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Come fare il detox liquido

Come fare il detox liquido

Tre giorni di detossinazione dell’organismo, portando a tavola estratti, smoothie e zuppe vegetali. I consigli per una parentesi depurativa dopo gli stravizi delle feste

E anche l’Epifania è andata. Ora ci si guarda allo specchio e, senza farne una tragedia, ci si confronta con i classici 2-3 chili acquisiti durante le festività. Niente panico e niente sensi di colpa:
la soluzione esiste e consiste in un detox liquido di 3 giorni. Con la raccomandazione di non strafare in questo lasso di tempo, rinunciando quindi a palestra e allenamenti strong, ecco come impostare il vostro detox di gennaio. Che, tra gli altri vantaggi, vi consentirà di irrobustire le difese immunitarie (di questi tempi, un plus considerevole). Parola all’esperta.

Si inizia con la fase preparatoria (molto importante)

Gonfiore addominale, ritenzione idrica, adipe, o di quel che resta degli stravizi alimentari di Natale e Capodanno. Secondo Sandra Nassima, specialista in scienza dell’alimentazione e founder di Depuravita, «l’ideale sarebbe approcciare il detox liquido “duro e puro” anticipandolo con dei giorni preparatori, per evitare di traumatizzare l’organismo, facendolo passare dalle ricche pietanze invernali delle feste a estratti e zuppe light. 3-4 giorni prima di intraprendere il detox liquido tagliate alcolici, alimenti contenenti glutine, zuccheri e prodotti di origine animale, aumentando di pari passo le porzioni di frutta e verdura (biologiche) e bevendo almeno 2 litri di acqua al giorno. In questo modo il corpo inizierà ad alleggerirsi, abituandosi alla lenta e progressiva restrizione calorica in vista del detox liquido in programma».

3 giorni di detox liquido, le linee guida

Siete alla vostra prima volta con un programma di detox liquido? «Non preoccupatevi, perché è tutto estremamente semplice e razionale», rassicura Nassima. «Di fatto, si tratta di alternare a colazione, pranzo e cena, senza dimenticare i due spuntini di mattina e pomeriggio, estratti, smoothie, zuppe. Con l’aggiunta, quando e se sentite il bisogno di sgranocchiare cibi solidi, di
verdure di stagione crude e al naturale. In questo modo farete il pieno di acqua, fibre, minerali e vitamine, evitando di sentirvi privi di forze e affamati». Eccoci giunti all’esempio di giornata tipo con detox liquido. Spiega l’esperta: «A colazione spremete un pompelmo e un limone, aggiungete un pizzico di peperoncino, un cucchiaio di olio di oliva crudo, una manciata di semi di lino, 5 grammi di zenzero e 3 spicchi di aglio, frullando il tutto con 125 ml di acqua. Dovreste ottenere uno smoothie dalla consistenza morbida, non troppo liquida. Ideale per purificare il fegato, è anche un booster per il sistema immunitario. Abbinatelo a un estratto di zenzero e farete il pieno di antiossidanti. A metà mattina potete mangiare una mela con una piccola porzione di frutta in guscio. A pranzo un estratto verde di spinaci, kale, zenzero, finocchio e sedano, aggiungendo magari polvere di spirulina o di alga chlorella per implementare l’azione detox. A merenda un mix di crudité di carote e finocchio con guacamole senza olio, mentre a cena una tazza di brodo di verdure oppure una zuppa di zucca». E il gioco è fatto.

Quali errori evitare quando si fa il detox liquido

«Più che altro credo che si possa correre il rischio di scambiare il detox per una dieta «, nota Nassima. «Se il vostro obiettivo è esclusivamente quello di perdere peso, il detox di 3 giorni potrebbe non fare al caso vostro. Vi spiego subito il perché: l’obiettivo non è privarsi del cibo e dimagrire, bensì detossinare l’organismo dopo un periodo di eccessi, ma anche aiutarlo a compiere un benefico reset a seguito di forti stress psico-fisici. Altro errore: non bere acqua, pensando che bastino gli estratti. Non è così e l’organismo durante il detox necessita di pura acqua, pena un severo mal di testa. Vietato bere caffè in questa fase, che deve coincidere con un riposo di mente e corpo. Sì, invece, a tisane calde di moringa e tulsi, ottime per depurare il fegato, organo emuntore più di tutti affaticato dai cibi calorici delle feste. Se sono sconsigliate le attività sportive intense, non dimenticate di fare un blando esercizio fisico quotidiano per mantenere attivi muscoli e articolazioni, senza contare l’effetto stimolante per l’umore. Dal pilates allo yoga, dallo stretching alle passeggiate. Infine, se acquistate estratti e succhi già pronti vi invito a leggere con attenzione le etichette, accertandovi che tra gli ingredienti vi sia sempre almeno il 70% di verdure. Forse al palato questi succhi sembreranno inizialmente amarognoli, ma sono ortaggi come kale, cetriolo, spinaci e sedano a stimolare i processi depurativi dell’organismo. Se poi soffrite di metabolismo pigro, ricordate che gli ingredienti più stimolanti in tal senso sono agrumi, peperoncino, zenzero e ananas». Buon detox di inizio anno!

Iva Zanicchi: il suo piatto dell’infanzia

Iva Zanicchi: il suo piatto dell'infanzia

Una passione, quella per il cibo, che Iva sente di avere nel DNA quasi quanto la musica: «Non posso dire di essere una grande cuoca. Mia nonna lo era, forse un po’ ho preso da lei. Faccio pochi piatti, ma quelli che faccio sono buonissimi. Sono presuntuosa? Anche (ride, ndr)». Un amore manifestato già in tenerissima età: «Dopo aver mangiato mi mettevo sempre a piangere. Mia mamma era disperata, voleva chiamare il dottore. Poi una prozia ha detto: questa bambina ha fame. Mi ha fatto il pancotto. Sai cos’è?». Le rispondo in maniera vaga, sperando che anche questo sia un piatto tipico di Ligonchio (risposta: no, si fa un po’ dappertutto): «L’ho mangiato, mi sono addormentata e non ho più pianto. Da lì abbiamo capito tutto».

Iva Zanicchi
Il primo premio vinto da Iva Zanicchi al Festival di Sanremo del 1967 con Non pensare a me

Tornerebbe al Festival? È la donna che ne ha vinti di più, tre. «Quest’anno ci provo davvero, sei il primo a cui lo dico». Il ritorno della Zanicchi dopo la vittoria dei Måneskin, sembra già tutto giusto: «Quei ragazzi sono un miracolo italiano, sono molto contenta per loro». Li inviterebbe a cena? «Certo, gli farei le patatine fritte con una bella milanesina. Col manico, quella vera. Sono giovani, meglio quella degli hamburger che mangiano in America». O, perché no, a questo punto anche una bella pattona. Da Los Angeles a Vaglie è un attimo.

Pattona dell’Appennino emiliano

«Mescolate la farina con una frusta unendo acqua gassata (130‐140 g circa) e un pizzico di sale fino a ottenere una pastella piuttosto fluida. Preparate un battuto con lardo, un ciuffetto di rosmarino e un po’ di aglio, fondetelo in una padella (ø 22‐24 cm), quindi filtratelo in una ciotola. Versate nella padella unta e ben calda un mestolino di pastella e cuocete una sottile crespella, sui due lati: è la” solada” o “soletta”.  Schiacciate le patate, calde, mescolatele con l’uovo, sale, noce moscata e il battuto filtrato; amalgamate i formaggi: dovrete ottenere un purè piuttosto compatto. Stendetelo sulla crespella formando uno strato di 4‐5 cm, non più basso. Servite la pattona, decorata a piacere, come una frittata su un piatto di portata o su un tagliere, a grandi spicchi oppure a quadretti, per l’aperitivo. Si mangia con le mani».

Pattona dell’Appennino emiliano

Ingredienti per 4-6 persone

500 g patate bollite
75 g farina 00
70 g parmigiano grattugiato
60 g lardo
20 g pecorino grattugiato
1 uovo
acqua gassata
aglio – rosmarino – sale – noce moscata

Testo di Filippo Ferrari

Foto di Giacomo Bretzel.

 

Ricerche frequenti:

» Marshmallow fatti in casa

Misya.info

Innanzitutto mettete la colla di pesce in ammollo nell’acqua fredda (gli 85 gr) e lasciatela riposare così.

Intanto, versate acqua (gli 80 gr), zucchero e glucosio in un pentolino per preparare lo sciroppo: se avete un termometro da cucina, dovrete arrivare alla temperatura di 115-120°C; se non avete un termometro per dolci, portate a ebollizione e lasciate bollire per qualche minuto, intingete una forchetta nello sciroppo e soffiate delicatamente attraverso i rebbi: lo sciroppo sarà pronto quando si gonfierà come una bolla di sapone.

Nel frattempo che lo sciroppo arriva a temperatura potete iniziare a montare gli albumi: quando saranno montati a neve ben ferma e lo sciroppo sarà pronto, iniziate ad incorporarlo a filo negli albumi, continuando a montare con le fruste.
Riprendete la gelatina (che ormai dovrebbe aver assorbito tutta l’acqua), versatela nel pentolino e fatela sciogliere completamente a fiamma bassa, quindi incorporate anche questa negli albumi, sempre continuando a montare, e continuate a montare finché la meringa non si sarà raffreddata.

A questo punto, se volete, potete dividere il composto per colorarne una parte: basteranno poche gocce di colorante, perché di solito i marshmallow sono di colore pastello.

Setacciate maizena e zucchero a velo mischiandoli insieme.
Versatene metà in una teglia rivestita di carta forno, quindi distribuiteci sopra la meringa (cercando di tenere separati i colori).
Setacciate il resto del mix di maizena e zucchero sopra la meringa e lasciate riposare per almeno 12 ore a temperatura ambiente, senza coprire.

Riprendete la teglia, tirate via il composto dalla carta forno, appoggiatelo su di un tagliere e dividetelo in cubettini.
Spolverizzate nuovamente con il mix di polveri, in modo da ricoprire le parti appena tagliate, quindi scrollate via l’eccesso.

I marshmallow fatti in casa sono pronti, non vi resta che servirli, o usarli per le vostre preparazioni.

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