Tag: pasta ricette veloci

» Pasta burrata e gamberi

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Pulite i gamberi e sciacquateli.

Fate dorare l’aglio con un po’ di olio in una padella, quindi unite i gamberi e cuocete a fiamma alta un paio di minuti per lato, quindi scolateli e metteteli da parte.
Nella stessa padella, cuocete i pomodorini tagliati a metà a fiamma medio-bassa.
Quando il sughetto si sarà ristretto aggiungete i gamberi e spegnete la fiamma.

Iniziate la cottura della pasta e nel frattempo tagliuzzate la burrata.

Scolate la pasta ben al dente, aggiungetela in padella, unite anche la burrata, fate insaporire velocemente a fiamma media (se necessario aggiungete un po’ di acqua di cottura della pasta) e aggiustate di sale.

La pasta burrata e gamberi è pronta, decorate con basilico fresco e servite.

Rasha porta in tavola la Palestina, raccontando la fuga dalle bombe

Rasha porta in tavola la Palestina, raccontando la fuga dalle bombe

Lunedì 10 febbraio è in programma una cena del progetto Gustamundo, per l’inserimento dei rifugiati. Si potranno assaggiare le specialità palestinesi

I sapori della cucina palestinese in tavola: lunedì 10 febbraio, nel ristorante del progetto Gustamundo (per l’inserimento professionale di rifugiati nell’ambito della ristorazione) sono tutti invitati a una cena solidale realizzata anche con la collaborazione della Comunità di Sant’Egidio. Fra i piatti che saranno serviti, la maqlubamakluba, che significa «sottosopra». È una portata che nasce dalla tradizione di donare cibo ai poveri dopo i banchetti delle feste. Ogni venerdì, nelle ricche case arabe, il cibo non consumato veniva raccolto in una casseruola e rigirato, poi, su un grande vassoio affinché fosse più facilmente raggiungibile da tutti. È uno sformato di carne, verdure e riso speziati, solitamente condito con una salsa di pomodori, cetrioli, sale e yogurt. Poi si potranno assaggiare il kubba, un supplì di riso con carne e spezie e, infine, il cruason di carne. Tra gli ingredienti che saranno utilizzati in cucina, lo za’atar, una varietà di timo selvatico che dà il suo nome a un mix con semi di sesamo, sommacco, sale.

Queste specialità saranno preparate da Rasha, che attraverso i suoi piatti condividerà una storia che parla di coraggio e rinascita. Figlia di profughi palestinesi, Rasha è nata e cresciuta a Yarmouk, un campo profughi nella periferia sud di Damasco. Era riuscita ad ottenere una certa stabilità sociale ed economica che, però, è andata in crisi con il conflitto. Rasha è sempre stata una lavoratrice instancabile: ha fatto la parrucchiera, la truccatrice. E, a casa, ha sempre cucinato per i propri figli le ricette tramandate dalla madre.

Un giorno la sua vita cambia: mentre insegue suo figlio in strada, sotto le bombe, viene colpita da alcune schegge che le tolgono quasi completamente la vista. Da quel momento inizia il viaggio che la porterà, con i figli, prima in Libano e poi, il 29 febbraio del 2016, a Roma, con il primo corridoio umanitario organizzato dalla comunità di Sant’Egidio e dalla Federazione delle Chiese Evangeliche attive a livello nazionale. A Roma, i suoi tre figli possono riprendere la scuola, mentre lei segue un corso per non vedenti che le insegna a migliorare la capacità di muoversi e riorganizzare la sua vita domestica e lavorativa. Nonostante non vedesse, Rasha non si è mai fermata.

Questa è la sua prima esperienza come cuoca in un ristorante. La cena inizierà a partire dalle 20 al ristorante in via Giacinto de Vecchi Pieralice, 38, a Roma. Costa 20 euro, inclusa una bevanda tra acqua, coca-cola, birra in bottiglia. La prenotazione è obbligatoria (366 8976779, info@gustamundo.it).

 

 

L’acqua del rubinetto dello chef Niederkofler

L'acqua del rubinetto dello chef Niederkofler

Nel suo ristorante AlpiNN, lo chef tristellato serve acqua del rubinetto filtrata, un progetto sostenibile in linea con la sua filosofia culinaria Cook the Mountain

Per lo chef altoatesino Norbert Niederkofler, insignito di tre stelle Michelin con il ristorante St. Hubertus e fondatore della filosofia culinaria Cook the Mountain, la sfida più grande del futuro è lacqua: «Rappresenta la risorsa più critica del nostro tempo», ha spiegato. «Dobbiamo quindi imparare a gestirla in modo differente per lasciare un mondo migliore alle generazioni future». E poiché l’idea di cucina dello chef è quella di promuovere buone pratiche che abbiano un impatto socio-economico positivo sull’intero pianeta utilizzando, ad esempio, le risorse locali e di stagione, con un’attenzione agli sprechi e al riutilizzo degli scarti, l’acqua servita al suo ristorante AlpiNN Food Space &Restaurant di Marebbe (Bz) è quella del rubinetto.

Acqua filtrata, amica dell’ambiente e solidale

Grazie al sistema di filtraggio dell’azienda BWT, il locale di Niederkofler da un anno ha abbandonato le bottiglie e lavora con un’acqua di qualità ottenuta dal rubinetto, neutra e priva di sostanze che ne alterano il gusto, ottimizzando l’uso di una risorsa prettamente locale e diminuendo notevolmente la produzione di rifiuti e le emissioni di CO 2 legate al trasporto. Non solo: una percentuale dei guadagni della vendita di ogni litro di acqua BWT da AlpiNN viene devoluta a istituzioni no-profit e a progetti come, ad esempio, eWater pay – iniziativa promossa da BWT in Gambia e altri paesi africani, volta a garantire delle fonti di acqua potabile.

niederkofler
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Aspettando Care’s

Il rinnovo della collaborazione tra lo chef e l’azienda per questo progetto “Bottle Free Zone” è stato annunciato lo scorso 20 gennaio proprio nello showroom di BWT, durante la conferenza stampa di presentazione della prossima edizione di CARE’S – The ethical Chef Days, che si svolgerà dal 26 al 29 marzo 2020 nei magici luoghi del comprensorio di Plan de Corones in Alto Adige, “casa” dello chef stellato. Quest’anno il tema sarà “CARE’s after CARE’s – Re-actions speaklouder than words” per promuovere le buone pratiche, gli stili di vita per affrontare le problematiche del nostro tempo.

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