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Frittatina di pasta alla Nerano. La ricetta

Frittatina di pasta alla Nerano. La ricetta

Due classici della cucina campana, gli spaghetti alla Nerano e le frittatine di pasta, si fondono in una nuova creazione. Ecco la ricetta assolutamente da provare del pizzaiolo Diego Vitagliano

Bucatini al posto dei classici spaghetti, pastella e frittura per far diventare uno dei piatti-simbolo della cucina campana, street food. Gli spaghetti alla Nerano sono un classico dell’estate, conditi con una dose abbondante di zucchine fritte e Provolone del Monaco. Le frittatine di pasta invece sono un classico antipasto da pizzeria e un pezzo di rosticceria, composto da bucatini, besciamella, formaggio e una panatura densa, che diventa croccante dopo la frittura.
Diego Vitagliano nei suoi locali 10DiegoVitagliano di Napoli e Pozzuoli le frittatine di pastal, in estate, le serve alla Nerano. Ed ecco la sua ricetta.

Ricetta per 15 frittatine

Per la pastella
100 g di zucchine
1 spicchio d’aglio
500 g di farina
375 g di acqua

Per la besciamella
1 l di latte fresco ed intero
200 g di farina
100 g di burro
15 g di sale fino

Per le frittatine
600 g di bucatini
150 g di zucchine fritte a rondelle
100 g di pancetta tagliata a dadini croccante
150 g di Provolone del Monaco a scagliette
la besciamella

Per la besciamella
Sciogliete il burro a fiamma lenta amalgamandolo con la farina, aggiungete il latte ed infine il sale. Girate il tutto con una frusta fino ad ottenere una crema. La besciamella sarà pronta solo quando inizierà a bollire.

Per la pastella
Cuocete in padella con uno spicchio d’aglio e poco olio le zucchine fino alla cottura. Salate e pepate leggermente e frullate il tutto con poco acqua con un frullatore a immersione.

Per la frittatina
Cuocere i bucatini al dente, amalgamateli con la besciamella, aggiungete le zucchine, il provolone del Monaco e i dadini di pancetta croccante. Una volta ottenuto l’ impasto lasciate riposare in frigorifero per almeno 3 ore. Formate delle palle da circa 100g di impasto, dategli una forma cilindrica, immergetele nella pastella e friggete in olio di girasole alto oleico a 180°C. Scolate su carta da forno e servite subito.

La tiella di Gaeta. La ricetta

La tiella di Gaeta. La ricetta

Gaeta, dove la tradizione del mare incontra quella di terra in una specialità locale: la tiella

I suoi colori sono il bianco e il rosso. Conta 100 chiese e 7 meravigliose spiagge che hanno regalato da alcuni anni alla città la Bandiera Blu.
Gaeta, quasi al confine fra Lazio e Campania, ha un centro storico di origine medievale raggiungibile a piedi attraversando il Lungomare Caboto: la cattedrale, non lontana dal porto, presenta contaminazioni di stili orientali e occidentali mentre salendo verso il Tempio di San Francesco, ai piedi del Monte Orlando, è possibile godere di un panorama suggestivo.
Addentrandosi fra vicoli, ripide scalinate, botteghe e trattorie si viene rapiti da una scia profumata: è quella del piatto tipico di Gaeta, la tiella, con le sue varie declinazioni.
Qui, a differenza di altre zone d’Italia come la Puglia o il teramano, il termine tiella indica una pizza ripiena. Ma davvero molto speciale. Intanto va detto che abbraccia terra e mare perché a Gaeta è sempre stata intensa l’economia di scambio fra pescatori e contadini: il golfo è un vivaio di polpo verace mentre le campagne circostanti, a sud del cosiddetto Agro Pontino, forniscono olive, pomodori, zucchine, cipolle, scarola. Tutte queste materie prime del territorio vanno a farcire la doppia sfoglia della tiella che, nel tempo, ha visto ridotto il suo spessore a vantaggio della digeribilità. E anche della praticità dato che ha rappresentato nel corso dei decenni una sorta di street food da consumare a spicchi.
La regola base seguita da chef e pizzaioli è quella di lavorare a crudo con del sale le verdure, in modo da far uscire per osmosi l’acqua in eccesso.
Particolarmente adatta per la stagione estiva, la ricetta della Tiella di Polpi.

La ricetta della Tiella di Polpi

Ingredienti

500 g di farina
20 g di lievito naturale
3 cucchiai di olio d’oliva
200 ml di acqua tiepida
1 kg di polpi
100 g di olive di Gaeta snocciolate
100 g di pomodori pelati
Prezzemolo
Peperoncino
Sale q.b.

Procedimento

Mettere il lievito con il sale e l’olio in una ciotola. Aggiungere a mano a mano la farina fino a ottenere un impasto omogeneo. Avvolgere l’impasto in uno strofinaccio e farlo lievitare per almeno 30 minuti. A parte, preparare il ripieno tagliando a pezzetti i polpi bolliti e conditi con olio d’oliva, prezzemolo, peperoncino e pomodori pelati. Aggiungere le olive snocciolate. Prendere una metà dell’impasto e stenderlo con un matterello fino a ottenere una sfoglia dello spessore inferiore a un centimetro. Ungere una teglia rotonda e foderarla con un disco di pasta. Mettere il ripieno e ricoprire con il secondo disco di pasta premendo i bordi. Infornare la tiella a 180 gradi per almeno 30 minuti fino a quando non diventa dorata. Servire tiepida.

Bonus ristorante, come funzionerà e chi ne avrà diritto

Bonus ristorante, come funzionerà e chi ne avrà diritto

Lo sconto potrebbe essere pari al 20% (ma anche più alto nei centri storici), per chi paga il conto con il bancomat, con la carta di credito o con le app dedicate

Uno sconto sul pranzo o sulla cena al ristorante. È la misura che potrebbe fare parte del decreto Agosto (che sarà varato nei prossimi giorni), e in particolare del pacchetto degli interventi di sostegno, dopo l’emergenza Covid, alle imprese e ai lavoratori, fra cui quelli del settore ristorazione risultano fra i più danneggiati.

Lo sconto, pensato per incentivare i consumi e aumentare la tracciabilità dei pagamenti, potrebbe essere pari al 20% (ma anche più alto nei centri storici), per chi paga il conto con il bancomat, con la carta di credito o con le app dedicate: sarebbe applicato direttamente alla cassa, per permettere al titolare del locale, ristorante o bar, di ricevere il rimborso dallo Stato (entro il termine massimo di un mese). Per ora la proposta è ancora in discussione, fino a quando il decreto non sarà approvato: su alcune parti del testo, infatti, c’è ancora scontro nella maggioranza. Per il “bonus ristorante”, verrebbe stanziato circa un miliardo di euro, dei tre destinati alla crisi generale dei consumi seguita all’emergenza coronavirus (sono previsti sconti anche per altri settori: per chi acquista vestiti, scarpe, elettrodomestici, complementi d’arredo). Il rimborso si applicherebbe alle spese sostenute da settembre a dicembre: non avrebbe limiti di reddito, ma un tetto massimo.

Il “bonus ristorante”, in base alle stime del Corriere della Sera, potrebbe coprire 166 milioni di pasti, ipotizzando un conto medio pro capite pagato di 30 euro con un rimborso del 20%, e quindi di 6 euro. Rimane un interrogativo, che è quello che si pone il giornalista Lorenzo Salvia, chiedendosi «se questi 166 milioni di coperti saranno aggiuntivi, se cioè il bonus spingerà a sedersi al ristorante chi altrimenti non ci sarebbe andato. Oppure se si limiterà a restituire qualche soldo a chi ci sarebbe andato comunque, senza nessun effetto positivo per il settore. Ma qui i conti si potranno fare soltanto dopo».

In alcuni Paesi stranieri, una misura simile è già entrata in vigore: in Gran Bretagna, il programma “Eat out to help out” prevede uno sconto fino al 50% per i pasti consumati nei ristoranti, finanziato dal Tesoro britannico.

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