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Vino al ristorante: come sceglierlo e fare bella figura

La Cucina Italiana

Alberto Piras Sommelier de Il Luogo di Aimo e Nadia di Milano.

Come orientarsi nella scelta del vino in carta?

Ci sono diverse vie nell’orientamento del vino in carta, la prima è sicuramente cercare qualcosa che possa abbinarsi bene al menù scelto, seguendo magari abbinamenti “standard” se non si è molto esperti oppure scegliendo vini reputati passepartout (esempio andate sul sicuro con le bollicine metodo classico o rossi leggeri che si possono abbinare sia a piatti di carne sia di pesce).

La seconda via può essere quella di scegliere qualcosa che sappiamo già che ci piace, nel senso che a volte il gusto personale prevale su quello che è l’abbinamento cibo-vino; così facendo saremo sicuri di essere soddisfatti della nostra scelta nonostante in questo caso l’abbinamento potrebbe esserne penalizzato.

L’ultima via, ma solo in ordine di scrittura, è quella di affidarsi a un professionista che possa aiutarci nella scelta. Chiedete consiglio al sommelier del ristorante, senza alcun imbarazzo. Sicuramente saprà consigliarvi il giusto vino.

Meglio rimanere sui vini locali?

Non per forza, è bene rimanere su vini locali se si mangiano a loro volta pietanze locali.

Qual è il prezzo medio di una buona bottiglia?

Discorso sempre molto complicato e complesso quello dei prezzi in quanto ogni ristorante applica il ricarico che ritiene opportuno secondo le proprie politiche.

i consigli di vino del miglior sommelier | La Cucina Italiana

i consigli di vino del miglior sommelier
| La Cucina Italiana

Eros Teboni. L’enoteca di famiglia al Brennero come trampolino di lancio verso i riconoscimenti importanti e le attività di consulenza in molti Paesi europei, un amore per il vino trasmesso dal padre e l’incontro con le etichette più iconiche, degustate insieme con i grandi critici, amici dei genitori. Poco più che trentenne, Eros Teboni ha una visione aggiornata del mondo del vino ed è la persona giusta per rispondere alle nostre domande.

Qual è attualmente l’interesse dei giovani nei confronti del vino in Italia? Ci sono differenze
con altri Paesi del mondo?
«Ritengo che nel nostro Paese l’interesse che i ragazzi dimostrano per il vino sia molto alto. Collaboro con una trentina di importatori e conosco bene anche il mercato europeo; mi sono accorto che i giovani amano informarsi, leggono molto e sono spesso privi di pregiudizi, vogliono sperimentare in prima persona e sono curiosi di conoscere gusti e tendenze nuove. Credo che per loro sia importante essere molto concreti; per questo trovo stimolante coinvolgerli e farli appassionare al vino, aiutandoli soprattutto a scoprire e a capire qual è il loro gusto personale. Chi mi segue o ha partecipato a una mia degustazione sa quanto per me sia fondamentale, una volta che si individua un elemento che ci piace di un vino, andarlo ad approfondire, studiando e assaggiando molto, in modo da aprire la propria visione, senza chiudersi in una dimensione stereotipata. Curiosità e apertura mentale sono due parole chiave per chi vuole entrare in questo mondo».

E quale aspetto li affascina di più?
«Tutto ciò che è legato alla convivialità e all’incontro. Degustare insieme un calice di vino è un momento di condivisione e non c’è occasione migliore per capire che cosa c’è nel calice di quando si apre una bottiglia in compagnia. Credo fermamente che bere anche il miglior vino da soli non restituisca nemmeno la metà di quello che si può invece cogliere degustandolo insieme ad altre persone, parlando, confrontandosi, capendo e apprezzando la diversità di gusti e preferenze, ma anche scoprendo le caratteristiche che accomunano un vino a un altro».

Quali sono i loro vini preferiti?
«Dalla mia esperienza penso che oggi i giovani prediligano vini leggermente aromatici in cui acidità e tannini non sono troppo spiccati; vini in cui emerge con chiarezza e con una certa immediatezza la varietà. Poi, nel momento in cui il palato si affina, puntano su vini via via più complessi, imparando a individuare e ad apprezzare le molteplici sfaccettature che compongono un assaggio».

Eros Teboni: biografia

Eros Teboni è nato in Alto Adige nel 1990, si appassiona al vino grazie all’attività dei genitori. Nel 2011 si diploma sommelier e comincia a lavorare in hotel e ristoranti di alto livello all’estero. Nel 2018 conquista il titolo di Sommelier Campione del Mondo e nel 2021 quello di Miglior Sommelier d’Italia. Oggi è impegnato in consulenze in tutta Europa e nell’organizzazione di eventi ed educational.

A tavola con i migliori sommelier d’Italia

A tavola con i migliori sommelier d'Italia

Cibo, amore e fantasia. E ovviamente vino. Ecco spiegata anche la presenza di Giani, Zappile, Brancaleoni, Romano e gli altri (inclusa la sottoscritta) invitati non solo per celebrare il decimo anniversario dell’azienda, ma anche per una verticale di Barolo Ravera, guidata dal giornalista di wine a livello internazionale Gianni Fabrizio. Il vino in questione è ottenuto da una delle zone più vocate nelle Langhe, seppur meno conosciute, Ravera appunto: nei calici le annate 2012, 2013, 2015, 2016, 2017 e la preview del 2018 (in uscita l’anno prossimo). «Il Ravera è stato il primo cru che abbiamo acquistato e ha sempre rappresentato la nostra asticella di riferimento, la nostra sfida al territorio», ha raccontato il direttore commerciale Daniele Gaia

Filari di Nebbiolo.

RobiFortunato

E, a distanza di dieci anni, si tirano le somme ma si guarda avanti: come l’acquisto di un ettaro a Cerretta, nel Comune di Serralunga d’Alba, un investimento portato avanti con l’intento di implementare ulteriormente la gamma dei Barolo con un nuovo cru. «In soli dieci anni siamo riusciti a fare il lavoro che in genere si riesce a fare nel corso di diverse generazioni», ha commentato Lekes, affiancato dall’inseparabile direttore generale Daniele Scaglia, coadiuvato – non in ultimo – dall’enologo Gabriele Adriano. Un lavoro di squadra che si racconta nei calici e che si celebra anche a tavola. 

Protagonista indiscusso il Barolo. E che sia un vino tra i più richiesti e pagati, lo confermano gli head sommelier dei più celebri ristoranti italiani. Ecco cosa ci hanno raccontato…

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