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cosa cucinare nel giorno più corto dell’anno

cosa cucinare nel giorno più corto dell'anno

Dai dolcetti svedesi alle arancine palermitane ecco le tradizioni in cucina per il 13 dicembre

“Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”, recita un proverbio. E, infatti, il 13 dicembre è conosciuto come il giorno più corto dell’anno (o la notte più lunga) anche se in realtà non è più così da quando, con il passaggio al calendario gregoriano, il solstizio d’inverno cade una settimana più avanti, il 21 dicembre.

Santa Lucia, cosa cucinare nel giorno più corto che ci sia

Corto o lungo che sia, noi troviamo sempre il tempo per cucinare e festeggiare rendendo magico questo giorno, specialmente per i bambini. Sono loro infatti che, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, attendono con trepidazione l’arrivo di Santa Lucia che, secondo la leggenda, passerà di casa in casa in groppa a un asinello lasciando dolcetti e doni ai più piccoli.

Cosa preparare di speciale? Le tradizioni in cucina legate a Santa Lucia sono diverse e numerose.

Lussekatter, i dolcetti svedesi di Santa Lucia

Il 13 dicembre è una festività molto sentita in Svezia dove si è soliti preparare i Lussekatter, i gatti di Santa Lucia: si tratta di dolcetti morbidi la cui forma ricorda la coda arrotolata di un gatto, caratterizzati da un aroma inconfondibile di zafferano, spezia che con il suo colore giallo illumina la notte più buia dell’anno. Ecco qui la ricetta per prepararli.

Dagli occhi di Santa Lucia alle arancine, le tradizioni per il 13 dicembre in Italia

La santa della luce viene celebrata anche in certe zone d’Italia: in Puglia è tradizione fare gli occhi di Santa Lucia, piccoli taralli al vino ricoperti di una glassa allo zucchero, una preparazione che vi spieghiamo qui con qualche consiglio per far partecipare i bambini.

In Sicilia, a Palermo, Santa Lucia è il giorno delle arancine. La tradizione popolare impone che, per devozione, non si debbano mangiare per tutta la giornata né pane né pasta. Tutti i panifici della città sono chiusi e a predominare sono le friggitorie. Sempre a Palermo, ma anche a Siracusa, il 13 dicembre e prevalentemente tra le mura domestiche, si usa gustare la cuccìa, un antico dolce a base di grano bollito con crema di ricotta. Se volete saperne di più, ecco la ricetta per prepararla.

» Zeppole dell’Immacolata – Ricetta Zeppole dell’Immacolata di Misya

Misya.info

Mettete in una ciotola farina, zucchero e lievito, mescolate e poi incorporate l’acqua: dovrà risultare una pastella piuttosto liquida.
Coprite la ciotola con pellicola trasparente e lasciate lievitare per 2-3 ore o finché l’impasto non sarà triplicato e pieno di bollicine.

Fate scaldare l’olio in una casseruola e cuocete le zeppole poche per volta, formando delle con 2 cucchiai, quindi scolatele su carta da cucina.

Preparate la glassa facendo scaldare a fiamma bassa acqua, zucchero e miele finché non saranno ben sciolti, quindi spegnete il fuoco e aggiungete il liquore.
Passate le zeppole nella glassa, una per volta, ricoprendole interamente.

Le zeppole dell’Immacolata sono pronte: decorate subito con codette o confettini di zucchero e servite.

Alessandro Borghese compie 45 anni: tanti auguri allo chef!

Alessandro Borghese compie 45 anni: tanti auguri allo chef!

Quarantacinque candeline da spegnere con il piglio di un eterno ragazzino cui piace cucinare, stare in tv, comunicare sui social, ma anche andare in moto e ascoltare musica

Nato il 19 novembre 1976, Alessandro Borghese spegne oggi quarantacinque candeline, ma negli anni non ha mai perso quella carica di energia che lo fa sembrare un eterno giovane. Occhi gentili tra i ricci ribelli e un sorriso che conquista, non può che suscitare simpatia. Chef “rock’n’social”, propone una cucina che definisce “inventiva e generosa”, non si risparmia come showman della tv ed è anche il cuoco più bravo a comunicare in rete.

Alessandro Borghese, dalle navi da crociera al ristorante milanese

Dopo il diploma all’American Overseas School di Roma, Alessandro Borghese lavora per tre anni sulle navi da crociera. Sbarcato poi definitivamente a terra, vive esperienze professionali a San Francisco (città dove è nato), New York, Londra, Parigi, Copenhagen, Roma e Milano. Del suo stile in cucina – in cui coniuga il gusto di materie prime di qualità a una raffinata semplicità delle preparazioni – ne ha fatto un marchio, Il lusso della semplicità, che è poi il nome del suo ristorante milanese aperto nel 2017. Con la sua società, AB Normal, fondata con la moglie Wilma Oliverio, si occupa anche di catering e banqueting per eventi, food consulting e advertising.

Borghese showman della tv

Al momento è in onda su TV8 con Game Of Talents accanto a Mara Maionchi e Frank Matano e con Piatto Ricco insieme allo chef Gennaro Esposito, ma negli anni è stato protagonista di innumerevoli programmi tv, da Cortesie per gli ospiti a Cuochi e fiamme, da Junior Masterchef Italia a Kitchen Sound, da Cuochi d’Italia a 4 Ristoranti, il programma che lo ha definitivamente consacrato al grande pubblico (e all’ironia della rete).

Alessandro Borghese: quello che (forse) non sai e che vorresti sapere

Borghese è il figlio dell’attrice Barbara Bouchet e dell’imprenditore napoletano Luigi Borghese. Ha un fratello minore (decisamente più riservato di lui) che si chiama Massimiliano e che sì, gli assomiglia abbastanza. Sposato con Wilma Oliverio da cui ha avuto due figlie, Arizona e Alexandra, tempo fa ha rivelato di aver scoperto l’esistenza di un terzo figlio nato da una precedente relazione.

La pasta cacio e pepe è il suo cavallo di battaglia. E, dopo la cucina, le sue passioni sono la moto e la musica. La sua vita avventurosa e i suoi piatti li ha raccontati in diversi libri: dal primo del 2014 intitolato L’abito non fa il cuoco. La cucina italiana di uno chef gentiluomo all’ultimo pubblicato nel 2018 Cacio&Pepe. La mia vita in 50 ricette

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