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Dolci facili con i mandarini: idee e ricette golose

Dolci facili con i mandarini: idee e ricette golose

Dolci facili con i mandarini. Vi sembra strano? Non lo è per nulla. Questi agrumi tipici della stagione autunnale e invernale sono infatti ingredienti perfetti per torte gustose e profumate e anche leggere. Si tratta di dolci che si possono consumare per colazione e merenda, si possono inzuppare nel latte, portare a scuola, a lavoro, mangiare dopo pranzo o dopo cena come dessert. Sono versatili e semplici da preparare, anche per chi non ha molta dimestichezza con le ricette dolci.

Le 3 ricette di dolci facili con i mandarini da fare a casa

Torta soffice ai mandarini

Ingredienti

300 g di farina 00 
200 g di zucchero 
3 uova 
8 mandarini 
100 ml di olio di semi 
1 bustina di vanillina 
1 bustina di lievito vanigliato 
zucchero a velo

Procedimento

La ricetta di questo dolce con i mandarini è molto semplice. Iniziate sbucciando gli agrumi, eliminando con cura i filetti e le pellicine e, se sono presenti, i semi. Mettete gli spicchi in un mixer da cucina, lasciandone alcuni per la decorazione finale e riduceteli a succo. Lavorate le uova con lo zucchero con le fruste da cucina e aggiungete poi, a poco a poco, il succo dei mandarini e l’olio di semi, stando attenti a versarli molto lentamente per evitare di far montare le uova. Aggiungete la farina, la vanillina e il lievito setacciato e lavorate l’impasto della torta fino a renderlo denso e senza grumi.
Prendete una tortiera imburrata e infarinata e aggiungete il composto appena preparato. Aggiungete gli spicchi di mandarino che avete lasciato da parte e disponendoli sulla parte superiore della torta. Cuocete il dolce in forno preriscaldato a 170 °C per circa 45 minuti, fino a quando sarà ben dorato in superficie. Lasciate raffreddare e spolverate con lo zucchero a velo.

Torta con mandarini e farina di mandorle

Ingredienti

220 g di farina 00 
120 g di farina di mandorle 
2 uova 
2 mandarini 
150 ml di yogurt bianco 
100 ml di olio di semi 
1 bustina di lievito per dolci 
100 g di zucchero 
zucchero a velo

Procedimento

Tra i dolci con i mandarini questo con le mandorle e lo yogurt è tra i più soffici e gustosi. Per prepararlo a casa iniziate montando le uova con lo zucchero, utilizzando le fruste da cucina. Aggiungete al composto lo yogurt bianco e l’olio di semi e amalgamate delicatamente. Versate nel composto la farina di mandorle e la buccia grattugiata dei due mandarini. Riducete a succo gli agrumi e versatelo nell’impasto della torta, prestando attenzione ai semi. Unite la farina 00 e il lievito per dolci e mescolate tutti gli ingredienti fino a ottenere un composto omogeneo.
Versate l’impasto in una teglia da torta imburrata o foderata con la carta forno e fate cuocere il dolce con i mandarini e la farina di mandorle a 180 °C per circa 35 minuti, provando la cottura con lo stecchino. Fate raffreddare la torta e spolverate a piacere con lo zucchero a velo.

La spesa di gennaio: consigli per acquisti detox

La Cucina Italiana

Gennaio è il mese giusto per rimettersi in forma. Da dove bisogna cominciare? Dagli acquisti alimentari: la spesa di gennaio dev’essere all’insegna del detox.

Non solo buoni propositi

L’ideale è partire di slancio per fare un bel paio di settimane purificatrici, capaci di rendere il già celebrato primo mese dell’anno non solo quello giusto per i buoni propositi. Un mese a tutto detox, infatti, è il modo migliore per eliminare ciò che al nostro corpo non serve. Per dieta disintossicante, o dieta detox, dunque, si intende un vero e proprio regime alimentare finalizzato alla depurazione dell’organismo dalle tossine esogene. E si propone, inoltre, come un metodo utile a migliorare in generale il proprio stato di salute, garantendo perdita di peso, idratazione corporea e pulizia di reni, fegato e pelle.

Spesa intelligente e prodotti di stagione

Dal punto di vista alimentare, la spesa di gennaio offre tantissimo, con numerosi prodotti di stagione utili per raggiungere obiettivi come questo. Ecco allora alcuni consigli su come riempire in modo intelligente il carrello della spesa, partendo dal finocchio, alimento che contiene tante fibre insolubili e che quindi può sicuramente aiutare la regolarità dell’organismo. Discorso simile vale per il porro: si può consumare crudo o cotto, va benissimo per insaporire zuppe o stufati ed è anche ottimo come accompagnamento per formaggi. Inoltre, il porro è una preziosa fonte di vitamina C, ferro e fibre, con notevoli proprietà diuretiche, lassative ed antisettiche. Poi ci sono le carote, buone per depurare l’organismo da sole o anche in centrifugati e succhi.

Frutta e verdura

Restando nel campo di verdura e ortaggi, chi vuole cominciare l’anno a tutto detox non deve far mancare nel proprio carrello della spesa anche broccoli, cavolo romanesco, verze, cicorie, aglio, barbabietole, cavolini di Bruxelles, cappucci, lenticchie, ceci, fagioli, spinaci, zucca e patate. Passando alla frutta, invece, arance, mandarini, mele e pere rappresentano degli spuntini ideali per purificarsi dopo le grandi abbuffate di fine anno. E siccome depurazione non fa assolutamente rima con sacrificio per quanto riguarda gli aromi, prezzemolo, salvia e rosmarino sono tre prodotti di stagione che possono tranquillamente finire nella lista di una spesa disintossicante.

Carne, pesce e frutta secca

Oltre a frutta, verdura e ortaggi, tra gli acquisti a tutto detox ci sono anche il pollo (purché senza pelle), il tonno, il pesce bianco, il tacchino, le uova, il riso integrale e il pane di soia. Un ottimo contributo, infine, è quello garantito dalla frutta secca. E quindi spazio anche a mandorle, noci e nocciole, ma con moderazione, perché si tratta di alimenti molto calorici: la quantità giornaliera che non influisce sul girovita è di 30 grammi.

Le clementine del futuro raccontano l’agricoltura italiana | La Cucina Italiana

Le clementine del futuro raccontano l’agricoltura italiana
| La Cucina Italiana

Clementine e mandarini sono tra i frutti più amati della stagione invernale: piacciono anche ai bambini, sono belle da vedere e facili da mangiare, sia a casa sia in ufficio. Dopo le arance sono gli agrumi più venduti, sono immancabili sulla tavola delle Feste, ma rischiano di scomparire. Il cambiamento climatico ha ridotto infatti il raccolto di più del 30% nello scorso anno e quindi il futuro dell’amato frutto (almeno quello italiano) sembra essere appeso a un filo. Che fare? Ricerca.
Siamo andati così letteralmente “sul campo” per conoscere di più sulla loro coltivazione e scoprire che la storia delle clementine non è molto diversa da quella degli altri frutti, e per avere una visione ben più ambia su quello che portiamo in tavola, e che porteremo nei prossimi anni.

La clementina… non esisteva

Se mandarino, pomelo e cedro sono frutti originari, tutti gli altri agrumi sono la conseguenza di incroci spontanei o voluti dall’uomo in epoche anche remote. Sono nati così limoni, arance e tutto il resto che consideriamo oramai tradizionale, come le clementine, o che appare sul mercato come una novità, tipo mapo, Tacle e via discorrendo. Selezionate da un abate magrebino ai primi del Novecento, le clementine sono un incrocio fra arancio amaro e mandarino e da allora si sono diffuse in tutto il mondo, Italia inclusa. Come per tutta la frutta diffusa oramai da tempo, infatti, oltre alla versione comune sono state create anche diverse varietà, alcune sviluppate da università, aziende o privati. La ricerca è moltissima nel settore dell’ortofrutta ed è focalizzata nel cercare piante più resistenti ai parassiti, più produttive, capaci di dare frutti più “comodi” come quelli senza semi o di adattarsi a climi sempre meno favorevoli. La frutta “naturale” quindi non esiste, ma è il prodotto del sapiente lavoro dell’uomo, che dai tempi di Mendel e degli esperimenti sui piselli, ha saputo individuare e selezionare ciò che riteneva più buono, più utile, più pratico (senza OGM). Oggi questa ricerca prosegue senza sosta, per cercare nuovi prodotti di tendenza, ma soprattutto per sfamare gli 8 miliardi di abitanti della Terra e per superare gli effetti del cambiamento climatico.

La ricerca necessaria

Nel settore delle clementine, ma valga come esempio, minori piogge e condizioni atmosferiche di caldo estremo hanno determinato un drastico calo produttivo della varietà cosiddetta “comune” che rappresenta il 90% della produzione nazionale sparsa fra Calabria, Puglia e Sicilia. «Questo frutto dolcissimo di cui siamo stati per decenni il produttore europeo di riferimento», spiega Marco Eleuteri, presidente della Op Armonia, una delle maggiori realtà produttive e distributive italiane del segmento, «ha via via perso smalto e la produzione nazionale è in continuo calo, nel frattempo altri Paesi, come la Spagna, il Marocco e l’Egitto, sono diventati più competitivi perché, lavorando sul miglioramento varietale, hanno ampliato il calendario commerciale e aumentato la resa. Anche perché qui i consumi si concentrano nell’arco di cinque mesi, e soprattutto tra metà dicembre e fine gennaio, quando oramai scarseggia il prodotto made in Italy». Di questo passo, insomma, rischiamo di non mangiare più clementine italiane a Natale; e questo è solo un assaggio di preoccupazioni economiche e di prospettive ben peggiori per gli agricoltori contemporanei. Il problema non è finire per importare frutta dall’estero, ma smettere di fare ricerca e di vocarsi come Paese a produzioni di qualità, come vera formula per il successo made in Italy. Il protezionismo in questo campo non passa quindi dalla conservazione dell’esistente, ma dalla sua continua evoluzione: l’agricoltura tradizionale – o banale, come la definisce Eleuteri – di varietà “comuni” che punta tutto sul prezzo e non sulla qualità, risulta sempre meno competitiva, garantisce profitti minori e in senso prospettico non sembra quindi rappresentare il futuro dell’agricoltura nazionale. La confessione è che ha fare produzioni convenzionali e “comuni” spesso ci si pagano a malapena le spese e si finisce schiavi degli aiuti economici, mentre a fare qualità ci si guadagna, in tutti i sensi. Camminando fra le coltivazioni sperimentali di agrumi e centri di selezione e confezionamento con i soci della OP Armonia si capisce subito che la soluzione è investire, in varietà innovative o grani antichi poco importa, ma comunque in prodotti ad alto valore aggiunto. E lavorare in sinergia fra produttori in modo organizzato per gestire gli accordi commerciali con le grandi catene di supermercati, e fare marketing. Per fare agricoltura non basta lavorare bene sul campo, insomma.

Perrina, la nuova clementina

Il clima non è più quello di una volta, ma neppure la frutta, ed ecco che la risposta è una nuova clementina, la Perrina, varietà frutto della mutazione spontanea e dell’adattamento naturale della pianta che consentirà presto di avere una produzione tardiva, cioè fino a primavera inoltrata. Arriverà sul mercato nel 2023: la prima volta che il suo scopritore ne aveva parlato era il 1995. Francesco Perri, agronomo calabrese specializzato in agrumi, ha lavorato in collaborazione con Op Armonia e il Crea-Ofa di Acireale, ente pubblico e principale centro di ricerca agrumicola nazionale, a un programma di “miglioramento genetico della clementina italiana” che ha significato un lungo percorso, centinaia di ibridi ancora in osservazione e ingenti investimenti. Il risultato? Una varietà stabile, sicura, già testata, per un frutto buonissimo che ha meritato anche un premio internazionale al Superior Taste Award 2021 insignito da una giuria composta da alcuni dei migliori chef e sommelier del mondo. La Perrina arriverà sul mercato con il marchio DolceClementina, perché la bontà ha bisogno di essere comunicata, e per farlo a Battipaglia si sono inventati anche un logo con cui commercializzare il proprio prodotto e renderlo riconoscibile. Da commodity a brand, la clementina ha iniziato un percorso per non essere più semplicemente “italiana”, e indica una traiettoria per l’agricoltura italiana tutta. Non solo made in Italy, ma riconoscibile, oggettivamente migliore e con un futuro a cui guardare.

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