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Vini e vitigni autoctoni delle Marche

Vini e vitigni autoctoni delle Marche

La viticoltura nelle Marche risale all’epoca etrusca, un’origine celebrata negli anni Cinquanta dalla bottiglia a forma di anfora, disegnata dall’architetto Antonio Maiocchi per il Verdicchio della cantina Fazi Battaglia, che portò a questo vino una fama mondiale. Proprio questo vitigno è, ancora oggi, l’uva più importante della regione: si coltiva nella zona dei Castelli di Jesi
e di Matelica e dà grandi bianchi, in grado di invecchiare per molti anni. Altri vitigni a bacca bianca autoctoni sono il ribona (il nome significa «due volte buono»), da cui si producono vini fermi molto profumati e freschi, e spumanti Metodo Classico interessanti; il bianchello del Metauro, alla base di bianchi fruttati, leggeri e di facile approccio, il pecorino e la passerina, condivisi con il vicino Abruzzo. Tra le uve autoctone a bacca scura, la lacrima di Morro d’Alba dà un rosso morbido e aromatico, mentre la vernaccia nera o di Serrapetrona si vinifica secca, dolce e spumante, a dimostrazione della sua grande versatilità. Il Rosso Piceno, il Rosso Conero e l’Offida rosso, frutto di un mix di montepulciano e sangiovese, sono vini robusti e corposi adatti alle carni e ai primi con sughi saporiti. La zona da tenere d’occhio è quella dei Colli Pesaresi, dove stanno nascendo rossi di grande piacevolezza, da uve sangiovese e pinot nero.

Rosso Piceno Superiore Gotico 2016 Ciù Ciù

Uve montepulciano e sangiovese, coltivate con agricoltura biologica sulle colline di Ascoli Piceno, in questo rosso robusto e vellutato, con intensi profumi di frutti rossi. Con brasato alla marchigiana. 13,50 euro, ciuciuvini.it

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Massaccio 2018 Fazi Battaglia

Dai vigneti di Cupramontana, è un bianco ampio e avvolgente, caratterizzato dai profumi di frutta matura, anice ed erbe mediterranee. Con orata al finocchietto e agrumi. 15 euro, fazibattaglia.com

Lacrima di Morro d’Alba Superiore 2018 Stefano Mancinelli

È un rosso che sa conquistare con i suoi intensi profumi floreali e il sapore speziato, morbido e persistente. Con i vincisgrassi, le succulente lasagne marchigiane al ragù di frattaglie.15 euro, mancinellivini.it

Verdicchio Spumante Brut Le Cuvée Rocca dei Forti

Il vitigno bianco simbolo della regione qui è vinificato in versione spumante, per un calice fragrante e fresco, ottimo con una frittura di pesce dell’Adriatico. 5 euro, roccadeifortilecuvee.it

Sardegna: vini e vitigni da non perdere

Sardegna: vini e vitigni da non perdere

Studi recenti hanno messo in luce come il cannonau, re dei rossi regionali, sia uno dei vitigni più antichi del Mediterraneo. A contendergli il primato di celebrità c’è il bianco vermentino, diffuso in tutta l’isola, anche se il migliore si trova in Gallura, dove è tutelato con la Docg. Altri vitigni autoctoni sono stati recuperati e spesso vinificati in purezza con risultati sorprendenti, come il carignano del Sulcis, per rossi caldi e mediterranei, il monica, per vini intensi, fruttati e sapidi, e il bovale, per rossi pieni. Passando ai bianchi, sono interessanti il torbato, ottimo in versione spumante, e il nasco, che dà vini dolci ed è vinificato anche in versione secca. Tra i vini da meditazione, menzione speciale per la Malvasia di Bosa e la Vernaccia di Oristano. Oltre ai grandi produttori, come Sella&Mosca, Mesa e Argiolas, che hanno fatto conoscere i vini sardi nel mondo, un ruolo fondamentale è svolto dalle cantine cooperative, che vinificano i piccoli appezzamenti, spesso con viti molto vecchie ad alberello: un patrimonio che ha pochi eguali in altre regioni.

Carignano del Sulcis Buio Buio Riserva 2017

Mesa Da una cantina fondata dal famoso pubblicitario Gavino Sanna e oggi parte del gruppo Santa Margherita, è un rosso profondo ed elegante, che esprime nel bicchiere tutto il carattere dell’isola. I suoi profumi di mirto, bacche di ginepro e pepe valorizzano il maialino al forno. 26 euro. cantinamesa.com

Capichera 2018 Capichera

È il bianco più famoso di Sardegna, quello che ha fatto conoscere il Vermentino fuori dei confini regionali. I ricchi profumi spaziano dai fiori alle erbe aromatiche, alla frutta gialla e il gusto è avvolgente, con finale sapido e minerale. Con linguine ai gamberoni e limone. 35 euro. capichera.it

Alghero Torbato Spumante Brut Metodo Classico Oscarì Sella&Mosca

Questa storica cantina è ora di proprietà della famiglia Moretti, che ha portato in azienda la grande esperienza nel Metodo Classico, cimentandosi con il torbato. Il risultato è un vino floreale, agrumato, di grande slancio, da provare con un fritto di crostacei e verdure. 22,50 euro. sellaemosca.com

Cannonau di Sardegna Mamuthone 2017 Giuseppe Sedilesu

È un grande ambasciatore del vitigno rosso più noto di Sardegna con i suoi aromi di macchia mediterranea e la morbidezza della frutta matura. Corposo e vellutato, sta bene con la grigliata mista.                                         17 euro.giuseppesedilesu.com

I vini e i vitigni della Basilicata

I vini e i vitigni della Basilicata

Se l’Agliano del Vulture è la star assoluta della regione, molti altri vini rossi e bianchi meritano un bicchiere, garantito da La Cucina Italiana

I terreni vulcanici, le vigne piantate in altitudine e in posizioni ben ventilate e le escursioni termiche tra il giorno e la notte assicurano uve sane e profumate, dalle quali nascono vini piacevoli e molto territoriali. L’80% della produzione della Basilicata è in rosso, con il vitigno aglianico del Vulture che è la star indiscussa della regione. La versione Superiore dà vita all’unica Docg della Basilicata, ma il vitigno è molto interessante anche quando è vinificato in rosa e come spumante.

A questo si affiancano alcune uve presenti anche nelle regioni vicine, come il bombino nero e la malvasia nera, e gli immancabili internazionali, quali merlot e pinot nero. Una curiosità tutta lucana è invece il guarnaccino, un vitigno a bacca rossa, della zona di Chiaromonte, nel Pollino, che era quasi scomparso e oggi è stato recuperato per produrre vini speziati e mediterranei. La diffusione dei bianchi è invece ancora molto limitata: quelli più interessanti sono a base di malvasia della Basilicata, in purezza oppure insieme con il moscato, per vini secchi e molto aromatici.

Aglianico del Vulture Superiore Serpara 2013 Re Manfredi – Terre degli Svevi
È un rosso di grande eleganza, che si fa ricordare per i profumi balsamici e speziati e il sapore equilibrato e persistente. Con grigliata di carne. 32 euro, gruppoitalianovini.it

Recepit Rosso 2017 600 Grotte
Da una piccola cantina, alfiere del vitigno guarnaccino nero, è un rosso fruttato e balsamico, di buona struttura e sapidità. Con spezzatino con patate. 14,50 euro, 600grotte.it

Maschitano Rosato 2019 Musto Carmelitano
L’aglianico del Vulture è qui declinato in versione rosa, per un vino vibrante, saporito, fresco e molto gastronomico. Con pizza ai frutti di mare. 13 euro, mustocarmelitano.it

Morbino 2018 Michele Laluce
È un bianco da uve moscato e malvasia bianca di Basilicata, molto aromatico, con intriganti profumi di erbe e frutta bianca. Con insalata di mare. 12 euro, vinilaluce.com

Metodo Classico Brut Rosé
La Stipula Cantine del Notaio A dimostrazione della grande versatilità dell’uva aglianico, c’è anche questo spumante fruttato e verticale, con un sapore ricco e un finale leggermente affumicato. Con fritto di crostacei e verdure. 19 euro, cantinedelnotaio.it

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