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Sul lago d’Orta: alta cucina, relax ed escursioni

Sul lago d'Orta: alta cucina, relax ed escursioni

Una romantica fuga al lago che diventa una scoperta enogastronomica del territorio

Da sempre gli italiani, per le vacanze, preferiscono il mare o la montagna, non considerando i laghi come meta per le escursioni.
In Piemonte c’è una piccola perla, che molti ci invidiano, il lago d’Orta. A poco più di un’ora di auto da Milano e Torino, meta preferita più dai turisti stranieri (francesi e svizzeri in testa) che da quelli nostrani. Svizzeri e tedeschi qui hanno acquistato molte delle belle ville che vediamo sulle sponde del lago, seconde case con vista su uno degli specchi d’acqua più romantici del mondo, con al centro l’isola di San Giulio.

Pella

Se Orta San Giulio è la cittadina più famosa e conosciuta, la più vivace è Pella con il suo borgo, che regala momenti di vera tranquillità: il canto degli uccellini all’alba, la vista delle barche a vela che veleggiano pacifiche nella sponda più tranquilla e silenziosa del lago, quella a ovest.
A Pella troviamo un piccolo hotel che è una vera bomboniera, premiato nel 2019 da Condé Nast Johansens come Best WaterSide Hotel 2020, Casa Fantini: solo 11 camere, un mix di oggetti d’epoca e high tech, un giardino rigoglioso e una piscina con cascata fanno di casa Fantini la meta perfetta per un soggiorno all’insegna del relax, del benessere e dell’alta cucina.

Il resident chef Paolo Bullone, vercellese di origine, nasce in una famiglia di agricoltori: sia la nonna che la bisnonna allevavano animali da cortile e gestivano l’orto. Lo chef è cresciuto con l’idea della materia prima, della cura e della qualità in ogni prodotto. La naturalezza che ha segnato la sua cucina, qualcosa che non ha dovuto imparare, ma che è nel suo Dna.
È una persona molto curiosa, ama andare alla ricerca delle eccellenze, assaggia sempre un prodotto prima di proporlo, ama il confronto con i colleghi. Per questa ragione, durante i periodi di chiusura del ristorante, viaggia alla ricerca di tecniche e piatti sempre nuovi e nuovi stimoli.

Tecnica, conoscenza della materia prima e profondo studio della tradizione sono i segreti di Paolo Bullone.
Anche se lui preferisce pensare alla cucina – e al ristorante – di Casa Fantini come a un esclusivo angolo cocoon, dove gli ospiti devono sentirsi prima di tutto a proprio agio, come a casa. Molto spesso i menu e i piatti vengono creati seguendo le esigenze dei clienti, assecondando i loro gusti. Un servizio tailor made a tutti gli effetti. Questo accade anche per il menu degustazione di 7 portate. È possibile pranzare o cenare alla carta, nella grande lounge situata al piano terra della struttura, oppure a bordo piscina o accanto al giardino.

Sul sito di Casa Fantini sono elencate le offerte e alcuni speciali pacchetti soggiorno, adattabili alle proprie esigenze.

Le escursioni

Visita all’Isola di San Giulio e alla basilica, che contiene affreschi e opere d’arte di diverse epoche. Da non perdere l’antichissimo Ambone romanico (pulpito per la proclamazione del Vangelo, secolo XII) uno dei pochi, in tutto il mondo, a essere rimasto integro; per questo è oggetto di ricerca per moltissimi studiosi che arrivando sull’isola da ogni parte del globo.

Una passeggiata lungo tutta l’isola vi permetterà di ammirare le sponde del lago da una differente angolatura.
L’isola è abitata, durante l’anno, dalle Suore del Convento Isola di San Giulio e da due persone che risiedono qui. Nei mesi estivi si popola di turisti e dei proprietari delle ville.
In una delle ville dell’isola di San Giulio hanno girato, nel 2016, il film “La corrispondenza” di Giuseppe Tornatore, con Jeremy Irons tra i protagonisti.

I prodotti monastici del Monastero di Germagno (VB), costruzione situata sulle pendici del monte Massone e che si sporge come un balcone naturale sul lago d’Orta. Qui producono miele, confetture, marmellate e alcuni alcolici, tutti fatti a mano dai monaci.
I monaci hanno recuperato e bonificato antichi terrazzamenti, dove coltivano frutti di sottobosco e frutta.
Per contattare il Monastero: monastero@monasterogermagno.it

Vini

Boca D.o.c
È la zona viticola più a nord-est e più alta del Piemonte (420-520 m).
Si trova in provincia di Novara, tra la Valsesia e il lago d’Orta.
Per scoprire questo raro vino e il suo terroir, prenotate una visita in cantina con degustazione.
Tra i produttori: Silvia Barbaglia, Cantine del Castello e Le Piane, che propongono ottimi prodotti sul territorio, Boca Doc ma non solo.

» Scendiletto alle ciliegie – Ricetta Scendiletto alle ciliegie di Misya

Misya.info

Innanzitutto preparate la frolla: mettete tutti gli ingredienti (farina, burro, zucchero, uovo, tuorlo, sale e buccia di limone) in una ciotola e impastate velocemente fino ad ottenere un panetto omogeneo, quindi copritelo con pellicola trasparente e fatelo riposare in frigo per almeno 30 minuti.

Nel frattempo iniziate a preparare il ripieno: lavate le ciliegie, denocciolatele, quindi cuocetele in padella antiaderente con lo zucchero: quando inizieranno a rilasciare il loro succo, aggiungete la maizena, amalgamate bene e cuocete finché il sughetto non si sarà ristretto.

Lasciate raffreddare completamente le ciliegie, quindi unite la marmellata e la farina di mandorle e amalgamate.

A questo punto componete il dolce: riprendete la frolla, dividetela circa a metà (cercate di fare un pezzo leggermente più grande dell’altro) e stendete entrambi i pezzi in sfoglie sottili.
Usate la sfoglia più grande per rivestire fondo e bordi dello stampo (coperto di carta forno).
Riempite con la farcia di ciliegie, quindi coprite con la seconda sfoglia e sigillate bene i bordi.

Cuocete per circa 35 minuti in forno ventilato preriscaldato a 180°C.

Lo scendiletto alle ciliegie è pronto: fatelo almeno intiepidire, decorate con zucchero a velo e servite.

Ricerche frequenti:

Cibo dell’anima, tra riso e opere d’arte

Cibo dell'anima, tra riso e opere d'arte

Pane o riso? Qual è l’alimento che rappresenta il Nutrimento per antonomasia? Per Bottura è il pane, per Carlo Benvenuto, artista, è il riso. Ecco la ricetta che ci ha regalato

Nel numero di luglio abbiamo parlato con Carlo Benvenuto del suo Pane Metafisico, l’opera che realizzò nel 2015 per il Refettorio Ambrosiano. Con quell’immagine l’artista volle esprimere un’idea molto universale, per un’opera che doveva ornare la parete di un refettorio, con tutti i riferimenti – sacri e profani – che l’operazione conteneva.

Durante la lavorazione del numero di luglio, proprio in occasione del racconto che trovate a pag. 90, Massimo Bottura ha chiesto a Benvenuto quale fosse la sua ricetta di “nutrimento universale”: volevamo affiancare all’immagine della sua opera d’arte, la ricetta di un suo pane preferito. Benvenuto, però, rispose con un riso in Cagnone un po’ rivisitato. “Certo, riconosco che il pane è un simbolo più condiviso, ma di fronte a una domanda del genere, ho voluto essere fedele a una mia storia famigliare”, ci ha spiegato l’artista. “Per noi il pane è sempre stato un alimento di servizio, mentre il riso è ciò che più mi riporta ai valori della condivisione e del nutrimento”.

Ecco la ricetta che ci ha inviato, nella quale “la semplicità del riso all’inglese viene resa unica e speciale dal burro che per una parte viene insaporito dalla salvia e l’altra viene lasciato crudo come nella mantecatura del risotto, completano il parmigiano e un fondo di pollo arrosto che restituisce in concentrazione la ricchezza e la sapidità, che nei risotti tradizionali, è data dal brodo”.

Il nostro consiglio? Preparate per secondo il pollo arrosto, così avrete un menù intero, da completare con un’insalata e un dolce (ne trovate sul nostro numero in edicola). E potrete preparare il fondo per insaporire il riso.

Riso al doppio burro del Lago Maggiore

Ingredienti per 4 persone

320 g di riso da risotto
80 g di burro
6-8 foglie di salvia
abbondante parmigiano grattugiato
sale – fondo del pollo arrosto

Procedimento

Lessate il riso in abbondante acqua salata. In una casseruola sciogliete la metà del burro facendo rosolare la salvia. Una volta rosolata spegnete la fiamma. Tenete da parte un paio di mestoli d’acqua di cottura del riso, aggiungetene un po’ al burro e mescolate. Riservate le foglie di salvia. Quando il riso è cotto ma ancora molto al dente versatelo nella casseruola, dove c’è il burro con la salvia, sotto la quale avrete riacceso il fuoco. Mescolate e aggiungete l’acqua di cottura fino a completare la cottura. Spegnete il fuoco e mantecate con il burro freddo rimasto e il parmigiano.

Per il fondo di pollo

Prendete la teglia dove avete preparato il pollo arrosto, deglassatela sulla fiamma con poca acqua bollente, versate il sugo in una salsiera filtrandola con una chinoise o colino a cono.

Per servire

Riscaldate i piatti (passateli sotto l’acqua bollente, poi asciugateli). Adagiate il riso nei piatti e aggiungete le foglie di salvia. Irrorate con il fondo di pollo o servite il sughetto a parte.

Carlo Benvenuto in mostra al Mart

Chi volesse scoprire di più su Carlo Benvenuto, può farlo visitando la mostra “Carlo Benvenuto. L’originale”, che ha inaugurato la riapertura del Mart dopo il lockdown. Una ripartenza che espone circa 60 opere dell’artista, realizzate dagli anni Novanta a oggi, messe in dialogo con tre capolavori di De Chirico, Morandi e Guttuso, provenienti dalle collezioni del Mart. Nelle opere esposte si ritrova quella metafisica del quotidiano che caratterizza anche il Pane metafisico del Refettorio Ambrosiano: in esse, oggetti della vita di tutti i giorni sono ritratti con grande fedeltà ma, sorprendentemente, risultano quasi astratti, universali.

Dal 26 giugno al 18 ottobre 2020
info e prevendite: info@mart.trento.it , www.mart.trento.it

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