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Transizione proteica e le scelte alimentari degli italiani | La Cucina Italiana

La Cucina Italiana

Cosa significa parlare di transizione proteica? Si è tenuto a fine marzo a Roma un incontro di specialisti del settore (nutrizionisti, biologi, scienziati, istituzioni e filiera) per ripartire dalla corretta informazione scientifica approfondendo l’impatto del macronutriente oggi più dibattuto: le proteine. L’incontro è stato promosso dalla Fondazione Istituto Danone, in occasione della presentazione del XV volume della collana ITEMS Transizione proteica. Varietà nelle scelte alimentari per la salute dell’uomo e del pianeta.

Un approfondimento scientifico sull’impatto nutrizionale e ambientale degli alimenti proteici in questa fase evolutiva dell’alimentazione dell’essere umano. Ecco i punti essenziali emersi dal punto di vista scientifico.

1 La scelta alimentare deve essere consapevole e basata su evidenze scientifiche e non opinioni. È necessaria quindi una continua educazione dei cittadini così da fornire un corretto orientamento.

2 Il consumo di proteine è correlato a benefici per la salute in termine di riduzione della mortalità e delle malattie croniche. Le raccomandazioni nutrizionali indicano un apporto bilanciato tra proteine vegetali (55%) e proteine animali (45%).

3 Una dieta che preveda l’utilizzo di alimenti di origine vegetale e di origine animale è definita in varie declinazioni flexitariana.

4 Per definire sostenibile una dieta è necessario considerare, oltre all’adeguatezza nutrizionale e gli aspetti economici e sociali, anche l’impatto che essa ha sull’ambiente (come da definizione FAO).

Transizione proteica: cosa scelgono gli italiani

L’approfondimento scientifico è stato seguito dalla presentazione delle principali evidenze basate su ricerche di mercato condotte da GfK e Circana: Gli italiani e l’alimentazione: le dinamiche in atto tra salute, benessere e sostenibilità, dove è emerso con evidenza le seguenti questioni.

1 Quasi due italiani su tre dichiarano di seguire la dieta mediterranea con un incremento di oltre il 50% rispetto a 30 anni fa.

2 Pasta, verdura e pane costituiscono le prime 3 categorie più consumate dal maggior numero di italiani.

3 Troviamo invece al primo posto la frutta quando parliamo dell’alimento con il maggior numero di occasioni di consumo.

4 Le bevande a base vegetale, le uova e la pizza rientrano tra le prime tre categorie a maggiore crescita percentuale nelle occasioni di consumo rispetto al 2019.

Alla luce di tale scenario, si sono incontrate le Istituzioni, le associazioni e la filiera – in dialogo con il mondo scientifico – e hanno dato vita a uno scambio di riflessioni sull’evoluzione delle scelte alimentari della nostra popolazione, ragionando insieme su come tutti gli attori, dai produttori alle Istituzioni, passando per gli esperti di nutrizione, possano contribuire alla transizione proteica.

Le conclusioni finali

L’interesse a contribuire al miglioramento della qualità della vita della collettività e delle persone che ne fanno parte è un tema indubbiamente politico che, proprio in occasione della presentazione del volume sulla transizione proteica di Fondazione Istituto Danone, ricorda come il benessere delle persone dovrebbe essere in consonanza con il sistema di una nutrizione sana ed equilibrata e in armonia con il nostro pianeta.

La diversificazione di una alimentazione di qualità pone in campo il problema dei divari economico-sociali che si rilevano negli orientamenti di acquisto. La possibilità di garantire un accesso equo a un’alimentazione variegata e salutare diventa una questione etica che guarda all’importanza di scelte alimentari sane, ma che siano al contempo accessibili anche economicamente, poiché espressione del tradizionale modello di consumo alimentare mediterraneo, che guarda alla salute dell’organismo e alla salubrità dell’ambiente.

È fondamentale dunque che il mondo delle Istituzioni, in ascolto della scienza e del mondo agricolo, supporti accordi di filiera per sostenere il fabbisogno di materie prime destinate alla produzione di prodotti vegetali, al fine di sostenere la produzione agricola made in Italy e per una nuova filiera nazionale di qualità e che dia impulso agricolo ai territori, tramite un forte incentivo alla produzione di soia, avena, riso e mandorla, proprio al fine di supportare e incentivare la transizione proteica, che è espressione della dieta mediterranea.

Tiramisù proteico: buonissimo e non appesantisce

La Cucina Italiana

Dici tiramisù e subito viene voglia di affondare il cucchiaio. Purtroppo, però, non sempre si può cedere alla tentazione. Come fare? Preparate il tiramisù proteico, l’alternativa fit e più leggera del noto dolce.

Perfetto per chi segue un regime alimentare controllato, per chi deve assumere meno grassi o per gli sportivi: il tiramisù proteico non delude. Ve lo proponiamo in 3 versioni: con i savoiardi, come il classico, ma anche con due varianti ancora più leggere. Proviamo?

Tiramisù proteico: la ricetta

Ingredienti

500 g yogurt greco
300 g biscotti savoiardi
2 tuorli
100 g zucchero
4 tazze di caffè
cacao amaro in polvere

Procedimento

Preparate  il caffè con la moka e lasciatelo raffreddare. Aiutandovi con delle fruste elettriche sbattete lo zucchero – meglio se fine – con i tuorli fino a quando il composto si sarà gonfiato.

 Incorporate quindi lo yogurt greco aiutandovi con una spatola, con movimenti che vanno dall’alto verso il basso, e mischiate fino ad ottenere una crema setosa e omogenea.

Versate il caffè freddo in una larga ciotola; inzuppatevi via via i savoiardi su entrambi i lati, velocemente, per evitare che si bagnino troppo, poi adagiateli sul fondo di una pirofila rettangolare, affiancati fra loro (la nostra è 20×25 cm, h 4-5 cm).

Ricoprite i savoiardi con uno strato di crema allo yogurt greco. Ripetete l’operazione fino a esaurimento degli ingredienti, terminando con la crema. Lasciate raffreddare in frigo per un’ora e, al momento di servire, spolverizzate la superficie con un velo uniforme di cacao amaro.

Tiramisù proteico: 2 varianti

Più leggero con i Pavesini

Potete preparare il tiramisù con lo yogurt greco utilizzando al posto dei savoiardi i Pavesini. Questi biscottini, infatti, hanno leggermente meno grassi rispetto ai savoiardi: 2,5 grammi contro i 3,2 dei savoiardi per 100 grammi. In questo caso, attenzione a come imbevete i biscotti nel caffè: il passaggio dovrà essere veloce perché questi biscottini sono molto sottili e si inzuppano facilmente.

Leggerissimo con le fette biscottate

Volete rendere il tiramisù leggerissimo e magari anche adatto per la colazione? Sostituite i biscotti con le fette biscottate, meglio se integrali e togliete l’uovo. In questo modo otterrete un dolce buonissimo anche per una colazione proteica ricca ma leggera e digeribile. Per una versione fit, eliminate anche lo zucchero.

la ricetta del “pane” senza farina e lievito | La Cucina Italiana

la ricetta del “pane” senza farina e lievito
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Il pane proteico è un pane speciale, che ricorda il classico pan bauletto anche se non ha nemmeno un ingrediente in comune con esso. È molto utilizzato da chi vuole seguire una dieta proteica o a basso contenuto di carboidrati come sostituto del classico pane a base di farina di grano tenero. Si prepara con due soli ingredienti, non contiene farina e lievito ed è sorprendentemente buono. Ecco la ricetta.

Pane proteico: la ricetta

Niente farina né lievito, per preparare questo pane avrete solo bisogno di albume d’uomo e semi di lino. Oltre che il sale, se lo gradite.

Ingredienti

200 ml di albume d’uovo
175 g di semi di lino
sale qb

Procedimento

Tritate molto finemente i semi di lino. Anche aiutandovi con un tritatutto se necessario, ma azionandolo a intermittenza: dovrete evitare che i semi si riducano in polvere.
Montate insieme albume e semi di lino fino a ottenere un composto spumoso e aggiungete un pizzico di sale. Se volete potete aggiungere a piacere anche altri semi o erbe aromatiche, per conferire al vostro pane un aroma più marcato.
Versate tutto in uno stampo da plumcake rivestito con carta forno e cuocete a 200° per 30 minuti.

Pane proteico: da colazione a cena

Chiaramente questo pane proteico ha una consistenza un po’ diversa dal solito.
È più umido, più spugnoso e delicato.
A colazione è ottimo tostato e accompagnato da burro di arachidi e confettura.
A pranzo e cena è perfetto al posto del classico pane. Per una dieta bilanciata, e per non far mancare la quota di carboidrati nei pasti, aggiungete un’altra fonte in abbinamento, per esempio le patate.
Per una dieta iperproteica invece questo pane è l’ideale e potete accompagnarlo con formaggi, salmone e affettati magri come la bresaola.

Pane fermentato al grano saraceno

Esiste anche un altro tipo di pane che si prepara con due ingredienti: il pane fermentato.
In questo caso però la farina c’è, o meglio il grano, e la lievitazione non manca pur trattandosi di un processo un po’ diverso.

Ingredienti

500 g di grano saraceno decorticato 
350 ml di acqua
sale qb
30 g di semi misti (girasole, zucca, sesamo)

Procedimento

Lavate sotto l’acqua corrente il grano saraceno e mettetelo in ammollo in un contenitore per tutta la notte.
Trascorso questo tempo scolatelo e frullatelo a bassa velocità con l’acqua pulita (350 ml) fino ad ottenere una crema omogenea biancastra.
Travasate il composto in un barattolo di vetro capiente e ricoprite con un panno pulito o con la pellicola.
Riponete il barattolo al caldo per altre 12 ore in modo tale da raggiungere il pieno stadio fermentativo.
Il processo di fermentazione giunge a termine quando si formano delle bollicine in superficie.
Aggiungete il sale e i semi, mescolate con un cucchiaio di legno con delicatezza e travasate il tutto in uno stampo da plumcake rivestito con carta forno.
Riponete di nuovo lo stampo al caldo per altre 2 ore e una volta trascorso questo tempo accendete il forno a 180° in modalità statica ed infornate subito senza attendere il raggiungimento della temperatura.
Cuocete per un’ora.

Altri consigli per fare il pane proteico in casa

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