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Tagliatelle al melone, mai provate? L’indirizzo da segnare | La Cucina Italiana

Tagliatelle al melone, mai provate? L'indirizzo da segnare
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Vi è mai capitato di pensare a un piatto di tagliatelle al melone? Che il melone si abbini al prosciutto, lo diamo per scontato, ma con un piatto di tagliatelle? Un ristorante lombardo l’ha reso realtà. Si chiama Nizzoli e si trova a Dosolo, in provincia di Mantova, una vera istituzione per quell’area. Il locale si trova esattamente al centro del paese, sulla sinistra del Po, nel cuore della Pianura Padana, tra Mantova, Reggio e Parma. L’arredamento pittoresco, i murales ricoperti da centinaia di foto ricordo di illustri clienti, la cucina tematica legata ai prodotti e alle stagioni della campagna occidentale mantovana, hanno reso Nizzoli una destinazione folcloristica — ma di ottimo livello — meritevole di una menzione nella lista “posti da provare almeno una volta nella vita”. Arneo Nizzoli, lo chef e capofamiglia, è stato definito il “Picasso della gastronomia naïve”.

L’importanza del melone nel mantovano

Il melone è da sempre il frutto principe del mantovano. Oltre ad altri prodotti tipici, il melone caratterizza le estati di questa terra, diffondendo “il gusto di Mantova” in tutta Italia (pochi anni fa era giunta notizia che spopolassero anche a New York, con alcuni chef americani disposti a pagarli 45€ al chilo). La sapienza e la cura necessarie per ottenere un Melone Mantovano perfetto sono evidenti, soprattutto considerando che, fino alla costituzione del Consorzio che raggruppa tutte le aree di produzione, la distinzione si basava sulla zona.

Nella zona di Viadana — dove si trova il Ristorante Nizzoli — il melone ha una lunga storia, come dimostrano le documentazioni storiche conservate nell’Archivio Gonzaga. Le testimonianze risalgono al XV secolo e riportano l’apprezzamento dei Signori che governavano questa terra per il melone. Opere d’arte, come maioliche e dipinti, rappresentano il melone in quest’area. Il melone mantovano rimane un simbolo di tradizione e qualità che caratterizza la regione, per questo motivo un menù interamente a base di melone è qualcosa di insolito, ma che risulta “doveroso” nei confronti di questo frutto.

Il menù a base di melone

Ogni anno, il ristorante Nizzoli presenta un menù a base di melone con delle unicità che lo distinguono dagli altri anni. Quello di quest’anno è strutturato così:

Mazzancolle con melone e salsa cocktail e erba cipollina
Zuppa di melone e pollastrino (antica ricetta dei Gonzaga del 1647)
Tagliatelle al melone
Petto di tacchinella con peperonata di patate, melone e peperoni
Bocconcini di provolone piccante con crocchette di melone
Panna cotta al melone e frutti di bosco

La zuppa di melone Gonzaga

La zuppa è una ricetta del 1647 di Bartolomeo Stefani, cuoco italiano che operò presso i signori più raffinati dell’Emilia e della Lombardia, tra cui i Gonzaga di Mantova. È una zuppa tiepida, molto estiva, purtroppo dimenticata. Per riportarla nelle tavole dei commensali, Arneo e il figlio Dario (del Nizzoli) hanno fatto un bel lavoro di ricerca, coinvolgendo anche lo storico Renzo Dall’Ara. La zuppa presente nel menù è leggermente riadattata e si presta maggiormente ai palati contemporanei, meno avvezzi all’uso abbondante di spezie. Per prepararla, si inizia rosolando la cipolla nell’olio, quindi si realizza un roux con una piccola quantità di farina, in modo che resti abbastanza liquida. Si aggiungono poi il melone, i funghi champignon e le strisce di pollastrino. Si cuoce il tutto a fuoco vivace, aggiungendo acqua e facendo bollire. Si lascia addensare leggermente e poi si serve la zuppa con crostini e formaggio grana. Va gustata rigorosamente tiepida.

Ecco il miglior tiramisù di Treviso: segnatevi l’indirizzo!

La Cucina Italiana

Il miglior tiramisù di Treviso è quello di una pasticceria, la Camelia Bakery: a stabilirlo i voti degli appassionati e dei golosi del più famoso dolce al cucchiaio, che hanno assaggiato le proposte di locali, pasticcerie e ristoranti di Treviso e poi espresso la loro preferenza, quindi il voto finale di una giuria di esperti. 

Treviso sempre più tiramisù-city

Non finiscono mai le dolci sfide a Treviso; dopo il Tiramisù Day e la Tiramisù World Cup, che si sono svolte entrambe all’inizio di ottobre, ecco  una nuova gara, questa volta dedicata ai locali, ristoranti e pasticcerie, della città. A organizzare la sfida per il miglior tiramisù di Treviso, proprio la Tiramisù World Cup (a cui ha partecipato anche La Cucina Italiana, media partner e membro di giuria),  e l’Associazione Tiramisù di Treviso, in collaborazione con la Tiramisù Academy, la Associazione Cuochi Treviso e la Fipe provincia di Treviso. In gara 10 concorrenti, che sono stati votati dagli appassionati dal 1 ottobre fino al 30 novembre, in una prima manche che ha decretato i cinque finalisti (Camelia Bakery, Pollicino, Nascimben, Ristorante Boomerang, Tocai). Una giuria di esperti ha poi scelto il vincitore, decretando il miglior tiramisù di Treviso 2022. 

La tradizione vince

Il tiramisù di Camelia Bakery, pasticceria in via Palestro, in pieno centro di Treviso, è preparato in classiche coppette di vetro, secondo la ricetta tradizionale di famiglia “tramandata da nonna Virginia”. Solo sei gli ingredienti utilizzati, come  la “formula” originale comanda: caffè, savoiardi, tuorlo d’uovo, zucchero, cacao amaro e mascarpone.  Al lavoro ogni mattina, per la sua preparazione, la titolare Valentina Soster, la figlia Linda Maria Botter, che lavora con lei, e il tema della pasticceria, tutto femminile: “
“Siamo felici ed orgogliose di aver vinto questo premio, che ripaga il nostro impegno quotidiano e la passione per questo dolce della nostra tradizione. Lo prepariamo secondo tradizione: niente albume, niente panna, niente latte e niente cose strane che vadano oltre gli ingredienti principali del tiramisù”, afferma Valentina.. “E utilizziamo ingredienti di qualità, come per gli altri nostri dolci, come il caffè 100% arabica e uno zucchero di canna biologico”. 

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