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I migliori oli extravergine 2024: la classifica internazionale

La Cucina Italiana

Dopo una classifica prestigiosa sugli oli evo italiani, è tempo di avere dati precisi su quali siano i migliori oli extravergine 2024 a livello internazionale – dove anche l’Italia spicca. Per avere delle certezze, ci siamo rivolti a Marco Oreggia, giornalista e critico enogastronomico ed esperto assaggiatore, coordinatore della guida Flos Olei 2024 che, anche quest’anno, ha selezionato i migliori oli extravergine d’oliva provenienti da tutto il mondo.

Giunta alla tredicesima edizione e in vista dei 25 anni di pubblicazione, la guida è unanimemente considerata la più importante pubblicazione del settore a livello globale, una sorta di atlante olivicolo, che recensisce 500 aziende d’eccellenza «selezionate con uno scarto del 20-30% (quindi 770 aziende)», provenienti da 42 stati del mondo. Ormai i cambiamenti climatici e la tecnologia hanno permesso a Paesi esteri di produrre un prodotto di altissima qualità, oltre all’Italia.

Prima di passare alla classifica dei migliori oli extravergine 2024, un piccolo suggerimento da parte dell’esperto Marco Oreggia, che fa sempre comodo: quanto si conserva l’olio di oliva extravergine? E la sua risposta apre scenari anche meno scontati.

«La guida FLOS OLEI funziona su un progetto che comprende due emisferi, quello nord e quello a sud del mondo, quindi con due tempistiche di assaggio diversificate, perché ci sono 4-6 mesi di distanza. Degustazione da marzo fino a maggio per l’emisfero nord e da aprile e maggio fino a luglio per l’emisfero sud del mondo», spiega Oreggia. «Certo, poi l’olio, per legge, ha una sua conservabilità e scadenza 18 mesi, ma tutto legato alla qualità della raccolta e gestione/lavorazione delle olive, quindi sarebbero 12 mesi come consiglio generale».

La classifica dei migliori oli extravergine 2024 in categorie

Dopo la classifica delle 500 realtà inserite in guida, le aziende partecipanti con gli oli extravergine di oliva sono stati classificati secondo diverse categorie, con un punteggio di entrata di 80/100: Hall of Fame, The Best, oltre agli Special Awards. Ecco i vincitori:

* Hall of Fame

Nella Hall of Fame, tra le 9 selezionate, ci sono 5 aziende italiane, ma il podio più alto è tutto della Spagna. Si confermano le italiane Azienda Agricola Comincioli (Lombardia), Frantoio Bonamini (Veneto), Frantoio Franci (Toscana), Azienda Agraria Viola (Umbria) e Americo Quattrociocchi (Lazio), come pure le spagnole Casas de Hualdo (Castilla-La Mancha), Castillo de Canena e Aceites Finca La Torre (Andalucía). Mate (Croazia) è l’azienda istriana che conquista un posto nella prestigiosa classifica.«Storicizziamo il percorso della singola azienda negli anni, ci interessano quelle che facciano qualità alta e che abbiano un volume produttivo diversificato nel mondo. La Spagna resta la più produttiva, 3-4 volte più di noi, e non è vero a scapito della qualità, perché i grandi produttori riescono a ottenerla con gli oli prodotti da molini più piccoli. Poi hanno più cooperativismo di noi, e sul mondo della ristorazione sono la nostra spina nel fianco anche grazie a costi di produzioni inferiori e quindi prezzi più competitivi». Il criterio generale della guida segue «la valorizzazione che ogni singola azienda affida alla biodiversità locale, ambientale, varietale».

Qual è la migliore cucina di tutto il mondo? La classifica mondiale

La Cucina Italiana

Se avete dubbi su qual è la migliore cucina di tutto il mondo, tranquillizzatevi. La cucina italiana è stata incoronata ancora una volta come prima tra le migliori cucine del mondo. Il verdetto è dei Taste Atlas Awards 2023/24, la classifica delle classifiche pubblicate periodicamente dal portale specializzato in cibo, vino e destinazioni. Per questa “graduatoria annuale”, sempre curiosa e per questo attesa, ha chiesto ai suoi follower di esprimere la propria preferenza tra 50 tra i piatti top di ogni Paese, e poi ha sommato i voti per il punteggio finale di ogni cucina tipica.

Qual è la migliore cucina di tutto il mondo?

A farci guadagnare la vetta è stata la pizza, e per la precisione la pizza napoletana. Nella classifica di Taste Atlas, infatti, Italia e Giappone hanno registrato la stessa valutazione media (4,65) ma i voti guadagnati dal nostro piatto più famoso sono stati determinanti per farci raggiungere complessivamente un punteggio più alto. Il Giappone dunque ci segue al secondo posto. Terzo, invece, per la Grecia.

Le migliori cucine del mondo (e le peggiori)

A seguire nella top ten ci sono Portogallo, Cina, Indonesia, Messico, Francia, Spagna e Perù. Gli ultimi posti, invece, secondo gli utenti di Taste Atlas sono Repubblica Dominicana, Galles e Ghana, rispettivamente alle posizioni 98, 99 e 100. Sorpresi? Se non per questo, forse per altre posizioni: la cucina degli Stati Uniti, per esempio, è al sedicesimo posto, prima di quella thailandese. E la cucina cipriota, per molti versi simile a quella greca che è sul podio, è solo al posto 88.

I piatti migliori del mondo

Evidentemente la popolarità delle ricette (e quindi di una certa cucina) è stata determinante per attrarre voti. In effetti, al primo posto della top 100 dei piatti dei Taste Atlas Awards c’è la popolarissima Picanha: taglio di manzo brasiliano tradizionalmente grigliato e servito a mo’ di tagliata. È seguito dal Roti canai, pane simile alla focaccia nella consistenza, tipico di diversi Paesi del sud est asiatico e immancabile nei ristoranti che fanno cucina orientale (che però la classifica indica solo come “malese”). Terzo posto, altro must per gli amanti della cucina etnica: il phad kaphrao, che è una preparazione thailandese a base di maiale e fagiolini servita in abbinamento al riso. La pizza, che ci è valsa la vittoria, è invece al quarto posto.

I migliori piatti italiani

Non è sola, perché nella top 100 dei piatti migliori del mondo di Taste Atlas ci sono ben 13 ricette italiane: una conferma del fatto che la nostra cucina è molto diffusa e popolare nel mondo, specie nelle sue versioni più classiche. Al posto 11 della top 100 ci sono le tagliatelle al cinghiale, al 31 la focaccia di Recco, e poi la genovese, la parmigiana alla napoletana, il ragù alla bolognese, le linguine allo scoglio, la carbonara, le lasagne alla bolognese, il risotto ai funghi porcini,il fritto misto e la bistecca alla fiorentina.

I migliori formaggi italiani

Abbiamo vinto anche con il formaggio: tra gli oltre 1300 catalogati e oltre 24 mila voti, il Parmigiano Reggiano è stato riconfermato come migliore del mondo anche quest’anno. È seguito da altri due formaggi italiani e cioé mozzarella di bufala e stracchino.

Le migliori città italiane in cui mangiare

Infine, nessun dubbio: siamo primi nella lista delle migliori città al mondo in cui mangiare. Roma, Bologna e Napoli occupano il podio, consigliate dagli utenti di Taste Atlas, rispettivamente per pizza al taglio e pasta carbonara, tagliatelle e tortellini e sì, ovviamente, pizza. Ma anche sfogliatelle.

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Quanto costa mangiare la pizza fuori casa? La classifica

La Cucina Italiana

Quanto costa mangiare la pizza fuori casa? Ben l’8% in più rispetto all’anno scorso, in media. Per il resto dipende da dove, e la forbice è molto ampia. Lo dice una ricerca di Altroconsumo, che ha setacciato i costi dell’esperienza gastronomica per eccellenza, la più popolare e la più amata, in 18 città italiane per capire dove è più e meno conveniente. 

Quanto costa mangiare la pizza fuori casa? 

In particolare l’associazione di consumatori ha calcolato il costo medio di un pasto in pizzeria, composto cioè dalla pizza e della bevanda più venduta in ogni esercizio commerciale, e ha messo in risalto differenze notevoli: si va dai 9 euro della città meno cara, ai 19 (massimo) della più cara. 

Le città più care

In particolare la città in cui mangiare la pizza costa di più è Macerata: 13,43 euro, seguita a sorpresa da Venezia e Milano, rispettivamente 12,76 euro e 12,76 euro, sempre in media. La cifra massima, rispettivamente per le tre città, è infatti di 15 euro, 18,5 euro, 19 euro (come anticipato, la cifra più alta in assoluto).

Le città «medie»

Dopo il podio, a seguire nella lista di Altroconsumo ci sono Firenze (11,70 euro), Bologna (11,28 euro), Siracusa (11,15 euro). Al settimo posto Perugia (10,58 euro), ottavo Aosta (10,51 euro), nono Torino (10,49 euro), decimo Genova (10,31 euro). Non si discostano molto le città fuori dalla top ten: undicesimo posto per Trieste (10,18 euro); Dodicesimo per Roma (10,10 euro).

Le città dove si può mangiare una pizza con meno di 10 euro

La bella notizia è che ci sono ancora città che resistono, dove bastano anche meno di 10 euro per una margherita e una bibita: sono Cagliari (9,97 euro), Bari (9,75 euro), Catanzaro (9,71 euro), Napoli (9,20 euro) e Pescara (8,84 euro).

Perché (anche) la pizza costa di più

Ovviamente, come ha specificato anche Altroconsumo i prezzi variano sempre in base a cosa si ordina, alla tipologia di prodotti utilizzati e ai servizi del locale prescelto. Resta però la questione dell’aumento, dettato dai motivi che ormai conosciamo: caro energia, aumenti delle materie prime e non solo. L’esempio lampante è Milano: i posti dove è ancora possibile mangiare una pizza al prezzo medio indicato dall’associazione dei consumatori ormai sono pochissimi.

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