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50 ricette facili, golose e “risparmia energia” | La Cucina Italiana

50 ricette facili, golose e “risparmia energia”
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L’estate è alle porte, i costi della vita aumentano, ma la golosità non accenna a diminuire. Prepariamo dolci senza forno? Questa sì che è una semplice soluzione per far contenti i golosi e per non stressare i nostri portafogli già alle prese con spese in aumento del caro vita. E poi, quella piccola dose di zucchero regala subito un po’ di forza e di coccola in più – senza esagerare, ovviamente.

Quanti tipi di dolci senza forno!

Quanti tipi di dolci senza forno esistono? Una miriade, basta pensare al primo fra tutti, il re tiramisù, che noi vi proponiamo in tantissime versioni, a partire dalla ricetta originale di Le Beccherie Treviso, poi al tè matcha, orzo e cereali, estivo, agli agrumi e così via. Il caffè è un ottimo corroborante, quindi anche una torta fredda al caffè ci darà quella marcia in più. E le mousse vi piacciono? Tante le possibilità di rinfrescarsi con dolcezza, per questo abbiamo messo insieme una selezione di dolci senza forno per voi.

Insomma, l’estate sta per decollare e il caldo inizia a farsi sentire. Un comfort food fresco da consumare alla sera sul terrazzo o sul giardino o, più semplicemente, alla finestra guardando il cielo stellato e godendosi la brezza notturna, ci vuole proprio. Abbiamo fatto una lunga ricerca nel nostro grande archivio di ricette e ne abbiamo scovate 50 di dolci freddi perfetti da mangiare in compagnia; ma, perché no, anche da soli, davanti alla nostra serie tv preferita o riguardando un vecchio film cui siamo particolarmente affezionati. Forza, dunque, armiamoci di palette, fruste, frullatori, vaschette e tanta voglia di fare e prepariamo il nostro dolce senza forno preferito – e anche portafoglio e ambiente ringrazieranno!

Le nostre migliori 50 ricette di dolci senza forno

Pomodoro seccagno: il pomodoro siciliano che risparmia acqua

Pomodoro seccagno: il pomodoro siciliano che risparmia acqua

Nell’entroterra siciliano e sull’isola vulcanica di Salina esiste una varietà di pomodoro che agevola il risparmio idrico e salva tanta fatica in orto: il pomodoro seccagno. Coltivato da secoli in Sicilia, si trova principalmente in terreni aridi e caldi che subiscono delle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. L’isola di Salina non possiede fonti di acqua, obbligando le famiglie di agricoltori ad adattarsi alle condizioni, prediligendo la coltivazione di ortaggi antichi e tenaci, preservando così il patrimonio di biodiversità. 

Come coltivare i pomodori senza acqua?

Il pomodoro seccagno nasce in zone molto secche, luoghi in cui la pioggia scarseggia, soprattutto d’estate, il periodo in cui cresce e viene raccolto il pomodoro. Dopo aver disossato il terreno – preferibilmente sabbioso e argilloso – si piantano i pomodori, che necessiteranno l’annaffiamento solamente nei primi 3 giorni. Successivamente, il pomodoro seccagno bilancia la mancanza di acqua piovana assorbendo umidità dal terreno e dalle forti escursioni termiche, che rinfrescano le piante di notte. 

È importante seminare il pomodoro seccagno in una zona che riceve moltissimo sole ed è esposta al caldo. Si tratta di una varietà di pomodoro che si è adattata alla perfezione nel corso degli anni ai cambiamenti climatici che ha subito la Sicilia e ai periodi di forte siccità. In modo totalmente naturale e autonomo, il pomodoro seccagno prospera senza essere annaffiato; anzi, ne soffrirebbe. Si tratta di un’agricoltura totalmente biologica e senza pesticidi, grazie alla buccia particolarmente spessa del pomodoro, che è un repellente naturale per tutti gli insetti. 

Come si conserva il pomodoro seccagno?

Il pomodoro seccagno è una pianta dalle origini antichissime, per secoli una delle poche fonti di autosostentamento alimentare invernale degli abitanti dell’isola di Salina. Rispetto ad altri pomodori, il seccagno è prevalentemente coltivato per uso personale, poiché la resa finale non abbonda e il prodotto è molto rustico, dal sapore deciso e antico. 

L’associazione di Amici della Terra – Nebrodi svolge un importantissimo lavoro di didattica interattiva sull’isola di Salina, con lo scopo di divulgare e quindi preservare le antiche varietà e la biodiversità presente nel territorio, le ricette e le trasformazioni tipiche. «A seguito del raccolto, i pomodori vengono appesi sulle ninfe (appositi oggetti artigianali fatti di canne, ndr) sotto le tettoie e sulle terrazze delle case Eoliane, in modo che i pomodori non si tocchino tra di loro e grazie al vento si asciughino, perdendo acqua e maturando al punto giusto», racconta la presidente Maria D’Amico. 

Alcuni dei semi vengono preservati per l’anno successivo, mentre il resto del raccolto viene immerso in salamoia e poi sigillato in barattoli di vetro, seccato al sole oppure lasciato sulle ninfe fino alla primavera successiva e consumato fresco. A oggi ci sono poche persone che conoscono, coltivano e consumano il pomodoro seccagno, rendendo ancora più significativo il lavoro di narrazione e divulgazione da parte di associazioni, ristoranti e produttori. Il pomodoro seccagno di Salina significa cultura, tradizione e innovazione

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