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Cornbread muffin per il Giorno del Ringraziamento

La Cucina Italiana

Il cornbread è il pane di mais che si prepara negli Stati Uniti per il Giorno del Ringraziamento, che noi oggi vi proponiamo nella versione cornbread muffin, ovvero monoporzione. È un accompagnamento eccezionale per tanti piatti, soprattutto quando il condimento è particolarmente ricco, trattandosi di un pane alto e spugnoso che assorbe salse e sughetti. 

Come preparare i cornbread muffin

Mescolate in una ciotola 200 g di farina di mais, 1 cucchiaino di bicarbonato, 1 cucchiaino di sale e 3 cucchiai di zucchero e in un altro recipiente sbattete con una frusta a mano 200 ml di latte intero, 100 g di uova (senza guscio) e 50 g di burro fuso tiepido. Unite i due composti mescolando sempre con una frusta a mano per eliminare i grumi. Versate tutto in una teglia da muffin imburrata e infarinata e cuocete per 30 minuti a 180°. A qualcuno piace aggiungere nell’impasto anche dei chicchi di mais in scatola per sentirne la consistenza sotto i denti. Noi vi consigliamo di provare perché ne vale la pena. Se volete arricchirli ulteriormente potete farlo con delle verdure al vapore lasciate abbastanza croccanti. Delle cimette di broccoli, per esempio, starebbero particolarmente bene!

Stessa ricetta, stampi diversi

Vi abbiamo proposto i muffin di mais, ma con la stessa ricetta potete preparare uno straordinario pane in cassetta cuocendo il composto all’interno di uno stampo da plumcake. Se amate i dolci, invece, potete trasformare il cornbread in una torta aggiungendo un po’ di zucchero alla dose della ricetta base, un po’ di cannella e, perché no, anche noci e uvetta.

Come servire il cornbread

Il cornbraed va portato a tavola tagliato a cubetti oppure, come vi abbiamo suggerito noi, in monoporzioni. L’importante è che sia abbastanza alto e soffice così da poter raccogliere i condimenti più saporiti e gustosi. Conservatelo ben coperto e in un luogo asciutto per due giorni al massimo e consumatelo prima che si secchi troppo. Trattandosi del piatto tipico del Giorno del Ringraziamento, non mancheranno a tavola insieme a questo delizioso pane anche il famoso tacchino ripieno, le patate dolci, una zuppa di zucca o fagioli, il ripieno di pane e castagne e le torte classiche, pumpkin pie o pecan pie.

Se avete voglia di provare i cornbread muffin non vi resta che mettervi ai fornelli con la nostra ricetta alla mano. 

Date prima un’occhiata al nostro tutorial per scoprire qualche interessante variante

Cornbread muffin: golose varianti

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La Cucina Italiana

«Come ogni buona famiglia italiana, avevo mia nonna che stava in cucina soprattutto durante le festività, specie a Natale. Ho iniziato a cucinare da bambina con crostate e biscotti. Non ricordo a che età, ma sono certa che la prima cosa che ho cucinato è stata una crostata con la confettura. Poi piano piano, diventando grande, ho iniziato a cucinare di più, volevo imparare proprio anche altre pietanze, ho studiato su libri, siti e social, prima di Masterchef. Un anno prima della quarantena c’è stata una una full immersion per me, mi sono cimentata nel tentativo di fare il panettone, con il lievito madre, ci ho lavorato un anno. Poi ho iniziato a panificare, infine sono passata al “salato”.»

Quali sono i passi principali che ti hanno condotto ad essere un food influencer di successo?

«Mi dedico molto alla gestione dei social e alla creazione dei contenuti a cui tengo tantissimo, perché voglio che siano espressione di quello che sono. I passi per avere questo pubblico? Penso sia solo il fatto di non averci pensato su troppo, ma di avere scelto sempre una comunicazione diretta e spontanea. Sento che ho un potere in mano, di poter comunicare, e cerco di farlo al meglio.»

Che cosa ti rende unica, diversa da tutti gli altri?

«Non saprei, davvero. Cerco di essere sempre me stessa, così non posso sbagliare.»

Qual è la tua ricetta preferita?

«Impossibile rispondere! E poi in che senso, da cucinare? Da mangiare? Beh, da mangiare forse una ricetta di infanzia, per esempio le ciambelline al vino che faceva mia nonna.»

C’è un piatto o in ingrediente che non ti piace?

«Per ora no: come sapore tendenzialmente mi piace tutto, anche se sicuramente ci sono cose che non ho assaggiato. Fino a oggi, non esiste niente che non mi piaccia in assoluto. Poi ci sono cose che scelgo di non mangiare ma per altri motivi, non per il gusto (Irene predilige un’alimentazione basata sui vegetali, dei quali cerca di esaltare tutte le qualità, ndr).»

Dove ti vedi tra 5 anni?
«5 anni sono troppi, pensare così avanti, così a lungo termine mi genera un po’ di ansia. Diciamo 5 mesi? Mi vedo sempre alla ricerca di imparare qualcosa di nuovo, in ambito enogastronomico, certo. Anche se la cucina per me va a braccetto con la vita, quindi vorrei continuare con questo approccio alla vita, e soprattutto cercando di godermi questi momenti.»

Qual è il piatto che rappresenta meglio l’Italia, anche all’estero?

«Pizza e pasta: perché ogni regione ha le sue paste tipiche e il suo lievitato tipico: un dolce, un pane, una pizza…»

Le mode e le tendenze cambiano continuamente, ma secondo lei che cosa non tramonterà mai parlando di cucina italiana?

«Il sapore, il gusto e l’emozione.»

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