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Francesca Barra: Foodporn e la ricetta degli spaghetti aglio,olio e peperoncino

La Cucina Italiana

Ci sono ingredienti che non cucina?
«Non cucinerò mai l’insalata, le interiora, i volatili: non ce la faccio. In generale cucino solo ciò che mi piace mangiare, con eccezioni tipo la carne rossa, che ai miei figli piace. Per il resto non mi pongo limiti. Claudio (Santamaria, il marito di Francesca Barra, ndr) mi invita sempre a provare qualche corso di alta cucina, ma non è la mia preferita: io sono per i piatti da trattoria».

Come prende per la gola suo marito?
«Gli piacciono molto i miei dolci, e questo è bizzarro perché io i dolci li mangio solo con la ricotta e prima di incontrarlo non li facevo nemmeno tanto spesso. Poi ama molto i cibi attraenti, tipo la pasta fatta in casa, le paste al forno, o in crosta. A lui lascio carbonara, gricia, amatriciana e tutte le paste tipiche di Roma, la sua città».

Nel libro affronta anche il tema delle pratiche sessuali con il cibo, come lo “sploshing”, che consiste nel ricoprire o ricoprirsi di sostanze appiccicose come cioccolata o panna, citando diversi studi di esperti americani sul tema. Crede sia così diffuso anche in Italia?
«Certo, non è stato inventato nulla di nuovo. Se ne parla poco perché parlare di eros e sesso è sempre un tabù. Anche per questo ho deciso di scattare una foto di copertina liberatoria. Dovremmo imparare a fare i conti con il fatto che non c’è niente di cui vergognarsi, che siamo assolutamente liberi. Nel caso specifico dello sploshing credo che molti abbiano semplicemente paura di raccontarlo, e non lo fanno anche perché in Italia abbiamo un rapporto con il cibo differente: la nostra tradizione ci insegna che il cibo non è un gioco». 

Cosa vorrebbe sapere sul cibo che non sa ancora?
«Non saprei, perché ogni volta che ho una curiosità la soddisfo, motivo per cui io – per quanto riguarda il cibo – spesso organizzo viaggi che partono dall’esperienza gastronomica. Si capisce moltissimo di una cultura attraverso ciò che porta in tavola. Solo una volta ho avuto difficoltà: in Finlandia, a casa di Lapponi che mi hanno offerto uno stufato di renna. L’odore era fortissimo, io poi non mangio carne, ma cosa fai in questi casi?»

Lei cosa ha fatto?
«Ho scambiato il mio piatto con le persone che erano con me e avevano già finito di mangiare, ma ne volevano ancora».

Lasagna low carb? Sì. La ricetta perfetta da fare a casa

La Cucina Italiana

Sano è tutt’altro che sinonimo di triste. E questa lasagna low carb ne è la prova. Una lasagna a basso contenuto di carboidrati? Certo, non è affatto fantascienza, piuttosto il risultato di un goloso approccio alla Dieta a Zona, la dieta low carb e iperproteica che ruota intorno alla regola del 40-30-30.

Che cos’è la Dieta a Zona

La Dieta a Zona, o Metodo Alimentare Zona, è un regime alimentare che si basa sulla regola del “40 30 30”, ovvero su un preciso bilanciamento tra i macronutrienti, che prevede che, sia durante i pasti principali sia durante gli spuntini, il 40% delle calorie provenga dai carboidrati, il 30% dalle proteine e il 30% dai grassi. L’obiettivo? mantenere un preciso equilibrio ormonale e modulare la glicemia per favorire la salute, il controllo del peso e la riduzione dei livelli di infiammazione dell’organismo.

«Era il 2017 quando mi sono avvicinata al mondo della Dieta a Zona. Arrivavo da un periodo particolarmente stressante e grazie a questo regime alimentare sono tornata a stare bene» spiega Mariella Radici, proprietaria di 40 30 30 Healthy Kitchen a Milano, ristorante che propone piatti sani e bilanciati sulla regola del 40 30 30. «Quello che voglio trasmettere alla mia clientela è che anche nell’alimentazione c’è bisogno di un grande equilibrio, e mangiare sano non significa non mangiare bene, gustoso o poco colorato. Al contrario».

CAROLA CARERA

Ricerche frequenti:

Tiramisù World Cup 2023: definiti i giudici della competizione

La Cucina Italiana

Tiramisù è sinonimo di festa: ed è proprio l’atmosfera di una grande festa quella che si respire durante la TWC, la Tiramisù World Cup 2023, giunta alla sua settima edizione, che si svolgerà a Treviso da giovedì 5 a domenica 8 ottobre

I giudici della finale: La Cucina Italiana

A decidere quale tiramisù sarà il vincitore dell’edizione 2023, una giuria composta da esperti del settore, presieduta come l’anno scorso dalla testata La Cucina Italiana, media partner d’eccellenza. Di ritorno dal SDG Summit 2023 delle Nazioni Unite al Palazzo di Vetro di NYC, il direttore Maddalena Fossati Dondero sottolinea ancora una volta il valore della cucina italiana nel mondo, qui rappresentato dal Tiramisù quale dolce al cucchiaio italiano più amato all’estero:

«Dopo oltre tre anni di lavoro, nel 2023 siamo riusciti a portare la cucina italiana alla candidatura Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. Perché la cucina è di tutti noi, proprio come il tiramisù, che ci rappresenta in tutto il mondo. Raccontare questa gara così seguita e sempre più internazionale è parte del percorso»

Maddalena Fossati Dondero

Presidente di giuria la redattrice esperta Laura Forti, pronta a partire dalle cucine milanesi della redazione per la Finale di Treviso, che consegnerà il Premio Speciale LCI a uno dei tiramisù creativi, oltre che un abbonamento annuale omaggio alla rivista: 

Uno storico della Cucina

Fra i giudici, anche Alberto Grandi, docente di Storia dell’Alimentazione all’Università di Parma, autore di libri che trattano le origini antiche delle ricette italiane e co-autore con Daniele Soffiati di un podcast di successo (oltre 2 milioni di download) giunto alla terza stagione. Nel programma di appuntamenti “Tiramisù Extra”, Alberto Grandi presenterà il suo ultimo libro “Storia delle nostre paure alimentari” (Aboca, 2023) sabato 7 ottobre alle ore 17,00 presso Palazzo della Luce a Treviso. 

Un esperto di caffè

Nella grande orangerie che viene allestita in piazza dei Signori, a fare da giudice ci sarà anche James Hoffmann, imprenditore inglese, editore e youtuber (quasi 2 milioni di follower) del mondo del caffè dal 2003. Vincitore del World Barista Championship nel 2007, l’anno dopo ha co-fondato Square Mile Coffee Roasters, azienda pluripremiata di caffè con sede nell’East London. Inoltre, l’autore ha pubblicato due libri con Octopus Hachette: il libro del 2014 “The World Atlas of Coffee” è stato tradotto in dodici lingue; “How To Make The Best Coffee At Home” (2022) è stato uno dei dieci bestseller del Sunday Times. Negli scorsi mesi, Hoffmann e il suo staff avevano già incontrato la Tiramisù World Cup durante la loro venuta per assaggiare i migliori Tiramisù di Treviso. 

«Sono felice di partecipare alla TWC e sono incredibilmente entusiasta di assaggiare alcuni dei migliori tiramisù del mondo e di scoprire quanto possano essere buoni. Come amante del caffè, il Tiramisù è ovviamente uno dei miei dessert preferiti e sono sicuro che imparerò tantissimo strada facendo».

James Hoffmann

Altri giudici

Fra gli altri giudici già in lista per la finale: Manuel Gobbo (chef del ristorante “Le Beccherie”, dove è ufficialmente nato il tiramisù a Treviso), Giuseppe D’Avino (amministratore delegato Strega), Dania Sartorato (presidente Fipe e Confcommercio Unione provinciale Treviso).

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