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Si può fare il cappuccino con la caffettiera? | La Cucina Italiana

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Si può fare il cappuccino con la caffettiera? C’è una precisa ragione se mi faccio questa domanda.

È domenica mattina, ho voglia di un cappuccino e zero voglia di andare al bar. E poi non ci sono bar vicino al mio palazzo: dovrei prendere l’auto e fare almeno un chilometro. A piedi? Non se ne parla proprio: la domenica mattina, per me, è a chilometro zero. Quindi lavarmi la faccia, pettinarmi, vestirmi, prendere l’ascensore, salire in auto, guidare fino al bar e poi rifare tutto il percorso al contrario è un’impresa titanica. E io, la domenica mattina, ricordo più il Titanic che un titano.

Oltre ad articoli web come il nostro Come fare il cappuccino a casa, i social media sono una vera fonte di ispirazione, dalle stories o reels su Facebook e Instagram fino a TikTok e YouTube. Tutti mostrano che si può fare un cappuccino con la moka. La cosa mi incuriosisce, ma, se devo dirla tutta, non mi fido molto delle soluzioni della Rete, anche se sono sempre ingegnose e divertenti. Ciò che viene proposto è di mettere il latte al posto dell’acqua. Per il resto, tutto come al solito.

Leggo i commenti. Ci sono utenti che parlano di risultato ottimo: «Nulla da invidiare a quello del bar», affermano; sinceramente mi sembra subito un giudizio esagerato. Altri sostengono che sia imbevibile: i soliti bastian contrario, mi dico. Poi c’è un gruppo di utenti, sparsi fra le varie piattaforme, che con tono allarmante avvisano di non fare assolutamente questo esperimento perché pericolosissimo: la moka potrebbe esplodere, come è accaduto a loro. Sarà vero? La Rete è piena di mitomani che vogliono attirare l’attenzione. Tuttavia, lo ammetto, mi spaventa un po’ l’idea di saltare in aria con la moka di domenica mattina.

Si può fare il cappuccino con la caffettiera? Ecco il mio video

Tuttavia, sarà perché fuori piove, perché la pigrizia mi domina, perché la voglia di cappuccino non mi abbandona, alla fine decido di provarci e, giusto per avere una testimonianza nel caso saltassi in aria con la moka, filmo tutto.

Beh, come avete visto dal video, nessuna esplosione ha devastato la mia casa e io sono ancora tutto intero. Quanto al risultato gastronomico, come immaginavo, niente a che vedere con un vero cappuccino da bar. Tuttavia non concordo neppure con coloro che definiscono il risultato imbevibile. Direi piuttosto che ciò che sale dalla moka e poi versiamo nella tazza non è un cappuccino: si tratta di un banale caffellatte con un marcato sapore di caffè.

Ricapitolando: si può fare il cappuccino con la caffettiera? Sì.
Mi è piaciuto? No.
Lo rifarei? Solamente se mi trovassi nell’estrema, disperata, quanto improbabile, situazione di avere una moka, un po’ di caffè in polvere, un po’ di latte e neppure una goccia di acqua. Magari nel bel mezzo di un deserto. Ma io non frequento deserti.

Qui sotto un video preso da TikTok – ma il risultato finale non è tanto diverso. Ai posteri l’ardua sentenza. Moka 0 – Bar 1, direi. Anche se alla fine vince Pigrizia.

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Transizione proteica e le scelte alimentari degli italiani | La Cucina Italiana

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Cosa significa parlare di transizione proteica? Si è tenuto a fine marzo a Roma un incontro di specialisti del settore (nutrizionisti, biologi, scienziati, istituzioni e filiera) per ripartire dalla corretta informazione scientifica approfondendo l’impatto del macronutriente oggi più dibattuto: le proteine. L’incontro è stato promosso dalla Fondazione Istituto Danone, in occasione della presentazione del XV volume della collana ITEMS Transizione proteica. Varietà nelle scelte alimentari per la salute dell’uomo e del pianeta.

Un approfondimento scientifico sull’impatto nutrizionale e ambientale degli alimenti proteici in questa fase evolutiva dell’alimentazione dell’essere umano. Ecco i punti essenziali emersi dal punto di vista scientifico.

1 La scelta alimentare deve essere consapevole e basata su evidenze scientifiche e non opinioni. È necessaria quindi una continua educazione dei cittadini così da fornire un corretto orientamento.

2 Il consumo di proteine è correlato a benefici per la salute in termine di riduzione della mortalità e delle malattie croniche. Le raccomandazioni nutrizionali indicano un apporto bilanciato tra proteine vegetali (55%) e proteine animali (45%).

3 Una dieta che preveda l’utilizzo di alimenti di origine vegetale e di origine animale è definita in varie declinazioni flexitariana.

4 Per definire sostenibile una dieta è necessario considerare, oltre all’adeguatezza nutrizionale e gli aspetti economici e sociali, anche l’impatto che essa ha sull’ambiente (come da definizione FAO).

Transizione proteica: cosa scelgono gli italiani

L’approfondimento scientifico è stato seguito dalla presentazione delle principali evidenze basate su ricerche di mercato condotte da GfK e Circana: Gli italiani e l’alimentazione: le dinamiche in atto tra salute, benessere e sostenibilità, dove è emerso con evidenza le seguenti questioni.

1 Quasi due italiani su tre dichiarano di seguire la dieta mediterranea con un incremento di oltre il 50% rispetto a 30 anni fa.

2 Pasta, verdura e pane costituiscono le prime 3 categorie più consumate dal maggior numero di italiani.

3 Troviamo invece al primo posto la frutta quando parliamo dell’alimento con il maggior numero di occasioni di consumo.

4 Le bevande a base vegetale, le uova e la pizza rientrano tra le prime tre categorie a maggiore crescita percentuale nelle occasioni di consumo rispetto al 2019.

Alla luce di tale scenario, si sono incontrate le Istituzioni, le associazioni e la filiera – in dialogo con il mondo scientifico – e hanno dato vita a uno scambio di riflessioni sull’evoluzione delle scelte alimentari della nostra popolazione, ragionando insieme su come tutti gli attori, dai produttori alle Istituzioni, passando per gli esperti di nutrizione, possano contribuire alla transizione proteica.

Le conclusioni finali

L’interesse a contribuire al miglioramento della qualità della vita della collettività e delle persone che ne fanno parte è un tema indubbiamente politico che, proprio in occasione della presentazione del volume sulla transizione proteica di Fondazione Istituto Danone, ricorda come il benessere delle persone dovrebbe essere in consonanza con il sistema di una nutrizione sana ed equilibrata e in armonia con il nostro pianeta.

La diversificazione di una alimentazione di qualità pone in campo il problema dei divari economico-sociali che si rilevano negli orientamenti di acquisto. La possibilità di garantire un accesso equo a un’alimentazione variegata e salutare diventa una questione etica che guarda all’importanza di scelte alimentari sane, ma che siano al contempo accessibili anche economicamente, poiché espressione del tradizionale modello di consumo alimentare mediterraneo, che guarda alla salute dell’organismo e alla salubrità dell’ambiente.

È fondamentale dunque che il mondo delle Istituzioni, in ascolto della scienza e del mondo agricolo, supporti accordi di filiera per sostenere il fabbisogno di materie prime destinate alla produzione di prodotti vegetali, al fine di sostenere la produzione agricola made in Italy e per una nuova filiera nazionale di qualità e che dia impulso agricolo ai territori, tramite un forte incentivo alla produzione di soia, avena, riso e mandorla, proprio al fine di supportare e incentivare la transizione proteica, che è espressione della dieta mediterranea.

20 ricette integrali per alleggerirsi dopo i pranzi pasquali

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Ricette integrali? Sì, grazie. E allora farina integrale, perché ricca di fibre, meno lavorata industrialmente della farina bianca e con un indice glicemico più contenuto. Per questo è amata da dietologi e nutrizionisti e consigliata per avere un’alimentazione sana ed equilibrata. Ma per beneficiare appieno delle sue proprietà, è bene integrarla nel nostro menù favorendo varietà e gusto. Scopriremo così che non si tratta di un alimento dietetico e privo di sapore, ma di una vera e propria occasione per esplorare nuovi gusti, aromi e abbinamenti.

Quali sono le farine integrali?

Quando parliamo di farina integrale, possiamo intendere la più comune che è quella di frumento, ma non solo. Possono infatti essere integrali anche la farina di amaranto, di avena, di farro, di grano saraceno, di kamut, di mais, di miglio, di orzo, di riso e di segale. Tutte queste farine possono essere utilizzate per preparare prodotti da forno, pasta fresca o secca che possono essere usate in purezza, mescolate ad altre farine integrali o raffinate.

Il riso integrale

Per preparare le ricette integrali, possiamo utilizzare anche il riso integrale. Come nel caso delle farine, possiamo spaziare tra tipologie di riso molto differenti tra loro dal punto di vista del gusto, dell’aspetto e dei tempi di cottura. Se si ha poco tempo ad esempio è bene optare per un riso basmati integrale, mentre un riso nero integrale come il riso venere è perfetto se si ha bisogno di una forte consistenza e di un aroma intenso. Ma se siamo in cerca di un riso che somigli di più a quello che utilizziamo comunemente, potremo provare il riso integrale arborio, così come il riso integrale vialone. Da provare anche il riso selvaggio e il riso rosso, perfetti per preparare insalate di riso creative, ma anche per essere serviti come contorno.

Altri alimenti integrali

Oltre al riso, in commercio possiamo trovare anche altri cereali integrali, gli stessi che danno origine alle farine che abbiamo visto sopra. Sì allora a mais integrale, orzo integrale, farro integrale, avena integrale, segale integrale e miglio integrale, ma anche a quinoa e amaranto.

Le ricette integrali

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20 ricette integrali per sentirsi leggeri

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