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Un brunch per la festa della mamma

Un brunch per la festa della mamma

Informale e molto intimo, il brunch è il modo più affettuoso (e divertente) per festeggiare a tavola tutte le mamme in questi giorni così particolari

Domenica 10 maggio sarà la festa della mamma e, siccome per quest’anno il pranzo nel suo ristorante preferito o la gita fuori porta proprio non si possono organizzare, perché non pensare di festeggiare questa ricorrenza organizzando un brunch a casa? A metà strada tra la colazione (breakfast) e il pranzo (lunch), è un modo per rendere questo giorno un po’ speciale e diverso, nonostante le restrizioni dovute al Coronavirus.

Come decorare la tavola del brunch per la festa della mamma

La tavola del brunch per la festa della mamma deve essere molto curata. Scegliete una tovaglia dai toni delicati, oppure optate per runner di lino, o se preferite, per tovagliette all’americana di tessuto o di paglietta. Sistemate le posate in un angolo, all’interno di un cestino, e accanto i piatti. Sull’altro lato del tavolo i bicchieri e i tovaglioli. Il resto dello spazio sarà occupato dai piatti da portata con tutti i manicaretti che avrete preparato. Ognuno si servirà da solo, scegliendo tra le varie portate. Se avete balconi fioriti con garofani o gardenie, oppure piante di rosmarino e salvia, gelsomino o meglio ancora roselline, non perdete tempo e tagliate un mazzetto aromatico da ogni piantina da unire ai fiori, che sistemerete insieme in piccoli vasetti o bicchierini, da disseminare per tutta la tavola. Daranno un tocco di colore e diffonderanno essenze per tutta la stanza, rendendo l’atmosfera ancora più intima e gioiosa.

Metà dolce, metà salato

Sulla tavola del brunch per la festa della mamma dovranno esserci i classici della tradizione, come muffin, pancake, torta di mele e crostata di fragole, insieme a toast farciti, uova e bacon, tramezzini e torte salate. Potete pensare a piccole tartine di pasta sfoglia con una mousse al tonno o al prosciutto, salmone marinato, involtini di pesce spada affumicato ripieni di zucchine in scapece, o insalate di farro, avocado e pomodori o riso venere, salmone e cetrioli. Il tutto accompagnato da un’atmosfera dolce e rilassata.

Tè, caffè, ma anche aperitivi

Per accompagnare i piatti, in tavola non possono mancare caffè, latte e tè, nero e verde, come preferite, insieme a succhi di frutta, spremute di arancia o centrifughe a base di zenzero, carota e kiwi o altre verdure di stagione. Per chi non può fare a meno dell’alcol, una bottiglia di vino bianco o cocktail a base di frutta come un Bellini, un Orange Daiquiri o un Gin Tropical. Serviti con tanto ghiaccio.

Nel tutorial qualche idea in più da portare in tavola

Il nuovo numero di Vanity Fair è dedicato alle connessioni

Il nuovo numero di Vanity Fair è dedicato alle connessioni

Per la prima volta lo street artist francese JR collabora con un magazine italiano e realizza un’opera che diventa la cover del nuovo numero di Vanity Fari dedicato alle connessioni

Jean René, in arte JR, fotografo e street artist tra i più famosi al mondo per le sue opere in contesti metropolitani, nella notte di domenica 3 maggio ha realizzato su un muro in un quartiere di Parigi una nuova installazione in esclusiva per la cover di Vanity Fair Italia. 

L’opera rielabora uno dei capolavori più conosciuti della storia dell’arte, la Creazione di Adamo, l’affresco più iconico della Cappella Sistina di Michelangelo Buonarroti.

Quella che nell’opera originaria era la figura di Adamo, nella reinterpretazione di JR è stata sostituita da una ragazza che si trova di fronte a Dio, entrambi con le braccia protese un istante prima di sfiorarsi.

Si tratta della prima collaborazione che vede l’artista francese unirsi a un magazine italiano. 

Le nuove connessioni a cui saremo chiamati dopo l’emergenza virus, tema del nuovo numero di Vanity Fair, sono state l’argomento del processo creativo intrapreso dalla redazione con JR”, racconta Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair. “Abbiamo chiesto all’artista di rappresentare le fragilità, le potenzialità, i dubbi e le scommesse che dovremo affrontare nei prossimi mesi e che abbiamo messo in luce all’interno del nuovo numero. È stata una sfida a distanza e in lockdown, una prova di immaginazione che vuole indicare una strada per creare tutte le nuove connessioni necessarie non solo per uscire da questo momento difficile, ma per costruire un futuro migliore”.

L’immagine dell’opera di JR diventa la cover del nuovo numero di Vanity Fair, in edicola dal 6 maggio, dedicato alle connessioni. Connessioni come nuove relazioni, legami che vanno ben oltre i confini nazionali e i limiti fisici imposti; connessioni come nuove unioni permesse da un’innovazione che passa attraverso nuove priorità dove la tecnologia è abilitante al cambiamento, parte integrante del nuovo sistema quotidiano dove ciò che non c’era prima è il nuovo indispensabile.

Un numero che, attraverso le voci autorevoli di personaggi ed esperti del settore, riscrive e tratteggia il futuro per raccontare come sono cambiate e cambieranno le nostre abitudini quotidiane, le relazioni, la formazione, la cultura, l’intrattenimento, la fruizione dei servizi e le nostre scelte.

Così il regista Paolo Genovese scrive un racconto per Vanity Fair su un amore platonico ai tempi del lockdown, il professore di Scienze Pedagogiche Raffaele Mantegazza dell’Università Milano-Bicocca riflette sulla perdita della socializzazione tra studenti in mezzo ai banchi di scuola, importante nella formazione tanto quanto l’apprendimento, Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione MAXXI, racconta i cambiamenti nella modalità di fruizione dei musei che riapriranno a partire dal 18 maggio. Inevitabili saranno i cambiamenti anche nel settore dell’intrattenimento che porterà a un nuovo modo di connettersi alle performance attraverso lo streaming, come racconta a Vanity Fair il numero 1 di YouTube in Europa Cécile Frot-Coutaz. La conduttrice televisiva e radiofonica Daniela Collu nel suo racconto sincero e senza filtri evidenzia invece il problema dato dall’assenza di connessione che crea isolamento. A connettere il mondo degli adulti con quello dei bambini c’è la storia del prodigioso Mikail Akar, il “Picasso bambino”, a 7 anni artista quotato oltre che una star dei social. Una connessione tra fratelli, quella tra Edoardo ed Eugenio Bennato, ha portato alla nascita della canzone La realtà non può essere questa. Nel brano si parla della rete, quella che annulla ogni distanza ma che allo stesso tempo i due fratelli descrivono come una prigione, evidenziando l’importanza della connessione reale e non virtuale. Sulla stessa linea di pensiero anche l’altra voce musicale del numero: Bob Geldof.

C’è invece un pizzico di ironia nell’alfabeto semiserio che Miriam Leone ha stilato per dimostrare come il coronavirus abbia contagiato temporaneamente anche il nostro linguaggio. Tra le varie parole compaiono ad esempio assembramento, mascherine, preoccupazione e connessioni, che per Miriam sono: “la Rete, Internet, il wi-fi: le piattaforme in cui fruire contenuti ci hanno salvato dalla follia… perché solo i saggi non impazziscono da soli, nel silenzio e isolati e sappiamo essere pochi e rari, come i panda”.

A tutte queste voci si unisce il reportage su Vo’ Euganeo, il comune Veneto dove c’è stata la prima vittima di coronavirus in Italia e dove, facendo scelte non convenzionali, grazie a una comunità connessa che si sostiene e che sa fare squadra, si è isolata l’epidemia e il paese si è trasformato in un laboratorio a cielo aperto dal quale, forse, verranno le risposte per la cura della malattia.

In concomitanza con l’uscita del numero partirà anche il progetto #TheConnectors, una serie di conversazioni virtuali che hanno come protagonisti le eccellenze della new connection nei campi della moda, dell’arte, dello spettacolo e dell’entertainment. 14 appuntamenti in videotalk con altrettanti personaggi simbolo della new communication, che ogni giorno inviteranno alla loro round table una selezione di amici e colleghi per discutere con loro l’evoluzione nel campo in cui sono innovatori. Tra loro Beniamino Barrese, Elisa Maino, Riccardo Pozzoli, Pablo Trincia, Nico Vascellari, Charley Vezza, Matteo Ward, Zuzu.

Gli incontri saranno online sui canali social di Vanity Fair e sul sito.

Ricetta Fusilli al ragù di coniglio

  • 500 g polpa di coniglio
  • 300 g fusilli
  • 1 gambo di sedano
  • 1 carota
  • 1 cipolla
  • vino bianco secco
  • olio extravergine di oliva
  • sale

Sminuzzate la polpa del coniglio con un coltello, riducendola in un battuto. Tritate sedano, carota e cipolla e rosolateli per 2 minuti in una casseruola con un filo di olio. Unite la carne, rosolatela per 5 minuti, poi sfumatela con 2 cucchiai di vino. Lasciatela cuocere per circa 1 ora, a fuoco basso con il coperchio. Lessate la pasta in acqua salata, scolatela e saltatela nel ragù. Completatela a piacere con nastri di carota e foglie di salvia fritte.
Per un condimento più intenso, fate cuocere il ragù a fuoco bassissimo con il coperchio per due ore anziché per una sola: i sapori si concentreranno fondendosi ancora meglio.

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