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Treccia brioche con pesto ricotta e pomodorini

Treccia brioche con pesto ricotta e pomodorini

 
Non voglio dilungarmi scrivendo soffice, gustoso e bla bla bla, consiglio solo di provare e farmi sapere.

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Per la ricetta ringrazio Francesca che molto gentilmente l’ha condivisa con me. Spero che lei perdoni  due o tre piccoli cambiamenti 😊.

Ingredienti

500 g di farina Manitoba

2 uova

180 g di latte a t.a.

80 g di burro a t.a. 

    o 65 ml di olio (io ho utilizzato olio d’oliva)

10 g di lievito di birra

10 g di zucchero

15 g di sale

4 cucchiai di ricotta

2 cucchiai rasi di pesto

6 pomodorini + quelli per la decorazione

basilico secco 

basilico fresco

1 tuorlo

Procedimento

Sciogliere il lievito con lo zucchero in un bicchiere con metà del latte e mescolare.

In una ciotola capiente o in quella della planetaria versare tutta la farina.

Unire il latte con il lievito e una parte del latte rimasto ( altra parte la uniremo insieme al sale per aiutare l’assorbimento). Iniziare ad impastare, unire le uova e poi il sale con il resto del latte.

Quando l’impasto inizia a formarsi, aggiungere il burro, o l’olio, in due volte.

A completo assorbimento della parte grassa, trasferire l’impasto sulla spianatoia poco poco infarinata. 

Dare una impastata veloce, formare un panetto, tagliare la superficie a croce e metterlo in una ciotola. Coprire con pellicola trasparente e lasciare lievitare fino al raddoppio.

Scaldare il forno a 180° C.

A lievitazione avvenuta, con le mani stendere il panetto 

direttamente su carta forno fino a formare un rettangolo.

Stendere sulla pasta uno strato unico di ricotta e

sopra uno strato di pesto.

Cospargere con i pomodorini tagliati a dadini.

Dividere dal lato più lungo il rettangolo in tre parti 

e unire nel senso della lunghezza a

formare dei salsicciotti.

Formare una treccia e capovolgerla in modo

da avere le aperture a contatto

con la carta forno.

Spennellare la superficie con il tuorlo sbattuto 

con latte e cospargere con il basilico secco.

Infornare per circa 30 minuti o fino a doratura sia in superficie che nella parte sotto.

Una volta cotta, decorare la treccia con pomodorini tagliati a metà e foglie di basilico fresco.

Sarde e sardine. Scopriamole in 10 ricette imperdibili

La Cucina Italiana

Diffusa in tutto il Mediterraneo, in particolare nell’Adriatico e in Sicilia, la sardina è un pesce azzurro ricco di proprietà benefiche per l’organismo. Le sardine sono disponibili principalmente fra marzo e settembre, anche se le migliori si pescano durante la primavera.

Se vi siete mai chiesti qual è la differenza fra sardine e sarde, è arrivato il momento di sciogliere ogni dubbio.

Differenza fra sarde e sardine

Sarde e sardine sono esattamente lo stesso pesce. Semplicemente, in alcune regioni si utilizza il termine sarda per indicare il pesce fresco, mentre sardina per quello conservato sott’olio. A volte, invece, vengono chiamate sardine quelle di dimensioni più piccole.

Sarde e sardine: caratteristiche

Nomi diversi, medesimo pesce, come dicevamo. E questo vale anche per le ottime proprietà dovute alla presenza di Omega 3, sali minerali, vitamina D e proteine.

La carne della sardina è molto grassa: è quindi necessario consumarla freschissima, per evitare che le caratteristiche organolettiche si deteriorino.

Differenza fra sardine e alici

Spesso si fa confusione anche fra le sardine e le alici, molti credono infatti che si tratti dello stesso pesce. In realtà, nonostante facciano parte della famiglia dei pesci azzurri, si differenziano sia nell’aspetto che nel gusto.

Le sardine sono più gonfie e lunghe delle alici, più piatte e contraddistinte da un muso appuntito. Infine, le sardine presentano una maggiore quantità di grasso rispetto alle alici, quindi vanno consumate più velocemente.

Sarde e sardine: ricette

Oltre ad essere gustose impanate e fritte, le sardine sono protagoniste di innumerevoli ricette regionali dal Nord al Sud dell’Italia. Fra le più amate ci sono le sarde in saor alla veneziana, antico piatto che prevede la frittura delle sarde e una marinatura a base di cipolle caramellate con aceto, pinoli e uvetta.

Anche la tradizione siciliana offre degli spunti capaci di dare grandi soddisfazioni: in primis le celebri sarde a beccafico, arrotolate e farcite con l’irresistibile mollica. E che dire della pasta con le sarde, con i suoi aromi di finocchietto, pinoli e uvetta?

Non vi resta che provarle tutte: nella gallery in alto e qui di seguito trovate le nostre ricette con sarde e sardine, da quelle tradizionali fino alle idee più originali.

10 ricette a base di sarde e sardine

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Sarde con limone «al cubo»

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Caponata leggera e sarde nelle «tonde di Nizza»

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Sarde a beccafico
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Focaccia con sardine, cipolla rossa e melanzane

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Il saor, preparazione messa a punto per conservare a lungo il pesce, è adatto anche a piccole sogliole e anguille, oltre che alle tipiche sarde

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Preparate l’impasto: unite in una ciotola farina, zucchero, lievito e uovo; iniziate ad impastare, quindi incorporate anche latte, sale e burro a pezzetti e lavorate fino ad ottenere un panetto liscio e omogeneo, che lascerete lievitare in un posto riparato per almeno 2 ore o fino al raddoppio.

Nel frattempo lessate le patate per circa 35 minuti o finché non risulteranno morbide, quindi scolatele, pelatele, schiacciatele e incorporate tuorlo, sale e pepe.

Riprendete l’impasto, dividetelo in 2 parti e stendetele entrambe, separatamente, sul piano di lavoro leggermente infarinato.

Posizionate la prima sfoglia sulla teglia rivestita di carta forno, distribuite sulla superficie prima il composto di patate e poi il formaggio a cubetti (lasciando i bordi liberi), poi coprite con la seconda sfoglia, sigillando bene i bordi.

Spennellate con latte, appiattite delicatamente facendo pressione con i polpastrelli, in modo da lasciare dei piccoli avvallamenti come nelle focacce più classiche, quindi cuocete per 30 minuti a 180°C, in forno ventilato già caldo.
Appena sfornata spennellate con il burro fuso e decorate con l’erba cipollina.

La focaccia con patate e formaggio è pronta, non vi resta che servirla, meglio se calda o tiepida, per mantenere il formaggio filante.

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