Tag: ricette secondi piatti di carne

Proteine buone, quali sono e dove trovarle

Proteine buone, quali sono e dove trovarle

Sono indispensabili per l’organismo. Se sono di qualità sono delle ottime alleate della linea e della salute. Ecco perché e quali sono i cibi da mangiare

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di assumere ogni giorno almeno un grammo per chilo di peso corporeo di proteine. Eppure la nostra dieta a volte ne è carente perché spesso vengono demonizzate. Altre volte invece a tavola si dà precedenza a fonti proteiche sfavorevoli alla salute, ricche di grassi saturi e colesterolo, come carne (soprattutto manzo e maiale), salumi e formaggi, uova che andrebbero invece consumate in quantità  adeguate. Il risultato? O ne mangiamo poche oppure scegliamo quelle sbagliate. Eppure portare in tavole le proteine buone, d’origine animale e vegetale, è fondamentale per mantenersi in linea e in salute. «Le proteine sono, insieme a carboidrati e grassi “buoni”, i macronutrienti essenziali dell’organismo», spiega la nutrizionista Nicoletta Bocchino. «Sono coinvolte nei processi metabolici che consentono di ricavare energia». Sono inoltre indispensabili per la costruzione e il mantenimento della massa magra. «Gli aminoacidi essenziali che contengono, infatti, sono la componente fondamentale dei muscoli, delle cellule e dei tessuti, comprese di pelle e capelli». Hanno poi un buon effetto saziante. «Se consumate in quantità adeguate modulano la glicemia, i livelli di zuccheri nel sangue e danno sazietà». Hanno infine un effetto booster sull’umore. «Molti aminoacidi essenziali di cui sono ricchi sono precursori degli ormoni del benessere. Il triptofano, per esempio, favorisce la produzione di serotonina, il cosiddetto ormone della felicità. La tirosina invece è coinvolta nella sintesi della dopamina, che favorisce la motivazione». Il consiglio «è di dare precedenza a tavola a quelle che hanno un ridotto contenuto di grassi saturi e alternare quelle d’origine animale a quelle d’origine vegetale per assicurarsi una dieta varia e completa. Occorre, inoltre, non associarle mai tra di loro nello stesso pasto e mangiarle a pranzo e a cena in combinazione alle verdure che ne facilitano la digestione». Ecco allora quali sono le proteine buone e in quali cibi trovarle.

Carne bianca magra

La carne di pollo e quella di tacchino sono una buona fonte di proteine nobili, complete di tutti gli aminoacidi essenziali. «Rispetto alla carne rossa che andrebbe consumata una-due volte a settimana, ha meno grassi. Assicura vitamina B12 e ferro, indispensabili per la produzione di globuli rossi la cui carenza può causare stanchezza e debolezza», dice la nutrizionista Nicoletta Bocchino.

 Uova

Le uova sono un alimento che spesso è escluso dalla dieta, per via della convinzione sbagliata che il loro consumo sia dannoso. In realtà, consumate nella giusta quantità (2-4 uova a settimana) sode oppure alla coque, sono amiche della salute. «Contengono proteine ricche di aminoacidi essenziali che favoriscono la produzione del glutatione, un potente antiossidante. Apportano inoltre Omega 3 e minerali come il rame e lo zinco, essenziali per il corretto funzionamento del sistema nervoso».

Pesce

«Il pesce è una buona fonte di proteine nobili che possono essere consumate anche 4 volte a settimana. Quello azzurro (sardine, aringa, alici) e il salmone sono inoltre particolarmente ricchi di acidi grassi essenziali Omega 3, che grazie alla loro azione antinfiammatoria sono degli ottimi alleati della salute del cervello e del cuore».

Legumi

Fagioli, ceci, lenticchie, fave, piselli associati nello stesso pasto agli aminoacidi essenziali presenti nei cereali integrali o ai loro derivati come la pasta forniscono proteine complete. Sono inoltre poveri di grassi e privi di colesterolo, a vantaggio della linea e della salute», conclude la nutrizionista Nicoletta Bocchino.

Scoprite nella gallery gli altri cibi che sono fonte di proteine buone

EA(s)T Lombardy, come hanno riaperto i ristoranti

EA(s)T Lombardy, come hanno riaperto i ristoranti

Le testimonianze dei titolari dei locali che fanno parte della rete, tra disorientamento iniziale e volontà di ripartire all’insegna della qualità

«Io sono ottimista per questa riapertura, certo timoroso che tutto possa crollare nuovamente e indispettito che molti ristoratori lombardi non adottino le regole corrette e imposte. È chiaro che i posti diminuiscono: noi da 100 posti fuori all’aperto ne abbiamo ora 24. All’interno erano 80 sono diventati 28. Per contro i clienti sono ubbidienti, non si lamentano, apprezzano la maggior tutela. Il distanziamento è efficace e li fa sentir tranquilli, apprezzano l’attenzione».

A raccontare la riapertura è Franco Giordano, proprietario e chef della pizzeria Ottavo Nano di Brescia. Che è uno dei 300 ristoratori e 250 produttori che fanno parte della rete di operatori EA(s)T Lombardy, marchio nato per favorire l’evoluzione dell’enogastronomia nelle quattro province della Lombardia orientale, Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova, e per supportare le eccellenze dei suoi produttori e dei suoi ristoranti.

«Mai come oggi la rete degli operatori EA(s)T Lombardy trova la sua ragion d’essere. Perché “rete” racchiude un concetto chiaro, antico, reale: quello di “l’unione fa la forza”», fanno sapere da EA(s)T Lombardy. «In un panorama di disorientamento per il settore della ristorazione, ancor più per quei ristoranti che hanno un legame forte con il territorio, vogliamo sostenere gli operatori e le eccellenze locali trasmettendo il concetto che far bene fa bene al territorio stesso, e questo obiettivo è raggiungibile oggi solo con la qualità».

Durante questa fase di ripresa dopo l’emergenza sanitaria, EA(s)T Lombardy vuole affiancare i suoi protagonisti, cercando di capire con loro come riprendere e su cosa puntare. I ristoratori hanno le idee chiare: vogliono focalizzarsi sulla qualità, per far sì che il cliente rinnovi la sua fiducia.

«Quando abbiamo riaperto ci è sembrato come riprendere da zero. Ma è stata una ripartenza molto carica da un punto di vista emotivo. Sono venuti a trovarmi i miei clienti più affezionati, è stato un tributo di stima e di affetto», dice Mario Cornali, chef e titolare del ristorante Collina di Almenno San Bartolomeo. «Noi di Bergamo e provincia abbiamo vissuto una tragedia, neppure emotivamente è possibile fare finta di nulla, ma il mondo va avanti si rifonda e si rigenera. Non abbiamo mai smesso di lavorare, abbiamo fatto delivery in tutta la Lombardia con le nostre colombe pasquali, abbiamo sperimentato nuove ricette, ripensato gli spazi, pulito, rinnovato, gettato cose inutili. In qualche modo abbiamo rimesso ordine sia in senso reale che metaforico».

Gli fa eco Sergio Carboni del ristorante Locanda degli Artisti di Cremona: «Avevamo tanta voglia di riaprire e tanto entusiasmo, perché amiamo il nostro lavoro che nelle scorse settimane ci è mancato molto. Alla riapertura sono venuti alcuni clienti abituali, che ci hanno tributato un gesto di stima e anche di amicizia. Ci sarà bisogno di tempo e di capire quali saranno gli aiuti governativi per giudicare gli effetti da un punto di vista economico, sicuramente è stato un momento emozionante e positivo per noi e per i nostri ospiti. Dobbiamo pensare positivo, trasmettere messaggi di fiducia e incoraggiare le persone, farle sentire bene, accolte e a loro agio».

All’Hostaria Viola di Castiglione delle Stiviere, Mantova, i titolari hanno deciso di aprire un giorno in più. «Per fortuna nel nostro ristorante avevamo già prima i tavoli distanziati e la risposta dei clienti è stata molto buona», spiegano. «Quello che preoccupa sono le condizioni economiche. Abbiamo scelto di aprire un giorno alla settimana in più per cercare di non dover lasciare a casa nessuno dei nostri dipendenti e abbiamo aumentato la nostra offerta con l’asporto che prima non facevamo; anche così arriviamo però al 60% delle entrate pre-pandemia, ma avendo aperto da poco è ancora presto per fare calcoli. È sufficiente per ora per stare in piedi».

 

Ricetta Cappellacci di magro con alici e melone

Ricetta Cappellacci di magro con alici e melone
  • 300 g ricotta
  • 300 g farina
  • 40 g formaggio grattugiato
  • 12 alici
  • 3 uova
  • 2 fette di melone
  • cannella in polvere
  • chiodi di garofano
  • rucola
  • aceto di lamponi
  • peperoncino fresco
  • olio extravergine di oliva
  • sale
  • pepe
  • zucchero

Per la ricetta dei cappellacci di magro con alici e melone, pulite le alici: staccate la testa, apritele a libro ed eliminate la lisca, i visceri e la coda. Disponetele su una placchetta foderata di pellicola senza sovrapporle e mettetele in freezer; dopo 1 ora copritele con la pellicola, facendola ben aderire. Lasciatele in freezer per 4 giorni per sanificarle e renderle sicure per il consumo da crude. Poi mettetele a scongelare in frigorifero. Conditele con una presa di sale, un cucchiaio abbondante di zucchero, una macinata di pepe, un chiodo
di garofano pestato e un pizzico di cannella e fatele marinare in frigorifero per almeno 6 ore.
Per i cappellacci: impastate la farina con le uova e un cucchiaio di olio, finché non otterrete un composto compatto. Lasciatelo riposare coperto per almeno 30 minuti. Preparate il ripieno dei cappellacci mescolando la ricotta con il formaggio grattugiato, sale e pepe. Infarinate il piano di lavoro e stendete la pasta, ottenendo delle sfoglie di un mm di spessore. Ritagliate delle strisce di 10-11 cm di altezza. Distribuite un cucchiaio di ripieno ogni 4 cm, ripiegate la pasta sul ripieno e schiacciate tutto intorno al ripieno per eliminare
l’aria. Preparate i cappellacci seguendo le indicazioni qui sotto.
Cuocete i cappellacci in abbondante acqua bollente salata per 3 minuti, scolateli e arrostiteli in una padella antiaderente ben calda con un filo di olio per 3 minuti.
Per il condimento: tagliate la polpa del melone a cubetti molto piccoli e conditela con un cucchiaio di olio e una macinata di pepe. Tritate un mazzetto di rucola e conditela con un cucchiaio di olio e un cucchiaino di aceto di lamponi. Insaporite un paio di cucchiai di olio con mezzo eperoncino fresco tritato. Servite i cappellacci completandoli con il melone a cubetti, le alici marinate, la rucola tritata e l’olio al peperoncino.

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