Pomodoro seccagno: il pomodoro siciliano che risparmia acqua

Pomodoro seccagno: il pomodoro siciliano che risparmia acqua

Nell’entroterra siciliano e sull’isola vulcanica di Salina esiste una varietà di pomodoro che agevola il risparmio idrico e salva tanta fatica in orto: il pomodoro seccagno. Coltivato da secoli in Sicilia, si trova principalmente in terreni aridi e caldi che subiscono delle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. L’isola di Salina non possiede fonti di acqua, obbligando le famiglie di agricoltori ad adattarsi alle condizioni, prediligendo la coltivazione di ortaggi antichi e tenaci, preservando così il patrimonio di biodiversità. 

Come coltivare i pomodori senza acqua?

Il pomodoro seccagno nasce in zone molto secche, luoghi in cui la pioggia scarseggia, soprattutto d’estate, il periodo in cui cresce e viene raccolto il pomodoro. Dopo aver disossato il terreno – preferibilmente sabbioso e argilloso – si piantano i pomodori, che necessiteranno l’annaffiamento solamente nei primi 3 giorni. Successivamente, il pomodoro seccagno bilancia la mancanza di acqua piovana assorbendo umidità dal terreno e dalle forti escursioni termiche, che rinfrescano le piante di notte. 

È importante seminare il pomodoro seccagno in una zona che riceve moltissimo sole ed è esposta al caldo. Si tratta di una varietà di pomodoro che si è adattata alla perfezione nel corso degli anni ai cambiamenti climatici che ha subito la Sicilia e ai periodi di forte siccità. In modo totalmente naturale e autonomo, il pomodoro seccagno prospera senza essere annaffiato; anzi, ne soffrirebbe. Si tratta di un’agricoltura totalmente biologica e senza pesticidi, grazie alla buccia particolarmente spessa del pomodoro, che è un repellente naturale per tutti gli insetti. 

Come si conserva il pomodoro seccagno?

Il pomodoro seccagno è una pianta dalle origini antichissime, per secoli una delle poche fonti di autosostentamento alimentare invernale degli abitanti dell’isola di Salina. Rispetto ad altri pomodori, il seccagno è prevalentemente coltivato per uso personale, poiché la resa finale non abbonda e il prodotto è molto rustico, dal sapore deciso e antico. 

L’associazione di Amici della Terra – Nebrodi svolge un importantissimo lavoro di didattica interattiva sull’isola di Salina, con lo scopo di divulgare e quindi preservare le antiche varietà e la biodiversità presente nel territorio, le ricette e le trasformazioni tipiche. «A seguito del raccolto, i pomodori vengono appesi sulle ninfe (appositi oggetti artigianali fatti di canne, ndr) sotto le tettoie e sulle terrazze delle case Eoliane, in modo che i pomodori non si tocchino tra di loro e grazie al vento si asciughino, perdendo acqua e maturando al punto giusto», racconta la presidente Maria D’Amico. 

Alcuni dei semi vengono preservati per l’anno successivo, mentre il resto del raccolto viene immerso in salamoia e poi sigillato in barattoli di vetro, seccato al sole oppure lasciato sulle ninfe fino alla primavera successiva e consumato fresco. A oggi ci sono poche persone che conoscono, coltivano e consumano il pomodoro seccagno, rendendo ancora più significativo il lavoro di narrazione e divulgazione da parte di associazioni, ristoranti e produttori. Il pomodoro seccagno di Salina significa cultura, tradizione e innovazione

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