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Anna in Casa: ricette e non solo: Pesche sciroppate alla vaniglia

Anna in Casa: ricette e non solo: Pesche sciroppate alla vaniglia

Se devo scegliere quale frutta estiva preferisco, la risposta diventa difficile: mi piacciono le fragole, le ciliegie, le albicocche, le pesche noci e ovviamente le pesche ma la varietà con la polpa gialla.

Ad inizio mese, sono stata tutto un pomeriggio in cucina a preparare confetture, gelato, sottaceti vari e ovviamente, le pesche sciroppate. E’ stato di sicuro un pomeriggio pieno, un po’ stancante ma molto, molto produttivo.

Ingredienti per 3-4 vasetti

1 kg e 500 g di pesche a polpa gialla non troppo mature

600 ml di zucchero

1 l di acqua

1 cucchiaino di aroma vaniglia

Procedimento 

Come prima cosa procedete sterilizzando i vasetti.

Sbucciare le pesche (io le ho delicatamente spellate, in modo che mantenessero la forma tondeggiante), con un coltellino affilato eliminare il nocciolo e la parte grinzosa dove alloggia.

Sistemare le pesche nei vasetti, senza pigiarle troppo in modo che non si schiaccino e perdano la forma.

Portare a bollore l’acqua con lo zucchero e la vaniglia, lasciare bollire a fuoco moderato per 10 minuti.

Una volta pronto lo sciroppo versarlo sulle pesche fino a coprirle, chiudere ermeticamente i vasetti.

Capovolgere i vasetti e attendere che raffreddino completamente.

Una volta freddi, foderate con un canovaccio una pentola grande e alta ( in modo che i vasetti rimangano in piedi all’interno). Sistemate i vasetti nella pentola, riempire di acqua fino a coprirli, bollire per 30 minuti. Dopo il tempo indicato, lasciare raffreddare i vasetti nell’acqua, prima di toglierli, asciugarli e conservarli in luogo asciutto e al buoi. Lasciare riposare 1 settimana prima di consumarli

#OggiDelivery: Cavatelli con gamberi rossi e datterini gialli di Langosteria

#OggiDelivery: Cavatelli con gamberi rossi e datterini gialli di Langosteria

Il delivery di Langosteria a Milano alza l’asticella del lusso (alias, tutto in vetro) e nasce per restare ben oltre il lockdown. Perché stare a casa is the new uscire, anche se vuoi mangiare il pesce

«Ti porto fuori a mangiare il pesce». Per chiunque sia di Milano questa frase fa molto anni Novanta, quando i ristoranti di mare erano un vero lusso in una metropoli lontano dal mare. Ora è tutto definitivamente cambiato, perché il pescato del giorno lo si trova più o meno dappertutto, ma soprattutto perché l’ultima frontiera è farselo recapitare a casa, il pesce. Con un’esperienza degna di un vero ristorante.
Il delivery è esploso al tempo del Coronavirus e anche i migliori ristoranti si sono dovuti attrezzare. In molti lo hanno fatto velocissimi, per fare fronte alle settimane di chiusura forzata. Langosteria invece ha cominciato quando oramai al ristorante ci si poteva tornare di nuovo e mentre molti altri indirizzi di Milano dichiaravano conclusa l’era della cucina a domicilio. Dal 25 maggio ha iniziato il suo servizio “Langosteria a casa”, in grande stile e per durare.

Il menu, tutto in vetro

«Glass is the new luxury», dichiarano nella scatola personalizzata che arriva con una consegna in furgoncino refrigerato by Langosteria e da personale in divisa. Dentro è tutto impacchettato che sembra Natale, con nastrini e vasi in vetro, da aprire, mettere in tavola e riciclare. Persino il carpaccio di pesce arriva nel suo vassoietto di vetro, e le creme per accompagnare i dessert, idem. Carpaccio di branzino con batutto mediterraneo di pomodori, olive taggiasche e capperi, Baccalà con pomodori datterini confit e giardiniera, Acciughe del Mar Cantabrico con burro della Normandiae cracker artigianali, Zucchine trombetta marinate alla menta, Pappa al pomodoro. Qualcosa è pronto per essere consumato, qualcos’altro lo si finisce a casa, come i Cavatelli con sugo di gamberi rossi e datterini gialli. Si tuffa la pasta seguendo le istruzioni, per una manciata di minuti, i ripassano in padella nell’abbondante sugo e si serve. Sono dolci, deliziosi e la pasta è callosa, al dente. Tocco personale, giusto una grattata di pepe e una di scorza di limone, se proprio non si resiste a voler metterci del proprio.

Rivoluzionare lo standard, ora anche del delivery

Langosteria non significa piatti estremi, “da capire”, ma ottima materia prima, accostamenti piacevoli e una cucina che punta a soddisfare, prima che a stupire, in ambienti belli, curati, ma casual e modaioli il giusto. Una case history ha imposto anche agli chef più blasonati una visione diversa di ristorazione; e ora anche di concetto di delivery.
Enrico Buonocore è riuscito a creare quello che oggi è un punto di riferimento per la ristorazione a Milano (e non solo), senza essere un cuoco. La sua idea meravigliosa si fonda sulle proprie origini (papà di Maiori, mamma di Cetara, dove si cresce a pane, burro e alici). «Di estrazione non sono uno chef, sono un imprenditore e faccio questo mestiere dalla parte del cliente». Rivoluzione Langosteria è la storia di un imprenditore rivoluzionario, e il titolo di un libro che racconta di come da un’idea in una dozzina d’anni è nato un modello di ristorazione che ha cambiato le regole del fine dining milanese, per essere esportato poi in Italia, presto nel mondo, e che oggi alza l’asticella in quanto a delivery per l’alta cucina. Non da scegliere perché non si può uscire, ma perché si vuole stare a casa, magari per una cenetta a lume di candela per due con una bella bottiglia di vino. E con la giusta musica di sottofondo: ti mandano anche la playlist da ascoltare su Spotify, e non è niente male.

Ecco come si mangia, e cosa, nella gallery

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Ricerche frequenti:

Come preparare l’impepata di cozze

Come preparare l'impepata di cozze

Piatto semplice della tradizione napoletana, l’impepata di cozze racchiude in sè tutto il sapore del mare

L’impepata di cozze è uno dei piatti della tradizione napoletana, semplice da preparare e nello stesso tempo gustosissimo. Si tratta di far aprire le cozze sul fuoco, e di servirle con una spolverata di pepe e con il liquido che avranno rilasciato in cottura. Come per tutte le ricette fatte di pochi ingredienti, è fondamentale che la materia prima sia di grandissima qualità. E la materia prima sono le cozze. Come sceglierle?

Tutti i tipi di cozze

Le più famose sono le spagnole, così chiamate perché pescate in Atlantico e importate dal paese iberico; ci sono poi quelle originarie del Mediterraneo, lunghe sino a 10 cm, che vivono attaccate a scogli o a corpi sommersi. Molto pregiate sono anche le cosiddette cozze pelose”, per via di quella loro peluria attaccata al guscio. Si riconoscono anche perché sono piuttosto piccoline (5 cm di lunghezza) e hanno l’interno della conchiglia color violaceo. Tutte le cozze devono avere, al momento della vendita, un marchio di identificazione e un’etichetta con la data di imballaggio e il termine minimo di conservazione. Devono essere racchiuse in una retina e non possono essere vendute singolarmente.

Come pulire le cozze

Una volta acquistate le cozze, verificate che siano tutte ben chiuse, con il guscio integro. Buttate quelle semi aperte, potrebbero essere avariate e causare intossicazioni. Se si tratta di cozze di allevamento, la fase della pulitura dovrebbe essere abbastanza veloce. Le cozze di scoglio, invece, presentano sulla superficie dei gusci dei parassiti che vanno levati con un coltellino. Eliminate poi il bisso, la barbetta che le tiene legate allo scoglio, e sciacquatele in acqua corrente, sfregandole con una spazzola di metallo. Ricordate che, una volta pulite, le cozze vanno consumate nel giro di 12 ore.

Come si prepara l’impepata di cozze

A questo punto mettete le vostre cozze pulite in una padella ampia, coprite con un coperchio e fatele aprire una per una a fuoco dolce. Dopo qualche minuto, verificate che siano tutte aperte, buttate quelle rimaste chiuse, travasatele tutte in un altro recipiente e filtrate il liquido che avranno rilasciato. In un’altra padella fate rosolare uno spicchio di aglio in poco olio e, quando sarà dorato, aggiungete le cozze con il loro liquido. Fate cuocere per pochi minuti e poi spegnete. Spolverate con abbondante pepe nero, aggiungete qualche fogliolina tritata di prezzemolo e servite la vostra impepata di cozze su crostoni di pane oliati e passati nel forno.

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