Tag: cucina vegetale

Zuppa di broccoli e ceci, la ricetta scalda inverno da fare

Zuppa di broccoli e ceci, la ricetta scalda inverno da fare

La zuppa di broccoli e ceci con crostini al pecorino è il piatto perfetto dell’inverno. Infatti, come tutte le ricette che hanno il potere di scaldare le mani, il corpo e anche l’anima nei periodi freddi dell’anno, anche la zuppa di broccoli e ceci con crostini al pecorino è una zuppa contadina.

La maggior parte di queste zuppe sono a base di legumi e cereali, ma tra tutte le zuppe di terra (perché esistono anche le zuppe di mare), la zuppa di ceci le batte tutte. Si tratta forse della zuppa più semplice, ma anche più ricca di sapore. In questa versione abbiamo deciso di usare questi legumi super proteici abbinati ai broccoli, ricchi di clorofilla, magnesio ed elevate quantità di vitamina C. Leggera e nutriente, come ogni vera zuppa che si rispetti, anche i crostini di pane che la accompagnano acquistano sapore e gusto perché sono intrisi di pecorino romano, ma nulla vieta di utilizzare il pecorino sardo. Cremosa e vellutata, questa zuppa di ceci e broccoli è semplicissima da preparare quindi adatta anche alle mani meno esperte in cucina che vogliono stupire a tavola.

La ricetta della zuppa di broccoli e ceci con crostini al pecorino

Difficoltà: facile
Tempo: 40 minuti

World Vegetarian Day: le ricette a base di proteine vegetali

World Vegetarian Day: le ricette a base di proteine vegetali

Per celebrare il World Vegetarian Day, cosa c’è di meglio di fare un’ode ai legumi e ai prodotti vegetali?
Ma prima cerchiamo di capire come si comportano gli italiani a tavola, quali sono le loro scelte. Ecco allora che, dati alla mano, scopriamo subito che è in crescita già da diversi anni un trend plant-based; e non solo. In Italia, infatti, secondo i risultati dell’indagine dell’Eurispes, nel 2023 ha intrapreso la scelta vegetariana il 4,2% del campione mentre è vegano il 2,4% (in totale 6,6%). Il 93,4% sostiene di non essere vegetariano, ma tra di essi il 7% confessa di esserlo stato in precedenza.

Il consumo di cibi “senza”, anche “senza” intolleranze specifiche

Assistiamo poi a una situazione curiosa che riguarda l’incremento dei cibi “senza”, quelli “dedicati” a chi soffre di intolleranze alimentari, ma che vengono acquistati anche da coloro che in realtà non hanno alcuna intolleranza. C’è da chiedersi il perché. Il fatturato e i proseliti sembrano essere spinti anche dalle celebrità del mondo dello spettacolo: da Gwyneth Paltrow a Victoria Beckham e Lady Gaga, sono infatti tante le star che hanno scelto il gluten-free. Non sono celiache, ma non portano in tavola nulla che contenga glutine, convinte di guadagnare così in salute e restare in forma. Ma una spiegazione più approfondita ve la diamo in questo articolo: Gluten free, per moda o per davvero? A conti fatti, il consumo di alimenti senza glutine cresce fra la popolazione raggiungendo il 21,1% mentre nel 2019 era al 19,3%, e per molti, come abbiamo detto, non si tratta di un’intolleranza: circa 12,1% di questi non avrebbe necessità di alimenti gluten-free.
Un situazione analoga l’abbiamo anche con altri cibi rivolti a coloro che possono incorrere in problemi di intolleranza: in molti acquistano alimenti senza lattosio: sono oggi il 30% contro il 26% del 2019, ma il 18,3% dichiara di non avere un’intolleranza al lattosio.
Non cambia il discorso quando si passa agli alimenti senza lievito, che vengono comprati in quasi un quinto dei casi (18,8%), sebbene nel 12,5% dei casi non vi sia alcun un bisogno medico.
Si comprano invece in misura minore gli alimenti senza uova (13,3%) ma solo il 3,5% lo fa per intolleranza.
Più elevata la percentuale di chi compra prodotti senza zucchero che si aggira ormai attorno al 23,3%, di cui il 19,8% senza che ne abbia vera necessità.
Integratori alimentari e vitamine sono invece consumati dal 68,5% del campione.

E con i cibi “nuovi” come va?

Un italiano su quattro sarebbe disposto a mangiare carne coltivata. Tuttavia prevale la maggioranza di chi non è propenso a cambiare la propria alimentazione (73,6%) e quindi ad assaggiare la cosiddetta carne sintetica.
Passando agli insetti, l’82,5% degli italiani si dichiara poco o per niente propenso ad assaggiarli. Cambiano i risultati quando si parla di prodotti risultanti dalla lavorazione di insetti, ad esempio le farine: il 76,7% non acquisterebbe prodotti che li contengono; il 23,3%, al contrario, non avrebbe alcun problema.

I legumi e il trend plant-based

Tra i principali alleati per sistemi alimentari più sostenibili per tutti, i legumi sono un toccasana per la nostra salute e sono ormai considerati il cibo del futuro. La loro versatilità è sbalorditiva sia in termini di varietà sia di consumo. Si possono mangiare infatti freschi appena raccolti oppure secchi: la loro conservabilità ci permette di averli a disposizione tutto l’anno.

Le proprietà dei legumi

I legumi sono noti per avere un altissimo contenuto di fibre alimentari. Grazie ai carboidrati complessi e al loro basso indice glicemico garantiscono energia a lungo termine e sazietà. Con un basso contenuto di grassi e sodio, sono un’ottima fonte di ferro, calcio, potassio e vitamine. È proprio la FAO a identificare i legumi come grande fonde di micronutrienti e quindi parte cruciale di un’alimentazione salutare utile a prevenire malattie croniche.

Come scegliere i legumi

Importante, anzi importantissimo, è il discorso sulla tracciabilità. Molti legumi arrivano infatti dall’altra parte del mondo, il che li rende poco sostenibili. Come fare? Affidiamoci ai nostri contadini di fiducia, scegliendo varietà locali e leggendo sempre l’etichetta. Preferiamo prodotti ottenuti da agricoltura ecologica. Oltre al ridotto consumo d’acqua, i legumi hanno bisogno di pochi input e grazie alla loro capacità di fissare l’azoto fertilizzano il terreno in cui sono coltivati, è per questo che sono gli alleati perfetti per una transizione verso l’agroecologia.

Le varietà

Usciamo dall’idea che esistano solo ceci, lenticchie e fagioli. Di legumi infatti, abbiamo l’imbarazzo della scelta. Già soltanto di varietà di ceci ne possiamo trovare cinque, insieme a lenticchie e fagioli le cui varietà sono numerose. La biodiversità leguminosa è incredibile. Alcune meno rinomate da conoscere sono: la cicerchia, la piattella, la roveja, i lupini e tante altre. Come le arachidi, che molti non sanno essere legumi.

Come renderli più digeribili

Spesso il nostro intestino non è abituato ad alcuni carboidrati presenti soprattutto nella buccia, ma ecco come potreste superare questo problema. Se non siete consumatori abituali, è suggerito cominciare a inserirli nella propria alimentazione utilizzando quelli decorticati, proprio per eliminare la buccia e digerirli meglio. L’ammollo è fondamentale, e ogni legume è differente. Leggete bene sull’etichetta quante ore di ammollo sono necessarie: questo passaggio garantirà una maggiore digeribilità e i nutrienti verranno meglio assorbiti dal nostro organismo. Un consiglio? Per evitare il gonfiore è anche raccomandato di aggiungere foglie di alloro, semi di finocchio, oppure l’alga kombu durante la cottura.

Le ricette per il World Vegetarian Day

Come rendere i sistemi alimentari globali più sostenibili

La Cucina Italiana

Sistemi alimentari globali più sostenibili? Questo è un momento critico per il nostro pianeta. Ciò che mangiamo e il modo in cui ci procuriamo il cibo ne determineranno il futuro. I cambiamenti climatici, il clima distruttivo, la volatilità della produzione alimentare e l’aumento delle malattie non trasmissibili (diabete e pressione sanguigna elevata, per esempio), che sono diventate le principali cause di morte prematura in tutto il mondo, ci impongono di riflettere attentamente su ciò che mangiamo e di chiedere una maggiore sostenibilità dei nostri sistemi alimentari globali.

Alimentato dalle piante

L’anno scorso, con l’uscita dell’Impossible Burger e di altre proteine vegetali che assomigliano alla carne di manzo, si è aperta la strada all’alimentazione a base vegetale. Le persone possono vivere bene mangiando diete a base vegetale e la richiesta per queste diete sta crescendo.
Un sondaggio del 2016 ha rilevato che il 17% degli americani segue una dieta esclusivamente o prevalentemente a base vegetale, mentre un altro 60% sta riducendo i prodotti a base di carne. Tendenze simili si stanno affermando anche in Europa e in Asia.

I sistemi alimentari globali 

I sistemi alimentari globali stanno generando costi umani, sociali, ambientali ed economici sempre più grandi. Nel tentativo di aumentare l’efficienza, la produttività e i profitti, abbiamo intensificato e meccanizzato i processi agricoli, compreso l’allevamento di piante e animali.
Di conseguenza, le nostre abitudini di produzione e consumo di cibo sono diventate i principali responsabili dei cambiamenti climatici, dello stress idrico, dell’accaparramento dei terreni, della perdita di biodiversità, dell’erosione del suolo, della deforestazione e dell’esaurimento degli stock ittici. Abbiamo bisogno di approcci più intelligenti, più sani e meno aggressivi.
Ad esempio, il prezzo dei cereali aumenta quando le materie prime vengono destinate all’agricoltura animale industriale, mettendole fuori dalla portata delle popolazioni emarginate.

Un rinnovamento alimentare

Sia le Nazioni Unite che l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura hanno chiesto una riforma dei sistemi alimentari e agricoli. I dati raccolti rivelano la necessità di limitare l’agricoltura ad alta intensità chimica, l’allevamento intensivo, la produzione e la commercializzazione di massa di alimenti ultralavorati e di adottare pratiche di sostenibilità per apportare i necessari miglioramenti alle lunghe e deregolamentate catene globali di approvvigionamento delle materie prime.
In breve, essi si battono a favore di diete più sostenibili in tutto il pianeta. Le diete sostenibili cercano di ottenere risultati positivi per le persone, gli animali e il pianeta, tenendo conto della salute, dell’ambiente e dell’equità nella dieta, oltre che dello stile di vita. Gruppi di ricerca indipendenti, come l’IPES-Food, collaborano anche con cittadini e movimenti sociali per definire le politiche e incoraggiare la transizione verso sistemi alimentari più sostenibili.
In un recente rapporto, l’IPES-Food e l’Alleanza Globale per il Futuro dell’Alimentazione hanno evidenziato i molti modi in cui il cibo è connesso alle nostre vite. Esortano i governi, l’industria e i cittadini-consumatori a costruire una maggiore integrità nei sistemi alimentari applicando approcci affidabili che siano olistici, sostenuti pubblicamente e che sostituiscano gli esiti negativi con risultati stimolanti e sostenibili.

Un’ opportunità succulenta

L’innovazione nel settore degli alimenti verdi e a base vegetale vale già miliardi e si prevede che continuerà a crescere. Con la crescita esponenziale delle aziende a base vegetale, le aziende alimentari tradizionali stanno cogliendo l’opportunità di investire in marchi a base vegetale.

Maple Leaf Foods, il più grande distributore di carne del Canada, ha esteso la propria linea di prodotti agli alimenti proteici a base vegetale acquisendo Lightlife Foods e Field Roast, che offrono “carne” a base di cereali e prodotti caseari vegani. Non si tratta di attività leggere: Field Roast ha registrato vendite per circa 38 milioni di dollari nel 2016. Anche Tyson Foods, un importante produttore di carne statunitense, ha ampliato la propria partecipazione nell’azienda a base vegetale Beyond Meat, mentre la multinazionale alimentare Danone ha acquisito WhiteWave, un’azienda di latte vegetale.

Molte altre opportunità commerciali attendono chi ha fantasia. Si prevede l’arrivo sul mercato di alimenti più succulenti, alcuni dei quali includeranno la proteina di pisello proveniente dalla struttura lanciata da James Cameron e dal suo team. 

Il futuro potrebbe significare aria, acqua e terreni più puliti, oltre a stili di vita più sani ed equi, il tutto alimentato da deliziosi alimenti vegetali.

Proudly powered by WordPress