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I primi di Natale in 20 ricette

I primi di Natale in 20 ricette

C’è chi non rinuncia mai a un buon ragù, chi fa attendere tutto l’anno per le sue famose lasagne e chi prepara i ravioli, dalla pasta al ripieno. Ma per cambiare e lasciarsi ispirare da qualche idea nuova, ecco una raccolta di primi piatti perfetti per il pranzo di Natale, caratterizzati da ingredienti semplici, cura nella preparazione e… un profumo irresistibile! Ecco allora le nostre venti ricette per stupire il palato dopo il tradizionale giro di antipasti.

I primi  di Natale in 20 ricette

Per Natale le ricette da proporre agli ospiti sono infinite. Si cerca sempre quell’ingrediente particolare che riesce a stupire qualsiasi palato. Per questa volta buttatevi nella preparazione di questi piatti semplici ma impeccabili per il pranzo di Natale.

Le nostre venti ricette per i primi piatti di Natale

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Lasagne e verze al ragù di salsiccia

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Tagliatelle al pistacchio e uova di salmerino

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Pasta con sedano, bottarga e vongole

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Risotto con scampi e agrumi

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Cappelletti al castelmagno in brodo

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Risotto allo spumante con limone e rosmarino

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Soufflé di maltagliati, broccoli e cime di rapa

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Maccheroni con ragù

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Minestra di broccoli e arzilla, la ricetta tradizionale laziale

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Risotto cime di rapa e limone

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Paccheri in piedi ripieni di trota

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Gnocchi con sugo di faraona

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Tortiglioni farciti con cime di rapa e pomodori secchi

ABBIAMO CUCINATO PER VOI

Risotto alla raspadura

Photo Vogue Festival, al via la sesta edizione

Dal 18 al 21 novembre torna a Milano, in versione sia fisica che digitale, il primo conscious fashion photography festival dedicato all’approfondimento del terreno d’incontro tra etica ed estetica. «Reframing History» è il comune denominatore alla base delle mostre, una esplorazione di progetti che intendono presentare uno sguardo alternativo, reinventando figure storiche trascurate o mettendo in discussione racconti stereotipati

PhotoVogue è stato lanciato in Italia nel 2011 come community per gli appassionati di fotografia. Da allora è diventata una piattaforma leader del settore con oltre 257.000 fotografi in tutto il mondo, sia dilettanti che professionisti. Nel 2016, si è tenuto a Milano il primo Photo Vogue Festival, coinvolgendo l’intera città con talk, mostre e iniziative legate alla fotografia.

Ora, nel suo decimo anno, PhotoVogue viene rilanciato per espandersi a livello globale e includere anche altre tipologie di media per costruire una piattaforma diversificata a livello internazionale delle voci più interessanti in ambito fotografia, video, multimedia. Il nuovo sito web sarà lanciato all’inizio del 2022. La missione di PhotoVogue è sempre stata e continuerà ad essere quella di sostenere il talento, raggiungere le comunità storicamente escluse, migliorare l’alfabetizzazione visiva e plasmare un mondo visivo più giusto, etico e inclusivo.

L’evento, giunto alla sua sesta edizione, è patrocinato dal Comune di Milano ed è reso possibile grazie al contributo di alcuni partner tra cui Audi, Gucci Beauty e Xiaomi.

Tra il 18 e il 21 novembre 2021, la manifestazione si snoderà attraverso mostre, talk, portfolio review sia sul territorio, da BASE Milano, così come in eventi satellite nelle migliori gallerie della città, sia in digitale con una nuova piattaforma photovoguefestival.vogue.it.

Il comune denominatore alla base delle mostre fotografiche è «Reframing History»: una esplorazione di progetti che intendono presentare uno sguardo alternativo, reinventando figure storiche trascurate o mettendo in discussione racconti stereotipati.

Come per ogni edizione, il festival rappresenta un’opportunità imperdibile per gli appassionati di fotografia, moda e arte di entrare in contatto con fotografi innovativi e figure di spicco del settore, tra cui curatori e professionisti.

Mostre

REFRAMING HISTORY/35 CHAPTERS
I 35 artisti presentati in questa sezione della mostra sono stati selezionati da una giuria internazionale tramite una Open Call a cui hanno aderito 2500 fotografi da 98 Paesi diversi per un totale di 25.000 immagini.

Presenta progetti che rivendicano un modo alternativo di raccontare una storia, a partire da quelli che ri-contestualizzano figure storiche omesse o dimenticate a quelli che reclamano un’idea di bellezza che è stata stereotipata. Contribuire a realizzare quello che Chinua Achebe ha definito «un equilibrio di storie» è da sempre una delle missioni cardine di PhotoVogue, la piattaforma fotografica di Vogue Italia, che quest’anno celebra il suo decimo anniversario. Gli esseri umani sono creature narratrici: le storie che raccontiamo diventano ‘la materia’ di cui è fatto il mondo che abitiamo. C’è uno straordinario proverbio africano che Achebe cita spesso: «finché i leoni non avranno i propri storici, i racconti di caccia glorificheranno sempre il cacciatore». Ebbene, l’edizione del festival di quest’anno mira a porre l’attenzione sulla narrazione dei leoni.

© Mous Lamrabat

REFRAMING HISTORY/12 CHAPTERS
I 12 artisti presentati in questa sezione della mostra sono stati selezionati dai membri della giuria e dal reparto fotografico di Vogue Italia.

Curata dal reparto fotografico di Vogue Italia e dai membri della giuria del festival, la mostra prende in esame e sviluppa ulteriormente la prospettiva dei creativi Black sul concetto di ‘Reframing History’. Dalla storia alternativa, o controstoria, passando per la reinvenzione radicale e la critica dei canoni artistici e delle mitologie occidentali, gli artisti in mostra hanno reindirizzato l’attenzione su territori che sono rimasti in ombra troppo a lungo, aprendo una via luminosa che sta influenzando, modellando e rivoluzionando il panorama mondiale della fotografia contemporanea.

A Reframed Library
Photo Vogue Festival presenta una selezione di photobooks che mira a dare voce a storie sottorappresentate nel campo dello storytelling: questi progetti fotografici affrontano temi inerenti all’identità culturale, alla decostruzione degli stereotipi e al concetto di autorialità condivisa. Ognuno dei libri in mostra cerca di incoraggiare una riflessione sulle implicazioni etiche e politiche di come rappresentiamo una storia o una comunità. La selezione è a cura di Rica Cerbarano, contributor di Vogue Italia.

Reframing History/2 Chapters
Il tema della mostra viene approfondito anche attraverso titoli di successo della cultura popolare come la serie TV Anne Boleyn e il film The Personal History of David Copperfield. Le scelte della giuria e del reparto fotografico di Vogue Italia mirano a mettere in luce la diffusione e la portata di tale movimento e della sua influenza su ogni aspetto della cultura contemporanea.

Le fotografe

Durante i giorni della manifestazione sarà possibile prendere visione a BASE Milano di quattro episodi della serie Sky Original Le Fotografe, diretta da Francesco G. Raganato e prodotta da Terratrema Film in collaborazione con Seriously. La docu-serie è dedicata a otto fotografe italiane che attraverso le proprie ricerche artistiche esplorano temi legati all’universo femminile.
In particolare sarà possibile approfondire il lavoro di Carolina Amoretti, Roselena Ramistella, Sara Lorusso and Zoe Natale Mannella: quattro autrici che Vogue Italia ha supportato nel corso del tempo, mettendone in luce il talento e la capacità di raccontare le donne contemporanee in modo complesso e originale. Sulla piattaforma digitale si potrà inoltre fruire di un video best of della serie realizzato dal regista.

Talk

BASE Milano ospiterà un ricco programma di talk live che saranno visibili sulla piattaforma digitale del festival nei giorni seguenti. Fa eccezione il nuovo format interattivo – Ask me anything – durante il quale esperti del settore risponderanno live alle domande del pubblico presente a BASE Milano e a quelle degli spettatori connessi virtualmente. Tale format verrà trasmesso anche in live streaming sulla piattaforma digitale il 20 novembre. Ask me anything è stato pensato per aiutare quei creativi che non hanno l’opportunità di porre le domande più basilari a fotografi professionisti ed esperti del settore. In linea con la missione del festival, il fulcro dei talk di questa edizione spazierà dal fotogiornalismo alla fotografia di moda. Le tematiche discusse saranno questioni di attualità come diversità e inclusione – non solo in termini del soggetto delle storie che raccontiamo ma anche di chi le racconta, ne filtra l’accesso o ha potere decisionale. Si parlerà anche di disabilità, LGBTQIA+, dell’influenza che esercita Instagram sulla fotografia, di alfabetismo visivo e tanto altro ancora.

L’ingresso è gratuito.
L’accesso sarà consentito esclusivamente ai soggetti muniti di certi cazione verde COVID-19, c.d. “green pass”.

Orari:
Giovedì 18 novembre 15:00 – 21:00
Venerdì 19 novembre 11:00 – 21:00
Sabato 20 novembre 11:00 – 21:00
Domenica 21 novembre 11:00 – 21:00

Le mostre sulla piattaforma digitale saranno disponibili per un anno a partire dal 18 novembre 2021.

Pizza al taglio, i 10 posti migliori in Italia

Pizza al taglio, i 10 posti migliori in Italia

Non esiste solo la pizza tonda, non si vive esclusivamente di Napoletana e gourmet. In Italia esistono dei veri e propri templi della teglia. Il Gambero Rosso li premia con Tre Rotelle: eccoli

Diciamo la verità: per gli addetti ai lavori e i tanti “pizzofili”  l’argomento di confronto-discussione-polemica resta indiscutibilmente l’impasto della Napoletana e della pizza tonda in genere o il topping di quelle definite “gourmet”, già tagliate a spicchi per la degustazione. In realtà, la pizza al taglio – quella in buona parte preparata e servita in grandi teglie – non solo ha una diffusione pazzesca: la si trova anche nelle panetterie, si può acquistare (volendo) dall’alba al tramonto e pure dopo, si può gustare sul posto o a casa o in strada. E proprio come succede per le “tonde”, ci sono varie tipologie: da quella romana (non troppo alta, né troppo bassa) a quella al trancio che continua a dominare a Milano, dalle crunch introdotte dai maestri della pizza sino a quella genovese, dalla pizza fritta napoletana allo sfincione napoletano.

Un movimento in crescita

Ben lontane dall’essere di serie B come un tempo, le pizzerie al taglio iniziano a diventare – se di livello – un riferimento nelle rispettive città. Anche perché a gestirle ci sono sempre più big del movimento e c’è da pensare che in futuro sarà normale occuparsi delle pizze classiche e di quelle al taglio, con i loro impasti digeribili e a lunga lievitazione. Sia lode a Pizzerie d’Italia, la guida del Gambero Rosso, che raccoglie tra le sue pagine le eccellenze dello Stivale. Da qualche anno assegna un altro riconoscimento, oltre al celebre Tre spicchi. Si chiama Tre rotelle ed è il premio per le insegne che non sfornano le tonde, accompagnato da una valutazione calcolata in centesimi. Quest’anno sono stati premiati dieci locali che vi presentiamo, nove erano già al top lo scorso anno mentre Tellia si è aggiunta al gruppo. Normale che troviate una bella coda…

Pizzarium – Roma

Con 95 punti su 100, il locale del romanissimo Gabriele Bonci – il re della pizza al taglio – si conferma il n.1 in Italia. Base croccante e sottile, ma struttura alveolata che consente di ospitare un topping di assoluto livello: quelli classici romani (amatriciana, carbonara, pollo e peperoni) e creativi come zucchine alla scapece, stracciatella e menta o tonno e cipolla.

Saporè Pizza Bakery – San Martino Buon Albergo (VR)

Il veronese Renato Bosco è uno dei maestri della Nuova Pizza Italiana e lo dimostra anche nel locale dove insieme al prodotto che lo ha reso celebre, propone un grandissimo pane. Anche la pizza in teglia porta la sua firma, con una perfetta alveolatura e topping precisi, con ingredienti di stagione e formaggi di qualità. Il Gambero Rosso lo ha premiato con 94 punti.

Bonci Panificio – Roma

Il locale in via Trionfale non è dedicato solo alla pizza: una bottega di bontà, che vanno dal pane alle torte passando alle brioche e alle proposte della rosticceria. Le pizze – che si sono guadagnate un bel 92 – sono omaggio alla romanità: rossa con origano, bianca con mortadella, con le patate e ancora con le verdure di stagione. Non manca una saletta di degustazione.

Masardona – Napoli

Istituzione vera, diventata celebre nel 1945 per la pizza fritta. Quella che Anna Manfredi, la nonna del pizzaiolo Vincenzo Piccirillo – detta proprio la Masardona – riempiva di ricotta e cicoli di maiale. Oggi Vincenzo, con i  due figli, continua la tradizione declinando la ricetta con vari ripieni: salsiccia, friarelli e provola; parmigiana al ragù; alla genovese; 92 punti.

Oliva Pizzamore – Acri (CS)

Non è facile conquistare 92 punti a Sud di Napoli, innovando continuamente. Ma un maestro di impasti ed ex chef come Antonio Oliva ci è riuscito. È un gran valorizzatore degli ingredienti locali, che rendono coloratissime le sue teglie. Da provare la datterino giallo, zucca, pesce spada e crema di basilico o la cime di rape spadellate, alici di Cetara e burrata.

Forno Brisa – Bologna

La pizza leggera, in stile romano, caratterizza Forno Brisa che non è solo un network di locali, ma anche un’impresa etica dove l’età media di chi lavora è di 26 anni e i gestori sono usciti da Pollenzo. Grande attenzione alle materie prime del territorio: c’è la pizza crema di parmigiano e mortadella, quella ricotta, spinaci e parmigiano e ancora la pizza lasagna. Punteggio: 90.

Lievito Pizza, Pane – Roma

La Capitale si conferma padrona nella categoria, grazie ai 90 punti conquistati da questa giovane pizzeria dell’EUR, guidata da Francesco Arnesano che a 25 anni è ben più di una promessa. Impasti ad altissima idratazione rendono piccoli capolavori la Bianca (ripiena di mortadella, volendo…), la Margherita e quella con burrata e carciofi alla romana.

Menchetti – Arezzo

Non si trova a Firenze, come si potrebbe pensare, la migliore pizza al taglio per il Gambero Rosso. Merito di Menchetti, brand del 1948 con molti punti vendita in Toscana. La guida ha assegnato 90 punti a quello aretino, dove il topping spazia dalla salsiccia e funghi a pomodori del piennolo, alici del Cantabrico e capperi. Davvero buona la ciaccia con la mortadella.

Pizzeria Sancho – Fiumicino (RM)

90 punti anche per un locale di riferimento non solo a Fiumicino, con una storia (familiare) di oltre mezzo secolo. Qui si fa una pizza alla romana, gonfia e scrocchiarella. Da non perdere la rossa con pomodorini e alici fresche, ma ci sono anche la prosciutto e fichi e quella con il pescato del giorno. Qui si trovano anche ottimi supplì e maritozzi.

Tellia – Torino

L’anno scorso aveva vinto il premio come Pizza al taglio dell’anno, ora l’entrata con 90 punti nell’èlite nazionale. Dietro la migliore pizzeria torinese, specializzata nella romana c’è un giovane in gambissima, Enrico Murdocco, che ha studiato da maestri panificatori e faceva parte della brigata di Michelangelo Mammoliti. Topping a livello da stellato.

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