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Minestrone freddo: la ricetta della mamma di Davide Oldani

La Cucina Italiana

«Alla domenica la ricordo ancora all’opera, con i numeri di La Cucina Italiana aperti sul tavolo, a preparare il grande pranzo della settimana, quello come si deve», racconta Davide Oldani di sua mamma Maria Luigia Brivio.

«Io spesso le stavo intorno ed è lì che ho cominciato a conoscere questa rivista. In casa mia ha sempre circolato, già mia nonna la comprava. Erano tempi di guerra, però, e non sempre si aveva la possibilità di acquistarla. Mia mamma, invece, la leggeva ogni mese, e la collezionava. L’abbiamo addirittura rilegata, per non rovinare troppo i fascicoli, così spesso consultati. Guai a chi gliela tocca. Ancora oggi prepara ricette tratte da numeri storici, come la torta di mele degli anni Sessanta. E un’altra, tipica dell’autunno, con la crema e l’uva: la ricordo, perché spesso la faceva per il mio compleanno il primo ottobre, giorno in cui un tempo si tornava a scuola dopo le vacanze estive».

Dal numero di agosto 2020 de La Cucina Italiana, foto Guido Barbagelata

Anche il minestrone con il cucchiaio in piedi arriva dal nostro giornale, seppure ormai sia diventato una ricetta di famiglia, tanto che anche chef Oldani lo ha incluso, negli anni, tra le sue proposte. Luigia potrebbe prepararlo a occhi chiusi, oggi per la sua nipotina Camilla, figlia di Davide, e per la nuora Evelina, che ormai lo conoscono bene. 

Anche per questo minestrone, Luigia dalla rivista ha preso solo l’idea. «Come per tutte le ricette, poi le modifico e le adatto in base a quello che ho in casa, o a quello che mi piace di più. Per esempio, nel minestrone si usa mettere il lardo, ma a me non piace proprio, come neanche la pancetta. Perciò non lo metto, la mia è una versione tutta vegetale. Mentre cucino tiro via, aggiungo… sempre così. In inverno la verza e i fagioli secchi, in estate via la verza dentro le erbette, i borlotti freschi. Certo, adesso viene meglio perché in questa stagione c’è la verdura migliore e si mangia freddo, bello denso, ci sta il cucchiaio in piedi, anzi, ce ne stanno tanti, così si può gustare in compagnia».

Davide Oldani e il dolce con l’uva

Davide Oldani e il dolce con l'uva

Otto anni fa Davide Oldani visitava la redazione (e la cucina) di La Cucina Italiana per confezionare un dolce meraviglioso ai gusti di settembre: il gelato di uva con burrata e biscotto. Tra una preparazione e l’altra, ci racconta i sapori della sua infanzia e come li ha trasformati nella sua cucina. «La più bella e la più gustosa? Per me non ci sono dubbi, è l’uva fragola, o uva americana: da piccolo mangiavo sempre quella che si coltivava a casa mia. Mi piace molto anche per il suo colore che, con le trasformazioni della cottura, diventa ancora più bello. Inoltre, in una cucina contemporanea come la mia, attenta anche a tutto quanto concerne la salute dell’organismo, la apprezzo perché non ha bisogno di zuccheri aggiunti.» 

Cosa si può abbinare all’uva?

«Per il suo sapore dolce e così caratteristico, è ideale con le carni: leggermente cotta in padella, poi semplicemente frullata e passata al setaccio, dà una crema deliziosa, perfetta da servire con una tartara di fassona, un pizzico di sale grosso e un filo di olio extravergine. L’uva bianca, poi, soprattutto la varietà Italia, è eccezionale per la carnosità degli acini, soprattutto se ben trasformati: li sbuccio, li taglio a metà ed elimino i semini che possono dare fastidio in bocca, poi “coloro” i chicchi immergendoli in una riduzione di vino rosso e sciroppo ottenendo così un doppio vantaggio: li rendo più piacevoli alla vista e aggiungo un pizzico di acidità che a questa uva manca. Li servo, poi, su un velo di riso bianco. E l’uva semplicemente come frutta? Io la mangio ben fredda, dopo averla immersa in acqua e ghiaccio, come… un freschissimo vino senza alcol!» 

Gelato di uva, burrata e biscotto di Davide Oldani

Impegno – Facile | Tempo – 1 ora e 30 minuti

Ingredienti

520 g stracciatella di burrata 

500 g  uva nera sgranata (meglio se uva fragola)

135 g  zucchero

100 g burro

75 g farina

50 g succo di limone

50 g  amido di mais

25 g cacao

2 tuorli sodi 

sale – dragoncello

Procedimento

Open Kitchen: Davide Oldani e la cipolla caramellata

La Cucina Italiana

Quante volte avete visto gli chef in tv o sui social cucinare nelle attrezzatissime cucine dei loro ristoranti favolosi? E chissà quante altre volte vi siete chiesti se uno chef cucina a casa propria – ma soprattutto com’è la cucina di casa di uno chef? Con Open Kitchen si aprono le porte, si allacciano i grembiuli e si parte a tutta… golosità. 

Nella cucina di casa di Davide Oldani

Il primo padrone di casa ad accoglierci è Davide Oldani, grande amico de la Cucina Italiana, che proprio nelle cucine della nostra testata ha iniziato a muovere i primi passi, divenuti da gigante in breve tempo. A rappresentare tutti noi che vorremmo cucinare bene come lo chef Oldani c’è la nostra direttrice Maddalena Fossati, che si cala nei panni di sous chef per l’occasione.

La cipolla caramellata

La cipolla caramellata è uno dei più famosi signature dish di Davide Oldani, che nel video racconta come è nata la ricetta originale. Nata un po’ per scherzo, non era in mono porzione come oggi, ma come una tarte tatin – “tante cipolle tagliate a metà, burro e zucchero, sotto sfoglia, cotto in forno e girata” racconta il cuoco. Gli ingredienti base sono la cipolla, il Grana Padano 24 mesi, la polvere di sfoglia, il burro e lo zucchero. Nel video, vediamo Davide e Maddalena cucinare insieme fino a piazzare il piatto, come si dice in gergo. Sembra davvero semplice! 

Una favolosa idea portata al D’O 18 anni fa quando ha aperto, evolutasi nel tempo e che resta in menù ancora oggi perché rappresenta in pieno la visione di cucina dello chef fatta di equilibri – caldo / freddo, morbido / croccante, dolce / salato. Oldani lo definisce un piatto democratico perché tocca tutti i punti del palato. “Un’esperienza diversa”, commenta Maddalena, che conclude con la domanda più importante: “Qual è il segreto di una ricetta felice?” La risposta nel video!

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