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Pizza al taglio, i 10 posti migliori in Italia

Pizza al taglio, i 10 posti migliori in Italia

Non esiste solo la pizza tonda, non si vive esclusivamente di Napoletana e gourmet. In Italia esistono dei veri e propri templi della teglia. Il Gambero Rosso li premia con Tre Rotelle: eccoli

Diciamo la verità: per gli addetti ai lavori e i tanti “pizzofili”  l’argomento di confronto-discussione-polemica resta indiscutibilmente l’impasto della Napoletana e della pizza tonda in genere o il topping di quelle definite “gourmet”, già tagliate a spicchi per la degustazione. In realtà, la pizza al taglio – quella in buona parte preparata e servita in grandi teglie – non solo ha una diffusione pazzesca: la si trova anche nelle panetterie, si può acquistare (volendo) dall’alba al tramonto e pure dopo, si può gustare sul posto o a casa o in strada. E proprio come succede per le “tonde”, ci sono varie tipologie: da quella romana (non troppo alta, né troppo bassa) a quella al trancio che continua a dominare a Milano, dalle crunch introdotte dai maestri della pizza sino a quella genovese, dalla pizza fritta napoletana allo sfincione napoletano.

Un movimento in crescita

Ben lontane dall’essere di serie B come un tempo, le pizzerie al taglio iniziano a diventare – se di livello – un riferimento nelle rispettive città. Anche perché a gestirle ci sono sempre più big del movimento e c’è da pensare che in futuro sarà normale occuparsi delle pizze classiche e di quelle al taglio, con i loro impasti digeribili e a lunga lievitazione. Sia lode a Pizzerie d’Italia, la guida del Gambero Rosso, che raccoglie tra le sue pagine le eccellenze dello Stivale. Da qualche anno assegna un altro riconoscimento, oltre al celebre Tre spicchi. Si chiama Tre rotelle ed è il premio per le insegne che non sfornano le tonde, accompagnato da una valutazione calcolata in centesimi. Quest’anno sono stati premiati dieci locali che vi presentiamo, nove erano già al top lo scorso anno mentre Tellia si è aggiunta al gruppo. Normale che troviate una bella coda…

Pizzarium – Roma

Con 95 punti su 100, il locale del romanissimo Gabriele Bonci – il re della pizza al taglio – si conferma il n.1 in Italia. Base croccante e sottile, ma struttura alveolata che consente di ospitare un topping di assoluto livello: quelli classici romani (amatriciana, carbonara, pollo e peperoni) e creativi come zucchine alla scapece, stracciatella e menta o tonno e cipolla.

Saporè Pizza Bakery – San Martino Buon Albergo (VR)

Il veronese Renato Bosco è uno dei maestri della Nuova Pizza Italiana e lo dimostra anche nel locale dove insieme al prodotto che lo ha reso celebre, propone un grandissimo pane. Anche la pizza in teglia porta la sua firma, con una perfetta alveolatura e topping precisi, con ingredienti di stagione e formaggi di qualità. Il Gambero Rosso lo ha premiato con 94 punti.

Bonci Panificio – Roma

Il locale in via Trionfale non è dedicato solo alla pizza: una bottega di bontà, che vanno dal pane alle torte passando alle brioche e alle proposte della rosticceria. Le pizze – che si sono guadagnate un bel 92 – sono omaggio alla romanità: rossa con origano, bianca con mortadella, con le patate e ancora con le verdure di stagione. Non manca una saletta di degustazione.

Masardona – Napoli

Istituzione vera, diventata celebre nel 1945 per la pizza fritta. Quella che Anna Manfredi, la nonna del pizzaiolo Vincenzo Piccirillo – detta proprio la Masardona – riempiva di ricotta e cicoli di maiale. Oggi Vincenzo, con i  due figli, continua la tradizione declinando la ricetta con vari ripieni: salsiccia, friarelli e provola; parmigiana al ragù; alla genovese; 92 punti.

Oliva Pizzamore – Acri (CS)

Non è facile conquistare 92 punti a Sud di Napoli, innovando continuamente. Ma un maestro di impasti ed ex chef come Antonio Oliva ci è riuscito. È un gran valorizzatore degli ingredienti locali, che rendono coloratissime le sue teglie. Da provare la datterino giallo, zucca, pesce spada e crema di basilico o la cime di rape spadellate, alici di Cetara e burrata.

Forno Brisa – Bologna

La pizza leggera, in stile romano, caratterizza Forno Brisa che non è solo un network di locali, ma anche un’impresa etica dove l’età media di chi lavora è di 26 anni e i gestori sono usciti da Pollenzo. Grande attenzione alle materie prime del territorio: c’è la pizza crema di parmigiano e mortadella, quella ricotta, spinaci e parmigiano e ancora la pizza lasagna. Punteggio: 90.

Lievito Pizza, Pane – Roma

La Capitale si conferma padrona nella categoria, grazie ai 90 punti conquistati da questa giovane pizzeria dell’EUR, guidata da Francesco Arnesano che a 25 anni è ben più di una promessa. Impasti ad altissima idratazione rendono piccoli capolavori la Bianca (ripiena di mortadella, volendo…), la Margherita e quella con burrata e carciofi alla romana.

Menchetti – Arezzo

Non si trova a Firenze, come si potrebbe pensare, la migliore pizza al taglio per il Gambero Rosso. Merito di Menchetti, brand del 1948 con molti punti vendita in Toscana. La guida ha assegnato 90 punti a quello aretino, dove il topping spazia dalla salsiccia e funghi a pomodori del piennolo, alici del Cantabrico e capperi. Davvero buona la ciaccia con la mortadella.

Pizzeria Sancho – Fiumicino (RM)

90 punti anche per un locale di riferimento non solo a Fiumicino, con una storia (familiare) di oltre mezzo secolo. Qui si fa una pizza alla romana, gonfia e scrocchiarella. Da non perdere la rossa con pomodorini e alici fresche, ma ci sono anche la prosciutto e fichi e quella con il pescato del giorno. Qui si trovano anche ottimi supplì e maritozzi.

Tellia – Torino

L’anno scorso aveva vinto il premio come Pizza al taglio dell’anno, ora l’entrata con 90 punti nell’èlite nazionale. Dietro la migliore pizzeria torinese, specializzata nella romana c’è un giovane in gambissima, Enrico Murdocco, che ha studiato da maestri panificatori e faceva parte della brigata di Michelangelo Mammoliti. Topping a livello da stellato.

contrasto alla povertà e azione antispreco

contrasto alla povertà e azione antispreco

Quella degli empori solidali è una realtà sempre più diffusa in Italia, supermercati con beni di prima necessità per contrastare la povertà alimentare

Il problema dello spreco di cibo in Italia, di cui tanto si parla, non sta avendo implicazioni unicamente ambientali, ma anche economiche e sociali. Mentre ogni anno tonnellate di cibo vengono sprecate, non si arresta infatti l’emergenza sociale e alimentare di una sempre più ampia fetta di popolazione che non può permettersi neppure beni alimentari di prima necessità. Da quando la pandemia ha reso allarmante il livello di povertà alimentare e ha creato temporanee forme di precarietà sono, fortunatamente, aumentate anche le iniziative a sostegno delle famiglie e delle persone in difficoltà. Una di quelle che sta riscuotendo maggiore successo è l’apertura a macchia d’olio, su tutto il territorio nazionale, dei cosiddetti empori solidali. Si tratta di veri e propri supermercati in cui prodotti alimentari raccolti e donati dalla comunità vengono messi a disposizione gratuitamente di tutti coloro che versano in una situazione di difficoltà economica. Andiamo allora a scoprire esattamente in cosa consistono queste attività e come questo fenomeno sta prendendo piede in Italia.

Una rete di assistenza nazionale sempre più solida

Secondo un rapporto pubblicato da Caritas Italiana nel 2018 questi supermercati della solidarietà hanno iniziato a prendere piede in Italia a partire dal 2008, ispirati a un modello già diffuso in altri paesi. In Italia, a occuparsi dell’apertura e della gestione di questi empori, sono soprattutto associazioni, cooperative sociali e organizzazioni non-profit, spesso di volontariato, seguite da enti ecclesiastici e, solo in minima parte, da enti pubblici. Il boom degli ultimi anni ha portato a una diffusione tale da coprire tutte le regioni d’Italia per un totale di quasi 200 supermercati solidali e un elevatissimo numero di accessi. Nel corso del 2021, soprattutto nei periodi di lockdown, le attività degli empori solidali si sono intensificate, con cifre da record sia sul fronte dei volontari e delle organizzazioni coinvolte sia su quello delle famiglie sostenute. Nell’ultimo anno si sono registrate anche diverse nuove aperture, tra cui quella di Termoli; si tratta della prima “bandierina solidale” del Molise, l’unica regione d’Italia che era rimasta esclusa dalla rete degli empori. L’Emilia Romagna, la regione dei record che vanta ben 24 supermercati solidali nonché il record del più grande emporio d’Italia a Parma (con più di 1000 clienti e 2 milioni di euro di alimenti distribuiti gratuitamente ogni anno), a settembre 2021 è stata protagonista della quarta edizione del Festival degli Empori, svoltasi online in diretta streaming.

Cosa sono e come vengono gestiti gli empori solidali

Sugli scaffali di questi negozi, come abbiamo visto, è possibile trovare in primis alimenti di prima necessità non deperibili quali pasta, legumi, biscotti e latte UHT, ma non mancano alimenti freschi, prodotti per l’igiene e per la cura della casa e, in alcuni casi, anche medicine, giocattoli, libri e indumenti. L’obiettivo di molti di questi empori, però, non è solo l’erogazione di cibi e altri prodotti, ma anche l’ideazione di iniziative volte al sostegno e all’inclusione comunitaria delle persone bisognose, quali incontri formativi e informativi, occasioni di ascolto e dialogo, consulenze gratuite professionali di vario tipo e orientamento alle opportunità di impiego che offre il territorio. I beneficiari del servizio, nuclei familiari e cittadini indigenti o precari, usufruiscono della spesa solidale tramite una tessera a punti o sistemi alternativi per il calcolo di budget erogati. Uno degli aspetti più interessanti della gestione degli empori solidali è la raccolta dei beni e dei prodotti offerti alle famiglie in difficoltà; spesso si tratta infatti di eccedenze di cibo che viene ridistribuito, favorendo quindi l’economia circolare e riducendo gli sprechi alimentari. Le collette solidali vengono spesso organizzate in occasioni di eventi e giornate speciali o in collaborazione con supermercati e negozi presenti sul territorio.

Insomma, la rete degli empori solidali italiani vanta eccellenti modalità organizzative, un impegno costante da parte di volontari, organizzazioni e aziende partner e un sempre più alto coinvolgimento da parte delle comunità coinvolte e delle istituzioni. Cresce l’interesse e la voglia di contribuire a questo progetto nonché la consapevolezza che questa rete rappresenta una preziosa opportunità per contrastare la povertà alimentare e per ridare speranza e dignità alle tantissime famiglie con difficoltà e fragilità economiche.

Foto: supermercato emporio solidale.
Foto: colletta alimentare pozzo di giacobbe onlus.

Ricetta Frittelle dolci di patate

Ricetta Frittelle dolci di patate
  • 600 g patate
  • 35 g farina
  • 2 uova
  • zucchero semolato
  • sale
  • olio extravergine di oliva

Sbucciate le patate e grattugiatele con la grattugia a fori grossi. Mettetele a bagno in abbondante acqua fredda per 15 minuti; cambiate l’acqua e lasciatele a bagno per altri 15 minuti.
Scolatele bene e asciugatele, tamponandole con un canovaccio.
Mettetele in una ciotola e aggiungetevi le uova, sbattute, quindi la farina e un pizzico di sale.
Friggete il composto formando piccole frittelle in una padella con abbondante olio caldo. Voltatele più volte nell’olio, per 5-6 minuti in tutto.
Scolate le frittelle (ne otterrete una decina) su carta da cucina e passatele, ancora calde, nello zucchero semolato (che così rimarrà ben aderente). Servitele subito.

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