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Ricetta «Palacinche» e composta di pesche

  • 550 g pesche
  • 400 g latte
  • 160 g farina
  • 2 pz uova
  • burro
  • zucchero
  • limone
  • sale

Per la ricetta delle «palacinche» e composta di pesche, mescolate la farina setacciata con le uova; aggiungete poco per volta il latte, 1 cucchiaio di zucchero e un pizzico di sale, fino a ottenere una pastella piuttosto liquida. Lasciatela riposare per circa 1 ora. Ungete con un pezzettino di burro una padella di 20-22 cm di diametro. Versatevi un mestolino di pastella, formando uno strato sottile; quando la palacinca (crespella) si staccherà dalla padella, voltatela e cuocetela per un altro minuto. Ripetete fino a esaurire la pastella, ottenendo 12 palacinche.
PER LA COMPOSTA: Tagliate a pezzetti le pesche senza sbucciarle. Cuocetele in una casseruola con 100 g di zucchero e 40 g di succo di limone, per circa 15 minuti. Spegnete e lasciate raffreddare. Servite le palacinche con la composta.

La ricetta del pizzoccheri perfetti (è stellata)

La ricetta del pizzoccheri perfetti (è stellata)

La Fiorida è il primo, e l’unico, agriturismo stellato d’Italia e i pizzoccheri il loro piatto forte. Niente porzioni mignon e ricette gourmet, qui in Valtellina la tradizione regna sovrana e i prezzi sono popolari. Ecco il loro segreto e la ricetta: passo per passo

Il pizzochero perfetto è quello di uno chef. Ma fermi tutti: costa solo 14€ al piatto. L’Agriturismo La Fiorida in Valtellina è l’unico agriturismo stellato in Italia e meta di fanatici del tipico piatto valtellinese. Il segreto? La materia prima e la lavorazione artigianale, uguale a quella che si è sempre fatta in questa valle di montagna. Nel piatto c’è il sapore autentico del territorio, il gusto e un contributo concreto alla filiera agro-alimentare del luogo.

La farina segreta

Un piatto buono parte sempre da una eccellente materia prima, che poi viene trasformata con passione da mani sapienti. Per questo, ciò che non viene prodotto direttamente da La Fiorida, arriva da piccoli fornitori delle vicinanze, scelti con cura. La farina di saraceno, ingrediente distintivo dei pizzoccheri è prodotta da Andrea Pelacchi, giovane agricoltore valtellinese che si è impegnato a mantenere viva la coltivazione del grano saraceno a teglio e Piateda.

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La pasta freschissima

Impastare e tirare la pasta a mano, significa infondere umore e umanità alla preparazione, oltre che un rispetto per l’ingrediente. In cucina, i cuochi dell’agriturismo scarrellano i pizzoccheri tutti i giorni, per avere sempre una pasta freschissima.

Burro e formaggio

Le 200 vacche di razza Bruna Alpina che vivono nella stalla garantiscono per un Valtellina Casera DOP e un burro fresco di centrifuga, lavorati da provetti casari.

Le verdure

Arrivano dall’orto, variano a seconda della stagione e del raccolto. Coste o verze, fagiolini e patate.

I prezzi

Un piatto di Pizzoccheri Valtellinesi da farina macinata a pietra, scarrellati a mano e profumati alle erbe con Valtellina Casera DOP Riserva stagionatura oltre 300 giorni, da latte di Pura Bruna costano 14€. In un menu della tradizione con salumi e formaggi di produzione propria, costine di maiale alla birra Legnone con polenta macinata a pietra, nettare dei mirtilli di bosco con gelato allo yogurt naturale, acqua e caffè si spendono 45€ (menu vegetariano e menu vegano a 40€).

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La ricetta dei pizzocheri de La Fiorida

Ingredienti 4/5 persone

300 g di farina di grano saraceno
200 g di farina 00
200 g di
burro “La Fiorida”
250 g di formaggio Valtellina Casera dop “La Fiorida”
150 g di formaggio Grana Padano
200 g di verze
250 g di patate
1 spicchio di aglio
pepe

Procedimento

In una ciotola mescolate le farine, aggiungete l’acqua e iniziate a lavorare a mano. Trasferite il tutto su una spianatoia e lavorate l’impasto in maniera energica per ottenere una consistenza elastica e setosa, non troppo morbida. Iniziate a stendere l’impasto con il mattarello circa 2-3 mm di spessore, rifilate i bordi e tagliate strisce di circa 7 cm di larghezza. Sovrapponetene 3 strisce una sopra l’altra spolverizzando con un po’ di farina di grano saraceno tagliate in fettucce dello spessore di circa 0,5-1 cm.

Per il condimento
Pulite la verza, sfogliandola , tagliatela a metà e poi a fette togliendo la parte più coriacea. Pelate e tagliate a fette spesse le patate, in pezzi piuttosto grandi.

Per la cottura 
È molto importante che le verdure cuociano all’interno dell’acqua in cui cuoceranno i pizzoccheri. In acqua già salata e in ebollizione iniziate con le patate a cuocerle per circa 2 minuti, unite le verze. Dopo circa 5 minuti potete versare i pizzoccheri.

Per finire il piatto
Tagliate gli spicchi d’aglio a fettine, versate in un tegame il burro e fatelo sciogliere assieme a qualche foglia di salvia, dovrete lasciarlo andare a fuoco medio-basso fino a ottenere un color nocciola.
Scolate i pizzoccheri insieme alle patate e le verze, create un primo strato sul fondo del tegame. Senza mescolare, distribuite uno strato di formaggio casera grattugiato e proseguite con un altro strato di pizzoccheri, ripetete ancora il passaggio del formaggio e Insaporite con il grana grattugiato. Aggiungete il burro caldo, togliete le foglie di salvia e mescolate i pizzoccheri delicatamente.

assaporare il presente di una città eterna

assaporare il presente di una città eterna

Un giro alla scoperta dei mercati di Vienna, tra prodotti tipici, specialità internazionali e locali alla moda dove fermarsi a mangiare

Colta, elegante, austera. Vienna, città di compositori, filosofi e artisti. Culla della cultura mitteleuropea, per secoli centrale operativa di una delle più importanti famiglie reali del Vecchio Continente, gli Asburgo. Famosa, gastronomicamente parlando, per le sue kaffeehaus, la torta Sacher e la Wiener Schnitzel (la cotoletta viennese). Crocevia di popoli, ponte tra Occidente e Oriente. Venire risucchiati dalla Storia è un attimo, con il rischio di perdersi la dimensione quotidiana di una città più dinamica e sfaccettata di quanto si possa immaginare. Per toccare con mano il suo lato cosmopolita e assaporare il suo presente, il consiglio è di farsi un giro – tra una visita all’Hofburg e una al Museo del Belvedere – tra i mercati di Vienna, in particolare quattro: Naschmarkt, Brunnenmarkt, Karmelitermarkt e Kutschkermarkt.

Naschmarkt: centrale, multietnico, un ristorante a cielo aperto

In centro, non lontano dalla Wiener Staatsoper (Teatro dell’Opera) e a pochi passi dal Palazzo della Secessione, c’è il Naschmarkt. Nato come mercato multietnico, oggi è certamente una delle attrazioni turistiche della città. Profumo di spezie e dolci dal sapore mediorientale, pregiati formaggi francesi e eccellenze made in Italy, frutta esotica e verdura freschissima: sui banchi si trova ben più dell’indispensabile. Anche le insegne parlano lingue diverse: tedesco, turco, un po’ di arabo e, ovviamente, italiano. Alcuni stalli, la sera, cambiano d’abito e si trasformano in wine bar, come l’Urbanek, un negozio di specialità gastronomiche, salumi e formaggi soprattutto, servite all’ora dell’aperitivo con degli ottimi vini austriaci. Tra i chioschi che vendono bratwurst e birra a buon mercato, si sono insinuati una serie di locali alla moda, che hanno trasformato il mercato in un grande ristorante a cielo aperto. Al Neni vengono serviti piatti israeliano-orientali, all’Orient & Occident specialità casalinghe turche; per gli amanti del pesce c’è Umar. In più, tutti i sabati dalle 6.30 alle 14.00 si svolge anche un coloratissimo mercato delle pulci (Wienzeile; dal lunedì al venerdì 6.00-19.30, sabato 6.00-18.00).

I mercati di Vienna.
I mercati di Vienna.

Karmelitermarkt, farmer’s market in un quartiere di tendenza

Al di là del Donaukanal, il canale che taglia la città in due, all’altezza di Leopoldgasse c’è un altro bel mercato, il Karmelitermarkt, nel sobborgo di Karmeliterviertel, un tempo abitato principalmente dalla comunità ebraica, oggi vivace quartiere di tendenza. Forse ancora poco noto, anche se si trova nell’attuale piazza dal 1910, negli ultimi anni è diventato un luogo di riferimento sia dal punto di vista gastronomico che culturale. Anche questo, come molti altri mercati di Vienna, ha degli stalli fissi – piccole costruzioni in muratura – e degli spazi più ampi attrezzati per gli ambulanti, che qui sono soprattutto contadini. Dal 2008 c’è anche un angolo di Slow Food Wien. Ogni sabato dalle 8 alle 13 i produttori si riuniscono e offrono cibo tradizionale fatto in casa: pane, miele, confetture, sottaceti, salse, salumi e formaggi. Tanti i locali intorno al mercato: per una pausa pranzo salutare c’è Kaas am Markt, un negozio di specialità gastronomiche e prodotti bio, dove si possono fare anche piccoli spuntini. Altro posto da provare è Schöne Perle, nell’adiacente Leopoldgasse, che propone una reinterpretazione della classica cucina viennese. E per chi proprio non riesce a farne a meno c’è Pizza Mari’, una pizzeria napoletana molto in voga in città (Leopoldsgasse; dal lunedì al venerdì 6.00-19.30, sabato 6.00-17.00 | Food stands dal lunedì al sabato 6.00-23.00).

Brunnenmarkt: tra i mercati di Vienna quello più simile a un bazar

Il Brunnenmarkt, nell’Ottakring, 16° distretto, è il mercato di strada più grande di Vienna. Si sviluppa intorno a Yppenplatz, che ospita la struttura del vecchio mercato coperto, oggi trasformato in un centro culturale per le arti performative, il Brunnenpassage. La piazza pullula di locali dove fermarsi a pranzo, dopo un’immersione in quello che facilmente ricorda il bazar di una città turca. Imboccando Brunnengasse, si viene letteralmente risucchiati dai circa 170 banchi disposti lungo la via, resa ancora più stretta dalla folla che la popola. Sulle bancarelle si trovano soprattutto frutta e verdura di stagione a buon mercato – tante patate, cipolle, cipollotti e rape di ogni sorta -, ma anche formaggi da tutta Europa, salumi d’Oltralpe, tagli di carne halal e pesce. Tanti i chioschi con spiedi di kebab speziati da prendere take away e dolci turchi strabordanti di miele. In uno c’è anche un forno da cui escono dei dischi fumanti di pane arabo. Nella parte posteriore della piazza, al sabato, c’è anche il mercato contadino, con un’offerta più ristretta di prodotti locali, al 90% bio: funghi, mele, miele, formaggi d’alpeggio. Tra i caffè che popolano l’area, una tappa obbligata è lo Staud’s Pavillon, dove si vendono confetture e specialità a base di verdure fin dal 1947. Meritano una visita anche Mani, che propone una rivisitazione della cucina mediorientale in chiave moderna e Völlerei, una moderna trattoria che offre i piatti classici della cucina austriaca leggermente rivisitati, il tutto accompagnato da ottime birre (dal lunedì al venerdì 6.00-19.30, sabato 6.00-17.00).

Kutschkermarkt, prodotti raffinati in un mercato di quartiere

Fuori dai soliti giri turistici, il Kutschkermarkt si trova nel 18° distretto, una zona per lo più residenziale, dove vivono molte famiglie giovani con bambini. Il mercato è l’ultimo su strada insieme al Brunnenmarkt. La via su cui si sviluppa è in salita e, tra un banco e l’altro, ci sono diversi locali molto curati dove fermarsi per un boccone. Il consiglio è di andarci il sabato quando, oltre ai venditori fissi, ci sono anche i banchi dei contadini con le loro prelibatezze: uova fresche, frutta e verdura biologiche, marmellate, ma anche vino e insaccati. Gli stalli sono tutti ben tenuti, alcuni dal design moderno e in molti si può sia comprare sia mangiare. Tra questi il più famoso è la Pöhl’s Cantine, il wine bar di Irene Pöhl, una pioniera del Kutschkermarkt, che di fronte ha anche un banco di formaggi e salumi, una boutique del gusto dove fare scorta di prodotti tipici da riportare a casa a come souvenir. Tra i banchi, ogni tanto c’è anche quello del nuovo astro della panificazione austriaca, Georg Öfferl, del forno Dampfbäckerei Öfferl, noto per il suo pane con pasta madre cotto a vapore, definito uno dei migliori della città (Kutschkergasse; dal lunedì al venerdì, 6.00-19.30, sabato 6.00-17.00 | Farmer’s Market 7.00-14.00).

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