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Massimo Bottura: la sua cucina stellata in 10 piatti iconici

Massimo Bottura: la sua cucina stellata in 10 piatti iconici

Lo chef italiano più celebrato nel mondo, Massimo Bottura, compie 60 anni il 30 settembre: sei decadi intense dal punto di vista culinario e non solo che noi celebriamo ripercorrendo la sua luminosa carriera fino ad una rassegna dei suoi 10 piatti iconici – e non solo.

La carriera di uno cuoco stellare

È il 1995 quando apre l’Osteria Francescana a Modena: tre stelle Michelin, è stato nominato numero 1 nella classifica The World’s 50 Best Restaurants nel 2016 e per la seconda volta nel 2018.

Il percorso di Massimo Bottura inizia nel 1986 con l’acquisizione della Trattoria del Campazzo, appena fuori Modena. Lavorando al fianco della rezdora Lidia Cristoni e, successivamente, con lo chef francese Georges Coigny, Bottura consolida le proprie basi culinarie su una combinazione di cucina regionale italiana e formazione francese classica. Nel 1994 Bottura vende la Trattoria del Campazzo per partire alla volta di Montecarlo e lavorare con Alain Ducasse al Louis XV. Questa esperienza, riconosciuta come una delle più preziose dallo chef stesso, lo spinge ad aprire l’Osteria Francescana un anno dopo nella sua città natale, Modena. Una seconda esperienza dello stesso spessore arriva durante l’estate 2000, quando Bottura lavora al fianco di Ferran Adrià a El Bulli.

La sua firma? Una cucina che concilia tradizione e innovazione. I suoi piatti esplorano le profonde radici della cucina italiana facendo riferimento a storia, arte e filosofia. Nel 2002 Bottura riceve la sua prima stella Michelin, seguita dalla seconda nel 2006. Tra i numerosi riconoscimenti riceve nel 2011 il prestigioso Grand Prix de l’Art dalla International Culinary Academy di Parigi e la terza stella Michelin, conferma dell’ambizione di una vita. L’Osteria Francescana si attesta inoltre in cima alle classifiche delle guide gastronomiche italiane negli ultimi cinque anni.

Autore di 5 libri, Never Trust a Skinny Italian Chef è il titolo del primo, scritto in lingua inglese e pubblicato da Phaidon Press nel 2014, e successivamente in italiano da Ippocampo con il titolo Vieni in Italia con me. Il libro documenta vent’anni di cucina e l’evoluzione dell’Osteria Francescana con immagini, storytelling e ricette che meglio rappresentano lo Massimo Bottura.

Cibo per l’anima: il progetto Food for Soul

Durante ExpoMilano 2015, Massimo Bottura crea un progetto parallelo chiamato Refettorio Ambrosiano, al fine di affrontare i problemi della fame e dello spreco alimentare come due facce della stessa medaglia. Dalla nascita del progetto, più di sessanta chef da tutto il mondo si sono avvicendati nella cucina del Refettorio per preparare pasti nutrienti e salutari destinati ai bisognosi. Come conseguenza del successo di questo progetto, Massimo Bottura e sua moglie Lara Gilmore fondano nel 2016 l’associazione non profit Food for Soul, da cui nascono in seguito progetti gemelli: il Refettorio Gastromotiva a Rio de Janeiro, il Refettorio Felix a Londra, il Refettorio Paris e il Refettorio Ghirlandina a Modena, il Refettorio Antoniano a Bologna e il Refettorio Made in Cloister a Napoli. Nonostante la situazione dovuta alla pandemia del 2020 e 2021, Food for Soul continua a lavorare a nuovi progetti per supportare le comunità locali e combattere lo spreco alimentare. I Refettori Mérida e Lima vengono aperti proprio nel 2020, insieme ai Refettori di Harlem a New York e San Francisco in California, mentre nel 2021 è la volta del Refettorio OzHarvest a Sidney e del Refettorio Geneva in Svizzera. Intanto, altri progetti sono in cantiere.
Al fine di sensibilizzare il pubblico su queste tematiche, Massimo Bottura pubblica nel 2017 il libro Bread is Gold, edito da Phaidon Press (Il pane è oro, nella versione in italiano pubblicata da Ippocampo e Phaidon). Il libro raccoglie ricette, idee ed esperienze degli chef che hanno cucinato per primi al Refettorio Ambrosiano, per invitare i lettori a vedere con occhi diversi gli ingredienti nelle dispense e nei frigoriferi casalinghi.

Modena caput mundi

Mentre l’Osteria Francescana offre ai clienti una rivisitazione iconoclastica della cucina italiana, Franceschetta58, il secondo ristorante di Massimo Bottura, è un bistrot che serve ingredienti eccezionali in un’atmosfera conviviale. Con il proprio menù, lo chef Francesco Vincenzi interpreta la cultura culinaria emiliana con sguardo contemporaneo e influenzato dai suoi numerosi viaggi gastronomici. Nel 2018 apre Gucci Osteria da Massimo Bottura a Firenze, culla del Rinascimento, con la volontà di onorare l’unione fra tradizioni locali e incontri multiculturali. Il menù, creato dalla chef messicana Karime López, punta a celebrare le sue esperienze culinarie intorno al mondo attraverso l’utilizzo dei migliori ingredienti italiani: il ristorante viene infatti premiato con la prima Stella Michelin nel 2019. All’inizio del 2020, Gucci Osteria da Massimo Bottura apre le porte al pubblico anche a Beverly Hills, a Los Angeles più di recente, a Tokyo ad agosto 2021 e a Seoul a febbraio 2022, sempre con grande successo.

La cena stellata in delivery nazionale che fa del bene

La cena stellata in delivery nazionale che fa del bene

Cena stella in delivery a scopo benefico: appuntamento per il 23 aprile alle ore 20, disponibile su tutta Italia. Ecco come partecipare

Venerdì 23 aprile gli chef Giuseppe Iannotti di Krèsios e Chicco e Bobo Cerea di Da Vittorio con il pastry chef Roberto Rinaldini realizzano una cena stellata formato delivery che potrà essere gustata dal Friuli alla Calabria, isole comprese. Non solo sarà buona, ma farà anche del bene. Infatti, i proventi sosterranno la ricerca  scientifica dell’Istituto di Ricerca Urologica (URI) dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, e in particolare il progetto Re.Me.Diet, volto a studiare come la dieta mediterranea possa agire efficacemente nella prevenzione e nella cura di malattie renali e metaboliche. 

A causa dell’emergenza sanitaria dovuta all’epidemia di Covid-19, quest’anno l’esclusiva cena di gala per Re.Me.Diet sarà in versione delivery, in modo che ciascuno possa degustare in sicurezza e a casa propria le prelibate  proposte gastronomiche pensate dagli chef stellati e consegnate a domicilio in pratiche box, dotate di istruzioni per  finalizzare la preparazione del piatto che arriva sottovuoto.   

Con le istruzioni verrà comunicato anche un link per connettersi in diretta alle ore 20.00 con gli chef e i responsabili  del progetto Re.Me.Diet, che insieme daranno il benvenuto virtuale agli ospiti della cena benefica. QUI per partecipare all’iniziativa.

Chicco e Bobo Cerea
Chicco e Bobo Cerea

Il menù

La cena stellata creata a più mani si ispira al concetto di evoluzione della dieta mediterranea. Ricerca  dell’equilibrio nutrizionale, creatività, sperimentazione in cucina e alcuni ingredienti tipici dell’area mediterranea  sono gli elementi che caratterizzano i prestigiosi menù disponibili in modalità delivery in tutta Italia. Ecco il menù della cena stellata:

Lecca lecca al Parmigiano  

Sfogliatina al curry  

La mia pizza: Bao al vapore ripieno di salsa alla marinara  

Parmigiana di melanzana, provola affumicata e basilico in vaso  

Zuppa di pasta mista allo scoglio  

Aletta di vitello al porto bianco con polenta bergamasca al Branzi e cordoncelli in umido  

Torta Donizetti con albicocche e ananas canditi, salsa cioccolato al peperoncino  

MacaRAL®: Morbide meringhe alla mandorla, nocciola o pistacchio ripiene di creme leggere al burro o ganache di  cioccolato.

Giuseppe Iannotti
Giuseppe Iannotti

Il progetto Re.Me.Diet

L’iniziativa ha lo scopo di sostenere il progetto Re.Me.Diet, studio scientifico di ricerca traslazionale promosso da  due ricercatori dell’Istituto di Ricerca Urologica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele: dottor Francesco Trevisani,  nefrologo, e dottoressa Arianna Bettiga, nutrizionista. Obiettivo del progetto è dimostrare come una corretta  alimentazione che segua i principi della dieta mediterranea sia in grado di modificare l’espressione dei nostri geni,  proteggendoci dall’insorgenza di patologie renali e metaboliche.

 

La ricetta del pizzoccheri perfetti (è stellata)

La ricetta del pizzoccheri perfetti (è stellata)

La Fiorida è il primo, e l’unico, agriturismo stellato d’Italia e i pizzoccheri il loro piatto forte. Niente porzioni mignon e ricette gourmet, qui in Valtellina la tradizione regna sovrana e i prezzi sono popolari. Ecco il loro segreto e la ricetta: passo per passo

Il pizzochero perfetto è quello di uno chef. Ma fermi tutti: costa solo 14€ al piatto. L’Agriturismo La Fiorida in Valtellina è l’unico agriturismo stellato in Italia e meta di fanatici del tipico piatto valtellinese. Il segreto? La materia prima e la lavorazione artigianale, uguale a quella che si è sempre fatta in questa valle di montagna. Nel piatto c’è il sapore autentico del territorio, il gusto e un contributo concreto alla filiera agro-alimentare del luogo.

La farina segreta

Un piatto buono parte sempre da una eccellente materia prima, che poi viene trasformata con passione da mani sapienti. Per questo, ciò che non viene prodotto direttamente da La Fiorida, arriva da piccoli fornitori delle vicinanze, scelti con cura. La farina di saraceno, ingrediente distintivo dei pizzoccheri è prodotta da Andrea Pelacchi, giovane agricoltore valtellinese che si è impegnato a mantenere viva la coltivazione del grano saraceno a teglio e Piateda.

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La pasta freschissima

Impastare e tirare la pasta a mano, significa infondere umore e umanità alla preparazione, oltre che un rispetto per l’ingrediente. In cucina, i cuochi dell’agriturismo scarrellano i pizzoccheri tutti i giorni, per avere sempre una pasta freschissima.

Burro e formaggio

Le 200 vacche di razza Bruna Alpina che vivono nella stalla garantiscono per un Valtellina Casera DOP e un burro fresco di centrifuga, lavorati da provetti casari.

Le verdure

Arrivano dall’orto, variano a seconda della stagione e del raccolto. Coste o verze, fagiolini e patate.

I prezzi

Un piatto di Pizzoccheri Valtellinesi da farina macinata a pietra, scarrellati a mano e profumati alle erbe con Valtellina Casera DOP Riserva stagionatura oltre 300 giorni, da latte di Pura Bruna costano 14€. In un menu della tradizione con salumi e formaggi di produzione propria, costine di maiale alla birra Legnone con polenta macinata a pietra, nettare dei mirtilli di bosco con gelato allo yogurt naturale, acqua e caffè si spendono 45€ (menu vegetariano e menu vegano a 40€).

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La ricetta dei pizzocheri de La Fiorida

Ingredienti 4/5 persone

300 g di farina di grano saraceno
200 g di farina 00
200 g di
burro “La Fiorida”
250 g di formaggio Valtellina Casera dop “La Fiorida”
150 g di formaggio Grana Padano
200 g di verze
250 g di patate
1 spicchio di aglio
pepe

Procedimento

In una ciotola mescolate le farine, aggiungete l’acqua e iniziate a lavorare a mano. Trasferite il tutto su una spianatoia e lavorate l’impasto in maniera energica per ottenere una consistenza elastica e setosa, non troppo morbida. Iniziate a stendere l’impasto con il mattarello circa 2-3 mm di spessore, rifilate i bordi e tagliate strisce di circa 7 cm di larghezza. Sovrapponetene 3 strisce una sopra l’altra spolverizzando con un po’ di farina di grano saraceno tagliate in fettucce dello spessore di circa 0,5-1 cm.

Per il condimento
Pulite la verza, sfogliandola , tagliatela a metà e poi a fette togliendo la parte più coriacea. Pelate e tagliate a fette spesse le patate, in pezzi piuttosto grandi.

Per la cottura 
È molto importante che le verdure cuociano all’interno dell’acqua in cui cuoceranno i pizzoccheri. In acqua già salata e in ebollizione iniziate con le patate a cuocerle per circa 2 minuti, unite le verze. Dopo circa 5 minuti potete versare i pizzoccheri.

Per finire il piatto
Tagliate gli spicchi d’aglio a fettine, versate in un tegame il burro e fatelo sciogliere assieme a qualche foglia di salvia, dovrete lasciarlo andare a fuoco medio-basso fino a ottenere un color nocciola.
Scolate i pizzoccheri insieme alle patate e le verze, create un primo strato sul fondo del tegame. Senza mescolare, distribuite uno strato di formaggio casera grattugiato e proseguite con un altro strato di pizzoccheri, ripetete ancora il passaggio del formaggio e Insaporite con il grana grattugiato. Aggiungete il burro caldo, togliete le foglie di salvia e mescolate i pizzoccheri delicatamente.

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