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Acquario, le sue ricette preferite | La Cucina Italiana

Acquario, le sue ricette preferite
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Eccoci a parlare del segno zodiacale dell’Acquario dal punto di vista food, per scoprire i suoi piatti preferiti e le sue abitudini in cucina.

Prima di tutto però ricordiamoci alcune cose importanti: con l’Acquario abbiamo a che fare con il terzo dei segni d’aria che è un elemento socievole e conviviale. Per questo i nati sotto il segno dell’Acquario sono portati alla creazione di gruppi, ovviamente anche attorno ad un tavolo o ad una bottiglia di vino. Se regalate ad una persona nata sotto il segno dell’Acquario una bottiglia di gin state sicuri che in un attimo avrà ordinato bicchieri con ghiaccio e acque toniche per condividerlo con amici vecchi e improvvisati. Impossibile che queste persone stiano sole: ogni occasione è buona per stringere nuove amicizie e, si sa, davanti ad una tavola imbandita viene tutto più semplice.

L’Acquario è un segno innovatore per eccellenza, uno che rifugge dalle tradizioni anche culinarie. Apporta modifiche in continuazione anche alla torta della nonna o al sugo della tradizione casalinga. Le stranezze, come ad esempio gli abbinamenti astrusi, sono il suo forte. Insomma, gli intramontabili arrosto con patate e risotto ai funghi non hanno qui grande appeal: si ha voglia di sperimentare anche quanto a sollecitazione del palato. Sbizzarritevi con la pizza all’ananas e il risotto ai mirtilli, more e gorgonzola per finire con una focaccia gelato e frutta.

Un altro aspetto che rende unico il segno dell’Acquario è l’amore per la tecnologia: anche in cucina quindi lo troverete alle prese con tutte le tecniche innovative per la realizzazione di cibi cotti deliziosi – un grande amante della friggitrice ad aria, ad esempio. Insomma qui tutto quello che stuzzica la curiosità è assolutamente adorato. E il risultato in termini di gusto poco conta, l’importante è l’esperienza!

Anzi, volete davvero stupire un Acquario? Preparategli una cena al contrario: a partire dal dolce per finire con un aperitivo frizzante. Resterà piacevolmente stupito e assecondato nella sua anima ribelle anche al canonico susseguirsi delle portate.

Queste stranezze sono apprezzatissime anche per quanto riguarda la mise en place: abbandonate il tradizionale servizio bianco di porcellana e i tovaglioli di lino per un coloratissimo mix and match di colori, stili e anche servizi differenti. L’arte dell’improvvisazione bohèmien qui è adorata. Anzi, se doveste servire l’acqua in una tanica di latta riscuotereste con questo segno un enorme successo.

Ricetta Insalata belga «alla belga»

Ricetta Insalata belga «alla belga»

Step 1

Per la ricetta dell’insalata belga «alla belga», eliminate le foglie più esterne della belga, mondate il fondo dei cespi e disponeteli a freddo in una casseruola con 50 g di burro, sale e pepe. Coprite con un coperchio e fate cuocere a fuoco molto basso per circa 30‑35 minuti, finché non saranno diventate morbide, ma non disfatte. Lasciatele raffreddare nella casseruola.

Step 2

Preparate una salsa facendo sciogliere 40 g di burro con la farina; unitevi il latte, una presa di sale, pepe e noce moscata; cuocete la besciamella mescolando per 4-5 minuti, poi spegnete e incorporate subito la fontina grattugiata, mescolandola per scioglierla completamente.

Step 3

Tamponate i cespi di indivia con carta da cucina, per asciugare il liquido in eccesso, quindi avvolgeteli nelle fette di prosciutto, un po’ rifilate, in modo da lasciare uscire le estremità dei cespi.

Step 4

Stendete uno strato di besciamella al formaggio in una pirofila, adagiatevi sopra i cespi al prosciutto, completate con la besciamella rimasta e infornate la pirofila a 180 °C per 20-25 minuti, finché non saranno ben gratinati. Serviteli completando con una macinata di pepe.

Ricetta: Joëlle Néderlants, Foto: Riccardo Lettieri, Styling: Beatrice Prada

Patate per scherzo: una cena inaspettata e memorabile

La Cucina Italiana

Patate per scherzo: si potrebbe intitolare così questa serata memorabile che Vincenzo de Bellis, fra i più importanti curatori di arte contemporanea, ci ha raccontato. Ecco, dunque, la sua storia delle patate per scherzo. 
«L’occasione è stata una cena improvvisata per festeggiare l’eccezionale circostanza del passaggio contemporaneo a Milano di Nairy Baghramian e Haegue Yang, due artiste, iraniana la prima, coreana la seconda, le cui mostre si erano incrociate tra il Walker Art Center di Minneapolis, dove io lavoravo come direttore associato, e la Fondazione Furla, che invece è diretta da mia moglie Bruna Roccasalva. Proprio in quei giorni era in corso una mostra di Nairy da lei. Ho prenotato alla Collina Pistoiese, uno dei ristoranti di riferimento in città, dove si fa quella cucina familiare e tradizionale che fa brillare gli occhi agli stranieri, anche a quelli abituati ai locali più sofisticati. In quattro, nella sala piccola, che chiediamo sempre al proprietario quando abbiamo ospiti internazionali o quando vogliamo fare una cena con cari amici, in attesa di Haegue e suo marito, abbiamo deciso di farle uno scherzo giocando sulla sua fobia per le patate. Una sorta di odio assoluto che un amico comune ci aveva rivelato. Aspettandola, abbiamo chiesto al proprietario di annunciare con aria mortificata al momento dell’ordinazione che quella sera, a causa di un problema di approvvigionamento della cucina, tutti i piatti erano a base di patate. E, per rendere lo scherzo più credibile, abbiamo fatto sistemare in tavola come antipasto un’insalata di patate e fagiolini e una di patate col polpo. Al suo arrivo, abbiamo rincarato la dose dichiarando che ci eravamo portati avanti ordinando gnocchi ai quattro formaggi e gnocchi al gorgonzola. Il divertimento è stato superiore all’attesa: sbiancando, Haegue ha dichiarato davanti al proprietario che lei se ne andava e che, anzi, dovevamo andarcene tutti. Immediatamente.

Vincenzo de Bellis è direttore delle fiere e delle piattaforme espositive di Art Basel, per le quali supervisiona il lavoro dei team delle quattro fiere organizzate dal gruppo nelle città di Basilea, Parigi, Miami e Hong Kong. Tra le tappe significative del suo percorso, il ruolo di curatore e direttore associato di Arti Visuali al Walker Art Center di Minneapolis; quello di direttore artistico del Miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano; quello di fondatore e curatore del Peep-Hole Art Center, sempre a Milano. La sua ultima mostra Jannis Kounellis in Six Acts è ospitata al Walker Art Center fino al 26 febbraio 2023. È nato a Castellana Grotte, in provincia di Bari, nel 1977.

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