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Panuozzo di Gragnano, il goloso panino della tradizione campana

Panuozzo di Gragnano, il goloso panino della tradizione campana

Il panuozzo di Gragnano è un panino tipico campano, caratterizzato dall’impasto della pizza, una farcitura ricca e una sorprendente lunghezza di 30 centimetri  

Quando si pensa alla Campania e alle sue specialità gastronomiche il pensiero va subito alla pizza napoletana, regina incontrastata dei piatti partenopei. Tra i tanti degni eredi della pizza classica, fatti con lo stesso impasto ma contraddistinti da forme e condimenti diversi, ce n’è uno davvero speciale, ovvero il panuozzo di Gragnano. Questa sorta di pizza-panino, simile al saltimbocca ma dalle dimensioni molto più grandi, il panuozzo è un prodotto tipico del comune di Gragnano (Napoli) dove è stato inventato agli inizi degli anni 80 nella storica Pizzeria Mascolo.

La storia del mitico “panino-pizza” di Gragnano

Sebbene la ricetta di questo panino, lunghissimo, soffice e goloso, sia stata imitata e replicata in molte pizzerie della Campania e perfino in altre zone d’Italia, il vero panuozzo, come abbiamo visto, è quello della Pizzeria Mascolo. La sua invenzione risale al 1982, anno in cui il pizzaiolo Giuseppe Mascolo ebbe l’intuizione di dare vita a questa originale alternativa alla pizza. Poi, di lì a poco, migliorata e brevettata. L’impasto della pizza viene modellato a forma di panino della lunghezza è di circa 25-30 centimetri, infornato per mezz’ora, poi riempito con un’abbondante farcia e infornato nuovamente per qualche minuto. Il risultato è un panino dall’impasto soffice e leggero e dal ripieno ricco, filante e irresistibile. Il panuozzo, una volta pronto, viene servito ai tavoli, tagliato eventualmente in due o quattro parti su richiesta, oppure ordinato per il take away, in versione street food. A rendere speciale il panino, però, non sono solo il formato e il procedimento di preparazione, ma anche e soprattutto gli ingredienti utilizzati, tutti locali e di primissima qualità.

Solo prodotti freschi, locali e genuini per il panuozzo autentico

Va detto innanzitutto che i gusti disponibili presso la Pizzeria Mascolo sono tanti e tutti personalizzabili. Fra i più amati ci sono quello “storico” con pancetta e mozzarella, ma anche quello classico con prosciutto e mozzarella, quello intramontabile con salsiccia e friarielli e il “Tommaso”, uno dei più gettonati, riempito con mozzarella, pancetta, funghi champignon e salsa piccante.

Quasi tutti i prodotti utilizzati sono eccellenze DOP e IGP dei Monti Lattari, e in particolare gli affettati, i latticini e le verdure. Fra gli altri ingredienti tipici e di qualità impiegati troviamo anche le farine per l’impasto e la nota acqua della falda acquifera locale, utilizzata pure per la produzione della pasta di Gragnano IGP.

Insomma, se volete provare una sfiziosa ed economica alternativa alla pizza, che abbia anche il pregio di essere una ricetta regionale di ottima qualità, il panuozzo di questa mitica pizzeria a gestione familiare potrebbe davvero fare al caso vostro.

Foto: Panuozzo di Gragnano Wikipedia.

#OggiDelivery: orecchia d’elefante – La Cucina Italiana

#OggiDelivery: orecchia d'elefante - La Cucina Italiana

Oltre 50 anni di storia, 3 stelle Michielin e assoluta attenzione per le materie prime. Ecco l’orecchia di elefante del Ristorante Da Vittorio da gustare anche a casa #oggidelivery

L’eccellenza del Ristorante Da Vittorio arriva anche a casa grazie al primo servizio a domicilio tristellato d’Italia. Il delivery della famiglia Cerea si chiama Da Vittorio at Home: sono previsti tre menu diversi (carne, pesce e vegetariano), composti da 4 portate ciascuno e completati da amenities dolci e salate e cestino del pane. Non manca la wine list, con la quale completare la propria esperienza di gusto. Ogni settimana inoltre c’è un menu speciale da provare.

Accanto a Da Vittorio at Home, il delivery si arricchisce due altri format: “I Must“, ovvero i grandi cavalli di battaglia sempre in menu, come l’orecchia d’elefante, e Da Vittorio Selection, dove è possibile acquistare un’icona assoluta come i Paccheri alla Vittorio, un’esplosione di gusti mediterranei a base di pomodoro e parmigiano.

#OggiDelivery: orecchia d’elefante Da Vittorio

L’orecchia di elefante viene preparata con una costoletta di vitello piemontese, impanata prima nell’uovo e poi nella mollica di pane mischiata alla sbriciolata di grissini torinesi, e cotta nel burro chiarificato. Come accompagnamento, patate al forno e pomodorini di Pachino appena scottati con aglio e timo.

Consigli per l’abbinamento vino? Per i paccheri, Corte del Lupo 2016 Curtefranca Ca’ del Bosco; per l’orecchia d’elefante – Bolgheri Le Serre Nuove 2017 Tenute dell’Ornellaia.

È così che Chicco e Bobo Cerea, executive chef di Da Vittorio, riescono a rimanere vicini a chi ama la loro cucina: «con Da Vittorio at Home abbiamo cercato di restare vicini ai nostri clienti. Abbiamo cercato di intercettare le loro richieste e i loro desideri con la volontà di mantenere vivo il legame profondo che ci unisce a loro. E questo aspetto è stato molto apprezzato».

 

 

La natura del Monte Bianco non si ferma, riapre il Giardino Botanico Saussurea

La natura del Monte Bianco non si ferma, riapre il Giardino Botanico Saussurea

Il Giardino Botanico Alpino Saussurea, una meraviglia delle Alpi che ospita 900 esemplari di vita alpina, riapre nell’estate 2020

La natura non si ferma e con lo sciogliersi della candida neve, scopre rocce, piante e una vegetazione fiorente. È allora che il Giardino Botanico Saussurea si risveglia. L’incantesimo è per gli occhi di chi lo desidera. Di chi lo cerca. Di chi lo ha atteso per togliersi il torpore e la paura di questi mesi in cui tutto si è fermato.

Giardino Botanico Saussurea

Completamente immersi nella natura, vi sentirete finalmente liberi, travolti dall’immenso, in contemplazione di spazi infiniti e infinitamente belli. Il Giardino Botanico Saussurea vi accoglierà nel proprio grembo che ciclicamente si rinnova, ed insieme a voi riscriverà la possibilità di continuare il cammino verso la cima, forti degli ostacoli passati.

Il giardino è stato voluto da Laurent Ferretti, e prende il nome dalla Saussurea alpina, a sua volta chiamata così in onore di Horace Benedict de Saussure, lo studioso svizzero che nel 1786 promosse la prima ascesa al Monte Bianco. Aperto nel 1987, il giardino non ha mai smesso di arricchire la propria struttura e di proporre nuove iniziative.

Il giardino accoglie 900 specie differenti di piante alpine ed è diviso in due zone. La prima ospita le aiuole sistemate a roccere, suddivise per area geografica. Osserviamo la flora montana di regioni esotiche come il Nord America, la Nuova Zelanda e l’Himalaya. Nella seconda zona del giardino, invece, sono stati ricreati alcuni ambienti vegetali tipici delle Alpi, fra cui ad esempio il macereto, che è l’area caratterizzata dal continuo apporto di detriti mobili, ovvero rocce di diverse dimensioni che cadono dalla parte più alta della montagna. La valletta nivale è un altro ambiente caratteristico, si tratta, come dice il nome, di valli coperte dalla neve per la maggior parte dell’anno, che restano poi impregnate di umidità nei pochi mesi in cui sono libere dalla neve. Un terzo esempio di mini-ecosistema alpino è l’alneto. Tipicamente popolato dall’ontano verde (Alnus viridis), si trova di solito in corrispondenza di ambienti umidi, come i pendii franosi esposti a nord, oppure presso i corsi d’acqua.

Lavori di rinnovamento e attività

Nel corso del 2019, grazie ad un programma europeo di cooperazione interregionale tra Italia e Francia, la Fondazione Saussurea ha condotto dei lavori di rinnovamento che si sono conclusi appena prima delle nevicate autunnali e che saranno saranno visibili nell’estate del 2020, allo scioglimento delle nevi (possibilmente dal 20 Giugno al 20 Settembre). Durante questi lavori è stato realizzato un nuovo percorso di approfondimento dedicato al alcune macro-aree: la montagna, i ghiacciai, i vertebrati, gli invertebrati, i licheni. Sono zone interattive dove poter utilizzare binocoli, lenti d’ingrandimento oppure lasciare memorie di scrittura. Un dialogo vivace, dinamico ed anch’esso fautore di storie, ricordi, segni.

Al percorso all’aperto segue un momento informativo all’interno dell’accogliente chalet. Un nuovissimo schermo touchscreen interattivo, ricco di immagini e di informazioni porterà gli irriducibili amanti della tecnologia a compiere un esplorazione ipertestuale del giardino.

Il Giardino Botanico Saussurea organizza per i visitatori una ricca serie di attività, fra le quali merita una menzione particolare il percorso di Trekking Foto-Botanico. Il fotografo Enzo Massa Micon vi guiderà nella scoperta di prospettive insospettate di petali e foglie sullo sfondo impareggiabile del Monte Bianco. Le meraviglie della botanica si riveleranno insieme ai segreti della tecnica fotografica. Potrete partecipare con una macchina fotografica professionale, oppure semplicemente con lo smartphone.

L’aria pura e la distanza dal mondo ordinario sono un invito naturale alla meditazione. Giovanna Cucchieri condurrà nel giardino delle lezioni di Natural Yoga. A piedi nudi nell’erba, i partecipanti saranno invitati ad eseguire esercizi semplici, statici e dinamici, incentrati su respiro e movimento.

Alcune piante della montagna hanno assunto nel tempo un valore altamente simbolico. Fra queste un ruolo speciale riveste la stella alpina, protagonista di molte leggende di montagna e metafora di un amore puro ed incondizionato. Il suo ruolo di regina della montagna è l’occasione per una rappresentazione teatrale in alta quota.

Il giardino ha pensato anche ai più piccoli, organizzando una serie di esperienze coinvolgenti destinate ai bambini, che potranno portare con sé un ricordo magico di questo luogo.

Sospeso in un incanto fra la valle e il cielo, il Giardino Botanico Saussurea vi aspetta nella sua anima rinnovata. In un contesto unico, capace di trasfigurare ogni esperienza in un sogno da ricordare. In un’atmosfera di riflessione, che ci aiuti a trovare il senso del nostro partecipare al divenire incessante del sistema-mondo.

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