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Armani porta l’eleganza nel mondo (anche con il food)

Armani porta l'eleganza nel mondo (anche con il food)

Stilista che ha conquistato il mondo, si contraddistingue oggi non solo per la moda, ma anche nel cibo! Parigi, New York, Tokyo: lo stile di Giorgio Armani si assapora nel mondo. Ritrovando ovunque un raffinato gusto made in Italy!

Sempre pioniere, sempre in anticipo con i tempi secondo l’attitudine futuristica che lo contraddistingue, Giorgio Armani. La cifra iconica della sua moda che piace da almeno quattro decenni si riflette anche in un altro segmento della sua impresa: il cibo. «Ho un’idea dello stile come lifestyle, della semplicità sofisticata come segno di eleganza in ogni ambito, e il cibo, che è uno degli elementi più importanti della vita quotidiana, non poteva mancare nel mio mondo», spiega lo stilista. Da Milano a Tokyo, da New York a Parigi sono venti i ristoranti e due i club fino a oggi (armani.com).

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Uno scorcio dell’Armani Ristorante a New York.

«Ho aperto il mio primo Emporio Armani Caffè a Parigi in tempi non sospetti nel 1998, anticipando una tendenza che ha interessato successivamente molte griffe del mondo della moda», racconta Armani. «Allora pensai che potesse funzionare un luogo in cui concedersi una pausa durante lo shopping o un aperitivo dopo il lavoro. Il format non poteva che essere essenziale e piacevole, facile da inserire in contesti cittadini diversi. Ma il progetto rispecchiava un desiderio molto più grande: declinare lo stile Armani in ogni settore. Ristoranti e caffè mi sono sembrati un’estensione logica e al tempo stesso una scommessa interessante che col tempo ha dato i suoi frutti».

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Armani Ristorante a Parigi, il primo locale del marchio, aperto nel 1998.

In linea con questa visione anche i cuochi coinvolti nei vari Paesi, tre dei quali si raccontano qui attraverso un iconico piatto di pasta. A cominciare da Massimo Tringali, a Parigi, con i suoi Spaghetti di Gragnano ai gamberi rossi di Mazara, aglio, olio, peperoncino e caviale. «Rappresenta in maniera perfetta la mia e la nostra filosofia gastronomica. Racchiuse in questa ricetta vi sono alcune delle nostre eccellenze gastronomiche italiane: gli spaghetti di Gragnano, il caviale italiano Calvisius di storione bianco, il gambero rosso di Mazara e un olio extravergine da olive Coratina di Puglia. Quando un cliente si accomoda ai nostri tavoli è quasi come se facesse un viaggio per l’Italia intera. La nostra cucina più autentica è fatta di memorie di un tempo passato che rendiamo attuali ma senza mai snaturare gli insegnamenti dei grandi cuochi».

Chef Massimo Tringali dell’Armani Ristorante a Parigi.

Da Parigi a New York, sempre in equilibrio tra fascino cosmopolita e cucina di casa anche Michele Brogioni con i suoi Tortelli ripieni di robiola di bufala, purea di piselli freschi e tartufo nero di stagione. «È un piatto che mi riporta alla mia famiglia. Mia madre e mia nonna preparavano la pasta ripiena per qualsiasi occasione o festa importante utilizzando ingredienti freschi dei loro orti. Mio padre, cuoco, era un tipo creativo e in primavera e in estate faceva il ripieno con i formaggi freschi dei pastori locali. Lui è ancora il mio più grande punto di ispirazione».

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Chef Michele Brogioni dell’Armani Ristorante di New York.

Ancora ricordi d’infanzia e ancora una seducente pasta ripiena per Carmine Amarante, chef dell’Armani/Ristorante di Tokyo che dà forma alla memoria con ingredienti giapponesi. I suoi Tortelli Genovese con ripieno di manzo wagyu con tartufo e salsa  caramellata di cipolla sono un ponte tra Italia e Oriente. «L’ispirazione nasce da uno storico piatto della tradizione napoletana. Mi rappresenta perché evoca tanti ricordi della mia infanzia a cui io sono molto legato, in quanto era una ricetta che si preparava tipicamente di domenica, in famiglia».

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Chef Carmine Amarante dell’Armani Ristorante di Tokyo.
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Tortelli Genovese con ripieno di manzo wagyu con tartufo e salsa caramellata di cipolla dello Chef Carmine Amarante dell’Armani Ristorante di Tokyo.

Tra le novità nel resto del mondo, un secondo Emporio Armani Caffè al Cairo e due nuove aperture in previsione in Qatar. Sempre più amati gli spazi verdi all’esterno come quelli a Milano dell’Emporio Armani Ristorante e di Nobu Milano Garden. Anche l’Armani/Caffè di Cannes si allarga con uno spazio en plain air comprensivo di Champagne bar per l’estate. Per scivolare elegantemente verso il tramonto.

 

Peperoni cruschi: come farli e le ricette tradizionali

Peperoni cruschi: come farli e le ricette tradizionali

Buonissimi, dolci e croccanti. Un viaggio in Basilicata alla scoperta dei peperoni cruschi!

Prodotto agroalimentare tradizionale della Basilicata, i peperoni cruschi più che una varietà sono un vero e proprio modo di cucinare un particolare tipo di peperone dolce. Vediamo insieme di quale peperone si tratta e cosa lo rende così speciale.

Il peperone di Senise IGP

Per fare i peperoni cruschi si utilizza una particolare tipologia di peperone chiamata peperone di Senise IGP. Di colore rosso intenso e dal sapore dolce, ha una polpa sottile, il picciolo ben saldo al frutto e un basso contenuto di acqua, caratteristiche queste che lo rendono particolarmente adatto all’essiccazione.
Il peperone di Senise I.G.P. viene raccolto i primi di agosto e viene disposto per qualche giorno su teli di stoffa in un luogo buio e asciutto. Successivamente, i peperoni vengono legati con uno spago a formare delle collane note come serte (o nserte), dalle dimensioni che possono raggiungere anche 2 metri di lunghezza. Come da tradizione, le serte vengono appese ai balconi e all’interno di serre o locali areati per la corretta essiccazione dei peperoni.

Come utilizzare i peperoni di Senise IGP essiccati

Dopo l’essiccazione il peperone di Senise IGP può essere utilizzato in due modi: può essere ridotto in polvere come fosse una spezia con la quale arricchire di gusto, profumo e colore impasti di focacce, pizze, paste e salumi (è infatti utilizzata anche come colorante e conservante naturale nella salsiccia lucanica) o in alternativa può essere fritto in modo da diventare crusco ovvero croccante.

Per fare i peperoni cruschi dovete prendere i peperoni di Senise IGP essiccati e li dovete pulire con un panno asciutto. Privateli quindi dei semini interni ed eliminate il picciolo. Soffriggete i peperoni in poco olio extra vergine di oliva a bassa temperatura fino a quando non saranno rigonfi e leggermente scuriti (sono necessari pochi secondi).
Scolateli su carta assorbente per fritti e gustateli come fossero uno snack.

Ricette tradizionali con i peperoni cruschi

Perfetti come finitura per dare un tocco croccante a piatti dalla consistenza morbida, i peperoni cruschi sono anche i protagonisti di ricette della tradizione lucana.
Qui ne trovate due: un secondo e un contorno.

Baccalà con peperoni cruschi

Ingredienti per 4 persone

1 kg di filetto di baccalà già ammollato e dissalato
100 g di olive nere
8 peperoni cruschi
1 cipolla bianca
olio extravergine d’oliva
sale

Procedimento

Diliscate accuratamente il filetto di baccalà, tagliatelo a tocchetti, quindi tamponatelo con carta assorbente.
Mondate e affettate sottilmente la cipolla, poi fatela soffriggere in una casseruola con 3-4 cucchiai di olio extra vergine di oliva. Aggiungete i pezzi di baccalà e rosolateli 2 minuti per lato. Aggiungete le olive, abbassate la fiamma al minimo e fate cuocere per 10 minuti. Aggiustate di sale se necessario. Quando il baccalà sarà cotto servite completando con il peperone crusco spezzettato grossolanamente.

Patate e peperoni cruschi

Ingredienti per 4 persone

800 g di patate
100 g di peperoni di Senise IGP essiccati
olio extra vergine di oliva
sale

Procedimento

Fate bollire le patate in acqua salata per 10 minuti. Scolatele, sbucciatele, tagliatele a fettine spesse 5 mm e tenetele da parte.
Nel frattempo pulite i peperoni, eliminate i semi e il picciolo. Mettete in una padella due cucchiai di olio extra vergine di oliva e friggetevi i peperoni per pochi secondi o fino a che non assumeranno un colore rosso acceso. Scolateli su carta assorbente per fritti e tenete da parte. Nella stessa padella in cui avete cotto i peperoni cruschi versate anche la patate e fate cuocere fino a che non saranno ben dorate. Aggiustate di sale e aggiungete i peperoni cruschi ridotti a pezzi grossolani.
Saltate il tutto per un paio di minuti e servite subito.

Sfogliate la gallery per le immagini e altri suggerimenti!

» Pinsa romana – Ricetta Pinsa romana di Misya

Misya.info

Innanzitutto versate farina e lievito sbriciolato in una ciotola e iniziate a versare 700 ml di acqua, mescolando man mano con un cucchiaio e poi a mano, finché non sarà assorbita completamente (risulterà un impasto grezzo e piuttosto sodo, è normale).
Effettuate dei tagli sull’impasto (bastano 3 incisioni: serviranno a far assorbire meglio gli ultimi ingredienti) e aggiungete sale, olio e l’acqua restante.

Continuate a lavorare per almeno 10 minuti, in modo che tutti gli ingredienti siano perfettamente incorporati.
Lasciate riposare per almeno 15-30 minuti.

Spolverizzate il piano di lavoro con poca farina, rovesciateci sopra l’impasto, allargatelo un po’ con le mani ed effettuate delle pieghe, piegando 1/3 dell’impasto sopra quello centrale e poi ripiegandoci sopra il 1/3 finale: fatelo prima in orizzontale e poi in verticale (come vedete dalle foto).

Pirlate quindi l’impasto dandogli una forma tonda e trasferitelo in una ciotola unta d’olio, coprite con pellicola trasparente e lasciate lievitare per circa 2 ore o fino al raddoppio.
Infine trasferite l’impasto in frigorifero e lasciatelo lievitare per almeno 24 ore.

Preparate una ciotola con della semola.
Dividete l’impasto in 4 panetti, cercando di non lavorarlo troppo (sollevate un pezzo di impasto e strozzatelo sotto con la mano fino a staccarlo dal resto).
Uno per volta, pucciate i vari pezzi nella semola, solo dal lato liscio, quindi effettuate nuovamente un singolo giro di pieghe (solo in orizzontale).
Lasciate lievitare nuovamente ogni panetto per 3-4 ore o fino al raddoppio, su un vassoio cosparso di semola, a temperatura ambiente.
Preriscaldate il forno statico alla massima potenza, con il grill acceso e la teglia dentro, in modo che si scaldi per bene anch’essa (meglio ancora se avete una pietra refrattaria).
Infine, con le mani infarinate nella semola, stendete un panetto per volta, partendo dal centro e andando verso i lati, cercando di conferire all’impasto una forma ovale e di non toccare troppo i bordi, in modo da creare un bel cornicione gonfio: dovreste creare una pinsa di circa 20-22 cm di lunghezza e 33-35 cm di larghezza.
Fate cuocere per 7-8 minuti sulla teglia arroventata e rivestita di carta forno.

Condite con passata di pomodoro, sale, olio e mozzarella e cuocete per altri 2-3 minuti, giusto il tempo che si fondano tra loro i sapori, quindi sfornate e aggiungete il basilico.
In foto vedete una seconda pinsa con condimento diverso: salsiccia sbriciolata (già precotta) e provola.

La pinsa romana è pronta, non vi resta che servirla.

Ricerche frequenti:

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