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Ricetta Cruffin – La Cucina Italiana

Ricetta Cruffin - La Cucina Italiana
  • 300 g farina 0
  • 200 g burro
  • 75 g latte
  • 40 g zucchero semolato
  • 1 pz bustina di lievito di birra secco
  • zucchero a velo
  • sale

Per la ricetta dei cruffin, sciogliete il lievito in 85 g di acqua. Mescolate la farina con lo zucchero semolato, quindi unite il latte, l’acqua con il lievito, 50 g di burro morbido e una presa di sale. Impastate fino a ottenere a palla, omogenea e liscia; avvolgetela in un panno umido e lasciatela lievitare a circa 28 °C per 1 ora e 30 minuti. Ammorbidite 150 g di burro. Dividete l’impasto in 8 spicchi uguali e tirateli in modo da ottenere delle lunghe sfoglie rettangolari (45×15 cm) spesse 1 mm. Spennellate le 8 sfoglie con il burro ammorbidito. Arrotolatene 4 sul lato corto formando dei «sigari». Avvolgete ciascun «sigaro» in una seconda sfoglia. Infarinate la lama di un coltello ben affilato e, con la punta, tagliate i 4 «sigari» a metà per il lungo, senza schiacciare la pasta. Avvolgete ciascuna metà a girella, tenendo la parte del taglio verso l’esterno. Imburrate 8 stampini rotondi (ø 7 cm) e adagiatevi le girelle. Lasciatele lievitare a 28 °C per 1 ora. Infornatele a 180 °C per 20 minuti circa. Lasciate raffreddare i cruffin ottenuti, spolverizzateli con zucchero a velo e serviteli, accompagnandoli a piacere con confettura di fragole.

50 anni alla fragola – La Cucina Italiana

50 anni alla fragola - La Cucina Italiana

È in edicola il nuovo numero di maggio: un’invitante crostata di fragole rosseggia in copertina. Oggi come esattamente cinquant’anni fa. Scoprite la torta del 1969

Gli anni con il nove sono tutti importanti per La Cucina Italiana che, nata nel 1929, festeggia compleanni significativi. Nel 1969 la rivista “apriva l’anta” e per tutto l’anno una coccardina pubblicata sotto la testata ricordava l’anniversario. Nel mese di maggio la copertina era dedicata, proprio come quest’anno, a una torta di fragole, frutto che in questo mese raggiunge il massimo della sua bontà. Ecco le due foto a confronto. Di seguito, la ricetta del 1969 mentre per quella di oggi, correte in edicola!

La copertina del numero di maggio 1969 e quella che trovate oggi in edicola

Torta con le fragole

Ingredienti

500 g fragole, 400 g farina, 270 g burro, 250 g zucchero semolato, 150 g mandorle, 100 g zucchero al velo, 12 uova, 1 litro di latte, liquore Galliano, una bustina di  vanillina, Cognac

Procedimento

Versate sulla spianatoia la farina, fate la fontana, mettetevi in mezzo g 260 di burro a pezzetti ed un poco ammorbidito, quindi impastatelo alla farina uend, poco alla volta, tanta acqua fredda quanto basta per avere una pasta di giusta consistenza; senza lavorarla molto fate con la pasta una palla, avvolgetela in un foglio di carta oleata e mettetela in frigorifero per circa due ore. Immergete per un istante le mandorle in acqua in ebollizione, poi pelatele, distribuitele su una placca e mettetele in forno già caldo affinché si asciughino bene, non dovranno colorirsi, quindi toglietele e lasciatele raffreddare. Mondate le fragole, lavatele in acqua molto fredda e lasciatele scolare. Versate in una terrina lo zucchero al velo, unite circa mezzo bicchiere di liquore e mezzo di cognac e mescolate sino a che lo zucchero si sarà sciolto, aggiungete allora le fragole, mescolatele con delicatezza affinché tutte possano insaporirsi bene, ponete sul recipiente un piatto e conservatele in frigorifero. Mettete le mandorle, ormai fredde, in un mortaio ed unendo di tanto in tanto un poco di zucchero semolato, pestatele bene sino a ridurle in polvere; setacciate la polvere ricavata e pestate anche le eventuali briciole rimaste sul setaccio. Fate intiepidire il latte. Imburrate una tortiera dai bordi alti e possibilmente a cerniera del diametro di circa 24 cm. Togliete la pasta dal frigorifero e con il matterello stendetela facendo un disco largo a sufficienza per foderare fondo e bordi dello stampo, poi rivestitelo, pareggiate la pasta ai bordi in modo che sia tutta della stessa altezza e con una forchetta sforacchiatela sul fondo. Versate in una terrina otto ruotli e quattro uova intere, la vanillina ed il restante zucchero semolato: con una piccola frusta sbattete energicamente, quidni unite, poco alla volta, tutto il latte tiepido, amalgamatevi la polvere di mandorle, versate tutto nello stampo, infine mettetelo in forno già caldo (180°C sul termostato) lasciandovelo per circa una ora (quando uno stecco immerso nella crema esce asciutto il dolce è cotto); toglietelo dal forno e lasciatelo raffreddare, quindi accomodatelo su un piatto di portata. Scolate le fragole dal liquore, sistematele sul dolce e servite. Se il dolce dovesse attendere conservatelo al fresco (non per molte ore).

Da “La Cucina Italiana”, maggio 1969

Uova di quaglia: come si usano in cucina?

Uova di quaglia: come si usano in cucina?

Le uova sono buone sempre, ma si sa, in primavera le si riscopre soprattutto in cucina, merito anche forse dell’arrivo della Pasqua. Ma avete mai provato a cucinare le uova di quaglia?

Simili a quelle di gallina, ma più piccole – sono circa 1/5 delle prime -, hanno il guscio caratterizzato da macchioline scure. Sono anche più delicate, hanno meno colesterolo e costituiscono una fonte di sali minerali e vitamine (fosforo, calcio e potassio). Costituiscono anche un’efficace integrazione in caso di allergia, soprattutto da pollini di graminacee: nelle uova di quaglia, infatti, si trovano delle microquantità di frumento, mais, orzo e segale, che rappresentano una terapia desensibilizzante a basso dosaggio.

All’estero, soprattutto in Giappone, vengono consumate quotidianamente, soprattutto a crudo. Voi le avete mai provate? Se volete provare a cucinarle, ecco qualche suggerimento. Sappiate comunque che in linea di massima, possono essere utilizzate al posto di quelle di gallina nelle medesime ricette.

Come pulire e conservare le uova di quaglia

Prima di utilizzarle per qualsiasi impiego, consigliamo di lavare le uova di quaglia in acqua bollente. Poi, si possono conservare in frigorifero fino a circa 15 giorni. Potete consumarle a crudo senza paura: l’alta temperatura corporea con cui vengono covate, consente di distruggere eventuali salmonelle e/o virus aviari. Se non vi sentite sicuri, potete pastorizzarle.

Come sgusciare le uova di quaglia

Le uova di quaglia sono molto delicate, ma al loro interno hanno una membrana molto resistente, difficile da rompere, senza spaccare l’uovo. Se le volete consumare sode, cominciate col farle rotolare tra le mani, per sbriciolare il guscio con la pressione e il calore. Infine, sollevate un angolo e procedete a spirale per rimuovere la buccia. Se invece volete fare una frittata, ma senza rompere in mille pezzi il guscio, incidetelo con un coltello seghettato sul fianco per creare una fessura, che vi servirà per aprirlo in due, senza frantumi.

Come utilizzare in cucina le uova di quaglia

Le uova di quaglia si possono impiegare come quelle di gallina, ma facendo attenzioni alle dosi: un uovo di gallina, infatti, corrisponde a 5 uova di quaglia. Potete cucinarle alla coque, facendole lessare per un minuto e mezzo in acqua bollente leggermente salata, per poi bucarne la superficie con uno spillo; oppure sode, da cuocere per 3-4 minuti in acqua bollente leggermente salata, risciacquandole poi sotto l’acqua fredda. Sono ottime anche in frittata, all’occhio di bue, per creare dolci o anche la pasta fresca, come le tagliatelle: anzi, pare che reggano meglio la cottura. Provare per credere.

Le uova di quaglia nella routine beauty

Il cambio si stagione ha spento il colorito della vostra pelle o ha indebolito i capelli e ora ne perdete molti? Provate a realizzare delle maschere naturali, utilizzando proprio le uova di quaglia: hanno il potere di ridonare vigore e luminosità sia all’epidermide che al cuoio capelluto.

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