pasta alla carbonara della Trattoria Sora Lella

Oggi la trattoria è rimasta la stessa di sempre, riuscendo comunque ad evolversi. “Io sono molto rigoroso, un po’ pignolo. Tutto questo poi lo ritrovi nel piatto, oltre alla passione e all’amore” dice Renato “Cerchiamo comunque di fare le cose per bene. Ho sempre creduto nella cucina schietta, sincera, sono rimasto fedele alla tradizione”. E in effetti sembra solo che a quella gestione storica, indimenticabile, si siano sommati accorgimenti moderni, la ricerca dei prodotti, un pizzico di tecnologia, una famiglia più numerosa ma appassionata come più di 60 anni fa

La cacio e pepe di Sora Lella 

Ingredienti

100 grammi di tonnarelli 
Mix di pepi 
Menta romana q.b. 
Pecorino
Acqua di cottura 

Procedimento

La cacio e pepe della Sora Lella prevede una leggera aggiunta di menta fresca, per dare un po’ di freschezza al pianto. Si parte con un mix di pepi da tutto il mondo, comprati e poi macinati espressi (come accade al ristorante) per mantenere intatti aromi e profumi. 

Mettere una padella sul fuoco dove far tostare il mix di pepi. Nel frattempo cuocere i tonnarelli in acqua bollente leggermente salata. Dopo averli scolati, bisogna mantenere un po’ di acqua di cottura della pasta per versarla in padella con i tonnarelli, il mix di pepi e le foglioline di menta che vanno tagliate e non tritate. 

A parte bisogna fare un’emulsione di pecorino con l’acqua di cottura della pasta leggermente intiepidita in un mixer. Un cucchiaio abbondante di questo mix va messo in padella con la pasta, dopo aver abbassato il fuoco al minimo. Per finire l’amalgama, il fuoco va spento come succede per la carbonara, e bisogna aggiungere altro pecorino. Si può impiattare a questo punto, aggiungendo ancora una manciata di pecorino e una spolverata di pepe. 

Ricerche frequenti:

Guida Michelin 2023: chi ha perso la stella?

La Cucina Italiana

Dopo le congratulazioni per le stelle Michelin acquisite durante la serata di rivelazione della Guida Michelin 2023, c’è anche il momento di fare i conti con chi invece le ha perse.

Da una parte la Rossa ha consegnato soddisfazioni eccellenti – tra tutti, i due risultati eccezionali come chef Antonino Cannavacciuolo nell’Olimpo dei tristellati italiani e chef Enrico Bartolini come l’italiano con il numero maggiore complessivo, arrivato addirittura a 12 stelle. Dall’altra, lo scontro con la realtà di dover salutare la stella Michelin rimanendo senza o semplicemente salutarne una – come succede anche ai migliori, e viene subito in mente chef Carlo Cracco.

Dalla 68esima edizione della Guida Michelin 2023, sono 16 i ristoranti che hanno perso la stella, mentre sono 10 quelli che non confermano la stella per chiusura per rinnovo locali (come il mitico Don Alfonso 1890) o chiusura definitiva, mentre sono 2 quelli che passano da 2 stelle a 1 sola. 

Vediamoli nello specifico, suddivisi per regione.

I ristoranti che non confermano la stella Michelin 2023:

LOMBARDIA
Mistral, Bellagio
Innocenti Evasioni, Milano
Frosio, Almè

VENETO
Feva, Castelfranco Veneto
Zanze XVI, Venezia
Stube Gourmet, Asiago
La Veranda del Color, Bardolino
Locanda 4 Ciacole, Roverchiara

TRENTINO-ALTO ADIGE
Astra, Collepietra
Dolomieu, Madonna di Campiglio

TOSCANA
La Leggenda dei Frati, Firenze
La Magnolia, Forte dei Marmi
I Salotti, Chiusi

EMILIA ROMAGNA
Parizzi, Parma
Nido del Picchio, Carpaneto Piacentino

CAMPANIA
Maxi, Vico Equense

I ristoranti che non confermano la stella Michelin 2023 per chiusura:

LIGURIA
Claudio, Bergeggi

TOSCANA
Perillà, Castiglione d’Orcia
Meo Modo, Chiusdino

LOMBARDIA
Locanda Vecchia Pavia Al Mulino, Certosa di Pavia

PIEMONTE
Da Francesco, Cherasco
Osteria dell’Arborina, La Morra

VALLE D’AOSTA
Petit Royal, Courmayeur

SAN MARINO
Righi la Taverna, Repubblica di San Marino

CAMPANIA
Don Alfonso 1890, Sant’Agata sui Due Golfi

LAZIO
Danilo Ciavattini, Viterbo

I ristoranti che passano da due stelle ad una stella:

PIEMONTE
La Madernassa, Guarene

LAZIO
La Trota, Rivodutri

Ricerche frequenti:

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