Tag: primi piatti particolari

Panettone gastronomico: 4 idee salate

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Le ricette della nonna d’inverno

La manualità, la dedizione e l’amore sono sono tre dei mille ingredienti che ogni nonna mette in una ricetta. Ed è proprio questo che permette ai piatti di sprigionare quell’inconfondibile aroma di bene profuso che si respira ogni volta che la “mamma bis” apre il forno, scoperchia la pentola o tira fuori il dolce dal canovaccio.

E poi ci dirà di mangiarlo tutto, che dobbiamo crescere, anche se abbiamo oramai quarant’anni suonati e siamo destinati a crescere solo in larghezza. Ma è bellissimo e soprattutto buonissimo gustare un piatto preparato con gusto ed esperienza da chi ci vuole bene. E allora noi, per volerci un po’ di bene, perché non prepariamo ricette d’inverno buone e antiche, best of delle nonne di tutta Italia?

Struccolo.
Struccolo.

Ecco le ricette della nonna d’inverno

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Pasticcio di patate con ragù ai funghi

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Castagnaccio

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Tagliatelle fresche all’uovo con ragù

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Brodetto

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Struccolo

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Zuppa di cipolle

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

“Busecca matta”

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Ossobuco e risotto, piatto unico di Milano

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Rustico leccese

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Sarde a beccafico

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Sfogliatelle napoletane

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Calzone alle bietole

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Zuppa di lenticchie

La rivincita del cibo brutto su Instagram

In questi ultimi anni l’attenzione per l’estetica del cibo, per la bellezza fotogenica dei piatti, per la ricercatezza dei dettagli, dell’impiattamento o delle scelte cromatiche alimentari, sono andati di pari passo con la dipendenza dai social network e con l’esigenza di condividere virtualmente le foto delle proprie passioni culinarie. La bellezza visiva dei piatti ha invaso le bacheche di milioni di utenti del mondo, diventando un trend globale inarrestabile. Recentemente, però, si sta assistendo a un nuovo movimento che sostiene il valore della genuinità e dell’autenticità del cibo brutto, strano, inusuale.
Che sia la fine dell’epoca del cibo costruito ad arte per il set fotografico degli utenti di Instagram e l’inizio di una riscoperta di ingredienti e alimenti naturali, più sani e reali?

Quanto il food porn abbia condizionato gusto e mode

Per comprendere questo nuovo fenomeno in controtendenza, è necessario fare un passo indietro e analizzare il trend del food porn e del foodography. In questi anni Instagram, social network visivo per eccellenza, si è imposto come strumento in grado di condizionare tanto le abitudini dei consumatori, sempre più concentrati sulla bellezza del cibo e sull’importanza di questo rituale a tavola, quanto quelle dei ristoratori, costretti a puntare su proposte gastronomiche sempre più costruite, patinate e sensazionali. Non a caso, soprattutto dal 2015 in poi, tante sono state le mode più o meno passeggere che si sono succedute, tra cui il noto rainbow food o i ristoranti Instagram-friendly, alimentate da studi scientifici ed esperimenti che sostenevano che l’aspetto visivo di quello mangiamo può influenzare notevolmente il modo di percepire i sapori.

Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che è brutto

Eppure la mania del food porn, ovvero l’utilizzo dell’hashtag su Instagram che da anni accompagna gli scatti social di cibo impeccabile, sembra iniziare a vacillare, mentre cresce un riscoperto desiderio di focalizzarsi di più su naturalezza, qualità e gusto, tanto di ricette quanto di materie prime. Dopo anni di bombardamento di “cibo fotogenico” su Instagram, il brutto si sta dunque facendo strada, lentamente, attraverso un movimento detto ugly food. Negli ultimi mesi sono stati tanti gli scatti condivisi sul social network che hanno ritratto strambe ricette casalinghe, improbabili esperimenti culinari, brutte portate al ristorante e, non ultimi, piatti belli ma fotografati male. Questo hashtag sta finalmente portando con sé una ventata di coraggio, quello di mostrare con orgoglio un piatto più o meno buono ma certamente fuori dai canoni di bellezza convenzionale.

Il grande ritorno della frutta e della verdura brutta

Al di là della guerra dichiarata al food shaming, il fenomeno virtuale anti-food porn nasce anche con il nobile obiettivo di ridare dignità a frutta e verdura brutta, imperfetta e irregolare. Non dimentichiamo, infatti, che le materie prime che non soddisfano i canoni di bellezza del mercato alimentare e dei consumatori finiscono con l’essere gettati via, perché etichettati come merce di serie B.
Cavalcando quindi la viralità del nuovo trend dell’ugly food su Instagram, molti utenti e associazioni ambientaliste hanno usato questa opportunità in modo creativo e socialmente utile per sensibilizzare le persone al problema degli sprechi alimentari. Questa causa è stata anche sposata in pieno, a partire dal 2015, da una startup di San Francisco chiamata Imperfect Producer. La startup, infatti, raccoglie i prodotti sani ma “brutti” direttamente dalle fattorie e li consegna a domicilio ai clienti, offrendo un risparmio del 30% rispetto ai prezzi dei negozi di alimentari.

Insomma, quando vedete foto di carote storte o di mele deformate condivise su Instagram provate ad andare oltre le apparenze e provate a pensare che non tutto quel che è bello è anche buono, salutare, sostenibile e accessibile.

Foto: Frutta strana_ugly food porn COVER_Wikipedia commons.jpg

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