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Come eliminare l’odore di fritto dalla cucina

La Cucina Italiana

Come eliminare l’odore di fritto dalla cucina

Avete fritto le melanzane? Il pesce? Il pollo? Le patatine? Le zeppole? Gli arancini? Le crocchette?
Immaginiamo fosse tutto buonissimo, ma anche che in casa sia rimasto un odore di fritto che è non del tutto piacevole, soprattutto se ha inondato anche la sala, le camere, le tende, i vostri vestiti, persino la scala del condominio rischiando che qualche vicino infastidito vi denunci?

Odore di fritto, non ti temo!

Se vi state chiedendo come prevenire tutto questo la prossima volta che preparerete qualche prelibatezza fritta, ecco sei consigli da seguire per evitare che, anche dopo qualche giorno, entrando in casa si capisca che avete fritto qualcosa.
Dall’aprire le finestre e chiudere le porte a come assorbire gli odori in modo naturale, sfogliate la gallery e scoprite tutti i rimedi possibili!

Jacopo Mercuro, chi è lo chef romano ospite a MasterChef | La Cucina Italiana

Jacopo Mercuro, chi è lo chef romano ospite a MasterChef
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Se in questo momento a Roma, c’è un re della pizza – romana -, quello è senza dubbio Jacopo Mercuro. Trentaquattro anni, con la sua “180g pizzeria romana” in Via Genazzano 32 ha conquistato i romani e non solo: il suo locale vanta tre spicchi nella guida alle Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso, tre tranci nella guida de L’Espresso, si è classificato nella top ten delle migliori pizzerie d’Italia nella guida “50 Top Pizza Italia”, la stessa che ha premiato i suoi fritti come i migliori da gustare in pizzeria.

Jacopo Mercuro, dalla pizza romana contemporanea ai fritti

Sì perché 180g è anche friggitoria e, se la pizza è preparata con un impasto indiretto con lunghi tempi di fermentazione e stesura a mano e con un mix di passione e creatività per trasportare l’antica tradizione della pizza romana – soffice al centro e croccante verso il bordo – nel futuro, anche i fritti hanno una loro precisa identità con una cura per la forma e la panatura (preparata grattugiando il pane a mano).

I supplì al telefono e i Sampietrini di Jacopo Mercuro

Da Jacopo Mercuro la proposta va dai supplì al telefono eseguiti dallo chef a regola d’arte con la mozzarella che – quando si spezza la crocchetta –  disegna un filo goloso da un’estremità all’altra (come il filo di un telefono appunto), fino agli originali Sampietrini: si tratta di cubotti ripieni e fritti, del peso di 70 grammi circa e dalla forma di un sampietrino romano, appunto. Nei ripieni allo chef piace metterci dentro un po’ di tutto – tonnarelli, cannelloni, lasagne, noodles, cheesburger-  ribadendo però che no, non è vero che “fritto non è bono tutto”, e che la frittura è un’arte.

Jacopo Mercuro ospite a Masterchef

Jacopo Mercuro ospite a Masterchef

Ospite nella puntata di Masterchef del 19 gennaio, Jacopo Mercuro ha presentato agli aspiranti chef tre delle sue creazioni, invitando i concorrenti a realizzare supplì originali come i suoi: Mezza manica con coda alla vaccinara, panatura al cacao, pecorino, coulis di sedano, carota e cipolla, Sfera bruciata (panatura di cipolla bruciata, tonnarello, crema di piselli, guanciale, parmigiano reggiano), Sanpietrino (ripieno di noodles, zucchine carote, funghi, zenzero, sesamo nero).

Sfogliate la gallery per scoprire tutti i fritti di Jacopo Mercuro.

Ricerche frequenti:

Pettole pugliesi: la ricetta tradizionale

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Come fare le pettole pugliesi

Le pettole, note anche come pittule, sono delle morbide palline di pasta lievitata tipiche della tradizione culinaria pugliese che vengono fritte in olio bollente. Diffuse anche in Basilicata, Campania e Calabria, sono molto gustose sia nella versione salata che in quella dolce e affinché se ne apprezzi la fragranza, devono essere gustate caldissime.

Vengono cucinate durante tutto l’anno ma da tradizione a Lecce si preparano l’11 novembre nel giorno di San Martino, a Taranto il 22 novembre nel giorno di Santa Cecilia, a Brindisi il 7 e l’8 dicembre per l’Immacolata e a Foggia per la vigilia di Natale.

Pettole pugliesi: la ricetta base e alcune varianti

Fare le pettole in casa è molto semplice. Quella che segue è la ricetta base che può essere arricchita a piacere nella versione salata con cavolfiore, acciughe, capperi, olive, cime di rapa e pomodori secchi.
Se invece volete provare le pettole nella versione dolce, una volta pronte irroratele con miele, mosto cotto, sciroppo d’acero o ripassatele nello zucchero semolato.

Pettole pugliesi (pittule)

Ingredienti per 8 persone

540 g di farina 00
300 g di acqua frizzante
100 g di patate lesse
20 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di zucchero semolato
1 lt di olio di semi di arachidi
1 cucchiaino di sale

Procedimento

Sbriciolate il lievito e fatelo sciogliere in 50 g di acqua presa dal totale alla quale avrete aggiunto il cucchiaino di zucchero. Schiacciate le patate e setacciate la farina all’interno di una capiente ciotola. Unite il sale e formate un buco al centro. Aggiungete la patata schiacciata, l’acqua con il lievito e iniziate ad impastare. Versate a filo la restante acqua e mescolate aiutandovi con un cucchiaio o con le mani fino ad ottenere un composto morbido e colloso. Coprite la ciotola con la pellicola trasparente e fate lievitare in luogo tiepido fino al raddoppio del volume.

Quando l’impasto sarà lievitato versate l’olio di semi di arachidi in una casseruola dai bordi alti e portatelo alla temperatura di 180°C. Con l’aiuto di due cucchiai prelevati delle piccole porzioni di impasto che farete scivolare nell’olio bollente. Friggete le pettole fino a che saranno dorate girandole a metà cottura con una pinza. Recuperatele con una schiumarola e fatele scolare brevemente su un foglio di carta assorbente per fritti. Servite le pettole calde!

Sfogliate la nostra gallery per tutte le immagini!

Ricerche frequenti:

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