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Frittelle senza lievitazione: la ricetta più veloce

La Cucina Italiana

Frittelle senza lievitazione.

Manuel Milan

Come realizzare frittelle tutte uguali

Questa è un’impresa praticamente impossibile perché il composto è abbastanza liquido e va versato nell’olio un cucchiaino alla volta.
Quello che potete fare è cercare di utilizzare il cucchiaino come dosatore per regolarvi con la quantità di pastella.

Poi, versate il composto tenendo il cucchiaino abbastanza vicino all’olio, senza immergerlo. In questo modo le frittelle assumeranno una forma sferica perché la pastella non colerà ma cuocerà immediatamente e uniformemente.

Frittelline dolci.

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Non chiamatele castagnole

Potrebbero sembrare castagnole, ma in realtà queste frittelle sono molto più morbide e spugnose.
Sembrano a tutti gli effetti delle frittelle di impasto lievitato, ma si preparano davvero in pochissimi minuti.
Potete farcirle, una volta pronte e ancora calde, con la crema pasticcera o la marmellata.
Basta utilizzare una punta di sac à poche molto sottile e spingere all’interno il ripieno.
Tra i vari tipi di marmellata di agrumi io vi consiglio quella di arancia, oppure una confettura all’albicocca o ai frutti rossi.

Martedì grasso: perché si chiama così?

La Cucina Italiana

Ci siamo, è Carnevale: il 13 febbraio è martedì grasso. Si festeggia in maschera, e – per noi adulti – si festeggia soprattutto a tavola, con piatti tipici diversi da regione a regione. In Campania con le lasagne con le polpettine, in Piemonte con la fagiolata, e poi moltissimi dolci, dalle chiacchiere alle frittelle in ogni versione possibile: a Venezia le fritole (insieme ai i “mammalucchi”), in Abruzzo i mignozzi. Capitolo a parte meritano poi i piatti a base di maiale, dalle carni alla brace ai fritti (ancora!) passando per i salumi: il periodo del carnevale, del resto coincide con quello del macello.

Come mai si chiama “martedì grasso”?

Facile allora intuire l’origine del nome: se si chiama “martedì grasso” è perché c’è una ragione gastronomica. Ma non solo. Quello che forse non tutti sanno, infatti, è che c’è anche un motivo preciso che “giustifica” tanti eccessi, e in fondo non è solo religioso. Festeggiare (anche) mangiando pietanze così ricche e importanti è una tradizione millenaria, che risale all’antica Roma e all’antica Grecia. Sono in tanti infatti a ritenere che il Carnevale tragga origine dai Saturnali e dalle feste dionisiache: ricorrenze in cui si ballava, si cantava, ci si mascherava perché ognuno potesse essere almeno per un giorno chiunque altro, e soprattutto si mangiava. O meglio: tutti potevano mangiare, senza distinzioni di classi sociali.

Una tradizione ripresa poi dal cattolicesimo (come tante altre feste di derivazione pagana, del resto), e “ufficializzata” come Carnevale intorno al 1400. Le prime testimonianze dell’uso della parola “carnevale” vengono dai testi del giullare Matazone da Caligano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi. Inoltre la parola stessa la dice lunga su quanto la festa sia stata poi legata dalla religione al cibo: deriva dal latino “carnem levare”e cioè “eliminare la carne,” proprio perché dopo questo periodo di bagordi comincia il digiuno della Quaresima. Insomma, il martedì grasso non è altro che l’ultimo giorno di abbuffate.

Perché si dice giovedì grasso

Per il cattolicesimo, infatti, nei quaranta giorni che precedono la Pasqua – escluse le domeniche – va bandita la carne (nell’interpretazione più ortodossa anche qualsiasi altro cibo possa essere considerato un peccato di gola). Ecco perché prima del Mercoledì delle Ceneri è “concesso” esagerare. In particolare si comincia dall’ultimo giovedì del periodo di carnevale, il “giovedì grasso”: anche in questo caso l’origine del nome è dunque legata alla tavola. Del resto, oltre al fatto che dal giovedì cominciano in tante città le sfilate dei carri, ci sono anche usanze gastronomiche specifiche legate esclusivamente alla giornata: a Catania, per esempio, si mangia la pasta che cincu puttusa”, ossia la pasta con cinque buchi (che è un formato molto particolare, conditi con del sugo di pomodoro), mentre a Firenze si mangia il berlingozzo, dolce da forno a forma di ciambella.

Perché martedì e giovedì grasso cadono sempre in giorni diversi

Se ogni anno si festeggiamo il carnevale in giorni diversi è perché a dettare il calendario è sempre la Pasqua, che ogni anno – come previsto dal decreto del Concilio di Nicea nel 325 d.C – si celebra la prima domenica dopo la prima luna piena che segue l’equinozio di primavera, in un intervallo di tempo che va dalla seconda metà di marzo (il 22) alla seconda metà di aprile (il 25). Stabilita la domenica di Pasqua, si conta all’indietro di 46 giorni (escludendo le domeniche, in cui come già scritto, non è previsto digiuno), fino ad arrivare al Mercoledì delle Ceneri. Il giorno prima è dunque il Martedì grasso, Carnevale.

Perché a Milano il carnevale finisce più tardi

Così dappertutto, fuorché a Milano, dove il carnevale si festeggia per quattro giorni in più, fino al sabato (“grasso”, anche quello). Secondo la leggenda è così da quando il vescovo Ambrogio, a Roma per un pellegrinaggio, chiese ai fedeli di aspettare il suo ritorno per dare il via alle celebrazioni della Quaresima. Altra leggenda invece dice che il vescovo chiese al Papa di poter allungare il Carnevale includendo nel conto dei 40 giorni anche le domeniche: insomma, un modo per festeggiare un po’ di più.

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40 ricette contro il freddo

La Cucina Italiana

L’inverno è sempre piuttosto mite negli ultimi anni e il meteo un po’ pazzerello, ma indubbiamente le ricette contro il freddo sono sempre gradite nei mesi che una volta erano di nevicate e ghiaccio. E visto che nei prossimi giorni è previsto (finalmente!) il ritorno, anzi, l’arrivo dell’inverno fin qui assente, quale occasione migliore per presentarvi le nostre calde ricette?

Sapete che esistono vere e proprie ricette contro il freddo, capaci di scaldarci e favorire le difese immunitarie grazie alle loro proprietà benefiche? Ve ne proponiamo 40 in una raccolta a base di comfort food tradizionali e abbinamenti originali con il pensiero di piatti caldi per combattere il freddo e avere un’arma in più per allontanare i malanni di stagione. Ma quali sono i cibi che riscaldano di più durante l’inverno?

Ricette contro il freddo: i cibi che riscaldano di più

Partiamo da un presupposto: per riscaldarci non basta che i cibi siano soltanto caldi. Per essere efficaci, le ricette contro il freddo da portare in tavola devono aiutarci a produrre più energia e, di conseguenza, calore, stimolando il nostro metabolismo. Alcuni ingredienti sono capaci di fare esattamente questo lavoro grazie al giusto equilibro fra apporto calorico e proteico. Stiamo parlando in particolare di carne, legumi e verdure di stagione, che ci aiutano ad aumentare in modo sano le calorie giornaliere necessarie in inverno per combattere le temperature più rigide.

Legumi

Fra gli alimenti che riscaldano di più ci sono i legumi. Fagioli, lenticchie e ceci sono ricchi di ferro, che aiuta proprio a rafforzare le nostre difese contro il freddo. I legumi sono un ingrediente molto speciale per le nostre ricette invernali, a partire dalla classica pasta e fagioli, fino a zuppe, vellutate e minestre – tradizionali e non –  da abbinare preferibilmente ai cereali.

Carne

Fra gli ingredienti più proteici non può mancare la carne, da consumare con moderazione, prediligendo quella bianca e alternandola a pesci e legumi. Quando fa freddo, sopratutto per le occasioni speciali come il pranzo della domenica, ci lasceremo facilmente conquistare da piatti come la bistecca, lo spezzatino o un bell’arrosto fumante.

Spezie

Le spezie sono perfette per dare gusto e profumo, ma anche per aiutare il nostro corpo a riscaldarsi. Molte spezie, come il cardamomo o il cumino, vengono spesso utilizzate come rimedio naturale per tosse e raffreddore, mentre zenzero e peperoncino sono capaci di aumentare il flusso sanguigno e, quindi, scaldarci. Un tocco di peperoncino nel minestrone oppure un’infuso allo zenzero sono due armi infallibili.

Frutta e verdura di stagione

Sembrerà scontato, ma è sempre meglio ripeterlo: consumare ingredienti stagionali è una regola che vale sempre. La natura infatti sa bene come venirci in soccorso nell’alternarsi delle stagioni e ogni alimento ha proprietà adatte a diversi momenti dell’anno. Per evitare spiacevoli raffreddori, la vitamina C è fondamentale, ecco perché fare il pieno di arance, mandarini e kiwi è un’ottima idea durante la stagione fredda. Zucca, broccoli, spinaci, patate, carciofi e cavolfiori sono ingredienti stagionali capaci di stimolare le nostre difese immunitarie e perfetti per preparare piatti caldi e gustosi. Non dimenticate cipolla e aglio, ricchi di proprietà benefiche.

L’idratazione è importante anche durante l’inverno: non c’è niente di meglio che sorseggiare una tisana calda.

Le nostre ricette contro il freddo

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