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Quanto costa fare la dieta? Le cifre realistiche di Federconsumatori

La Cucina Italiana

Arrivato settembre, finite le ferie, qualche sgarro di troppo, peso aumentato, e tutti a dieta – più una preoccupazione di salute che di estetica. Ma quanto costa fare la dieta? Molto, specie se ci si affida a prodotti che promettono di aiutare la perdita di peso. Un po’ ce ne eravamo resi conto andando in giro tra gli scaffali dei supermercati sempre più forniti di articoli di questo tipo, ma ora Federconsumatori ha fatto i conti, e fanno un certo effetto: secondo l’associazione dei consumatori preferendo, in particolare, prodotti light e proteici, si spende rispettivamente il 45% in più e il 164% in più rispetto agli stessi prodotti «normali».

Quanto costa fare la dieta?

Un calcolo che l’associazione ha fatto mettendo a confronto venti prodotti di largo consumo, e andando nel dettaglio le cifre sono ancora più impressionanti. Per esempio il pane proteico costa in media 10,37 euro al chilo contro i 4.60 di quello «normale»; la pasta 14,80 euro (contro i 3,19 di quella convenzionale). Eclatante, tra i tanti, il caso dei biscotti: dai 3,79 euro al chilo di quelli convenzionali si arriva ai 6 euro al chilo per quelli light e ai 12,96 euro al chilo per quelli proteici, cioè il 242% in più. Si arriva addirittura al 607% in più per la farina: quella proteica costa 4,95 euro al chilo contro gli 0,70 di quella 00.

Il motivo non è sempre una migliore materia prima. Più alta è la domanda di un prodotto, e di conseguenza più alta è l’offerta. Ma anche il prezzo, a cui probabilmente presi dalla convinzione di fare qualcosa di buono per noi stessi non facciamo nemmeno troppo caso. Federconsumatori infatti scrive che «Spesso questi prodotti sono confezionati in formati più piccoli, per rendere più accessibile l’acquisto e meno evidente il divario, ma rapportando i prezzi alle medesime quantità la differenza appare evidente».

Quanto costa andare da un nutrizionista o da un dietologo?

Non sono gli unici costi: se, come bisognerebbe fare se si ha bisogno di perdere chili e se si soffre di patologie, ci si affida a un esperto per dimagrire, il prezzo lievita. Federconsumatori stima che il prezzo medio di una prima visita da un nutrizionista (senza specificare se biologo o medico, però) è di 97 euro, e 155 per un dietologo,a cui vanno aggiunte le visite di controllo (rispettivamente, sempre secondo l’associazione, 50 e 65 euro).

Quanto costa fare la spesa

Ma se sul costo di un professionista non si può risparmiare, come fare invece per la spesa comprando i soliti prodotti? I tempi non sono dei migliori: l’inflazione resta alta, e secondo i dati Istat elaborati dall’Unione nazionale dei consumatori l’aumento medio rispetto a giugno dell’anno scorso è dell’11,2%. Peraltro i rincari più consistenti riguardano gli alimenti di largo consumo, molti dei quali alla base della Dieta Mediterranea. Dopo lo zucchero -che è il più caro in assoluto con un aumento del +46% e che di certo non è indicato per chi vuole perdere peso – al secondo posto della top ten c’è il riso (+32,4%), al terzo l’olio d’oliva (+26,6%). Anche i vegetali freschi sono aumentati (+18,8%),  così come quelli surgelati (+16,5%), gli alimenti per bambini (+16%), le uova (+13,5%), la frutta (+3%).

Perché mangiamo male

Quel che costa sempre poco, o comunque meno del cibo non processato, è il junk food, che non conosce crisi. Questo spiegherebbe anche perché i dati dell’obesità, specie infantile, nel nostro Paese sono in costante aumento. Del resto, si mette in tavola ciò che si può. O per essere ancora più incisivi «La qualità del cibo che mangiamo dipende da quanti soldi abbiamo», come ha detto una volta al Times in un’intervista che ha ha fatto storia, Jamie Oliver, il cuoco inglese che del cibo sano ha fatto una crociata. «Ci sono genitori che non pensano neanche a mettere 5 porzioni di frutta e verdura in tavola, perché si preoccupano di avere abbastanza cibo per la giornata. Se puoi comprare solo schifezze, puoi mangiare solo schifezze», ha detto lo chef nella stessa occasione. Ma questo forse è un altro discorso. Oppure no?

La via più semplice per vivere sani

Forse però esiste un modo semplice per non ingrassare, risparmiare, vivere sani: mangiare il giusto, cose semplici, in modo equilibrato. Sgarrare per le feste con gioia, ma poi rientrare nei ranghi senza esagerare con pane, pasta e dolci, ma nemmeno con i grassi della carne o dei formaggi. Sì, sempre la Dieta Mediterranea, quella vera.

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Ricetta Pasta tiepida, pesto di friggitelli, burrata e peperoni cruschi

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Step 1

Per la ricetta della pasta tiepida, pesto di friggitelli, burrata e peperoni cruschi, tritate la cipolla e appassitela in una padella con un filo di olio.

Step 2

Pulite i friggitelli eliminando picciolo e semi. Lavateli e asciugateli, tagliateli a pezzi e frullateli con la cipolla appassita, le mandorle tostate, 10 foglie di basilico, poche foglioline di timo, 80 g di olio; dovrete ottenere un pesto cremoso. Mescolatelo con il parmigiano e distribuitelo in una ciotola di portata.

Step 3

Cuocete la pasta in abbondante acqua bollente salata. Scolatela con la schiumarola unendola direttamente nella ciotola con il pesto di friggitelli; mescolatela per mantecarla in modo uniforme e lasciatela intiepidire. Servitela completando con la stracciatella, peperoni cruschi spezzettati e briciole di taralli e una macinata di pepe.

Step 4

Abbinamento vino: per la crema di friggitelli c’è bisogno di un vino bianco aromatico con il carattere del Sud. Abbiamo trovato quello giusto in Puglia: è l’Heos 2022 di Castello Monaci, un mix di fiano del Salento e moscatello selvatico che profuma di fiori d’arancio, pesca bianca e rosa e ha un gusto persistente, minerale e agrumato. 11 euro, gruppoitalianovini.it

Ricetta: Paolo Bussolino, Foto: Chiara Cadeddu, Styling: Beatrice Prada

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  3. La carne di pollo deve essere morbida, rosata, lucida e umida. Se non la acquistate al banco macelleria, ma la scegliete già confezionata, prestate attenzione particolare alle confezioni: se si tratta di prodotti surgelati scartate quelle coperte dalla brina mentre in caso di prodotti freschi evitate le confezioni rigonfie.

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